TANTI INTERESSI PRIVATI NON FANNO UNA CITTA'!

La mer, la fin...

mercoledì 8 aprile 2009

Prato. Storie di immigrati

La rielaborazione in chiave contemporanea dei Dieci Comandamenti non è operazione nuova (vogliamo ricordare i "brevi" di Kristof Kieslowski), ma la storia di Jamal - attore per caso - ricorda molto quella di tanti immigrati, non solo nordafricani, che con un titolo di studio importante (sono moltpo frequenti le lauree tecniche) si ritrovano ad accettare veramente qualsiasi tipo di lavoro. Andate a chiedere, ad esempio, alle tante badanti straniere che circolano anche dalle nostre parti, che titolo di studio hanno: rimarrete molto probabilmente sorpresi.
Colpisce anche un'altra cosa, dell'intervista di Jamal, ma che in parte purtroppo già sapevamo: la crisi economica sta colpendo duramente anche le comunità di migranti che si erano inseriti stabilmente nel ciclo produttivo pratese, spesso andando a coprire quella cronica carenza di turnisti, disponibili a lavorare anche di notte, che poteva essere rilevata fino a qualche tempo fa.
Momenti difficili, per tutti...
MV

da il Tirreno del 08/04/09
L’ingegnere Jamal si finge vu’ cumprà

E’ un marocchino il protagonista del primo episodio del film di Cecconi

Il cortometraggio s’intitola “Decalogo 10” ed una rivisitazione dei 10 comandamenti
MARIA LARDARA

PRATO. Ingegnere a Casablanca, vu’ cumprà a Prato. Dalle stelle alle stalle, verrebbe da pensare. Ma è solo quello che succede nel gioco della finzione cinematografica, quando Jamal Banoir indossa i panni di Driss, il protagonista del primo episodio di “Decalogo 10”: s’intitola così il lungometraggio ideato dal regista pratese Gabriele Cecconi che rivisita il messaggio dei dieci comandamenti nella società italiana di oggi.
Nella vita reale il vicepresidente dell’associazione “Mediterranea”, arrivato a Prato nove anni fa con in tasca una laurea in ingegneria, si divide fra il lavoro in una cooperativa sociale e l’esperienza dietro la cattedra come insegnante di lingua araba. Mai Jamal avrebbe pensato di trovarsi a suo agio davanti a una macchina da presa per una ventina di minuti, mentre interpreta i sentimenti di un ragazzo marocchino accusato di furto in una lussuosa villa pratese. Ecco che il comandamento cristiano “non desiderare la roba d’altri” diventa così il pretesto per scardinare un pregiudizio diffuso nell’immaginario collettivo, quello del venditore ambulante che si macchia del reato di rubare, e che spesso è di nazionalità marocchina.
«Nel film di Cecconi - racconta Jamal - stringo amicizia con un giornalista pratese che, nella notte di Capodanno, m’invita a unirsi a lui e alla sua ragazza nei festeggiamenti in casa di ricchi amici pratesi. Ma quando i proprietari si accorgeranno che è sparita della roba, le colpe ricadranno ovviamente su Driss che invece dovrà provare la sua innocenza”.
Durate circa un mese, le riprese sono state girate tra Figline, Galcetello e piazzale Michelangelo a Firenze: in questi giorni il regista sta completando il montaggio della pellicola con l’idea di proporla nelle scuole pratesi a partire dal prossimo settembre. «Un’altra possibilità sarebbe quella di inserirla nella programmazione della Prato Estate con una proiezione al Castello dell’Imperatore», suggerisce il regista Cecconi che sta pensando già al secondo episodio del ciclo sui dieci comandamenti con la collaborazione della scuola Anna Magnani, e le cui riprese dovrebbero iniziare prima dell’estate: «Questa volta il film ruoterà intorno alla testimonianza di un pakistano che lavora a Prato, sulla scia del comandamento che vieta di dire il falso. Il progetto del lungometraggio è stato concepito infatti come una sequenza di episodi distinti e autonomi fra loro. Le altre scene saranno ambientate in Sicilia e a Roma, finanziamenti permettendo visto che finora la produzione si è autofinanziata».
A Jamal Banoir, dunque, l’onore di inaugurare questa saga sui dieci comandamenti con un cortometraggio di una ventina di minuti che servirà anche a gettare un ponte verso la comunità marocchina di Prato: un migliaio i residenti in città, molti dei quali si ritrovano adesso in mobilità o cassa integrazione a causa della crisi del tessile. «Vogliono essere una risorsa per l’economia di questa città, nel rispetto della legalità. L’integrazione - fa notare Jamal - è un percorso da intraprendere comunque non solo per l’immigrato, ma anche per il pratese che deve collaborare di più alla sfida di una società nuova e multietnica».

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