TANTI INTERESSI PRIVATI NON FANNO UNA CITTA'!

La mer, la fin...

sabato 21 marzo 2009

Prato. Economia: le banche fanno il loro...

I numeri sono di quelli pesanti, e stanno a dimostrare le difficoltà complessive del sistema economico.
Perché, per quanto si possa comprendere le difficoltà degli artigiani e la loro delusione, c'è sempre da ricordare una semplice e chiara verità: le banche sono imprese come le altre. E come tutte le altre imprese, cercano di minimizzare i rischi e di garantirsi (poi, possiamo discutere sul come lo fanno...), oltre che di guadagnare.
Il problema, ne possiamo star certi, si protrarrà ancora a lungo, e non ci sono facili soluzioni. Ognuno, purtroppo, tira a fare il suo...
MV


da il Tirreno del 21/03/09
«Le banche non ci stanno aiutando»

L’accusa della Cna. Chiesto un incontro alla Regione e ai direttori

Creato un numero verde per dare consigli legali alle ditte che si trovano con problemi connessi all’attuale stretta creditizia

PRATO. Le banche non stanno certo agevolando il rilancio di Prato. E’ quanto emerge da “Le imprese artigiane e il credito”, l’indagine condotta negli ultimi quindici giorni dalla Cna di Prato su più di trecento aziende del territorio. Nei primi mesi del 2009 infatti, al diciotto per cento delle imprese sarebbe stato rifiutato il finanziamento, il quarantaquattro per cento avrebbe invece subito una riduzione degli affidamenti e per il sessantacinque per cento il costo del denaro sarebbe aumentato. Dati che la Cna definisce allarmanti e contro cui intende agire in modo deciso e concreto.
«Le banche non ci stanno aiutando ma bisogna capire che se va male per le piccole imprese alla fine andrà male anche per le banche - spiega Marco Baldi, presidente Cna Toscana - In questo momento ci sentiamo presi un po’ per i fondelli e intendiamo reagire in modo pratico ed efficace. Perchè se per un’azienda l’accesso al credito diventa difficoltoso, chi l’aiuta in un momento critico come questo?».
L’azione promossa dalla Cna pratese si articola quindi in quattro mosse. Innanzitutto un incontro con ciascuno dei dirigenti di banca del territorio, con la seria intenzione di segnalare nelle giuste sedi i comportamenti scorretti e poi, poiché non tutte le banche si comportano in un certo modo, stabilire un rapporto diretto con quelle più “virtuose” («porteremo i depositi da loro»).
Quindi l’incontro con la Regione: ne spiega i motivi Anselmo Potenza, presidente Cna. «Dobbiamo cambiare registro. Abbiamo chiesto un incontro con la Regione perchè le risorse disposte per sostenere il sistema bancario, che a sua volta sostiene le imprese, rischiano di non aiutarle minimamente. Vogliamo chiedere alla Regione di smetterla di immaginare un sistema di imprese da “sogno” e di concentrarsi invece su quella che è la realtà toscana. Se verrà usato un criterio molto rigido di rating per dare soldi alle imprese succederà che meno del 3 per cento delle imprese pratesi potranno usufruirne. E in questo modo - conclude - non ce la faremo».
Gli altri punti vertono sull’assistenza che verrà fornita ad ogni singola impresa. «C’è una certa connivenza tra aggressività delle banche e l’insufficiente cultura delle imprese - spiega ancora Potenza - Succede, per esempio, che i direttori di banca spingano i nostri imprenditori verso lo scoperto massimo, il che aumenta il costo del denaro: questo è un trucco per spostare di quattro punti verso l’alto il costo del denaro. Ebbene, noi stiamo analizzando questo tipo di possibilità azienda per azienda grazie all’impegno di uno staff creato ad hoc. Vogliamo monitorare e aiutare, sperando di riuscire anche a fare abbassare il costo del denaro delle nostre imprese di qualche punto».
E infine il lancio di una campagna a sostegno e in difesa delle imprese contro la stretta creditizia denominata Sos Crisi: un numero verde, 800 819451, attraverso cui fornire consulenza e assistenza per problemi relativi alle banche.
Paolo Baravelli, responsabile Area credito Cna nazionale, tira le fila della crisi. «Le difficoltà di Prato sono le difficoltà nazionali e queste vengono anche da un problema europeo di coordinare gli interventi. La soluzione sta nella concertazione delle iniziative di tutti i soggetti interessati e quindi mi sembra doveroso che le banche dimostrino come stanno intervenendo a sostegno dell’economia. Il problema è semmai trovare una sede comune in cui i dati vangano interpretati in via univoca».
Alessandro Pattume

I risultati dell’indagine condotta su 302 aziende pratesi
Il credito costa sempre di più

PRATO. Dall’indagine effettuata dalla Cna emergono alcuni dati interessanti sulle 302 imprese interpellate.
Innanzitutto le aziende interpellate sono solite intrattenere rapporti solo con una (45%) o con un massimo di tre banche (44%). Quasi unanime un giudizio negativo sulla situazione economica nei primi mesi del 2009. Che appare molto peggio degli anni passati per il 20% del campione, peggio per il 43% del campione, stabile per il 34% e meglio solo per il 3%. I tempi d’incasso medi delle imprese sono invece così ripartiti: a 60 giorni il 37%, a 90 il 34%, a 120 il 20% ma anche un 9% con un termine superiore ai 120 giorni.
L’aumento dei costi di accesso al credito viene invece percepito in maniera rilevante dal 27%, in maniera lieve dal 39% e non viene percepito dal 35% del campione. Il 18% si è poi visto rifiutare un finanziamento. Il campione poi pensa che le banche prestino maggiori attenzioni alle garanzie prestate (33%), alla solidità patrimoniale (29%), alla solvibilità (21%) e alla redditività (15%).
Il 61% delle imprese interpellate non ritiene che la sua azienda abbia bisogno di un consolidamento o di una ristrutturazione finanziaria a fronte, invece, di un 39% che lo reputa necessario. Il 54 percento pensa poi che nei prossimi mesi non farà investimenti, il 22% che si concentrerà su investimenti materiali e il 9% sulla promozione. Solo il 34 percento del campione conosce le opportunità offerte dalla Regione Toscana, Camere di Commercio in materia di agevolazioni e contributi. Quasi il 55% pensa che gli interventi del governo incentrati sulle banche non abbiamo portato benefici per le imprese.
A.P.


da la Nazione del 21/03/09

Banche, parte la campagna Cna
Indagine su 300 aziende. Scatta la mobilitazione contro la stretta creditizia:
di ROBERTO DAVIDE PAPINI
PER IL 65% delle aziende artigiane pratesi il costo del credito è aumentato negli ultimi mesi, per il 44% c’è stata una riduzione degli affidamenti da parte delle banche e al 18% è stato rifiutato un finanziamento (rispetto a una media nazionale dell’8%).
Evocato da tutti come il grande problema per l’impresa italiana (soprattutto per la piccola impresa, ovvero il oltre il 90% del totale) l’accesso al credito in questi frangenti di crisi finanziaria appare sempre più problematico per gli imprenditori. A dimostrarlo (o a confermarlo) ci sono i dati della ricerca effettuata dalla Cna siu 302 aziende il cui titolo è già un programma: «Banche nemiche del rilancio?». A giudicare dai risultati il rapporto banche-piccole imprese appare piuttosto difficile a Prato. «Non tutte le banche si comportano allo stesso modo, ma sia chiaro che come Cna — spiega il direttore dell’organizzazione artigiana, Fabio Mazzanti — abbiamo intenzione di combattere e denunciare fenomeni di scorrettezza (come spingere l’artigiano a ricorrere alle commissioni di massimo scoperto, in modo da raddoppiare di fatto il costo del credito) in maniera sistematica». All’interno dell’iniziativa di Cna “Sos Crisi” (con un numero verde per segnalare i probvlemi: 800-819451) Mazzanti annuncia incontri con i dirigenti pratesi di ogni istituto dicredito, con il prefetto (che adesso diventa il destinatario di segnalazioni di difficoltà e situazioni anomale nell’accesso al credito per le imprese) e con il presidente della Regione Toscana Claudio Martini. «I fondi messi dalla Regione, attraverso FidiToscana, nel sistema del credito per favorire il finanziamento delle imprese — continua Mazzanti — in realtà non favoriscono un bel nulla se vengono fissati criteri di accesso e di rating così alti che, per esempio, a Prato solo il 3% delle aziende potrebbe rientrarci. Si tratta di provvedimenti disegnati sul sistema di aziende che in Regione sognano, non su quello reale delle imprese che esistono davvero».

DALLA serie di incontri con le banche la Cna spera di ricavare assicurazioni di strategie che possano aiutare il sistema artigiano ad affrontare la crisi, «altrimenti — avverte Mazzanti — faremo nomi e cognomi. Ci rivolgeremo anche alle banche che hanno un rapporto con gruppi consistenti di nostri assiociati e se ci saranno comportamenti scorretti saremo chiari: con noi avranno chiuso non potranno continuare a mangiare con i soldi degli artigiani».
LA DUREZZA della Cna si inserisce in una situazione veramente
molto critica per il distretto. I dati della ricerca indicano altri aspetti inquietanti come il fatto che il 54% degli intervistati non farà investimenti nei prossimi mesi e che l’82% utilizzi soprattutto linee di credito a breve termine. «Sono proprio le linee di credito più pericolose — dice Paolo Baravelli, responsabile del credito di Cna nazionale — oltre a essere le più costose. Sono pericolose perché se ci sono dei problemi, sorgono delle difficoltà, si rischia la revoca e quindi bisogna rientrare subito». Baravelli e il presidente di Cna Toscana, Marco Baldi, insistono sulla necessità di puntare di più sui Consorzi Fidi (come ArtigianCredito Toscana che ha riunito 18 strutture regionali) nelle operazioni pubbliche di sostegno al settore.

«L’APPELLO che vogliamo fare — dice polemicamente il presidente di Cna, Anselmo Potenza — è che le banche facciano le banche e magari un po’ meno convegni. Nella nostra azione di monitoraggio saremo vigili, non è possibile che un piccolo imprenditore che cerca di portare avanti la sua azienda, che ha dipendenti debba sentirsi quasi umiliato in banca quando va a chiedere un finanziamento». Un concetto ripreso dalla battagliera Manuela Biliotti di “Prato Artigiana”: «Ci sentiamo più che umiliati, veniamo trattati proprio come delle nullità..».



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