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La mer, la fin...

mercoledì 2 aprile 2008

Paolo Cento: unità a sinistra e niente base Nato

Il candidato ambientalista:
"Paul Ginsborg ha ragione. Basta con le scuse, l'unità è irreversibile"

Paolo Cento: "Dopo il voto avanti a sinistra".
di Matteo Bartocci

Dopo il 13 aprile non ci sono più scuse per nessuno. Il progetto della Sinistra Arcobaleno deve andare avanti. Mi auguro che tutti partecipino all'assemblea nazionale di Firenze organizzata da Paul Ginsborg e lo dichiarino prima del voto. Io ci sarò".
Paolo Cento, candidato ambientalista in senato, accoglie le osservazioni dell'associazione 'per una sinistra unita e plurale': 'Il risultato elettorale avrà un suo peso ma è importante chiarire che il processo della Sinistra arcobaleno è irreversibile. E' necessario quindi darsi da subito un momento di confronto sul futuro che finora è mancato'.

Perché è mancato?
Va dato atto ai gruppi dirigenti dei vari partiti di aver fatto in due mesi un percorso che andava iniziato un anno fa. La crisi di governo ci ha costretti ad accelerare e la fretta ha evidenziato tutti i limiti e i ritardi che avevamo accumulato. Però dopo il voto non ci possono più essere scuse per nessuno. Per questo confido molto nell'assemblea del 19 aprile.
Sei candidato in Emilia Romagna. Una di quelle regioni dove è possibile il voto disgiunto del Pd a favore della Sinistra.

E' un ragionamento limpido e trasparente. Noi chiediamo il voto sia alla camera che al senato perché solo con un risultato positivo si può ragionare serenamente sul dopo. Sappiamo però che ci sono molti indecisi che sceglieranno il Pd alla camera per battere le destre anche se il 'voto utile' non ha senso, visto che la scelta solitaria di Veltroni consegnerà Montecitorio a Berlusconi.
Al senato ogni voto per la Sinistra arcobaleno contribuisce a sottrarre seggi decisivi al Pdl. Ed è positivo che qui in Emilia ci siano stati alcuni appelli pubblici di questo tipo. Anche perché c'è il valore aggiunto rappresentato da Rita Borsellino, una delle poche candidature indipendenti che intrecciano la società civile e la lotta alla mafia.

Il voto a Sinistra è l'unico voto contro Berlusconi, dici. Anche perché Pd e Pdl già parlano di dialogo sulle riforme?
Il problema è molto semplice: dopo il 13 aprile il Pd guarderà a sinistra o procederà al grande 'inciucio' col centrodestra? Ogni voto per noi rafforza l'autonomia della sinistra e impedisce quelle grandi riforme economiche e istituzionali che Pd e Pdl rischiano di fare insieme. Al di là di chi governerà formalmente, non escludo infatti che ci sarà un governo di fatto, che attraverso le 'larghe intese' affronti i temi sociali e ambientali in un modo solo. Le candidature nel Pd di Ichino rispetto all'articolo 18 o quelle di Calearo e Colaninno rendono evidente l'obiettivo di smantellare la legislazione sociale. E il cosiddetto 'ambientalismo del fare' si occuperà del resto. Ogni voto per noi è un investimento per il conflitto sociale. La battaglia non si fa solo in parlamento.

Visto che ti trovi in una regione rossa, che ne pensi dell'appalto aggiudicato alle coop per la base di Vicenza?
Lo abbiamo sempre detto: quella base al Dal Molin non va fatta. L'esito dell'appalto dimostra che non porterà nemmeno un beneficio economico alle popolazioni visto che arricchirà le grandi imprese cooperative che gestiranno i lavori.

Come sottosegretario fai parte di un governo molto impopolare. E' una zavorra che avverti in campagna elettorale?
E' un peso collettivo. Il governo Prodi non ha risposto alle aspettative di cambiamento sociale e civile del 2006. Gli elettori però ormai sono consapevoli che si è chiusa la stagione delle coalizioni onnicomprensive. La sinistra ora riconquista la propria autonomia, ha un programma chiaro e torna nella società sapendo che i conflitti e le trasformazioni non si gestiscono per forza stando al governo. Registro una percezione diffusa che il governo è stato messo in crisi da chi lo voleva spostare più a destra: Dini, Fisichella e Mastella hanno fatto il lavoro che il Pd non poteva fare direttamente.

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