TANTI INTERESSI PRIVATI NON FANNO UNA CITTA'!

La mer, la fin...

giovedì 18 giugno 2009

Grazie a tutti!

Il blog di Municipio Verde chiude qui la sua triplice attività di informazione, riflessione e animazione politica.

Termina così un lavoro e un'esperienza che ci ha tenuti impegnati per quasi due anni, durante i quali siamo stati apprezzati, detestati, ignorati.
Abbiamo lavorato infaticabili per contribuire alla formazione di una coscienza politica ecologista, civica e umanista, nella nostra città, tenendo contatti in tutta la Toscana.
Abbiamo portato avanti il nostro progetto per Prato, alternativo sia alla destra che alla sinistra post comunista, arroccata nel suo potere conservatore e piegata agli interessi dei potenti, trovando tanti compagni di viaggio con cui dividere l'impegno e l'entusiasmo, le delusioni e gli insuccessi.
Abbiamo incontrato tante persone che ci hanno insegnato cose che non conoscevamo e ci hanno aiutato a capire cosa volevamo veramente.
Con grande piacere vogliamo ringraziare almeno alcuni di coloro che hanno arricchito questo blog, inviandoci i loro contributi, incoraggiandoci e discutendo con noi.

In modo particolare vogliamo dire il nostro grazie
al prof. Giuseppe Centauro
a Maila Ermini e Gianfelice D'Accolti, della Primavera di Prato
all'arch. Paolo Paoletti e al gruppo dei 38-1
a Rita Cecchini di Lega Ambiente
a Francesco Fedi del Comitato per la città Etrusca
ad Alessandro Bonacchi di Rifondazione Comunista
a tutti gli amici del Metup-Beppe Grillo di Prato
ad Annamaria Cocchi, Valerio Vagnoli e a tutti gli amici del WWF
a Fabrizio Bastianoni del CEDA
a Enrico Mungai dei Cittadini Uniti di Montemurlo
a Vittorio Giugni dei Radicali
a tutti i membri del coordinamento dei comitati cittadini, a partire da Paolo Sanesi, Sergio Benvenuti, Franco Aspite, Damiano Baroncelli, Fiorella Ciardi, Giulietta Bensi, Santo Russo, Paola Bocci, Sara Bellandi, Roberto Dei, Fulvio Silvestrini, Mino Giunti , Amerigo Bigagli e i tanti altri che riempirebbero questo post con i loro nomi e non basterebbe.
Ringraziamo anche i compagni dei Comitati della Piana e in particolare Adriana Pagliai, Gianfranco Ciulli e Michelangelo Bolognini,
poi Pietro Calzolai e tutto il Comitato delle Badie
e ancora
i Verdi fiorentini Gianni Varrasi, Paolo Gori Savellini, Tommaso Grassi,
e tutti gli altri Verdi che hanno avuto fiducia in noi, a partire da Fabio Roggiolani, Mario Lupi, Mauro Romanelli, Andrea Cheli, Sauro Valentini, Maria Grazia Campus, Lorenzo Lombardi, Vladimiro Barberio, Stefano Barbieri e ancora e ancora...

Per finire un abbraccio a tutti i compagni del gruppo, Daniela, Leonardo, Fabrizio, Lorraine, Edoardo, Pietro, Eugenio, Rita, Claudia... e a tutti coloro che ci hanno seguiti in questo periodo e con cui in futuro speriamo di poter condividere un nuovo progetto.

La Redazione del Verde Municipio

Municipio Verde è morto. Viva Municipio Verde!



“Avendo io detto tanto in difesa di quel Bosco Sacro ed avendo imbarazzato le Segreterie ed i Tribunali con non pochi miei scritti ad esso relativi, voglio provare se a non ne parlar più venisse presa la sua difesa da un nome più aggradito del mio Marchese Matteo Biffi Tolomei

Questo che vi apprestate a leggere è l'ultimo editoriale di Municipio Verde.
Da questo momento faremo silenzio.
Quello che rimarrà della forza biodegradabile di Mv sarà questo blog aperto per la nostra memoria, e in esso idee, sentimenti e cronache di uomini, animali e piante. Di dedizione e di offese alla natura, alla dignità, alla giustizia.
La visione ecologica è la grande svolta dell'evoluzione umana, il passo decisivo dopo la prima pietra scheggiata nelle mani dell'Homo Abilis. La fine della competizione dell'uomo con l'ambiente. Il Nuovo Patto fra l'essere vivente più potente e distruttivo e la Vita stessa. La Rivoluzione del ventunesimo secolo.
Come abbiamo detto tante volte, è il tempo dei Coraggiosi. E' la volta dei Liberi.
Noi forse non ne saremo testimoni ma questo non conta affatto perchè ci basta sentirne il profumo che giunge con una debole brezza. Ci basta immaginare ciò che un giorno diventerà un fatto concreto.

La politica ecologista – si badi bene, non l'ambientalismo della sostenibilità, pallida ombra di una mutazione ancora tutta esteriore – è un tramite fondamentale del cambiamento. Su questa abbiamo investito la nostra energia e abbiamo voluto imbastire un discorso.
Forse siamo riusciti a farci capire. Forse no.
Abbiamo cercato di applicare questa idea ad un'ipotesi di governo della città, e l'abbiamo chiamata Municipio Verde, senza escludere gli abitanti delle case sparse e delle campagne. Senza escludere le minoranze e sempre attenti ai diritti individuali e collettivi. Senza escludere i senza voce, i bambini, i cani , i pipistrelli, gli alberi. Sensibili ad ogni sfruttamento, ad ogni prevaricazione.
Con questo abito ci siamo messi in cammino nel concreto vivere della città e, come recita una poesia di Whitman, abbiamo cercato di essere “allievi di tutti, maestri di tutti, e di tutti amanti”.
Abbiamo cercato la rivolta, senza rinnegare i Ciompi, i Carbonai, le Mondine e i Partigiani, ma sempre convinti che fosse soprattutto importante cogliere il nuovo del nostro tempo.

Tra pochi giorni si compirà un passaggio importante della politica locale. La città, la Provicia e i quartieri avranno un governo nuovo. Nuovo ma comunque vecchio, come che vada.
Noi non ci saremo, né a commentare né a proporre. Speriamo soltanto che l'assenza di questo strumento si faccia sentire, faccia scoprire strumenti nuovi e vedere strade finora avvolte nella nebbia.
Noi non ci saremo ma non intendiamo lasciarvi adesso con dei proclami.
Solo un invito. Volgetevi sempre all'essenziale. Diventate o restate figli della terra e dell'acqua. Credete nella diversità biologica e delle forme del pensiero.
Non siate schiavi di modi vecchi di vedere il mondo, non credete al Pil, alla moneta e alle banche.
Non credete al dualismo pubblico privato come ce lo presentano: chi possiede deve assumersi una pubblica responsabilità nei confronti di tutti e ciò che è pubblico è di tutti e non di chi lo arraffa.

Questo è il nostro taglio. Il taglio finale.

Municipio Verde

mercoledì 17 giugno 2009

Toscana. Il nuovo codice del paesaggio.

Consiglio: adottato il Codice del Paesaggio

Lupi: va a completare il lungo lavoro del PIT (Piano di Indirizzo Territoriale)

Firenze 17 giugno ‘09

“Il Codice del Paesaggio è a garanzia di tutela dei paesaggi regionali e prevede vincoli, direttive e prescrizioni a cui devono riferirsi con coerenza tutte le scelte urbanistiche - ha dichiarato Mario Lupi, capogruppo Verdi in Regione Toscana.
Conia una nuova e moderna definizione di paesaggio inteso come risorsa e come fattore di competitività e di attrattività dei territori; adesso l’atto sarà sottoposto al vaglio di associazioni, categorie, istituzioni e cittadini potranno avanzare osservazioni in merito.
La Toscana – ha proseguito Lupi - si conferma tra le Regioni europee più tutelate: l’insieme delle aree vincolate per legge (zone lungo la costa, laghi, fiumi, parchi e riserve, boschi, montagne, usi civici, zone umide, aree archeologiche) raggiunge il 61,8 per cento del territorio regionale. Ma la normativa paesaggistica contiene, per le altre aree, prescrizioni e obiettivi di qualità anche in funzione del Piano energetico regionale. Le 38 zone individuate nel Codice dialogano tra loro anche attraverso il recupero di strade storiche che offrono un panorama a rete del territorio regionale.
Soddisfazione inoltre nel vedere accolti nell’articolo 34 ter le nostre proposte inerenti gli itinerari storici espressamente enunciati: le vie consolari Aurelia, Cassia e Clodia, la Via Francigena e le sue diramazioni, i tracciati legati alla difesa del territorio (coma la Via dei Cavalleggeri), le strade della transumanza e i percorsi del lavoro e delle fede come le strade del ferro, del sale e del marmo, che diventano vere e proprie infrastrutture a tutela del paesaggio e della ruralità.
Questi elementi – aggiunge Lupi, che per altro rappresenta la Regione Toscana nell’Associazione Europea delle Vie Francigene – sono così acquisiti nella pianificazione territoriale e negli strumenti urbanistici come “invarianti strutturali”.
Necessario adesso che la Regione ed il territorio, con i Comuni e le Province, utilizzino questi strumenti normativi come una “chiave” per la tutela dei paesaggi, della ruralità, dei sistemi agricolo-pastorali, della cultura e del turismo fino ad arrivare alla new economy.”

Ambiente. La riforma di Arpat.

Consiglio: legge di riforma dell’Arpat

Lupi: strumento chiave per il ruolo a tutela del territorio

Firenze 16 giugno ‘09
“Negli ultimi quattro anni Arpat ha compiuto grandi passi in avanti e la legge approvata rappresenta il passo positivo finale che mancava”. Lo ha dichiarato Mario Lupi, capogruppo Verdi in Regione Toscana - che ha definito Arpat “strumento chiave per il ruolo che svolge a tutela del territorio”.
L’agenzia, istituita nel 1995, ha visto negli anni successivi cambiare radicalmente il quadro normativo di riferimento, sia comunitario che nazionale, con un notevole aumento dell’attività legata alle autorizzazioni ed ai controlli. Arpat sarà articolata in una struttura centrale a livello regionale, in strutture sovra provinciali e in almeno una struttura periferica per ciascuna provincia. Uno specifico regolamento garantirà uno svolgimento uniforme ed omogeneo delle attività delle strutture periferiche, la qualità e l’efficacia dei controlli, in particolare sulle grandi opere. Quanto alle attività, la nuova legge individua alcune grandi aree di competenza: controllo ambientale, supporto tecnico-scientifico ai vari enti, elaborazione dati, informazione ambientale.
“La legge approvata risponde alla “necessità di svoltare” per l’Agenzia regionale per l’Ambiente (Arpat), - ha spiegato Mario Lupi - sia sul versante dei rapporti con i cittadini sia per sburocratizzare l’importante attività di controllo in capo all’organismo tecnico. Tra gli elementi evidenziati la necessità di “rapidità delle risposte” da parte di Arpat, condizionate in troppi casi da modelli organizzativi che hanno finito per rendere “alcuni controlli di fatto preceduti da avvisi anticipati di intervento”. E l’opportunità di assicurare squadre di tecnici sul territorio adeguate alle necessità di interventi altamente specializzati (come nel caso dei controlli sugli inceneritori).
Quanto prima Arpat dovrà informare il Consiglio sul “sistema di autocontrollo interno” (verifica a campione sull’efficacia dei controlli), inteso “come protezione per gli stessi dipendenti che vi operano”, nonchè la “vera svolta” introdotta dalla nuova disciplina: la tracciabilità delle segnalazioni da parte dei cittadini: sarà possibile conoscere azioni e risposte seguite alle chiamate telefoniche.
Infine – ha concluso Lupi - situazioni come Falascaia, i rifiuti industriali a Piombino e i problemi di contabilità idrica della val di Cecina e Rosignano dovranno trovare risposte adeguate.

Europa. Mancano i Verdi.

UE: COHN BENDIT, NESSUN VERDE ITALIA PER MANCATA COALIZIONE

(ANSA) - BRUXELLES, 16 GIU - L'''incapacita'' di formare una coalizione pro-europea che si esprimesse ''in modo radicale'' sulla crisi e sui temi ambientali ha fatto si' che non ci sia nemmeno un eurodeputato italiano verde. E' l'analisi del capogruppo uscente dei verdi all'Europarlamento Daniel Cohn Bendit, secondo il quale l'Italia ''si sta avvicinando alla condizione di 'failed state''', ad una situazione ''aberrante'' nella quale ''rinvia i richiedenti di asilo a Gheddafi che diventa il garante dei diritti umani'' e caratterizzata dalla ''disintegrazione'' della sinistra e dell'estrema sinistra.
''Sinistra e Liberta' aveva un programma molto vicino ai verdi europei, ma poi non e' stato possibile renderlo chiaro ai cittadini'', ha segnalato Cohn Bendit, secondo il quale invece un'alleanza con i radicali avrebbe consentito di ''giocare un ruolo parallelo a quello di Di Pietro''. ''Non c'e' stata la capacita' di creare un rassemblement che avrebbe potuto affrontare Berlusconi e il grigiore del Pd'', ha osservato.
Monica Frassoni, che nella scorsa legislatura e' stata copresidente del gruppo dei Verdi, ha sottolineato di avere fortemente premuto per un'alleanza con i radicali, osservando che in ogni caso ''in Italia le regole del gioco elettorale sono, a differenza della Francia, fortemente truccate''. ''Nella nostra repubblica televisiva anche Dani (Cohn Bendit ndr) non avrebbe avuto spazio'', ha commentato.
(ANSA).

Prato. L'acqua, bene comune

Durante la campagna elettorale come candidato sindaco ho puntato molto sull'acqua di qualità dal rubinetto.
Chi ha assistito al mio comizio in piazza Duomo di giovedì 4 giugno lo può testimoniare, ci fu anche una piccola discussione con un signore del pubblico, che sosteneva che a Prato l'acqua si può bere. Sì, si può bere, ma io intendevo che è organoletticamente cattiva. Se l'acqua fosse buona di qualità, non ci sarebbero tutti questi cassonetti pieni di bottiglie di plastica che la gente va a comprare ai supermercati; i cassonetti blu in questi giorni di caldo si riempiono nel giro di pochi giorni e, come si vede nella foto, vanno ad ammassarsi altrove.Così semplice, così banale.
Su questo punto voglio insistere e sollecitare l'attenzione di coloro che presto saranno chiamati a governare la città.
E' un piccolo grande passo verso un ambiente più pulito e umano.

Maila Ermini

Etruschi/Gonfienti. Il Marasma.

Riceviamo e con piacere pubblichiamo.

mv

Marasma a Gonfienti


A proposito di Interporto, leggendo nella cronaca de “Il Tirreno” di oggi l’ennesimo proclama di sviluppo della piattaforma intermodale, viene da chiedersi come mai queste enfatiche precisazioni avvengano sempre il giorno dopo che da parte di una crescente moltitudine di cittadini – così com’è avvenuto venerdì sera nel corso della manifestazione “Gonfienti in festa” - si reclamano i diritti primari dell’ambiente, ovvero la tutela del paesaggio e dei beni archeologici - qui riconosciuti di particolare importanza e pregio - , diritti continuamente calpestati proprio a causa dell’interporto che ormai da anni sembra muoversi per la loro totale dissoluzione.

La prevaricazione e l’arroganza autoreferenziale della Società Interporto, ribadita nell’assolutistico ed unilaterale annuncio odierno, si sottrae così agli adempimenti costituzionali nei confronti dei diritti all’ambiente e persino, ai dispositivi normativi stabiliti dagli strumenti urbanistici vigenti.

Sul piano normativo, infatti, la salvezza delle testimonianze archeologiche di Gonfienti passa anche attraverso il rispetto di quanto fu deliberato nel 2003 dall’Amministrazione Comunale di Prato che, predisponendo una Variante allo Strumento urbanistico allora vigente, mise nero su bianco, in vista della costituzione di un futuro parco archeologico, sul rispetto paesaggistico assoluto da garantirsi in quei luoghi su di una superficie di quasi 17 ha, confinando l’invasività territoriale dell’interporto entro ben precisi limiti. Oggi questi limiti sono stati arbitrariamente superati, alterando non solo il profilo paesaggistico dell’intorno e del territorio che si sarebbe dovuto salvaguardare, ma anche invadendo direttamente terreni posti, fin dal 2006, in regime di tutela per avviso di Decreto emanato dal Direttore Regionale dei Beni Culturali, ai sensi del D. Lgs. 42/2004 (Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio).

La popolazione di Gonfienti e non solo quella, non urlando, ma di certo sostenendo a viva voce questi diritti, ha inteso sottolineare l’esigenza primaria di garantire, anche in mancanza di controllori in grado di farlo adeguatamente, dignità di sopravvivenza per quel territorio, per la tutela della qualità di quell’ambiente e per tutte le straordinarie testimonianze archeologiche di Gonfienti. Nel corso di un pubblico dibattito, ripreso nella cronaca del quotidiano “Il Tirreno” di ieri , i residenti hanno sottolineato l’irrinunciabilità al rispetto e alla salvaguardia di questi beni culturali ed ambientali che appartengono a tutta la comunità e non già all’Interporto.
Per tutta risposta oggi si ribadisce che Interporto continuerà la sua legittima azione in vista dell’allaccio intermodale, senza però dire che l’apertura dello scalo merci, non ha niente a che vedere con la mutilazione che quella stessa società sta procurando alle zone di pregio paesaggistico ed archeologico. L’aberrante mistificazione in atto rende davvero acre il sapore di una convivenza che si dice di volere solo a parole ma che, nella realtà dei fatti, si nega sempre più, ogni giorno che passa. Anche per queste ragioni, Interporto non può, in nessun modo, appropriarsi di terreni non inclusi nel Piano di Utilizzo, varato nel dicembre 2006, costruendovi sopra torri metalliche, sbranando i suoli con scassi per creare nuove servitù e cablaggi di controllo ad uso proprio, recintando in modo del tutto avulso dal contesto paesaggistico, su di un confine che dal 2003 è stato cancellato dalla sua giurisdizione, semmai sovrapponendo plinti e pali cementati sopra suoli delicatissimi, già inseriti in aree archeologiche conclamate e vincolate dalla legge. Dove sono i progetti di tutto questo? Quale iter burocratico hanno seguito questi interventi? Con quale diritto si è agito per realizzare queste opere?

Un principio deve essere chiaro al cittadino: la legge è uguale per tutti ed il diritto dei beni culturali ed ambientali non può essere piegato arbitrariamente ad azioni utilitaristiche di parte, stabilite cioè fuori dalle procedure e dai protocolli, così come avvenuto per quelle sopra descritte, dannose ed irresponsabili. Se poi, guardiamo lo stato di degrado e di abbandono nel quale giacciono da due anni a questa parte le strutture archeologiche da tutelare e mettere in valore per la fruibilità futura dei cittadini, al danno procurato si aggiunge la beffa di veder assottigliare l’area del futuro parco, e non già per metterlo in sicurezza gli scavi (considerate le miserevoli condizioni in cui è stato lasciato il sito), bensì per sottrarlo alla vista, forse a possibili contestazioni e alla denuncia di inadempienze che scaturiscono da un sacrosanto diritto del cittadino e dalla gestione democratica del territorio.

Giuseppe Centauro

martedì 16 giugno 2009

Si rivota!

2009-06-16 13:36
Ballottaggi: Viminale, 13, 7 mln chiamati alle urne
Provinciali e comunali, si vota domenica e lunedi' fino alle 15
(ANSA) - ROMA, 16 GIU - Saranno 13 mln e 724 mila gli italiani chiamati al voto per i ballottaggi delle provinciali e delle comunali in programma il 21 e 22 giugno. Oltre tre 6,5 milioni uomini e oltre 7,1 milioni donne. Lo riferisce il Ministero dell'Interno in una nota. Le sezioni elettorali complessive saranno 16.897. Le operazioni di voto per l'elezioni dei presidenti di 22 province e dei sindaci di 99 comuni (15 capoluoghi di provincia) si svolgeranno dalle 8 alle 22 di domenica e dalle 7 alle 15 di lunedi'.

Oltre il giardino. Salviamo gli Appalachi

Da il Manifesto
articolo di Patrizia Cortellessa
Martoriati Appalachi

«Gli abitanti degli Appalachi hanno sacrificato tutto, anche le loro vite, per l'energia in America. Dobbiamo fermare il prelievo di carbone dalle cime dei nostri monti e passare ad una fonte di energia rinnovabile che preservi la nostra terra e garantisca i nostri diritti e la nostra cultura di montagna». A parlare è Maria Gunnoe, statunitense, una delle sette vincitrici del Premio Goldman Environmental 2009, considerato il Nobel per l'attivismo nel settore ambientale, che ha appunto ricevuto il riconoscimento per il suo tenace impegno in difesa della catena montuosa degli Appalachi, in West Virginia, contro gli effetti devastanti dovuti all'estrazione mineraria di carbone. Il premio le è stato conferito a San Francisco nell'aprile scorso, ma la storia della decapitazione delle vette degli Appalachi, catena montuosa per epoca geologica più antica d'America, è uno scempio che si consuma ormai da tempo.
Ricoperti da fitte (ex) foreste e ricchi di giacimenti di ferro, antracite, zinco e carbone, attraversati da numerosi fiumi, gli Appalachi raccontano purtroppo storie diverse da quelle illustrate da vecchi atlanti geografici. Perché per arrivare a quel maledetto «re carbone», di cui i monti sono ricchi, il primo passo compiuto da compagnie minerarie senza scrupoli - dopo aver tagliato gli alberi - è quello di far saltare in aria le cime. E il potente esplosivo usato quotidianamente lascia dietro sé profonde voragini. E ferite incurabili. Poi arrivano le ruspe, che scavano comodamente fino ad arrivare al carbone. I detriti, spinti dai camion, riempiono la valle e seppelliscono i torrenti, mentre bosco e sottobosco - non bisogna dimenticare la fase del lavaggio del carbone - si trasformano in immense distese di fanghi inquinanti e tossici.
Conclusione? Devastazione degli ecosistemi e sconvolgimento della vita degli abitanti, sempre più spesso costretti ad andarsene, invitati a farlo dalle stesse compagnie minerarie, che possono così rilevare le loro case per quattro soldi. E la devastazione della geografia del territorio è causa di alluvioni e frane in caso di pioggia, come quella che ha interessato la contea di Mingo (West Virginia) nel 2004, ad esempio, quando un fiume di acqua nera affogò la vallata sottostante. Finora - secondo le numerose associazioni ambientaliste che si battono da anni contro lo spianamento di quelle montagne - sembra siano andati distrutti più di 4 mila miglia di fiumi e torrenti. Ma «la resistenza continua», è l'appello che si può leggere sul sito www.mountainjustice.org, sul quale si possono trovare gli ultimi aggiornamenti sulle mobilitazioni di questi giorni in difesa degli Appalachi, all'interno dell'operazione «Appalachian Spring» (Primavera degli Appalachi). Quindici gli attivisti fermati durante le ultime proteste, alcuni dei quali sono stati rilasciati solo qualche giorno fa, dopo aver dovuto pagare una salatissima cauzione. Mobilitazioni, queste ultime, cui ha partecipato anche l'ex congressista democratico Ken Hechler, 94 anni, sin dagli anni '60 fermo oppositore dell'estrazione mineraria sulle cime degli Appalachi. A favore di una soluzione «che fermi il prelievo del carbone, preservi la terra e garantisca i diritti e la cultura di montagna», come auspicato da Gunnoe - si levano non solo le voci della montagna. Ora sono in molti a sperare in fonti energetiche alternative, cioè in quelle energie rinnovabili annunciate e promesse dal presidente Obama. Nell'attesa, su quelle antiche e martoriate montagne, la resistenza continua.

Necrologio. Ivan.

Gabriele Polo

«Il Mea», uno di noi
(da il Manifesto)
Ivan si chiamava Luigi, ma per gli amici era «il Mea». Era toscano, ma parlava e scriveva in lombardo. Era spinoso, ma appena più sotto tenerissimo. Era comunista, ma soprattutto antifascista e un libertario praticante. Cantastorie, poeta e scrittore, ma prima di tutto «militante». Di che cosa? Dell'opposizione al potere; meglio, ai poteri («Ogni potere, che è un po' personale..»), anche quelli della sinistra, anche quelli che crescono nelle relazioni private: «Lettera a Michele» (nell'lp «Ringhera») è un manifesto della sua irriducibilità a ogni compromesso, della sua voglia di mettere sempre tutto in discussione.
Con tutto questo alle spalle (e sulle sue spalle) ha passato la vita correndo da una cosa all'altra, da un posto all'altro, senza mai pacificare niente, appassionandosi a tutto e litigando spesso, mandandoti al diavolo e sapendo che era solo per quel momento lì, perché dopo poco te lo saresti ritrovato vicino. Dal Nuovo canzoniere italiano ai «dischi del Sole», dalle Feste dell'Unità ai picchetti di fronte alle fabbriche, dai cd del manifesto alle rubriche e articoli che spargeva sui giornali «amici». E, poi, i libri, i concerti per sostenere tutti i «perdenti del mondo», l'Istituto Ernesto De Martino per dare un luogo alla cultura popolare di cui gli parlava Giovanni Bosio.
Una corsa continua, senza riserve, per dire, capire, fare. Anche negli ultimi anni, anche quando il suo fisico gli ha presentato il conto di una vita senza regole. La racconta in un libro appena uscito «Se la vita ti dà uno schiaffo» (Jaca Book). E vale la pena leggerlo, vale la pena conoscerla, quella sua vita.

Lavoro. Futuro verde.

WWF: "IL FUTURO DEL LAVORO E' VERDE" LE ATTIVITÀ ECONOMICHE "VERDI" DANNO LAVORO A 3,4 MILIONI DI EUROPEI CONTRO I 2,8 DELLE "INQUINANTI". IN TESTA ALLA CLASSIFICA GERMANIA E SPAGNA. PER L'ITALIA ANCORA MOLTO DA FARE

I dati nel nuovo dossier del WWF Internazionale, presentato alla vigilia del Consiglio Europeo
Con oltre tre milioni di posti di lavoro in tutta Europa, le attività economiche "verdi" stanno superando le industrie inquinanti in termini di posti di lavoro. E' quanto rivela il nuovo studio del WWF "Low carbon jobs for Europe" (Lavori a basso contenuto di carbonio per l'Europa) lanciato oggi a livello internazionale alla vigilia della riunione del Consiglio Europeo prevista per il 18-19 giugno a Bruxelles.
Lo studio mostra che almeno 3,4 milioni di posti di lavoro in Europa sono direttamente legati ai settori delle energie rinnovabili, della mobilità sostenibile e dei beni e servizi per l'efficienza energetica, contro i 2,8 milioni di posti di lavoro garantiti da settori inquinanti come attività estrattive, elettricità, gas, cemento e industrie del ferro e dell'acciaio. E si prevede che l'economia "low-carbon", a basso contenuto di carbonio, continuerà a espandersi in futuro mentre l'impiego nelle industrie estrattive, inquinanti e climalteranti continuerà a diminuire.
"Questo studio evidenzia chiaramente chi sono i vincitori della sfida e dimostra che le politiche e le tecnologie `amiche del clima' danno un contributo fondamentale allo sviluppo dell'economia – ha dichiarato Gianfranco Bologna, direttore scientifico del WWF Italia – L'economia pulita è pronta a prendere il via, e se la politica continuerà a supportare le industrie che invece contribuiscono ad aggravare la crisi climatica, l'Europa dovrà affrontare costi altissimi sia per l'economia che per l'ambiente."
I dati disponibili evidenziano che in Europa circa 400.000 persone sono impiegate nel settore delle energie rinnovabili, circa 2,1 milioni per la mobilità sostenibile e oltre 900.000 in beni e servizi per l'efficienza energetica, in particolare nel settore edilizio. Questi impieghi includono, per esempio, la produzione, installazione e manutenzione di turbine eoliche e pannelli solari, o i lavori per il miglioramento dell'efficienza energetica negli edifici esistenti. E tutti questi settori – in particolare eolico, solare fotovoltaico, biomasse, mobilità pubblica e settore edile – stanno registrando una crescita significativa. Accanto a questi, ci sono circa altri 5 milioni di posti di lavoro in settori e impieghi correlati.
A guidare la classifica europea delle professioni verdi sono Germania, Spagna e Danimarca per l'eolico, Germania e Spagna per l'energia solare, settori che stanno sviluppandosi anche in altri Paesi con un alto potenziale di miglioramento.
Per L'ITALIA i numeri parlano chiaro: nel solare fotovoltaico l'Italia offre appena 1.700 posti di lavoro, contro i 42.000 della Germania e i 26.800 della Spagna; nel solare termico, siamo a 3.000 posti di lavoro in Italia contro i 17.400 della Germania. Questi dati però devono tenere conto del fatto che solo da poco nel nostro Paese sono stati introdotti adeguati meccanismi di incentivazione, sul modello di quelli che in Germania hanno permesso di far decollare il fotovoltaico. Un trend positivo si registra nel settore della mobilità, dove Francia e Italia hanno la migliore offerta di veicoli a basse emissioni di carbonio. Purtroppo però questo dato si scontra col fatto che, nel nostro Paese, è ancora assolutamente inadeguata l'offerta di trasporto pubblico capace di offrire benefici ambientali nettamente superiori a quelli del trasporto privato seppur fondato su veicoli leggermente più efficienti rispetto alla media.
Alla vigilia del Consiglio Europeo che si riunirà a Bruxelles il 18-19 giugno, il WWF chiede che l'Europa definisca impegni seri per ridurre le proprie emissioni di gas serra e orientarsi verso un'economia verde.
"Nei prossimi giorni, l'Europa ha l'opportunità di fare davvero qualcosa per migliorare la percezione comune che gli Stati membri siano bravi a fare promesse ma decisamente scarsi nel mantenerle – ha aggiunto Mariagrazia Midulla, Responsabile Clima ed Energia del WWF Italia – Il Consiglio deve ribadire l'impegno dell'Europa nell'attuare tagli alle emissioni tali da mantenere il riscaldamento globale al di sotto dei 2° C. Così facendo l'Europa ha anche la grande occasione per lanciare davvero la nuova economia pulita e prepararsi alla Nuova Rivoluzione Industriale che permetterà di uscire dall'attuale crisi e coniugare benessere e ambiente: lavorare per la sfida del clima può rappresentare l'occasione per sviluppare i motori dell'economia e del lavoro del futuro. Come dimostra questo rapporto, l'impegno a ridurre drasticamente le emissioni costituirà anche un importante supporto alle aree in cui l'economia si sta sviluppando più velocemente e con il più alto potenziale di nuovi impieghi lavorativi."

Roma, 16 giugno 2009
Ufficio Stampa WWF Italia, 06 84497265, 213, 377 www.wwf.it/stampa

Prato al ballottaggio. Stoccata della Attucci...

... ed ha pure ragione!!!
Nel presentare l'accordo con La città per noi (che peraltro era già alleata del centrodestra in comune), tira una stoccata alla "politica della sedia vuota" sin qui seguita dai candidati del centrosinistra ai ballottaggi, che sembrano "blindati" e, così facendo, danno la bruttissima impressione di voler evitare qualsiasi confronto pubblico... Forse memori della pessima esperienza del Pecci...
Mv

da il Tirreno del 16/06/09
Dalla parte di Cristina Attucci

“La città per noi” appoggia la candidata del centrodestra

Agostinelli: «Abbiamo avuto assicurazioni su Gonfienti e turismo»

PRATO. Dichiarano di non volersi collocare né a destra, né a sinistra. Ma intanto hanno deciso ugualmente di sostenere la candidata Cristina Attucci, in corsa per la presidenza in Provincia. «Ci ha promesso che prenderà concreti provvedimenti per tutelare il sito archeologico di Gonfienti e per valorizzare il turismo a livello provinciale». Chi parla è Silvano Agostinelli, mente politica del progetto legato alla lista “La città per noi”: «Ci teniamo a valorizzare la nostra natura di lista civica, a prescindere dagli schieramenti di destra o di sinistra».
Si va così completando il puzzle delle alleanze politiche a sostegno della coalizione di centrodestra, in vista del ballottaggio decisivo del prossimo fine settimana che richiamerà anche i pratesi della provincia alle urne.
In realtà, il matrimonio tra “La città per noi” e Cristina Attucci era nell’aria già da tempo, visto che Luciano Mencacci le aveva già dato l’appoggio negli scorsi giorni. «Il nostro ex candidato - si spiega in una nota ufficiale - ha ritenuto opportuno rendersi indipendente dalle dinamiche e dalle tempistiche del nostro movimento».
In realtà, con le provinciali il centrodestra punta a vincere la partita in Vallata, potendo contare sul lavoro del neoeletto Giuseppe La Gamba, reduce dalla buona performance elettorale nel Comune di Vaiano, dove si è affermato con il 39% di voti (è entrato in Consiglio comunale).
Intanto Cristina Attucci non risparmia frecciate al veleno nei confronti dell’avversario Lamberto Gestri. «Dal suo comitato - fa notare Attucci - mi dicono che non è interessato ai confronti pubblici in piazza perché già gli bastano quelli in televisione. Se questo è il modo di dialogare con i cittadini, sarà bene che i citatdini riflettano su questo comportamento».
Maria Lardara

Prato al ballottaggio. Mazzoni e le disquisizioni costituzionali

Di fronte al solito pippone della destra sull'evasione TIA, che ovviamente sarebbe tutta da ascrivere ai cinesi, il deputato Mazzoni si lancia in una disquisizione sull'articolo della Costituzione che ci ricorda come tutti debbano concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva, specificando ovviamente che i pratesi son tassati, gli stranieri (senza distinzioni) no.
Curioso che tale affermazione, intanto, venga dall'esponente di un partito che rimarrà famoso per i condoni fiscali.
Curioso che Mazzoni si dimentichi anche che ci sono tanti stranieri che hanno attività commerciali e che pagano regolarmente quanto e come i pratesi.
Curioso che dimentichi anche i tanti lavoratori dipendenti stranieri, per i quali le aziende italiane funzionano da sostituti di imposta.
Curioso, non plus ultra, che il nostro "eroe" dimentichi che l'azienda del suo candidato a sindaco è sotto accusa per evasione fiscale (ricordate? è di qualche giorno fa, in fondo...).
Alla faccia di chi dovrebbe concorrere sulla base della propria capacità contributiva...
MV

da la Nazione del 16/06/09
‘Evasione cinese: Comune latitante’

Mazzoni (Pdl): ‘Non ha neppure attivato il collegamento con l’anagrafe tributaria’
«LA CRITICA più severa espressa da commercianti, artigiani e imprenditori che ho incontrato in campagna elettorale riguarda l’esosità della Tia, che da luglio, cioé guarda caso subito dopo le elezioni, subirà un ulteriore aggravio. Tanta solerzia non si riscontra invece da parte del Comune nella lotta all’evasione. specialmente nel distretto parallelo cinese». Lo ha detto ieri il coordinatore provinciale del Pdl Riccardo Mazzoni, lanciando un’accusa precisa: «Il Comune — ha infatti aggiunto — non ha attuato le disposizioni del decreto legge 203/2005 e del successivo provvedimento dell’Agenzia delle entrate del dicembre 2007, che regola l’accesso gratuito al Siatel, il Sistema di interscambio anagrafe tributaria enti locali. Questo sistema consente di partecipare concretamente all’accertamento dell’evasione, ma con Siatel il Comune non ha nemmeno attivato il collegamento...».
PIÙ NEL DETTAGLIO, le informazioni che il Comune potrebbe inviare all’Agenzia delle entrate riguardano gli anni 2004/2005 (di prossima prescrizione) e consentirebbero di rilevare sia i fenomeni di economia sommersa legati all’utilizzo del patrimonio immobiliare in evasione delle imposte, sia tutti gli atti che, secondo l’Agenzia entrate, «evidenziano, comportamenti evasivi ed elusivi», ad esempio quelli relativi ad acquisti di esercizi commerciali, ma anche di beni immobili, o auto di lusso: «Un fenomeno sotto gli occhi di tutti, se si pensa ai cinesi; acquisti che non trovano il minimo riscontro nelle dichiarazioni dei redditi», è ancora il commento di Mazzoni.

NON SOLO. «Grazie a Siatel — ha aggiunto il leader del Pdl — i Comuni e le Asl potrebbero acquisire preziose informazioni sui contribuenti, in modo da controllare le autocertificazioni rilasciate per avere esenzioni sanitarie, buoni-libro o alloggi popolari, e così contrastare il dilagante e sfacciato abuso delle agevolazioni da parte di chi non paga le tasse».

LE ACCUSE del leader Pdl sono esplicite: «Non solo non risulta siano stati attivati i collegamenti Siatel — spiega —, ma anche che determinati atti in possesso dell’amministrazione, ad esempio i verbali dei vigili, confluiscano tempestivamente nelle previste segnalazioni all’agenzia delle entrate, o che sia operante la commissione incaricata di determinare gli imponibili da accertarsi. Perché Comune e Regione non si sono ancora attivati per stipulare il previsto protocollo d’intesa con la direzione regionale delle entrate, finalizzato al recupero della macroscopica evasione fiscale?».

SECONDO Mazzoni questo consentirebbe di incassare, oltre alle maggiori imposte locali e alla Tia, anche il 30% delle somme riscosse a titolo definitivo per tributi statali accertati con la partecipazione del Comune. «Martini pensa solo alle agevolazioni sociali per i clandestini — ha concluso il leader del Pdl —; la sinistra pratese ci deve dire con chiarezza se ritiene ancora vigente il principio Costituzionale che impone a “tutti” di concorrere alle spese pubbliche in ragione della propria capacità contributiva o se ritiene di accordare solo agli stranieri agevolazioni e franchigie, gravando invece i pratesi di tariffe sempre più pesanti».

Prato al ballottaggio. Le "bugie" di Gualtieri e le "uscite" di Logli

Se a Prato sono arrivati ben 30 milioni di euro (in quanto tempo, di grazia?) dall'Unione Europea, molto probabilmente abbiamo faticato ad accorgersi di dove finivano, se questi erano destinati "all'economia, al lavoro, alla formazione". In parte forse nei corsi organizzati da FIL, controllata dalla Provincia? E quelli per le infrastrutture? Nell'Interporto, Padre di tutti gli scempi a fianco della Grande Madre Multisala?
Si... sarebbe interessante capire quanto queste risorse hanno prodotto sul territorio, per poter valutare se veramente la provincia è in mano a "chi sa di che cosa si parla".
Noi ricordiamo con nostalgia ancora qualcuno che solo un paio di anni fa, dichiarava candidamente al Museo del Tessuto che se era bravo faceva l'imprenditore. Però non ci sovviene il nome. Problemi dell'età e del tempo che avanza.
Ah... si... un particolare importante. Se non ricordiamo male, dovrebbe essere ancora in vigore, in questo periodo, la seguente norma: "Dalla data di convocazione dei comizi elettorali e fino alla chiusura delle operazioni di voto è fatto divieto a tutte le amministrazioni pubbliche di svolgere attività di comunicazione ad eccezione di quelle effettuate in forma impersonale ed indispensabili per l’efficace assolvimento delle proprie funzioni." (art. 9 comma 1 della L. 28/2000).
MV

da il Tirreno del 16/06/09
Le bugie di Gualtieri


In campagna elettorale si può pensare di vincere bleffando sul futuro, ma non dicendo bugie sul passato. Bruno Gualtieri ha recentemente dichiarato che la Provincia avrebbe avuto dall’Unione europea solo 112 mila euro. Non so dove abbia trovato questo dato, gli invierò il nostro bilancio di fine mandato e le motivazioni con le quali l’attuale ministro della Funzione pubblica Brunetta ha premiato la Provincia di Prato come una fra le più efficienti d’Italia. Le risorse giunte dall’Europa alla Provincia sono circa 30 milioni di euro, e sto parlando solo degli interventi sul fronte dell’economia, del lavoro, della formazione; senza contare altrettante risorse utilizzate per le infrastrutture. Per cui sono convinto che sia necessario che questa Provincia rimanga in mano a chi sa di cosa si parla. Sarebbe un danno enorme per il nostro territorio consegnare un ente strategico a dei dilettanti”.
Massimo Logli presidente della Provincia

Prato al ballottaggio. Tra i "sette saggi" spunta Serra...

... che ci ricordiamo ancora fare le "aperture" alla possibilità di un CPT nella zona di Firenze (poi trasformata in un "si" ad un centro di identificazione ma strutturato diversamente dal CPT).
Ora, in tutta franchezza, se proprio dobbiamo far fare queste cose, facciamole fare a chi perlomeno non si nasconde dietro cortine fumogene...
MV

da la Nazione del 16/06/09
A fianco di Carlesi e Gestri un pool di sette esperti
Fra i ‘consiglieri speciali’ pure Nigro, Serra e Betti
«TEMPI straordinari, come quelli attuali, richiedono una squadra di governo più che mai forte. Per questo abbiamo scelto un team di esperti che, a titolo gratuito, ci affiancheranno nel nostro mandato amministrativo». L’annuncio è stato dato ieri da Lamberto Gestri e Massimo Carlesi, i candidati del centrosinistra: il gruppo è formato da Salvo Ardita, Roberta Betti, Gabriele Lai, Lido Macchioni Montini, Giampiero Nigro, Achille Serra e Diana Toccafondi. Ardita è vice dirigente della squadra mobile di Prato e ha operato sui versanti della criminalità organizzata, del traffico e dello sfruttamento di stranieri irregolari; Roberta Betti la conoscono tutti: imprenditrice, si divide fra le sue aziende e il Politeama, di cui è l’anima; Gabriele Lai è stato capitano e bandiera del rugby cittadino: appese le scarpette al chiodo da pochi anni, è ora direttore sportovo dei Cavalieri Prato; Lido Macchioni Montini è un imprenditore tessile, titolare fra l’altro della Filatura Valfilo srl, che si batte da anni per la difesa dell’integrità della filiera; Giampiero Nigro è preside della facoltà d’economia dell’università di Firenze, un intellettuale che spesso si è prestato alla politica (è stato assessore alla cultura e vicesindaco di Prato ai tempi del Psi); Achille Serra è stato prefetto di Ancona, Palermo, Firenze e Roma, e oggi è sena Lo scorso anno, in Toscana, è stato eletto senatore del Pd; Diana Toccafondi e la soprintendente archivistica per la Toscana e ha diretto per 11 anni l’Archivio di Stato di Prato, riuscendo ad aprire al pubblico le sale di Palazzo Datini.
«Sono tutte persone che rappresentano un valore importante sul quale Prato e i pratesi possono costruire parte del loro futuro — hanno detto Carlesi e Gestri —. Il gruppo è pronto a lavorare, e in parte lo sta già facendo, al nostro fianco, nel segno del patto forte fra Provincia e Comune che abbiamo annunciato nei giorni scorsi». Carlesi ha aggiunto: «Sono molto soddisfatto e onorato della disponibilità che ho incontrato in persone capaci e competenti che potranno imprimere all’azione di governo la spinta necessaria a rispondere alle difficili domande che vengono poste dalla Prato di oggi. Aggiungo che di queste disponibilità terrò conto al momento di varare la giunta». Infine, il commento di Gestri: ««Usciremo più forti dalla crisi se sapremo stare insieme. Dobbiamo combattere tutti per gli stessi obiettivi, sapremo vincere le paure facendo vincere i progetti: questo gruppo di persone, come me e Massimo, hanno a cuore il futuro di Prato e ne rappresentano alcune delle forze migliori».

da il Tirreno del 16/06/09
Sette “ saggi” per Carlesi e Gestri

Nel team Achille Serra, Macchioni, Nigro, Ardita, Toccafondi, Betti e Lai

PRATO. Sette “saggi” per affontare i problemi e il rinnovamento della città. Sette nomi di chiara fama, ciascuno esperto in un settore cruciale, a disposizione di Comune e Provincia per tutto il mandato. Perché «tempi straordinari come quelli attuali - commentano i candidati del centrosinistra Massimo Carlesi e Lamberto Gestri - richiedono una squadra di governo più che mai forte».
Sette i nomi del team, tutti pratesi doc tranne uno. Almeno tre - si mormora - se Carlesi farà il risultato al ballottaggio, potrebbero entrare in pianta stabile nella squadra del sindaco: in giunta.
Si parte dall’ex prefetto di Firenze e poi di Roma, oggi senatore Pd, Achille Serra, ex super poliziotto, decisamente esperto di sicurezza. Assieme a Serra, l’esponente Idv, ottimo pacchetto di preferenze, Salvo Ardita, vicedirigente della squadra Mobile di Prato, ex dirigente sindacale, attore amatoriale, esperto della comunità cinese. Dopo la sicurezza ecco l’economia con Giampiero Nigro, preside della facoltà di Economia e Commercio a Firenze, tra i massimi esperti di relazioni economiche internazionali, è stato prima assessore alla Cultura e poi vicesindaco di Prato.
L’industriale non poteva mancare. E’ Lido Macchioni Montini, il grande tutore della filiera. E’ membro dell’Unione industriale e presiede la sezione Filature-tessiture. Sul fronte della cultura due donne, famose, Roberta Betti, imprenditrice di successo, presidente del Politeama Pratese e Diana Toccafondi, neonominata Soprintendente archivista per la Toscana, direttrice per 11 anni dell’Archivio storico pratese, promotrice e custode del prezioso fondo che raccoglie le carte del mercante Francesco Datini. E quindi lo sport che potrà avvalersi delle competenze di Gabriele Lai, giovane, 38 anni, direttore sportivo dei Cavalieri rugby che ha condotto per mano fino alla “top ten”. Il rugby è la sua grande passione: è stato capitano e bandiera del rugby cittadino. I “sette saggi” sono già al lavoro a fianco di Gestri e Carlesi.
«Sono molto soddisfatto e onorato - commenta il candidato sindaco- della disponibilità che ho incontrato in persone capaci e competenti che potranno imprimere all’azione di governo la spinta necessaria a rispondere alle difficili domande che vengono poste dalla Prato di oggi. Aggiungo che di queste disponibilità terrò conto al momento di varare la giunta. Credo che i pratesi possano riconoscere nelle qualità di questo gruppo di persone la nostra reale intenzione di affrontare di petto i problemi più urgenti di Prato e del distretto».
«Usciremo più forti dalla crisi se sapremo stare insieme - sottolinea Gestri - Dobbiamo combattere tutti per gli stessi obiettivi, sapremo vincere le paure facendo vincere i progetti. Questo gruppo di persone, come me e Massimo, hanno a cuore il futuro di Prato. Rappresentano alcune delle forze migliori. Insieme a loro lavoreremo per affrontare le difficoltà».

lunedì 15 giugno 2009

Prato. Ogni tanto bisogna dare un'innaffiatina!

Oggi sono due gli articoli degni di questo nome sui giornali locali.

Il primo è quello di Maria Lardara sul Tirreno, in cui impariamo qualcosa sulla brutta storia delle Cascine di Tavola, e non si va per il sottile con il potere costituito (non nel senso che si costituisce alla polizia, o almeno non ancora purtroppo).
Il secondo è sulla Nazione, di Leonardo Montaleni e ve lo riassumo io perchè la rassegna stampa elettronica a pagamento non funziona (a' ridatece i sordi!).
Si tratta del caso di oltre cento alberi morti stecchiti perchè piantumati da Asm (criminal service in Prato) e poi abbandonati, dimenticando di fare il collegamento dell'impianto di irrigazione. Il crimine si è svolto in quel di S.Giorgio a Colonica dove la signora Curcio, miss Ambiente della Giunta del saprofago Romagnoli, ha fatto finta di ripiantare dei sostituti degli alberi abbattuti nella città densa.
Intanto il gaudente Benigni ( non il comico del PD ma il presidente più pagato da tutte le Tia e Tarsu d'Italia), si trastulla sulla sua poltrona di plastica riciclata nella sede della municipalizzata più potente, dopo il Consiag, e nessuno gli va a dire, a lui e a quel simpaticone del direttore generale, che i 70.000 euro buttati via con questa intelligentissima operazione di malgoverno del territorio, li dovrebbe ripagare lui mettendo la mano grassoccia nella gonfia tasca del suo retroporto.
Sarà difficile persino per la destra pratese (intelligenze allo sbaraglio) trovare, nel caso di vittoria al ballottaggio, qualcuno più orgogliosamente decerebrato di loro.
Finito il riassunto.
La zia Alma

Toscana. Cenni trasformista, Roggiolani a tutto campo.

Ieri sul Tirreno c'erano un sacco di cose interessanti (a parte i nostri interventi che non ci pubblicano). Qualcuno si sta accorgendo che le prospettive cambiano...
mv

Prato val bene un inceneritore

Destra a caccia del voto rosso nelle città, anche a costo di cambiare idea
Il segretario regionale Parisi detta la linea: basta ideologie, Galli è andato a parlare in una casa del popolo...
MARIO LANCISI
da il Tirreno del 14.06.'09

Roberto Cenni, industriale tessile di Prato, maggio 2005. Alla domanda di quali - tra i grandi progetti pratesi - avesse avuto bisogno la città, rispose includendo anche l’inceneritore. Ora lo stesso Cenni, da candidato del Pdl a sindaco per il centrodestra, dichiara, per strizzare l’occhio a Rifondazione e ai comitati, che «dell’inceneritore se ne può fare a meno». Cenni uno e due. Quello che gli andava bene come industriale non gli va più bene come candidato a sindaco.
Ad una settimana dai ballottaggi, che in Toscana riguarderanno dieci Comuni e tre Province, il centrodestra va a caccia del voto rosso. Dai comunisti al Prc. Dai Verdi alle liste di Grillo.
Né destra e né sinistra. «Siamo per una politica del fare. La politica del fare non è una politica di destra o di sinistra, ma una politica dei cittadini a favore dei cittadini. Per questo chiedo limpidamente il voto a tutti i cittadini di destra, di sinistra, di centro, indipendenti, civici», è l’appello di Alessandro Antichi per superare in volata il candidato del Pd Leonardo Marras, ex sindaco di Roccastrada. Antichi parte dal 41,6% contro il 48% del rivale. Si è apparentato con la Destra di Storace (2,71%), ma non basta. Da qui la caccia al tesoretto (6%) di voti presi da Rifondazione e Comunisti italiani.
Le spine di Renzi. Né di destra e né di sinistra? Meglio sarebbe dire: di destra e di sinistra. Pur di vincere nelle roccheforti rosse il Pdl le tenta tutte. Fa il pieno di alleanze nel centrodestra, salvo l’Udc abbastanza riottosa e oscillante, e tenta il corteggiamento a sinistra, persino dei comunisti. In tre modi. Il primo è quello alla luce del sole. Giovanni Galli, ex portiere del Milan e della Fiorentina, a Firenze ha invitato a cena Valdo Spini, che ha ottenuto l’8%, con una lista in cui è inclusa anche Rifondazione. Angelo Pollina, vicepresidente del consiglio regionale, grande sponsor di Galli, non ha dubbi: «Il 40% di coloro che hanno votato Spini al ballottaggio saranno dalla nostra parte. Gli altri, soprattutto quelli di Rifondazione, che detestano politicamente Renzi, resteranno a casa».
«Renzi? Meglio Galli». Forse Pollina è troppo ottimista. Forse la sua analisi è un grande spot per Galli. Fatto è che tra Spini e Renzi c’è il grande gelo. Che persino l’ex direttore dell’Unità Furio Colombo ha bacchettato l’Obama dei lungarni per essere stato troppo ruvido con Spini. Che il portavoce regionale Mauro Romanelli dei Verdi ha spiazzato tutti o quasi: «Non trovo motivi per votare Renzi, per Galli invece...». E’ vero che Romanelli è stato uno degli assessori che Renzi in Provincia mandò a casa. E’ vero Renzi non va d’accordo con i Verdi. Però quella di Romanelli è quasi una dichiarazione di voto. Per Galli. Per la destra.
Tentazioni verdi. Fabio Roggiolani, leader storico, non arriva a tanto (se non altro perché i Verdi fanno parte della giunta regionale e sono alleati del Pd in molti Comuni). Però se la prende con i democratici: «Danno per scontato che i nostri elettori alla fine votino per loro. Ma è una convinzione errata. Perché io so bene che le avances della destra sono strumentali, ma gli elettori spesso non vanno troppo per il sottile. Non mi fai l’inceneritore? E io ti voto. Poco importa se sei di destra o di sinistra», spiega Roggiolani.
Cari elettori di sinistra...Si dirà: manovre e promesse da ballottaggio. Non è così. C’è una strategia nella caccia del Pdl al voto della sinistra. Lo ha spiegato a questo giornale qualche giorno fa il ministro Altero Matteoli: «In Toscana non si vincerà mai se saremo ideologici. La sinistra la possiamo battere solo se saremo pragmatici, se ci batteremo sui contenuti, e non sulle bandiere». L’indomani il ministro è andato a Cecina, nella sua città, per fare il tifo per il suo amico candidato a sindaco e ha lanciato un appello al voto sui contenuti. «Ci sono piccoli industriali, artigiani e commercianti che hanno sempre votato a sinistra per avere la governabilità. Ma il vento è cambiato e ora possono passare dalla nostra parte», sottolinea il ministro.
E anche il segretario regionale del Pdl Massimo Parisi, stretto collaboratore di Denis Verdini, fa appello ad un voto «non ideologico». E cita il caso di Galli che è andato a parlare in una casa del popolo. «Si è aperta una nuova fase in Toscana in cui è giusto dialogare con gli elettori di sinistra. In nome di un’alternativa al potere rosso», conclude Parisi.

Ballottaggio. Che figura!

Toh, guarda! Ieri ci era sfuggita questa perla... Ma Bellandi non ci aveva detto che aveva parlato con tutti quelli della lista prima di dedicarsi a fare il manicure di Carlesi? O Renzo, caro, queste gaffes sono un po' gravine. Forse la politica non è proprio, proprio la cosa che ti viene meglio, no? Non ti offendere, sai, perchè chi ha fatto la bischerata di votarti è più arrabbiato di te!
Per MV
Riccardo Buonaiuti

Il partito umanista non appoggia nessuno
Il Partito Umanista, prende una posizione diversa dalla Sinistra Rosso Verde, con cui ha fatto campagna elettorale, alla cui lista ha contribuito con 9 candidati. Al ballottaggio non appoggeremo nessuno, lasciamo liberi i nostri votanti di esprimersi o no. Non siamo per la politica di questo centro sinistra, e siamo sempre stati all’opposto della destra. Non ci può accusare nessuno di lasciare il campo alle destre, perchè non siamo stati noi al potere fino ad ora, e il nostro “0,” in percentuale non abbia spostato niente. La “sinistra” dovrebbe fare una grossa autocritica, che però sembra non abbia intenzione di fare. Pensiamo che centro destra e centro sinistra siano due facce della stessa medaglia e che per la gente non cambierà niente.
Su Sinistra Rosso Verde: Il percorso con loro, per ora è finito, gli auguriamo di raggiungere gli obiettivi prefissati, ma la prossima volta se ci sarà, dovremmo chiarire molte cose prima di qualsiasi alleanza.
Gisberto Gallucci
Partito Umanista Prato

il Tirreno 14 giugno 2009

Ballottaggio. Milone Calissiforme.

Quanto ci schifi Milone (giudizio politico, non sulla sua ghigna da braccio violento della legge), lo sanno tutti ma questa uscita del Calissi è spettacolare davvero! Questo signore, attuale tesoriere di Lega Ambiente, che entrò nei Verdi per trovarsi un lavoro (fu proposto dai medesimi come Presidente del Consiglio di amministrazione del centro di Scienze Naturali di Galceti, per la sua straordinaria competenza), fece presto il salto della quaglia (o altro uccello ) e passò nei DS e poi ovviamente nel PD. Chiaramente il Sindaco Marco Ahum-ahum Romagnoli lo confermò al suo posto. Benedetto Calissi ma come fai a girare con quella maschera di bronzo! Farai perdere le elezioni a Carlesi per un voto: quello di chi leggerà quest'articolo.
La zia Alma per MV


Milone poco

riconoscente

La politica della seconda Repubblica ha segnato la fine delle ideologie nei Partiti. A tutti parendo bella cosa. Ma a parte i fenomeni di gestione mediatica della stessa (Porta e Porta e Matrix paiono essere la succursale di un sempre più abbandonato Parlamento) mi pare sia nato anche il malcostume del salto da uno schieramento all’altro. E non sempre per ferma convinzione ideologica. Solamente il 15 Dicembre 2008 (sei mesi fa) l’Assessore Milone responsabile in prima persona della lotta all’illegalità, abbandonava l’assessorato di cui era responsabile da 4 anni e mezzo per far nascere con incredibile solerzia e senso dei “tempi giusti” un movimento politico che ha appoggiato il centrodestra, dichiarando dopo la tornata elettorale: “ Adesso aspetto che Cenni mi chiami”. Perbacco, ma questo nostro ex amministratore che da 6 mesi sputa nel piatto dove ha tranquillamente mangiato per altri 54 mesi, senza neanche essere stato allora eletto dai cittadini, ma nominato dal nostro Sindaco, dov’era quando c’era da risolvere quegli stessi problemi che oggi lui ci dice esser pronto a risolvere? Ma che tempismo nel venir via signor Aldo Milone. E coraggio elettori. Premiamoli tutti questi equilibristi degli schieramenti politici. Mastella docet.
Massimo Calissi

Errori di distrazione. Firenze chiama Prato

Udc: conti sbagliati a Firenze «Rinviate il secondo turno»

FIRENZE. L’Udc di Firenze chiede il rinvio del ballottaggio tra Renzi e Galli. Motivo? «Gravissimi e molto numerosi errori nei conteggi elettorali». Secondo un riesame dei verbali elettorali, attualmente in corso, emergerebbero variazioni rispetto al conteggio fatto subito dopo il voto, tanto che il candidato sindaco Renzi avrebbe avuto assegnati 2.300 voti non validi, Galli 1.040. E differenze ci sarebbero anche per il numero di preferenze date ai singoli candidati al consiglio. Pertanto, «in attesa di tali verifiche - prosegue il testo - l’Udc ritiene indispensabile il rinvio del secondo turno di ballottaggio»

da il Tirreno del 14.06.'09


Anche a Prato numerose persone hanno riscontrato lo stesso problema. C'è qualcuno che è andato a correggere e a modificare, per far tornare le corrispondenze. Chi ha dato come me il voto disgiunto in Comune su liste piccole e ha controllato sul sito qua a destra, si sarà reso conto che alcune preferenze non sono state trascritte e conteggiate, oppure non sono state riportate nel computo generale. Ha ragione Santo Russo quando ci scrive sul problema degli scrutatori, ma vorrei aggiungere anche il problemino dell'Ufficio Elettorale del Comune, non perfettamente efficiente.

Riccardo Buonaiuti (mv)


Interporto. Tutta colpa degli Etruschi 3

In merito all'articolo di oggi su

IL TIRRENO : Interporto sulla pista di decollo.

Rimango allibita di come, nell'intervista del Dott. Napolitano, la città etrusca sia messa sul banco degli imputati per il mancato sviluppo dell'area interportuale pratese. La Gonfienti antica si vede, ancora una volta, 'offesa' dal copioso strato-miraggio di euro-promesse.
Addirittura è detto che la città antica sarà -insieme all'Interporto in cui ormai è confusa e inghiottita- blindata da misure anti-terroristiche. Ma l'area non doveva essere blindata per dissuadere dal commercio sessuale?
E non si dice nulla della recinzione attorno alla zona degli scavi. E' stata autorizzata? Chi controlla tutto quello che la società Interporto sta costruendo e sui modi?
Come ex-candidata sindaco della Lista Civica Nazionale Per il Bene Comune e come fondatrice del gruppo politico Primavera di Prato, sollecito tutti i cittadini a tenere alta l'attenzione su quanto sta drammaticamente avvenendo attorno a questo nostro bene comune, la città etrusca sul Bisenzio, diventato ormai -nonostante l'ordine del silenzio - scandalo nazionale.

Maila Ermini

Interporto. Tutta colpa degli Etrschi 2

Arrivano le reazioni alle dichiarazioni scandalose di Antonio Napolitano sull'Interporto. Ovviamente le pubblichiamo e le condividiamo. Qui di seguito il Comitato nazionale per il paesaggio.
mv


E' strabiliante il contenuto dell'intervista al presidente di Interporto SpA. che a cinque giorni dal ballottaggio continua a raccontare la favola di una "partenza" (entro il 31 dicembre..) della piattaforma logistica.
Qualcuno spieghi a Napolitano che "ballottaggio" non significa "raccontare balle"!

Napolitano vuol far credere che Gonfienti diventerà il "retroporto" di Livorno. Che però ce l'ha già. E' l'altro interporto toscano di Guasticce!! (dal sito "interportotoscano.com"- Chi Siamo-Il progetto Interporto nasce negli anni 80 per dare una risposta alla crescente richiesta di aree di stoccaggio dovuta all'esplosione del traffico containerizzato che stava saturando il Porto di Livorno....)
Non si capisce il motivo per il quale, dopo averlo progettato e costruito apposta, adesso Guasticce dovrebbe cedere il passo a Prato, a 100 km di distanza. Per la bella faccia di Napolitano? E se davvero fosse come dice Napolitano occorrerebbe verificare con quale coerenza la Regione Toscana e gli enti interessati (oltrechè l'Europa che finanzia...) progettano e realizzano queste piattaforme logistiche. Magari scopriremo che Guasticce funzionerà da "retroporto" per Ravenna....Napolitano, inoltre, sostiene che a Gonfienti sono "in funzione" sette binari. Ma niente dice su quale vettore potrà (e vorrà) utilizzarli. Le Ferrovie dello Stato SpA, infatti, hanno ribadito anche di recente la loro contrarietà di lunga data ad entrare nell'Interporto Spa. Perchè continuano a giudicare economicamente non conveniente intervenire a Prato.
Il che non significa che non possano noleggiare i loro treni a chi li vorrà utilizzare. Ma ad un costo assolutamente fuori mercato tanto da rendere economicamente sconveniente il ricorso al treno FFSS da parte degli spedizionieri! Che sostenendo costi assai minori continuano, di fatto, ad affidarsi solo ai TIR!!
L'impressione è che Napolitano cerchi di prendere tempo. Se il ballottaggio darà la vittoria ai suoi compagni di cordata (Carlesi e Gestri) potrà continuare ancora per anni a raccontare verità preconfezionate. E ad accumulare decenni di ritardo. E ad incassare, comunque, decine di milioni d'euro di finanziamenti pubblici. Utilizzati anche per risotterrare la città etrusca e farla diventare un campo fotovoltaico!

COMITATO NAZIONALE DEL PAESAGGIO-PRATO

Facebook: Giovani e Famiglia contro la violenza.

Riceviamo e pubblichiamo MV

Prato, 13 giugno 2009

A seguito segnalazione di alcuni utenti di facebook increduli che mi hanno contattato, ritengo doveroso precisare che il Movimento civico Giovani e Famiglia e' estraneo a qualsiasi violenza promessa e perpetrata ai danni di qualsiasi essere vivente e nella fattispecie nessuno degli autorizzati a usare il simbolo "giovani e famiglia" puo' avere invitato o minacciato pestaggi.

Alessandro Vannini

Coordinatore movimento civico
Giovani e Famiglia

Prato. Cenni illusionista spregiudicato.

Riceviamo e pubblichiamo con piacere.
MV



Non scambio la spregiudicatezza con una presunta sensibilità ambientale


Roberto Cenni da prova della superficialità del suo programma “ambientalista”; a mio parere dimostra quanto ritenga più importante vincere (strizzando l’occhio a destra e a manca) che costituire una reale alternativa. No all’inceneritore (mentre l’Attucci và per la sua strada inceneritorista, e alla fine la decisione dell’inceneritore toccherà a lei), raccolta porta a porta, industria del riciclo gli argomenti che porta in dote al suo programma politico per Prato. Per Cenni i rifiuti sono una risorsa; per gli ambientalisti i rifiuti sono una sconfitta.
Una azione efficace parte dalla premessa che il rifiuto costituisce uno spreco che non possiamo permetterci, un uso improprio della materia finita; impiantarci sopra una filiera economica diventa un’arma a doppio taglio, se non lo si fa guidati dalla discriminante che i rifiuti prima di tutto non vanno prodotti.
Ed ecco che Cenni torna al mondo bello com’era, con la storia del cardato rigenerato …. una visione economica rivoluzionaria: finalmente nuovi scenari per il rilancio di Prato!!! Non l’idea di un mondo produttivo sostenibile, di un green deal che caratterizzi il rilancio industriale di Prato, e costituisca la vera novità.
Alla domanda che ho personalmente rivolto a Cenni : ma lei che misure ha messo in atto nelle sue aziende per ridurre la produzione dei rifiuti……. silenzio. Questo subito dopo aver detto che Prato non necessita di un inceneritore ma basta il porta a porta, e che il problema non sono i rifiuti industriali ma quelli domestici, altro enunciato che merita una riflessione: bè, udite udite, i rifiuti industriali li paghiamo noi cittadini con la nostra bolletta; forse per questo, da industriale, Cenni non se ne preoccupa.
Ma proseguo a declinare i miei dubbi: c’è stato qualche investimento del gruppo Go-fin spa, di cui Cenni è presidente, nel campo delle rinnovabili? Ci devono pensare i cittadini, a farsene carico, e non chi invece ha la capacità finanziaria di affrontare con agio investimenti di questo tipo? Io invece credo che a ciascuno tocchi la sua parte, proporzionalmente alle proprie possibilità.
Purtroppo accanto alla presunta sensibilità ambientale, nel programma di Cenni spuntano gli aspetti inquietanti; fra gli slogan della lista Cenni, Prato di nuovo ai Pratesi, che comincia con un “ripulire la città” che mi apre un mondo di interrogativi; buon subconscio non mente.
Ma allora perché si subisce il fascino Cenni?
Perché fra i tanti anche Daniela Morra, donna di spicco dei Verdi di cui è copresidente toscana, apre a Cenni?
Si crede a quello che ci tranquillizza, in una fase così difficile per la nostra città. Così si può credere ad un Cenni ambientalista, nuovo, illuminato e capace di cambiamento. Con le premesse di cui sopra, io preferisco restare con l’angoscia del futuro e non votare Cenni e le sue false soluzioni di buon governo.

Maria Rita Cecchini - Cittadina ambientalista di Prato

Democrazia. Che non c'è.

Dalle cose più banali, si vede come non esiste la democrazia, dove i diritti non sono per tutti uguali;
esempio è come vengono scelti gli scrutatori dei seggi elettorali.
Ho chiesto all'ufficio elettorale come avviene la chiamata degli scrutatori una volta che si è iscritti all'albo dell'ufficio elettorale, la risposta è stata :
"prima vengono presi quelli nominati dai partiti dopo se rimangono dei posti si chiamano gli altri"
alla domanda : chi non ha la tessera del partito ed è un libero cittadino non verrà mai chiamato?
la risposta è stata : purtroppo la legge è cosi, ed è stata fatta da Berlusconi.
Lascio a voi i commenti di come il cittadino italiano ha gli stessi diritti
saluti
Santo Russo

Prato. Antagonisti alle destre, votiamo Carlesi.

Riceviamo e pubblichiamo l'appello contro il modello reazionario di relazioni sociali. (Sinceramente i sistemi ci paiono entrambi reazionari, se il termine ha ancora un senso)
MV


ANTAGONISTI ALLE DESTRE ALTERNATIVI AL PD

Rifondazione comunista in questa tornata elettorale che prevederà i ballottaggi, tra il candidato Carlesi e il candidato Cenni per la carica di Sindaco di Prato e i candidati Gestri e Attucci per la carica di Presidente della Provincia, esprime queste brevi considerazioni:

La natura dello scontro politico va oltre la logica di un’alternanza amministrativa a Prato ma assume anche qui i termini di una contrapposizione politico-culturale e un modello reazionario di relazioni sociali. Alcune delle forze che compongono lo schieramento di centrodestra esprimono chiaramente valori antidemocratici e xenofobi che Prato non può accettare per la sua storia fatta di antifascismo, valori costituzionali, accoglienza e integrazione sociale.
Appurato che il mancato confronto programmatico pre-elettorale tra rifondazione comunista e le forze politiche del centrosinistra non è ascrivibile alla nostra volontà, in questo momento non intendiamo attardarci in polemiche inutili.
Verificato che permangono differenze programmatiche di spessore alternative a quelle del centrosinistra, che a tuttoggi legittimano la partecipazione con liste e candidati alternativi alle elezioni amministrative del 6/7 giugno 2009 e che per coerenza politica non riteniamo di assumere alcun ruolo di governo nei futuri assetti amministrativi
Consapevoli che il nostro risultato dell’ 1,7% al comune e del 2,94% alla provincia possono risultare decisivi in questo ballottaggio

INVITIAMO
I cittadini a mobilitarsi e votare contro i candidati del centrodestra, in quanto la salvaguardia dell’agibilità democratica a Prato e in provincia è un bene non negoziabile.
Proprio perché bisogna porre al centro dell’agire politico il valore della democrazia

INVITIAMO
A rifiutare le tre schede elettorali del referendum, che se ottenesse il quorum e prevalessero i SI’ ci consegnerebbe un sistema elettorale antidemocratico.

La Segreteria Provinciale
del PRC.
Paolo Paoletti
Calogero Messina

Interporto. Tutta colpa degli Etruschi...

Il presidente della società Interporto (foto), conquista finalmente uno spazio sul Tirreno che da tempo lo trascurava. Gli telefona Cristina Orsini per permettergli di rispondere alle critiche del centrodestra. Per anni l'interporto ha succhiato soldi pubblici senza rendere niente alla città, ha gradatamente rispedito agli inferi gli etruschi e periodicamente si tira fuori qualche nuova trovata, come la costituzione di Interporto service, evidentemente una derivata della società immobiliare che Napolitano ha presieduto fino ad ora a spese dei pratesi. L'idea, come avrete capito, è quella di potenziare al massimo un'economia di transito, a grande impatto ambientale e con poca occupazione. Prato sarà il retroporto di Livorno! Chi è d'accordo alzi la mano... No Gestri, lei può abbassarla lo sappiamo come la pensa e anche come la racconta. Persino peggio della disorientata Attucci.
Quando finiremo di essere il retro di qualcosa?
MV



da il Tirreno del 15/06/09

Interporto sulla pista di decollo Ora si cerca l’area per le operazioni doganali dei container “livornesi”
Pronta la piattaforma e binari già in funzione
Misure antiterrorismo in tutta la zona
CRISTINA ORSINI

PRATO. Antonio Napolitano, presidente di Interporto, non ci sta. Non ci sta a “tenersi” l’accusa di inefficienza sul fronte della logistica pratese. «Credo non si possa “sparare” su Interporto solo perchè siamo in campagna elettorale». Il riferimento di Antonio Napolitano, ovviamente, è ai giudizi espressi recentemente dal centrodestra.
Presidente, la piattaforma serve o non serve, è partita o langue?
«Facciamo chiarezza. Il nodo logistico intermodale pratese è il più grande e il più funzionale del centro-nord, dal Brennero a scendere ed è pronto a partire».
In che direzione?
«L’obiettivo primario è di svolgere un ruolo strategico all’interno della piattaforma logistica Tirreno-Adriatico-Centro. Mi spiego meglio all’interno del disegno della logistica nazionale, il ruolo predominante, nell’area centrale, lo avrà l’interporto di Prato».
Come?
«L’anno scorso, il 14 luglio, abbiamo firmato assieme alle dogane dell’Italia centrale e all’autorità portuale di Livorno, un accordo, che è il primo in Europa, che ha come punto fondamentale il rilancio del sistema portuale nazionale. L’accordo prevede che le merci in arrivo al porto di Livorno, non vengano stoccate sul posto, ma che raggiungano la piattaforma pratese per poi partire per il mondo».
Per quale motivo? Livorno non ha lo spazio sufficiente per creare un’area di sosta per camion e container?
«Esattamente. Il porto di Livono non è come quello di Barcellona, per esempio, che dispone di ettari e ettari di terreno nell’area portuale. Sarà Prato a diventare il “retroporto” di Livorno. Anche per le procedure doganali. In pratica la merce passerà i controlli doganali nel nodo di Gonfienti».
Che, evidentemente, si sta attrezzando?
«Certo. La piattaforma è finita, i sette binari sono in funzione, quindi stiamo individuando un’area da destinare alle operazioni doganali. Verrà chiusa e attrezzata con gli scanner perchè in base alla nuova normatica antiterrorismo, camion e container devono essere passati ai raggi X».
Chi avrà la gestione del servizio?
«L’Interporto Service la società di gestione costituita da qualche mese e nella quale è entrata anche la Camera di Commercio con un pacchetto di quote. Se ci sarà necessità di reperire fondi, anche grazie a loro, saremo in grado di trovarli».
I tempi?
«Il servizio partirà entro il 31 dicembre».
Presidente accusano Interporto di troppi ritardi. Lei cosa risponde?
«Sì ci sono stati, è indiscutibile. Ma non si può dimenticare che Interporto ha convissuto e continua a convivere con una delle aree archeologiche più importanti del territorio. Per fare ogni e qualsisi tipo di intervento noi abbiamo bisogno del nullaosta della Soprintendenza. E queste pratiche portano via anni».

Ballottaggio. Indipendenza e libertà di scelta

Riceviamo e volentieri pubblichiamo
MV

Alessandro Rubino: L'indipendenza e la libertà di scelta sono principi fondamentali di ogni individuo, per questo la Lista Libertà Legalità Novità da me capeggiata ha deciso di non schierarsi ma di lasciare la libertà ai propri elettori di fare la scelta che ritengono più giusta per la città.
Sono stati giorni concitati e ricchi di emozioni che ricorderò per tutta la vita, due giorni in cui ho potuto colloquiare ed esprimere le mie idee ai 2 candidati sindaci Massimo Carlesi e Roberto Cenni.
Soddisfatto da entrambi gli incontri, forte stima per entrambi ma la nostra lista nata un mese fà ha bisogno di crescere da sola. In questi anni, secondo la mia opinione diventerà più forte e avrà più sostenitori.
Le mie impressioni su Massimo Carlesi? Un uomo pratico e sicuro di sè a cui ho riferito come cittadino la mia delusione e i miei dubbi rispetto all'azione della vecchia amministrazione e i motivi personali della mia candidatura. Lui mi ha rassicurato sul fatto di esser pronto a voltare pagina, e che in caso di vittoria cambierà rotta rispetto al vecchio modo di fare politica.
Gli piacciono molti punti del nostro programma e darà ascolto ai giovani in consiglio.
Carlesi mi ha appoggiato sull'idea del prestito d'onore per i giovani che vogliono aprire un'attività e dell'aiuto alle giovani coppie che vogliono acquistare la prima casa.
Le mie impressioni su Roberto Cenni? Un uomo deciso con uno spiccato sentimento civico, pronto al dialogo e attento alle idee di cambiamento.
A dire la verità per un attimo mi ha fatto sognare, perchè molti punti del nostro programma sono da lui condivisi e a suo parere realizzabili.
Tra le mie richieste appoggiate da Cenni: la richiesta di riduzione della tassa sul suolo pubblico e sull'insegna in aiuto dei miei tantissimi amici commercianti, la rivalutazione di una circolazione più attenta nei quartiere come San Paolo e la voglia di cambiare per dare maggior sicurezza alle vie della nostra città.
Non essermi schierato però non vuol dire "uscire di scena", anzi credo che questa settimana sia importante per me valutare se dietro alle parole ci sono i fatti.
Invito caldamente tutti i miei sostenitori ad andare a votare e a partecipare nel corso della prossima settimana ai vari incontri che terranno i candidati, per conoscerli e farsi un'idea concreta su di loro, per effettuare la scelta di voto sulla base di una conoscenza reale dei due e delle loro idee e non come si suol dire "per partito preso".
Per questo motivo inviterò i due candidati laddove i cittadini me lo richiederanno,e farò da portavoce di coloro che vorranno delle rassicurazioni da chi, sarà il nuovo sindaco di Prato.
Vi informerò a breve se ci saranno novità in merito.
Negli anni poi valuterò il nuovo sindaco e mi renderò conto se ha mantenuto le promesse ed è riuscito a migliorare la qualità della vita a Prato, pronto a ributtarmi nella mischia con una forza e un'esperienza maggiore.


Alessandro Rubino
Lista Libertà Legalità Novità

Prato. Ancora sulle Cascine di Tavola

Mentre si avvicina l'anniversario del fermo al cantiere, "riaffaccia" la questione della messa in sicurezza della Fattoria medicea delle Cascine di Tavola.
Ancora una volta, non è niente di più del ping pong tra la Soprintendenza e le associazioni che hanno promosso l'esposto.
Vogliamo però ricordare che se siamo arrivati a questi punti ci sono delle precise responsabilità - politiche, sia chiaro: la magistratura al momento non ha indagato alcun funzionario del comune o amministratore - della precedente amministrazione, e della precedente legislatura, che ha concesso la possibilità di realizzare questo intervento.
E di questo, oltre che delle coperture a tutela del bene, non possiamo dimenticarcene!
MV

da il Tirreno del 15/06/09
La Fattoria va messa in sicurezza

La Soprintendenza ha accolto l’appello delle associazioni ambientaliste
PRATO. I sigilli al cantiere sono fermi da quasi un anno. Un anno di passione e di proteste per cercare di difendere quel bene architettonico dal quale si voleva ricavare un residence di lusso immerso nel parco delle Cascine di Tavola. E non è ancora finita: l’ultima parola sul complesso della fattoria medicea spetterà alla Procura che ha avviato un’inchiesta giudiziaria (ormai alle ultime battute), prima di decidere il daffarsi sul futuro della villa. Nel frattempo, si sta ammorbidendo il braccio di ferro tra i comitati pratesi di Legambiente e Italia Nostra e la Soprintendenza ai beni architettonici, dopo il colloquio a palazzo Pitti tra i rappresentanti delle due associazioni e la stessa soprintendente Paola Grifoni.
Assente la funzionaria Fiorella Facchinetti, indagata dall’estate scorsa per aver autorizzato il progetto destinato a trasformare l’antica fattoria medicea in un albergo e in una quarantina di miniappartamenti.
Certo, non sono state tutte rose e fiori durante l’incontro tra gli ambientalisti e la numero uno della Soprintendenza, ma su un punto entrambe le parti si sono trovate d’accordo: la necessità di porre riparo alla struttura pericolante della villa, mettendo in sicurezza il manufatto storico ormai privo di copertura da due anni.
«Abbiamo preso atto con soddisfazione che anche la soprintendente Paola Grifoni aveva da tempo richiesto ai proprietari la messa in sicurezza dell’immobile», fanno sapere Franco Di Martino di Legambiente e Fulvio Batacchi di Italia Nostra.
Il cerchio si stringe dunque intorno alla proprietà, la società Fattoria Medicea, di cui il 60% è nelle mani della Re Sole srl. Tanto più che non molto tempo fa, esattamente a fine aprile, la Procura aveva assicurato la tempestiva autorizzazione di qualsiasi intervento volto a mettere in sicurezza il cantiere. Su sollecitazione, a questo punto, anche della stessa Soprintendenza, così come emerge dall’incontro chiarificatore con Legambiente e Italia Nostra. «Era l’ora - fa notare Franco di Martino, presidente di Legambiente di Prato - visto che il dovere della Soprintendenza era quello di tutelare il bene in questione».
Meglio tardi che mai, insomma. Così come sarebbe arrivato in ritardo, secondo Legambiente e Italia Nostra, il no della commissione comunale edilizia alla richiesta di variante avanzata dalla proprietà, in attesa degli esiti dell’esposto. «Almeno hanno avuto il pudore di opporsi alla volontà di ampliare la superficie residenziale degli edifici, visto che si voleva aggiungere un piano alla struttura. Tutto questo - osservano le sue associazioni - dimostra quanto la commissione edilizia avrebbe potuto esercitare il potere di controllo che le spetta per sua natura anche in passato».
Maria Lardara