Quest'ultimo, ben lungi dall'essere "coerente" con le decisioni assunte, lascia intendere che comunque l'unica prospettiva (ovviamente per lui) per Prato è la "termovalorizzazione", spacciata come unico metodo tecnologicamente applicabile, rimettendo di fatto "in gioco" la realizzazione dell'impianto del Calice (be prima della verifica prevista per il 2010), e sostenendo inoltre che superare il 55% di raccolta differenziata nella provincia è praticamente una chimera irrealizzabile.
Se a questo aggiungiamo l'evidente disistima, al limite dello sfottò, nei confronti dei cittadini e dei comitati che da anni si oppongono alla costruzione degli inceneritori, e con argomenti scientificamente solidi, non possiamo che considerare le affermazioni dell'assessore semplicemente aberranti, nel merito e nel metodo, e come membri dell'Esecutivo della Federazione dei Verdi di Prato abbiamo già chiesto che il partito, anche coerentemente con quanto affermato dal coordinatore Celso Bargellini (articolo che riportiamo in chiusura), esprima chiaramente la sua contrarietà ed una netta censura.
Lanfranco Nosi
Riccardo Buonaiuti
Assessore Arrighini, non è che le vicende campane dovrebbero sollecitare qualche riflessione e indurre gli amministratori ad accelerare i tempi?
«Il tempo delle discussioni c’è già stato. Non siamo più nella fase di elaborazione di strategie: gli impianti di termovalorizzazione fanno parte del protocollo d’intesa sottoscritto un anno fa in Regione tra i comuni dell’area Firenze-Prato-Pistoia. Il capitolo è chiuso. Il 2008 è l’anno del fare. Devono partire i lavori per l’impianto di Case Passerini e per il raddoppio di Montale.
Non solo: gli accordi prevedono anche l’aumento della raccolta differenziata che deve raggiungere il 45% nel 2008, il il 50% nel 2009 e il 55% nel 2010. Anche la riduzione dei rifiuti deve arrivare al 15%. Dobbiamo esseri coerenti con le decisioni assunte. L’unica prospettiva è il ciclo integrato dove tutto trova posto: il termovalorizzatore, col recupero energetico, la raccolta differenziata e anche la discarica per scarti e sovvalli».
I comitati della Piana si battono contro gli inceneritori sostenendo che vi sono nuove tecnologie che consentirebbero di rinunciarvi.
«Siamo aperti alle buone tecnologie, anche se non credo che in circolazione ve ne siano delle migliori.
Non mi risulta che industrialmente vi siano tecnologie pronte a sostituire il termovalorizzatore.
E non credo, lo ripeto, alle lobbies degli inceneritori. E’ bene comunque che chi si occuperà della progettazione dell’impianto di Case Passerini valuti bene la tecnologia da usare. Certo non si può pensare che per un’area di un milione e duecentomila abitanti si sperimenti qualcosa che viene utilizzato in un paesino dell’Islanda...Ciò che è importante è che si tenga conto di tutta una serie di valutazioni, da quella architettonica a quella sulla gestione, che deve essere pubblica. Inoltre deve essere assicurata la massima trasparenza e accessibilità ai dati sulle emissioni atmosferiche».
C’è chi sostiene che la raccolta differenziata potrebbe essere ancora molto più elevata se il sistema di raccolta porta a porta fosse esteso a tutta la provincia.
«Prato è già vicina al 40% e non un risultato da poco. La media toscana è del 33%. Non si puòpensare che la percentuale del 70% ottenuta in una parte di Vaiano (tremila abitanti) possa essere allargata all’intera provincia. Già arrivare al 55% di raccolta differenza in un territorio di 250mila abitanti costituirà un’impresa straordinaria. Aumentare del 17% in tre anni è un bel traguardo. Comunque la strada della raccolta porta a porta la stiamo percorrendo già nelle aree industrializzate. E poi contiamo di intervenire sulla produzione dei rifiuti attraverso accordi con la grande distribuzione.
Pensiamo ad esempio alle ricariche per i detersivi, ai pannolini biodegradabii, a distributori di acqua potabile che porterebbero all’eliminazione delle bottiglie di plastica. Ma in questo caso la vera riduzione dei rifiuti deve avvenire attraverso politiche nazionali e europee, vedi i sacchetti di plastica. Questo aspetto della riduzione, proprio perché si muove su orizzonti più vasti, è la parte più debole della strategia complessiva».
Rispetto al protocollo d’intesa di un anno fa non siamo andati molto avanti.
«Stiamo lavorando al piano interprovinciale dei rifiuti che sarà approvato agli inizi del 2009. In quella sede sarà necessaria anche una verifica sulle politiche attuate. Non si è ancora costituita la società unica per la gestione del ciclo integrato dei rifiuti ma questo è anche collegato alla prevista riduzione degli Ato, da 10 a 3. Sarà il nuovo Ato ad approvare il piano industriale dei rifiuti».
Nel 2010 si sarebbe dovuto verificare la necessità o meno di realizzare il termovalorizzatore del Calice, da 180.000 tonnellate di rifiuti l’anno. Ma tra due anni a che punto saremo?
«Ritengo che se ci fosse una volontà politica di accelerare i tempi tra due anni e mezzo l’impianto di Case Passerini potrebbe essere funzionante. Concordo con le previsioni dell’assessore regionale all’ambiente Bramerini: tra 3-4 anni le discariche toscane saranno esaurite. Occorre affrettarsi».
Bargellini: «No all’inceneritore del Calice I Verdi chiedono soluzioni alternative» (da "La Nazione", 13/01/08)
«I VERDI sono contrari al ‘termovalorizzatore’ del Calice». Lo dice il portavoce provinciale Celso Bargellini (nella foto), che aggiunge: «Vorrei far notare ai favorevoli che non si tratta di costruire un impianto, ma il terzo in pochi chilometri». Bargellini ricorda che l’inceneritore di Montale, con tutti i suoi problemi dopo le emissioni fuorilegge di diossina dello scorso luglio, esiste già, e che al conto va aggiunto il termovalorizzatore che sarà costruito a Case Passerini. «Ci saranno due impianti ai confini dei nostri centri abitati — dice il portavoce dei Verdi —. Anche i sostenitori della termovalorizzazione sostengono che le emissioni nocive per la salute prodotte dagli impianti di ultima generazione sono ‘fortemente ridotte’, ma non assenti. Se però noi le moltiplichiamo per tre? Con quale criterio razionale i rifiuti di tre province, di cui due molto estese, ovviamente Firenze e Pistoia, devono essere inceneriti tutti a pochi chilometri dal centro storico di Prato? Perchè costruire un terzo impianto proprio in mezzo agli altri due? Esistono sistemi e tecnologie di smaltimento prive di emissioni dannose — conclude — e propongo che Prato si orienti verso queste soluzioni».
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