Un report interessante, in particolare sui dati portati dalla Poli sull'esperienza di Vedelago, che dimostrano come un buon piano industriale - privato, in questo caso - possa produrre effetti positivi anche sul ciclo dei rifiuti, e speriamo questo possa essere di aiuto nella questione Recoplast.
Segnaliamo anche la risposta dell'assessore Massaggia a proposito del persistere sulla strada dell'incenerimento:"...queste nuove strade alternative saranno testate e considerate ma il progetto non si cambia perché l’inceneritore è l’unica strada sicura per evitare nel 2009 l’emergenza rifiuti.". Una risposta che molto probabilmente avrebbe dato anche il nostro assessore Arrighini, per quanto riguarda la situazione pratese...
MV
23 settembre 2008 - TORINO sede Provincia Via Valeggio, 5
INCONTRO CON CARLA POLI titolare del CENTRO RICICLO VEDELAGO
http://www.centroriciclo.com/
Al tavolo l’assessore allo Sviluppo Sostenibile e Pianificazione Ambientale della provincia di Torino Angela Massaggia e la Dott.sa Carla Poli titolare del Centro Riciclo di Vedelago.
Introduzione MASSAGLIA
La Commissione Consigliare della Provincia di Torino è interessata ad avere una futura audizione con la Dott.ssa Poli per capire i contenuti di Vedelago.
Situazione provinciale rifiuti: circa 1.200.000 t di rifiuti urbani + quelli speciali pericolosi e non.
Chiusura a fine 2009 della discarica di Basse di Stura (25 milioni di t). Obiettivo della riduzione dei rifiuti perseguito con diverse campagne, come quella dei pannolini riciclabili già presenti alla COOP con sconti del 40% per ora riservati ai dipendenti della provincia e ai comuni di Beinasco e Chieri coinvolti nella sperimentazione, si vuole ampliarne la collocazione nella grande distribuzione e nei comuni, con la presenza di marchi diversi e poi anche con altri tipi di prodotti (per es. per gli anziani).
Ultima settimana di novembre sarà la settimana della RIDUZIONE DEI RIFIUTI.
I dati del 2007 danno la raccolta differenziata pari a circa 548.000 t cioè il 45-50%.
Primo obiettivo in studio al politecnico quello di riutilizzare il polverino di recupero degli pneumatici per il bitume stradale.
Carla POLI.
Per il Centro Riciclo di Vedelago (CRV), è nato con un investimento privato di circa 5,5 milioni di € peraltro già recuperati in soli 3 anni di attività, tutti i rifiuti urbani sono utilizzabili, compresa quella parte che chiamiamo indifferenziato o secco che oggi va in discarica o agli inceneritori.
Visione di un filmato (disponibile anche sul sito http://www.centroriciclo.com/) destinato alle scuole che illustra i dettagli degli interventi di recupero dei rifiuti del centro. Il CRV investe circa 50.000€/anno nella formazione e informazione nelle scuole sulle buone tecniche di raccolta differenziata e sul ciclo di trattamento e recupero dei rifiuti, per far comprendere alla popolazione la necessità della loro collaborazione al progetto di riduzione dei rifiuti.
Il CRV tratta circa 30.000 t/anno di rifiuti con una nuova tecnologia sviluppata con gli utilizzatori finali cioè gli acquirenti dei prodotti ottenuti dal riciclaggio.
L’ultima novità come seconda linea di lavorazione è un macchinario in corso di installazione che produce materiali molto più raffinati ed utilizzabili quindi per lo stampaggio delle materie plastiche.
Si tratta di un percorso che coinvolge tutti, dai cittadini alle amministrazioni locali, agli utilizzatori finali.
I cittadini devono essere premiati con l’abbassamento delle tariffe se fanno bene la raccolta differenziata.
C’è un notevole calo di costi per le amministrazioni con questi sistemi, sia per la raccolta rifiuti, sia per il costo di conferimento che è molto più basso di quello per le discariche o gli inceneritori.
Il principio è il recupero di materia molto più conveniente del recupero di energia.
Sono in preparazione alcuni impianti simili a CRV uno a COLLEFERRO a sud di Roma due in SARDEGNA e altri anche all’estero.
I cui costi previsti saranno molto inferiori di quelli di CRV (5,5mil €) perché oggi realizzabili con tecnologie ed impianti più efficienti evitando gli errori commessi in passato e già corretti al CRV, intorno quindi a meno di 1 mil € ciascuno.
All’estero si va in ogni paese verso la dismissione degli inceneritori. Il costo di conferimento dei rifiuti in Germania, Olanda, Belgio, Francia) è intorno ai 700-800€/t quindi questi paesi pagano di più per il trattamento dei rifiuti. Il CRV fa pagare il conferimento dai 50 ai 100 €/t a seconda della qualità e pulizia dei rifiuti. Nelle discariche il costo va dai 120 ai 160€/t minimo, quindi con questo risparmio i comuni possono detassare i cittadini.
Il COREPLA oggi ha il 48% di plastiche che non riesce a vendere a che finirebbero in discarica che vanno al CRV in base ad un accordo già concluso.
CRV si impegna anche a trovare gli acquirenti per i prodotti finali riciclati.
I dipendenti CRV sono 58 di cui 42 operai nell’impianto assunti a tempo indeterminato, paga minima 1.500€ quasi tutti extracomunitari perché gli italiani non vogliono fare questo lavoro manuale nei rifiuti.
La selezione manuale è un passaggio fondamentale nel processo di riciclo.
In provincia di Treviso la frazione umida va al compostaggio, la carta viene riciclata così come il legno e la plastica ed alla fine l’indifferenziato viene trasformato in granulato riutilizzabile.
Il CRV gestisce gi scarti di imballaggio di grosse aziende (es. Luxottica) per 10-12.000 t/anno + 10-12 comuni che portano l’indifferenziato e pagano meno della discarica.
La natura dell’indifferenziato è costituita per il 72-80% da plastica + carta, legno ,ecc che non disturbano il processo. Lo scarto finale è del 1,3-1,5% di tutto quello che entra ed è solo vetro fine che le vetrerie non vogliono perché impuro. Ogni inceneritore produce invece un 30% di scarto tossico che deve avere una discarica apposita.
La buona selezione fatta a monte conduce ad ottimi risultati per tutti.
Con dieci impianti come CRV si possono trattare 300.000 t/anno di rifiuti e dare lavoro a circa 500 persone, con uno scarto pari a sole 4.500 t/anno di inerti contro lo scarto di 90.000 t/anno di sostanze pericolose di un inceneritore che da solo tratta le stesse 300.000 t/anno dando però lavoro solo a 60-80 persone.
In più tante strutture piccole dislocate sul territorio possono provocare molto meno inquinamento dovuto ai minori spostamenti e trasporti dei rifiuti necessari.
CAVALLARI – in qualità di co-organizzatore e portavoce del CRA-R, lancia una precisa proposta: inviare a Vedelago 10 tonnellate dei rifiuti locali (5 tons di indifferenziati e 5 tons provenienti da RD. Sostiene l’importanza del recupero materia, assolutamente prioritario rispetto alla produzione energetica. Con la materia si produce energia, l’energia viene solo consumata ed il pianeta è un luogo finito ove le materie prime, rinnovabili e non, sono in via di esaurimento. Alla distruzione di rifiuti, connesso allo smaltimento in discarica come per incenerimento, possiamo/dobbiamo opporre la valorizzazione come recupero delle materie prime seconde.
Domande dalla sala:
Come si può inserire un sistema del genere in un piano rifiuti come quello della provincia di Torino che ha già deliberato la via degli inceneritori ?
R: MASSAGLIA
Oggi in provincia di Torino la metà del materiale differenziato va a riciclo (PE, PET, ecc) dell’altra metà il 50% è plastica mista senza mercato attuale di riciclo e va all’inceneritore e il 50% va in discarica.
Ci sono interessi di valutazione di queste tecnologie del CRV forse non ancora per sospendere l’incenerimento che resta necessario per non ricadere in una situazione di emergenza tipo Napoli, ma per una valutazione seria delle possibilità di utilizzo. A questo proposito riproporrà di inviare 10 tons di rifiuti da Torino a Vedelago per sperimentarne il trattamento con la richiesta successiva di un’analisi dei materiali ottenuti dal riciclaggio (soprattutto i nuovi mattoni per edilizia) per far valutare in Piemonte dalle aziende gli sbocchi reali di mercato possibili. Si vuole cioè capire come il mercato può recepire i prodotti riciclati e quindi si richiedono verifiche tecniche
LA POLI GIA’ IN VERITA’ SPIEGATO CHE LORO STESSI HANNO GIA’ TUTTI GLI SBOCCHI DI MERCATO NECESSARI e che quindi fa parte del loro impegno trovare questi sbocchi
Segue una lunga serie di domande del pubblico (cittadini ,assessori, tecnici, ecc.) che globalmente sottolineano come questa nuova esperienza del CRV dimostra che esiste una via alternativa all’incenerimento per lo smaltimento dei rifiuti, e tutti confluiscono nella domanda all’assessore Massaggia in merito alle possibilità di variare il piano rifiuti della provincia di Torino per bloccare almeno il progetto del 2° inceneritore di Settimo, se non per bloccare anche quello del Gerbido per prendere un’altra strada ritenuta più logica, più conveniente, più salutare, più al passo dei tempi e delle scelte moderne internazionali per il trattamento dei rifiuti.
La risposta finale dell’Assessore Massaglia è che queste nuove strade alternative saranno testate e considerate ma il progetto non si cambia perché l’inceneritore è l’unica strada sicura per evitare nel 2009 l’emergenza rifiuti.
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