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Per la salvaguardia del paesaggio nell’area archeologica di Gonfienti
Mi riferisco alla questione della salvaguardia ambientale dell’area archeologica di Gonfienti e dei lavori di ampliamento dello scalo merci dell’interporto che si stanno conducendo a ridosso di aree poste in regime di tutela, procurando un serio danno sotto il profilo paesaggistico per l’inaudita cementificazione che si sta producendo con edificazione di manufatti abnormi che, adesso in fase di completamento, ormai insistono direttamente su aree archeologiche vincolate.
Ritengo infatti, che l’aspetto paesaggistico, fino adesso poco o niente considerato nella questione archeologica di Gonfienti, costituisca invece uno dei capisaldi irrinunciabili da valutare per la fruizione e valorizzazione futura del sito, e ciò – si badi bene - vale in considerazione del fatto che si costituisca o meno un parco archeologico in quell’area, perché di per se stesse le n. 4 aree archeologiche vincolate con Decreti Min. emanati nel 2006, impongono comunque una tutela ed un rispetto ambientale che corrisponde, in conformità con i dettami del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio ( ex D. Lgs 42/204), ad un vincolo paesaggistico.
Da questo punto di vista il mostro di cemento di 200.000 mc. che si sta realizzando a ridosso (addirittura sul confine) dell’area tutelata, già indicata come complesso della villa romana, rappresenta già - a mio avviso - un caso emblematico a livello nazionale e non solo per l’enormità dell’impatto ambientale procurato.
Segnalo dunque la questione alla attenzione della associazione affinché, su questa precipua situazione, ci si possa esprimere anche con il concorso eventuale di un gruppo di lavoro allargato al consesso nazionale che opera per la salvaguardia del nostro territorio e del paesaggio.
Giuseppe Centauro
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