L’Esperanto è una lingua internazionale, cioè nata per la comunicazione fra persone e popoli di lingua diversa.
L’Esperanto è una lingua artificiale, nel senso che ha un autore e un inizio preciso: l’autore è il medico polacco L.L. Zamenhof, la data di inizio è il 1887, durante il quale venne stampato il primo libro. Da allora l’Esperanto ha raggiunto i 120 anni di vita, si è diffuso nel mondo, articolato in gruppi ed associazioni di tutti i tipi: secondo stime attendibili sono attualmente due milioni i locutori, a vario livello.
La fortuna dell’Esperanto è nella sua stessa struttura: la regolarità, la semplicità e la logicità permettono di soddisfare compiutamente i bisogni della comunicazione.
Si racconta che Tolstoj l’abbia appreso in sole due ore, ma chiunque, anche il più digiuno di conoscenze linguistiche, nel giro di un mese sarebbe in grado di leggere, scrivere e parlare correntemente: grammatica e sintassi sono logiche e lineari, il patrimonio lessicale è tratto soprattutto dalle lingue europee, badando a scegliere le radici secondo un principio di massima diffusione, per rendere quanto più immediata l’acquisizione del vocabolario.
E accanto agli aspetti linguistici gli esperantisti si propongono impegni sociali e culturali in genere: la solidarietà, la diffusione delle conoscenze, la promozione della tolleranza e della pace, realizzabili attraverso una fitta rete di comunicazioni, scambi culturali, incontri e congressi.
Nell’estate 2006 a Firenze si è svolto il 91° Congresso Mondiale di Esperanto, che ha riunito oltre 2200 esperantisti provenienti da tutto il mondo. Il tema del Congresso era “Lingue, culture ed educazione per uno sviluppo sostenibile”. Vari studiosi si sono avvicendati per sostenere che la diversità culturale è una ricchezza dell’umanità, è l’humus da cui possono sbocciare nuove idee e nuove soluzioni per i problemi del mondo; questa diversità va quindi preservata contro il rullo compressore di quanti tendono a considerare la globalizzazione un mezzo per esportare la propria lingua e la propria cultura.
L’Esperanto si pone in questo quadre come quella lingua che ha vantaggi tecnici ed ideali: dal punto di vista tecnico è molto meno costoso insegnare l’Esperanto rispetto alle altre lingue, essendo più facile e regolare; dal punto di vista ideale, essendo seconda lingua per tutti, è uno strumento neutro e paritario di “democrazia linguistica”, protegge inoltre i vari idiomi e le varie culture perché non ha un retroterra nazionale e quindi non dovrebbe diventare strumento di omologazione culturale e fagocitazione linguistica.
Per informazioni e approfondimenti sull’Esperanto non mancano certo le fonti e gli studi: può essere utile, ad esempio, il testo di U. Eco “La ricerca della lingua perfetta nella cultura europea”; fra i manuali, quello classico e semplice di Bruno Migliorini; fra i vocabolari, quello più recente è lo Zanichelli Esperanto-Italiano Italiano-Esperanto, pubblicato nel 2004 a cura di Umberto Broccatelli.
In Italia esiste la Federazione Esperantista Italiana (F.E.I.), il cui indirizzo internet è:
La mer, la fin...
domenica 25 novembre 2007
Cosa è l'Esperanto?
ARCHEOLOGIA E AMBIENTE NELL’AREA PRATESE. UN IMPEGNO VERDE.
La questione della città etrusca di Gonfienti, scoperta durante i lavori di scavo per la costruzione dell’Interporto, ha stimolato un grande interesse in merito al destino dei siti archeologici della nostra provincia, ponendo la questione a fianco di altre importanti e conclamate emergenze di ecologia urbana, come la ristrutturazione di piazza Mercatale, condizionata dalla costruzione del parcheggio sotterraneo, o come la costruzione della multisala di Capezzana, volano per la cementificazione di una vasta area periferica.
Nel corso degli ultimi due anni, i Verdi sono stati in prima linea nel cercare di proteggere e valorizzare i resti dell’antica città etrusca, promuovendo a fianco del WWF, di Italia nostra e dell’Associazione Culturale Camars, la costituzione di un comitato civico, organizzato da cittadini di vari quartieri, molto motivati.
Ma la macchina dello “sviluppo a tutti i costi” è andata avanti, molto più di quello che si pensasse e, oltre a non riprendere le ricerche a proceduto alla copertura di un'ampia fetta di terreno. Questo aggregato politico vive ancora, sebbene la sua prima battaglia si possa in gran parte archiviare come perduta, dal momento che si sta già procedendo a coprire con il cemento una vasta porzione degli scavi, per far posto all’allargamento dello scalo ferroviario dell’Interporto.
La proposta del comitato era e rimane quella di costituire un parco archeonaturale della Calvana e del Bisenzio, includente il sito archeologico, le rive del Bisenzio e le zone umide circostanti, valorizzando il borgo e realizzando un centro didattico per la ricerca, visitabile, all’interno della villa Niccolini. Tutto questo collegato alla città con piste ciclabili e bus elettrici e da un percorso per la Calvana e le Necropoli a partire dagli abitati sulle pendici.
Certamente la decisione di allargare l’interporto e di togliere di mezzo molte importanti strutture, venute alla luce nell’ultimo periodo, fa sì che non vi siano le premesse per una libera ricerca. In questo modo si addomestica l’archeologia in modo da renderla compatibile con la corsa al cemento e capace di adattarsi a campionare degli spicchi di terreno, prelevare tutto ciò che è mobile e ricoprire rapidamente.
Si pone quindi, in modo urgente, la questione dell’indipendenza delle soprintendenze dalle pressioni degli enti locali e delle lobby dei costruttori. Pressioni finalizzate a superare il problema: “bonificare” le aree archeologiche e le aree urbane più preziose, per lasciare spazio ad infrastrutture costose e di dubbia utilità.
Il rapporto di solidarietà tra la Società Interporto e i responsabili dei Beni Archeologici è evidente a partire dalla sfrontata brochure dell’Interporto che utilizza gli Etruschi come marchio, nello stesso momento in cui si procede a bitumare una sostanziosa porzione di scavi. Oppure si palesa nei tentennamenti dei Beni culturali nel salvaguardare il giardino del Mercatale e l’ovale del Valentini.
Restando alla sola archeologia e ai numerosi siti della Provincia, ma più in generale dell’area metropolitana, ci sembra evidente il legame strettissimo che intercorre fra le ragioni della cultura e quelle della difesa dell’ambiente e del territorio in cui essi sono presenti.
Per informazioni sul Comitato per la Città Etrusca sul Bisenzio, scrivere a maito://cittaetrusca@gmail.com/ oppure visitare il blog del Comitato
Riccardo Buonaiuti
Municipio Verde
sabato 24 novembre 2007
24 novembre 2007 - Manifestazione a Montale contro l'inceneritore
giovedì 15 novembre 2007
"Municipio Verde" - Documento politico per l’Assemblea della Federazione Provinciale dei Verdi di Prato – 17/18 novembre 2007
Documento politico per l’Assemblea della Federazione Provinciale dei Verdi di Prato – 17/18 novembre 2007
“municipio verde”
Il partito dei cittadini ecologisti
Questo ruolo, che ben poco ha permesso di trasmettere al programma di governo di questa maggioranza, è rimasto negli anni marginale, relegando il nostro partito a rappresentanza di una ristretta élite di appassionati sostenitori della difesa dell’ambiente, ricchi di cultura scientifica quanto pragmatici nell’azione di governo, consapevoli della gravità della situazione quanto possibilisti nell’attuazione di strategie veramente molto deboli di difesa del territorio, della qualità dell’aria, dell’acqua e dei beni comuni.
Questo modo di fare politica, soggiacente all’autoritarismo paternalista del Partito Democratico, degno erede del Partito Comunista, dal lato dell’arroganza e della volontà egemonica, e della Democrazia Cristiana, sul piano delle manovre sotterranee e spartitorie per il controllo dei posti chiave dell’economia pubblica, non ha portato niente ai Verdi.
La nostra forza è rimasta relegata ad una piccolissima percentuale di voti, strutturandosi come una frangia del centro sinistra, capace solo di allinearsi gratuitamente su scelte decisamente difficili da sostenere e praticare per un partito ecologista, ma anche difficilmente spiegabili ad un elettorato popolare che cerchi da noi un po’ di coerenza, di perseveranza, di continuità, nella direzione limpida della difesa dell’ambiente.
Tutti conoscono le incertezze e i balbettii che il nostro partito ha fatto su questioni di enorme importanza locale: la multisala di Capezzana, i tre inceneritori, l’interporto di Gonfienti.
Incertezze che solo la nuova presidenza regionale e il lavoro dei Consiglieri Regionali ha eliminato, spingendo con decisione la federazione pratese verso una strada di decisa e trasparente coerenza.
Queste difficoltà in cui ci siamo dibattuti hanno origini antiche ma sono state volutamente e colpevolmente perpetuate da chi, ancora a questo congresso, si presenta sostenendo tutto e il contrario di tutto, con il solo scopo di accreditarsi presso i centri del potere, ma senza alcuna seria intenzione di arginare il processo di metropolizzazione forzata, l’aumento della popolazione, la riduzione dei servizi, il degrado delle periferie. Né tantomeno di provare a suggerire un disegno, una proposta, che metta al centro del dibattito la nostra visione delle cose e soprattutto la cultura ambientalista.
Sviluppo sostenibile o sviluppo ad ogni costo.
Non si scambi l’obbligo che i Sindaci o il presidente della provincia hanno di attuare direttive nazionali o comunitarie, per un interesse reale.
Né è prova il comportamento degli assessori all’ambiente, passati da difensori del patrimonio e dei Beni Comuni a garanti della fattibilità di scempi legalizzati.
Incuranti dell’accresciuta sensibilità dei cittadini nei confronti della vita vegetale, che è vita e dà vita alla città e ai borghi, programmano l’annientamento di giardini monumentali, l’abbattimento di storici filari che danno un carattere ed una particolarità alle nostre strade, migliorano la qualità dell’aria e rendono più umane e gradevoli le nostre attività all’esterno.
I Verdi hanno il dovere di difendere senza incertezze gli alberi e non basta la piantumazione di nuovi individui, dal momento che gli esemplari che si vogliono abbattere costituiscono un Bene Comune già presente, storico, monumentale e affettivo, quindi inalienabile. Ciò vale certamente per la piazza del Mercatale ma anche per i pini di via Roma e non di meno per i platani di Casale.
Fare posto alle auto e consentire una maggiore velocità di transito, abbattendo gli alberi non è e non può essere accettato dai Verdi.
Ma se gli alberi sono i primi a fare le spese di una dissennata politica urbanistica, non di meno gli esseri umani che risiedono nel nostro distretto, sentono peggiorare di giorno in giorno la qualità della loro vita.
Il rapido quanto prevedibile processo di conurbazione dei piccoli centri che perdono la loro natura indipendente per diventare le periferie di una disordinata metropoli piena di quartieri dormitorio e ghetti etnici può e deve essere modificato.
Il fondamentalismo liberista della classe dirigente economica e politica che sembra schierarsi senza indugi e remore per modelli urbanistici tipici di megalopoli di paesi in via di sviluppo, può e deve essere ostacolato e corretto.
Il nostro territorio ha subìto e sta subendo una trasformazione economica che non promette niente di buono per l’ambiente, per la cultura e per le persone.
Da un’economia di trasformazione manifatturiera, il comprensorio pratese viene costretto dalla logica del profitto, così imposta dai grandi poteri finanziari, a diventare “luogo di transito” delle merci, “non luogo” della cultura e “luogo di solo rifugio notturno” delle persone.
Prima di tutto la concessione d’uso o la vendita dei beni culturali e ambientali, siano essi bastioni medioevali, edifici medicei, testimonianze di archeologia industriale, aree verdi o resti della civiltà etrusca.
Secondo elemento, da valutare in una dimensione regionale, il proliferare di infrastrutture quali la TAV, i gassificatori, gli interporti, gli inceneritori. Un tipo di opere, questo che richiede da parte nostra un impegno prioritario di attenzione e di sapienza politica e strategica, giacché se ne tessono innumerevoli e menzognere lodi.
Terzo, lo spazio urbano diventa merce per la rendita fondiaria e la speculazione edilizia e la corsa a chiudere le attività produttive per vendere ai costruttori, capaci di offrire lauti e ben più facili profitti, è inarrestabile.
Unità immobiliari vengono progettate per ogni spazio libero, per finanziare qualsiasi piano o variante di interesse pubblico.
I capitali immobiliari privati, e solo essi, costituiscono la base finanziaria dei piani urbanistici, sottraendo di fatto agli amministratori gran parte dei loro poteri.
Quarto punto, l’immigrazione viene presentata come un problema e su di essa si concentra l’attenzione relativa ai problemi della legalità, della salute, della disoccupazione, mentre allo stesso tempo la si coltiva e si favorisce perché è un’importante risorsa proprio per giustificare l’allargamento della città con la costruzione di nuove case. Così per foraggiare la rendita immobiliare si attira un’immigrazione a scopo di residenza anziché di lavoro, sganciata dal tessuto sociale ed economico del nostro territorio e assente alla vita della città.
Quinto elemento: i servizi sono l’unica componente che non sviluppa in modo proporzionato al resto: i trasporti urbani ancora da piccolo centro, le piste ciclabili orientate più al cicloturismo che all’uso di utilità, la sicurezza sociale e l’edilizia scolastica lasciate all’abbandono e all’improvvisazione, la manutenzione del verde pubblico orientata ad eliminare anziché curare.
Nella nostra provincia i servizi vengono gestiti da società partecipate che sono orientate ad un perenne conflitto di interessi fra i profitti aziendali e l’interesse pubblico. I consigli di amministrazione ormai monocolore, dopo la riduzione del numero dei membri voluto dalla Finanziaria, sono il governo reale della cosa pubblica.
Consiag, Asm, Urban, Sori, Fil, Creaf, Publiacqua, Società Interporto sono solo i nomi più conosciuti, mentre meno conosciuti sono gli intrecci finanziari fra questi enti sempre indirizzati a fare la parte di chi affida il lavoro e di chi lo svolge, di chi paga e di chi riscuote.
Di fatto queste società rappresentano il vero potere politico nella nostra provincia e il veicolo più torbido della partitocrazia.
Ultimo punto ma non meno importante è l’apertura di divertimentifici, quale è la Multisala,la riminizzazione notturna della città (come nel caso dei giardini della Passerella), la rimozione della cultura, vista come ostacolo al divertimento e all’economia (vedi la devastazione della Città Etrusca e i faraonici progetti di scempio dell’Ex Banci), la corsa a sostituire il sole con il solarium, l’acqua con le piscine, la terra con i piazzali di cemento, come nel progetto degli Alcali.
Questo è solo un breve resoconto ma ci aiuta a capire quanta responsabilità ricada sui Verdi, nel compito di arginare questa involuzione sociale e di fare invertire la rotta ai governi locali della Toscana.
Il programma che la nuova maggioranza che guiderà la Federazione provinciale dei Verdi dovrà darsi, può essere sintetizzato come qui di seguito.
Costituire un insieme di strutture organizzative tali da permettere il lavoro del partito e la comunicazione con la cittadinanza. Prioritaria è la questione economica e l’acquisizione di una sede, l’istituzione di un sito web e di un numero telefonico.
Gestire il bilancio in modo chiaro e trasparente, creando le condizioni per un rispetto generale delle regole di partecipazione economica, necessario al sostentamento del Partito.
Collegare il lavoro istituzionale a quello del partito. Riallacciare un rapporto ufficiale e creare unioni di intenti con il gruppo consigliare in Comune. Valorizzare e lavorare accanto all’assessore alle aree protette, facendo tesoro delle cose realizzate e progettando insieme l’ultima parte della legislatura.
Costruire un ruolo forte e peculiare dei Verdi nella maggioranza di governo, partendo dalla nostra agenda politica e dalla nostra forza propositiva senza cedere alla tentazione di fare i gregari davanti alle grandi tematiche ambientali o ad eventi importantissimi come il nuovo piano strutturale di Prato.
Partecipare alla costruzione di una sinistra dell’unione, forte, moderna e democratica, unita nella difesa dei diritti civili e dell’ambiente, autonoma dal centrismo estremista che si finge moderato.
Ascoltare e dialogare, senza alcun intento egemonico o elettorialistico, con la cittadinanza attiva dei comitati, forte dell’entusiasmo e del sacrificio di tanti pratesi democratici che contestano alla politica scelte sbagliate e guidate dagli interessi di pochi, contro il benessere e i diritti di molti. E’ doveroso, come sta facendo la nostra presidenza regionale che si persegua una politica di ascolto e di attenzione a questo fenomeno, che pur rimanendo minoritario nella società civile, è la rappresentanza più sana, più partecipativa, e più impegnata dello scontento popolare nei confronti della politica. Occorre dire anche che dal movimento dei comitati sono emerse conoscenze, idee e anche indignazioni che hanno imposto ai Verdi nuovi approcci e nuove strategie nella difesa del territorio.
Questo è il cambiamento che deve consentirci di arrivare pronti e rinnovati al prossimo appuntamento elettorale, fiduciosi e uniti nella costruzione di un partito più grande, ma più grande perché più coerente, più autonomo e più presente nella vita pubblica.
mercoledì 7 novembre 2007
29/10/07 - Municipio Verde contro i tagli degli alberi.
Municipio Verde contro i tagli degli alberi.
Ancora una volta l’amministrazione comunale progetta un’eliminazione di piante arboree, che oltre a rappresentare un baluardo contro l’inquinamento, sono ormai parte dell’aspetto urbanistico della nostra città. I pini di via Roma, come altri filari urbani di strade e viali, caratterizzano certe zone, anche periferiche e le rendono più umane e più naturali.
Chiediamo con forza alla Giunta di sospendere questo taglio e di rimettere in discussione il progetto, sfruttando invece l’occasione del nuovo piano strutturale per aumentare considerevolmente le aree verdi in città.
Pensiamo che sia venuto il momento per l’assessore Curcio di convocare un tavolo di tutti gli ambientalisti per discutere insieme il futuro dei filari urbani nei piani di sviluppo territoriale, coinvolgendo anche l’azienda municipale che cura la manutenzione e gli abbattimenti.
La sensibilità per il verde in città è cambiata. Più posto alle auto e meno piante non è un passo avanti.
Il verde pubblico è bene comune dei cittadini necessario e inalienabile. Eliminarlo, ridurlo e lasciarlo degradare con l’incuria è un grave danno alla collettività.
26/10/07 - FIL: Occorre chiarezza!
FIL: Occorre chiarezza!
L'approvazione, per quanto scontata, da parte del Consiglio provinciale della proroga a FIL SpA del contratto di gestione del Centro per l'Impiuego non può che lasciarci insoddisfatti.
Pur riservandoci di riesaminare la delibera adottata, ci chiediamo infatti su quali criteri effettivi si sia basata la scelta di un prolungamento così ampio (due anni), quando in linea teorica in questi dieci mesi poteva essere risolto tutto, magari ipotizzando l'acquisto, da parte della Provincia, delle quote di FIL detenute dai soci privati, ed eliminando così qualsiasi ostacolo, piuttosto che passare alla gestione diretta. Dieci mesi erano anche congrui per giungere alla soluzione che verrà comunque adottata, e cioè l'affidamento in house ad una nuova società (ma c'è veramente bisogno di creare un nuovo soggetto? Forse che di partecipate la Provincia ne ha poche?).
Le parole dell'assessore Giugni continuano a non convincere, all'esame dei fatti, e sinceramente non vediamo alcuna lungimiranza in tale scelta.
Se a questo aggiungiamo che il destino di FIL sembra essere quello di agenzia formativa, non possiamo non ribadire quanto da tempo sostenuto, e cioè che, data la quota di maggioranza detenuta dalla Provincia, è evidente il conflitto di interessi, e l'alterazione di quel “regime di libera concorrenza” citato dall'assessore, visto che l'ente titolare dell'esame dei progetti e dell'assegnazione dei fondi è la stessa Amministrazione. Un “conflitto di interessi” che risulterebbe ancora più evidente qualora venissero confermate le indiscrezioni sul fatto che FIL abbia utilizzato, e pagato, per delle docenze nei corsi attivati funzionari dell'Area Istruzione, Formazione Orientamento e Lavoro della Provincia – la stessa area deputata alla valutazione dei progetti.
Ancora una volta, occorre chiarezza!
24/10/07 - SCANDALOSA LA PROROGA A FIL
SCANDALOSA LA PROROGA A FIL
Riteniamo la decisione assolutamente scandalosa, anche per le motivazioni addotte dall’assessore.
Risale infatti al maggio scorso un’intervista all’assessore Giugni che diceva esattamente le stesse cose dette oggi, sulle strade da intraprendere per la gestione del Centro Impiego, così come sullo “studio della fase di passaggio”.
Peccato che questo “studio”, secondo la deliberazione del Consiglio provinciale del 21.12.06 n° 95, dovesse svolgersi nei dieci mesi di proroga (definita “tecnica”) che FIL aveva ottenuto, guarda caso sempre all’ultimo momento, e che scadono proprio il 31 di questo mese: tale termine era tutt’altro che indicativo, come si può desumere dalla deliberazione, visto che non solo la dotazione finanziaria era parametrata a questa scadenza, ma si specificava che la normativa comunitaria prevede che i contratti di servizio possano essere prorogati solo per un periodo di tempo non superiore alla metà della originaria durata contrattuale.
Tutto questo è stato semplicemente ignorato!
C’è di più: FIL era talmente tranquilla della prosecuzione dell’affidamento che, agli inizi di questo mese, ha provveduto ad inviare alle aziende pratesi degli opuscoli informativi sui servizi che, in linea teorica, avrebbe dovuto abbandonare alla fine dello stesso.
La Federazione dei Verdi ha, nel luglio scorso, più volte chiesto che si aprisse un dibattito chiaro e trasparente sul futuro di FIL, e non solo per quanto riguarda l’affidamento dei servizi del Centro per l’Impiego, richiesta ribadita recentemente anche dal nostro gruppo, ma l’Amministrazione si è ben guardata dall’aprire un tavolo di confronto: oggi, ancora una volta, mettono di fronte al fatto compiuto, senza dare possibilità di scelta al Consiglio, e sarebbe interessante saperne le reali motivazioni!
19/10/07 - FIL: Finito Il Lavoro?
FIL: Finito Il Lavoro?
Partiamo quindi dall’esemplare vicenda di FIL SpA: non è stato possibile, ad oggi, capire quanto e come FIL abbia realmente contribuito, al di là delle campagne stampa e degli opuscoli informativi, ad attenuare gli effetti della crisi dell’industria pratese sull’occupazione, soprattutto attraverso le ottimamente finanziate attività formative.
Per i segnali pervenutici in questi mesi, purtroppo la valutazione non può essere che negativa: la netta impressione è infatti che l’attività della società sia stata slegata non solo da un qualsiasi indirizzo politico, ma anche scarsamente ancorata alla modificazione del tessuto industriale.
Se a questo aggiungiamo che tra pochi giorni scadrà la proroga dell’assegnazione a FIL della gestione del Centro per l’Impiego stabilita nel dicembre dell’anno scorso (e anche su questo non è stato possibile, in questi mesi, avere una chiara indicazione da parte dell’assessore Giugni su come si sarebbe garantita la continuità di un servizio strategico), è lecito chiedersi che senso abbia l’esistenza di una società a preponderante partecipazione pubblica la cui “ragione sociale” rimanga esclusivamente la formazione, non potendo più, anche in questo campo, operare in regime di monopolio ma dovendo rimanere un attore al pari degli altri.
Sotto quest’ultimo profilo, inoltre, non possiamo passare sopra ad un palese conflitto di interessi nel momento in cui l’Ente che è preposto alla valutazione dei progetti formativi e all’erogazione dei fondi, oltre che al successivo controllo, e quindi la Provincia, detiene anche il controllo del beneficiario dei finanziamenti.
Occorre chiarezza, ed occorre subito!
08/10/07 - LA SCIAGURATA POLITICA DELL’UNIONE INDUSTRIALI PRATESE
LA SCIAGURATA POLITICA DELL’UNIONE INDUSTRIALI PRATESE
Da una parte, infatti, si continua sostenere la necessità di un progetto, quello dell’inceneritore al Calice, che presenta non solo costi stratosferici che ricadrebbero su tutta la cittadinanza (come ci ricorda lo stesso direttore dell’UIP, attraverso la TIA), ma che soprattutto presenta evidenti rischi per la salute dei pratesi e di tutti i residenti dell’area interessata, e da un’altra si affronta la realtà dell’immigrazione a Prato con una battuta ai limiti dell’infelice, sostenendo che il “record” della percentuale di cittadini stranieri sul totale della popolazione pratese è qualcosa di cui si “farebbe volentieri a meno” (c’è da chiedersi dove fosse la stessa Unione quando molti suoi aderenti utilizzavano a man bassa proprio quella immigrazione che oggi è un problema, contribuendo in misura determinante allo stesso).
Se a queste dichiarazioni aggiungiamo altre “chicche”, quale ad esempio il perdurante sostegno al progetto dell’Interporto, e di conseguenza alle devastazioni ambientali e culturali che questo comporta, il quadro che ne esce dell’Unione Industriali è mortificante: una struttura che si fa complice, se non promotrice, delle scelte politiche che in questi ultimi tempi, più che proiettare Prato nel futuro, ne stanno facendo scempio.
Nonostante questo, non sono pochi gli industriali pratesi che sono invece sensibili alle questioni ambientali, culturali e sociali, e che non possono sentirsi rappresentati da quella che solo in linea teorica è la “loro” associazione: ci rivolgiamo quindi a questa parte illuminata dell’imprenditoria della nostra città e della nostra provincia, affinché si smarchi pubblicamente e decisamente dalla politica condotta dall’UIP.
22/10/07 - NASCE MUNICIPIO VERDE!
NASCE MUNICIPIO VERDE!
Un progetto, quello di Municipio Verde, che intende rendere forte e diffusa la cultura ecologista, aprendosi al contributo dei cittadini e al lavoro dei comitati e marcando una profonda differenza da quei partiti che si proclamano a favore dell’ambiente ma nei fatti non hanno remore nel costruire una metropoli di veleni e cemento.
Municipio Verde si impegna quindi nella promozione di un programma politico basato sugli elementi cardine della partecipazione attiva dei cittadini al processo decisionale e della sostenibilità ambientale, economica e sociale delle scelte politiche, in aperto contrasto con le scellerate politiche portate avanti da una parte della “classe dirigente” cittadina, includendo in questa definizione non solo la classe politica e le amministrazioni pubbliche, ma anche quei grandi interessi privati che ne sorreggono e spesso ne orientano le scelte.
La politica è progettare il futuro che si immagina.
Progettiamo un Futuro Verde!