Ormai, per fortuna, manca poco al voto...
MV
da il Tirreno del 02/06/09
Circoli cinesi “ targati” Coni
Battaglia tra Mattei e Taiti sui locali della Chinatown
In corsa entrambi per la presidenza del quartiere Centro
A capire che c’erano manovre strane, dietro l’attività di un circolo cinese di via Marini (all’altezza del ponticino), è stata l’attuale presidente in carica del quartiere centro, che ha tra i suoi territori di competenza anche la zona “calda” di Chinatown. L’anomalia si è rivelata ieri mattina sotto gli occhi della Mattei e quelli del comando di polizia municipale, durante uno dei normalissimi sopralluoghi nell’area. E il circolo incappato nei loro controlli, esponeva la duplice insegna del Coni e del Csain (centri sportivi aziendali e industriali), società riconosciuta dal comitato olimpico nazionale italiano. «Il problema - fa notare la Mattei - è che l’affiliazione di questi circoli al Coni c’impedisce di procedere con misure sanzionatorie, mentre gli esercenti possono aggirare così le norme obbligatorie previste invece per le attività dei bar». Insomma, si fa presto a chiamarli circoli da biliardo con tanto di tesseramento del Coni da parte dei soci, per poi dislocare all’interno tutta una serie di attività non idonee, non ultima la somministrazione delle bevande e degli alimenti.
Picchia duro la Mattei, lanciando un appello diretto al suo avversario in gara per nel quartiere. E chiamandolo in causa proprio nel ruolo di presidente provinciale del Coni. «Mi rivolgo a Massimo Taiti perché impedisca il proliferare di queste situazioni di abusivismo, non autorizzando l’utilizzo del simbolo Coni per queste attività. Altrimenti, il centrodestra predica bene e razzola male».
Ma nel mirino non c’è solo il circolo di via Marini. Prossimamente aprirà un altro club in via Oberdan con caratteristiche molto simili all’altro edificio in via Marini.
Stando alla ricostruzione della Mattei che ha voluto rendersi conto della situazione in prima persona, le irregolarità si sprecavano. Lo spazio per il gioco del biliardo era confinato nel sottosuolo, e la struttura era sprovvista di maniglione antipanico. In quel caso, l’insegna del Coni non era stata ancora posizionata fuori, ma i documenti esibiti dai titolari hanno confermato l’affiliazione alla società sportiva.
Cade dalle nuvole Massimo Taiti, quando si tira in ballo il nome del Coni. Il candidato alla presidenza del quartiere centro in quota Cenni, si difende dalle polemiche, dichiarando che «in nessun caso viene rilasciato il permesso a esibire il simbolo del Coni, a meno che la richiesta non venga da qualche palestra». «Se qualcuno tenta di aggirare il problema, facendo passare per circolo sportivo un’attività che dovrebbe tenere conto di altri parametri - conclude Taiti - commette chiaramente un abuso e un atto illecito».
Maria Lardara
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