Una risposta diretta di Adriana Pagliai, dei Comitati della Piana, alle affermazioni secondo le quali l'inceneritore di fanghi di Baciacavallo non emetterebbe diossine...
MV
da il Tirreno del 16/05/09
Gida, no ai fanghi inceneriti
PRATO. Chi l’ha detto che l’inceneritore di Montale non emette diossine? Scuote la testa il coordinamento dei comitati della piana di Prato, Firenze e Pistoia, dopo aver saputo della della volontà di Gida di ristrutturare l’impianto di Baciacavallo. «Se il problema sono le difficoltà di smaltimento dei fanghi di depurazione - fa notare Adriana Pagliai - allora Gida dovrebbe guardarsi meglio intorno, per prendere spunto da altre esperienze dove si attuano già buone pratiche sostenibili per ‘sistemare’ i fanghi di depurazione». Si fa presto poi, secondo la Pagliai, a dire che l’inceneritore di Gida non fa male. «Ci forniscano dei dati che fondino la bontà di questa tesi. La verità è che a Gida interessa incenerire i fanghi per prendere i contributi previsti per il recupero energetico e per quella che viene definita termovalorizzazione. Parliamo di un’azienda con un bilancio in rosso: in realtà si vuole far ricadere sulle tasche dei cittadini i costi di questa operazione».
M.L.
MV
da il Tirreno del 16/05/09
Gida, no ai fanghi inceneriti
PRATO. Chi l’ha detto che l’inceneritore di Montale non emette diossine? Scuote la testa il coordinamento dei comitati della piana di Prato, Firenze e Pistoia, dopo aver saputo della della volontà di Gida di ristrutturare l’impianto di Baciacavallo. «Se il problema sono le difficoltà di smaltimento dei fanghi di depurazione - fa notare Adriana Pagliai - allora Gida dovrebbe guardarsi meglio intorno, per prendere spunto da altre esperienze dove si attuano già buone pratiche sostenibili per ‘sistemare’ i fanghi di depurazione». Si fa presto poi, secondo la Pagliai, a dire che l’inceneritore di Gida non fa male. «Ci forniscano dei dati che fondino la bontà di questa tesi. La verità è che a Gida interessa incenerire i fanghi per prendere i contributi previsti per il recupero energetico e per quella che viene definita termovalorizzazione. Parliamo di un’azienda con un bilancio in rosso: in realtà si vuole far ricadere sulle tasche dei cittadini i costi di questa operazione».
M.L.
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