Due articoli dal Corriere fiorentino sulle elezioni pratesi. Protagonisti gli accordi per il ballottaggio.
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Il caso Prato fa litigare anche i «grillini»
PRATO - Monta il malumore tra i grillini di Prato e dintorni per le dichiarazioni del candidato sindaco della lista «5 stelle Beppe Grillo.it» Fausto Barosco, che potrebbe portare il suo 1,8% di preferenze (1.824 voti) in dote a Roberto Cenni, sostenuto dal centrodestra. E da Berlusconi. I mal di pancia, finora contenuti negli incontri tra grillini per evitare spaccature, sono emersi al meet up organizzato mercoledì sera nel locale il «Pentolone», a Prato, per fare il punto sul dopo voto. I primi a criticare l’apertura di Barosco a Cenni sono stati i grillini di Montemurlo, che con il 4% (417 preferenze) conquistato al primo turno avrebbero potuto rivendicare il ruolo di «ago della bilancia». Invece il candidato sindaco Enrico Mungai, un 24enne che sente tutto il peso di dover rappresentare Beppe Grillo, ha scelto di non fare accordi e lasciare ai suoi «libertà di coscienza».
«CENNI MI HA CERCATO» - Niente di simile a Prato, dove Barosco si è detto disponibile ad ascoltare entrambi i candidati, ma ha puntualizzato «Cenni mi ha cercato, Carlesi no. Questa città ha bisogno di un cambiamento in politica». Non escludendo così l’apertura a destra e facendo montare la protesta dei grillini montemurlesi e di una parte di quelli pratesi, disorientati dalla «svolta anomala». Uno stato d’animo sintetizzato al meglio da Mungai, l’unico disposto a parlare: «Chi ha votato 'Lista 5 stelle', a Montemurlo come a Prato, non ha votato me o Barosco, ma le idee di Grillo, che ci siamo impegnati a rispettare. Per questo non è pensabile fare accordi con la vecchia politica, meglio lasciare liberi gli elettori. Considerare nostri quei voti, vuol dire pensare come i vecchi apparati che contestiamo». Ma la più sorpresa e arrabbiata di tutti è la neo eurodeputata della lista Grillo, Sonia Alfano, figlia di Beppe, giornalista assassinato dalla mafia. «Ma stiamo scherzando? I grillini che pensano di allearsi con una coalizione in cui c’è il Pdl? Con Berlusconi? Ne parlerò con Grillo». Sonia Alfano, che è stata a Prato assieme a Grillo, aggiunge: «Abbiamo lasciato massima libertà sul territorio perché ci fidiamo dei nostri candidati, ma non è ammissibile un’alleanza con Berlusconi o con chi lo rappresenta, in nessun caso ». Il giudizio di Alfano non è tenero rispetto alla titubanza di Barosco: «Valutare cosa? Fare alleanze nelle segrete stanze è un modo di fare politica vecchio che contestiamo». Quanto alle altre liste, Cenni ha incassato da subito il «sì» di Aldo Milone (2,7% preferenze) e il «no grazie» di Paolo Paoletti (1,7%) che con Rifondazione rivendica la propria coerenza politica e attende di trovare un’intesa con il candidato di centrosinistra Massimo Carlesi, che al primo turno ha presso il 47,51% di voti. Intanto Carlesi ha già intascato lo 0,25% (250 voti) di Renzo Bellandi di «Sinistra rossoverde », mentre la regista Maila Ermini (0,3%), dice di non voler sponsorizzare nessun candidato e di lasciare i 318 elettori che l’hanno votata, liberi di scegliere in base al programma. Chi non ha ancora deciso cosa fare del «tesoretto» di 366 voti che porta in dote è Alessandro Rubino della lista «Libertà, legalità, novità » (0,36%). Nessuna decisione nemmeno da Francesco Mazzeo di «Socialisti per la libertà», che ha ottenuto lo 0,34% (340 voti).
IN PROVINCIA - Se al Comune mancano all’appello poche caselle, il discorso si fa più complicato in provincia, dove il candidato del centrosinistra Lamberto Gestri, che al primo turno si è fermato al 47,7 (63.764 voti) aveva gettato il primo amo all’Udc (4,45%). Ieri pomeriggio a Prato, per sciogliere il nodo del sostegno ai ballottaggi si è riunito il consiglio regionale del partito di Casini, che alla fine, anche per coerenza (visto che al Comune sostengono Cenni) ha deciso di non appoggiare Gestri. Non è ancora ufficiale l’accordo con il candidato di centrodestra Cristina Attucci (41,56% al primo turno), ma a questo punto sembra scontato. Chi invece ha già deciso di stare con Attucci è Luciano Mencacci, della lista «Città per noi» che ha 1.098 preferenze (0,82%). Fiutano l’aria, invece, Calogero Messina di Rifondazione (2,88%) e Lanfranco Nosi di Sinistra rossoverde (0,33%); probabilmente si apparenteranno entrambi con Carlesi, a meno di colpi di scena. Appoggerà Attucci, ma non vuole ancora ufficializzare l’intesa, Bruno Gualtieri della lista «Prato libera e sicura» (1,72%). Ancora da decifrare le scelte di Salvatore Pirronello dei «Socialisti per le libertà » (0,3%) e Raoul Cangemi di «Democrazia Cristiana» (0,22%).
Agata Finocchiaro 12 giugno 2009
L’enigma di Prato: con chi stanno i comunisti? I Democratici sospettano lo sgambetto a Carlesi: il Prc alle provinciali ha preso il 2,9%, alle comunali l'1,7.
Dove sono andati quei voti? Il segretario Paoletti nega, ma Cenni non pone veti
L’unica certezza è che ci sarà battaglia all’ultimo voto. Il «caso » Prato ogni giorno si complica. Tra il «mistero» dei voti di Rifondazione scomparsi tra Provinciali e Comunali e gli abboccamenti di Cenni al candidato del Prc, il Pd lavora su due fronti per evitare la sconfitta. E siccome nulla è semplice nella sfida simbolo della Toscana, il Partito Democratico stringe con Prc per il Comune e fa oltrettanto per la Provincia con l’Udc (che in Comune però è alleata con Cenni e il Pdl, contro il Pd e Carlesi ma in Provincia correva da sola).
IL PARADOSSO - Un paradosso che non è il solo, dato che Roberto Cenni ha già detto che parlerà con tutti e che dalla chiusura delle urne si inseguono voci sul destino dei voti di Rifondazione (2,9% alle provinciali e 1,7% alle comunali). Al centro della scena, ieri, il balletto Rifondazione-Pd-Cenni- Udc. Martedì sera, in un dibattito- confronto televisivo, ha fatto rumore la sintonia tra il candidato del centrodestra Roberto Cenni e quello di Rifondazione, Paolo Paoletti. I due si sono trovati d’accordo su alcuni punti programmatici. Il fatto, unito ai cattivi pensieri di qualcuno su un voto disgiunto degli elettori di Rifondazione per penalizzare Carlesi, è stato al centro della giornata politica pratese. «Ho sempre detto che io parlo con tutti — spiega Paolo Paoletti — e per questo motivo sono andato al confronto televisivo a Canale 10, in cui si sono stati convergenze con Cenni, e così continuerò in futuro ». E questa strana possibilità di intesa con Cenni? «Il confronto è una cosa, l’alleanza un’altra e mi sembra del tutto improbabile. Noi anzi chiediamo, come ho già fatto prima di giugno, il confronto con Carlesi e il Pd. Ma sia chiaro che decideremo sul merito, non a 'prescindere' ».
DOVE SONO I VOTI DELLE PROVINCIALI ? - Paoletti poi non vuol sentire parlare di «stranezze» sul voto differenziato. «Mi sto chiedendo anch’io dove sono andati i voti che abbiamo avuto a Prato alle provinciali e non alle comunali, ma posso assicurare, per la storia del partito e per la mia personale, che non c’è stato alcun gioco di potere, nè per Carlesi, nè per Cenni». E il Pd? Lavora sui due binari. Chiama Rifondazione per il Palazzo Comunale e l’Udc per la Provincia. Strano, ma vero. «Noi parliamo con tutti — dice Benedetta Gestri, segretaria provinciale del Pd pratese — ed è vero che in Provincia, dove l’Udc ha corso da sola, il programma del loro candidato è molto simile al nostro e che il dialogo è in corso. Al Comune non parliamo con l’Udc perché ha fatto la scelta di andare con il Pdl e la destra, ma per il resto dialoghiamo con tutti». Rifondazione era presente nelle liste unitarie del centrosinistra che hanno eletto lunedì i nuovi sindaci di Cantagallo, Vaiano e Vernio, altro fatto che indurrebbe a ritenere naturale il dialogo a sinistra, ma nulla è semplice in una gara iniziata con il disarcionamento da parte del Pd del suo sindaco in carica Marco Romagnoli. «Parliamo con tutti — ribadisce Squittieri — non cerchiamo l’accordo con Rifondazione. Gli abboccamenti Cenni- Paoletti? Più che un problema nostro è del Prc, ma questo accordo è impossibile. Noi facciamo appello agli elettori tutti del centrosinistra e della sinistra per non consegnare la città alla destra». Secondo il Pd pratese non esisterebbe nessun «mistero» sui voti di Rifondazione scomparsi: sono andati a Carlesi, in una specie di riedizione del voto utile di veltroniana memoria per fermare il centrodestra. Sull’accordo bifronte, nonostante la prudenza di Squittieri puntano in tanti. Ad esempio l’ex sindaco di Prato e consigliere regionale del Pd Fabrizio Mattei. «La scelta dell’Udc cittadina di ritirare il proprio candidato per appoggiare Cenni, che ha anche la Destra nella sua coalizione, ha provocato difficoltà nei centristi pratesi e se è ovvio che sul Comune con loro non parliamo, è vero invece che c’è un dialogo con corso sulla Provincia, a partire dai tanti punti di contatto tra i due programmi — dice Mattei — In città cerchiamo e ci aspettiamo l’accordo con i dirigenti di Prc e con i loro elettori e vedo già disponibilità. E parleremo anche con i grillini, non credo che voteranno Cenni anche se Barosco sembra disponibile a farlo».
I PUNTI DI CONTATTO - Roberto Cenni conferma la sua linea. «Ho detto e ripeto che i punti di contatto vanno cercati sui programmi, sulle idee per il futuro della città, io non ho griglie partitiche o ideologiche. Ho fatto e faccio notare che ci sono punti ci contatto con Prc — aggiunge — sul no alla cementificazione e sull’ambiente, che ci sono con i grillini sull’inceneritore, con Milone sulla sicurezza. La strada corretta per rilanciare Prato e farla uscire dalla crisi è parlare di cose concrete, scegliere tra Cenni e Carlesi. Io non chiedo il voto a Rifondazione, faccio notare ai suoi elettori e agli altri i punti di contatto concreti; se poi in loro prevarrà l’ideologia lo dicano apertamente». Gli incontri tra partiti e schieramenti sono andati avanti tutta la giornata e oggi l’Udc deciderà con chi stare. «C’è l’esecutivo regionale a Prato — spiega il segretario regionale dei centristi, Nedo Poli — e sui ballottaggi i livelli locali decideranno assieme al livello regionale, tenendo conto delle esigenze politiche generali». Una frenata, insomma, su possibili intese bifronti, in una partita che somiglia sempre di più ad un grande risiko. Il Pdl pratese aspetta, dando per scontato che l’Udc non potrà che confermare la scelta fatta alle comunali anche alle provinciali e liquidando gli abboccamenti Cenni-Prc come un fatto che non esiste, nato su un paio di battute in un dibattito pre-elettorale. Anzi, fanno notare al Pdl, gli elettori di Rifondazione hanno già dato per metà i loro voti a Carlesi, anche con il proprio candidato in lizza per di frenare il centrodestra.
Mauro Bonciani
11 giugno 2009
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