TANTI INTERESSI PRIVATI NON FANNO UNA CITTA'!

La mer, la fin...

sabato 5 gennaio 2008

A Vaiano il 73% di raccolta differenziata

E' ufficiale, e speriamo veritiera, la notizia che nel comune di Vaiano, la raccolta differenziata porta a porta ha superato il 73% del quantitativo globale dei rifiuti da smaltire. Vale a dire che i rifiuti che andranno in discarica sono il 27%, superando così il 30% di scorie che derivano dall'incenerimento e che comunque finirebbero in discarica.
Complimenti ad ASM, al Sindaco e a tutti quelli che si sono prodigati per arrivare a questo punto.
Ci sembra sia venuto il momento di applicare questo tipo di raccolta anche nella città di Prato.
Alla luce di questo dato vorremmo che rileggeste questa intervista del Tirreno ad Erasmo D'Angelis,presidente della commissione ambiente del Consiglio Regionale, che contiene enormi falsità.
Ancora una volta si presentano gli impianti di incenerimento come la soluzione del problema, quando è ormai dimostrato che questo modo di smaltire è fonte di grave inquinamento atmosferico, incentiva la produzione di spazzatura indifferenziata, produce scorie e ceneri e una quantità irrisoria di energia.
MUNICIPIO VERDE
municipioverde@gmail.com

IL TIRRENO
31 Dicembre 2007
Tra due anni la Toscana sarà sommersa «Le discariche scoppiano, servono tre grandi termovalorizzatori»
D’Angelis: un impianto nel Fiorentino, uno sulla costa e uno a sud.
di MARIO LANCISI

FIRENZE. «Le discariche stanno per esaurirsi. Entro due anni rischiamo di trovarci in un’emergenza rifiuti come quella della Campania. Bisogna pertanto che, in tempi brevi, si proceda alla costruzione in Toscana di tre grandi termovalorizzatori». Erasmo D’Angelis, presidente della commissione ambiente del Consiglio regionale, lancia l’allarme. E propone un termovalorizzatore per ognuna delle tre aree vaste: piana fiorentina, fascia costiera e Toscana sud. Perché la Campania è più vicina di quanto non si creda. D’altra parte D’Angelis (Pd) è in buona compagnia. Prima di lui anche il governatore Claudio Martini - esattamente un mese fa - aveva evocato, in una intervista al «Tirreno», lo spettro campano. «Se non vogliamo trovarci nella situazione della Campania dobbiamo fare tre azioni - spiegò Martini - primo: una forte riduzione della quantità dei rifiuti prodotti da ogni singolo cittadino. Secondo: incremento della raccolta differenziata per giungere almeno al 55% entro il 2010. Terzo: anche se raggiungiamo i primi due obiettivi rimarrà sempre una componente residua dei rifiuti. Per evitare il conferimento in discarica dobbiamo realizzare impianti di termodistruzione con recupero per la produzione di energia elettrica». Nel frattempo però a Campi Bisenzio i cittadini, chiamati a dire la loro sulla costruzione di un termovalorizzatore nella piana fiorentina, hanno votato no. «Ma si tratta - osserva D’Angelis - di un referendum consultivo, al quale hanno partecipato un terzo degli aventi diritto. La provincia di Firenze ha già fatto sapere che l’impianto dovrà essere costruito lo stesso anche se al referendum hanno vinto i no. Una decisione saggia, inevitabile». Il voto dei cittadini dovrà pure avere un valore. «La politica ha il dovere di sentire e tenere di conto del parere della gente. Però poi deve anche assumersi le proprie responsabilità. Diciamolo con chiarezza: da quindici anni in Toscana, con gli assessorati all’ambiente in mano ai Verdi, siamo arrivati ad una situazione di immobilismo. E intanto i rifiuti sono cresciuti a dismisura: dal 1999 al 2004 la produzione è cresciuta del 18,4%, passando da 2,1 a 2,5 milioni di tonnellate. I toscani sono quelli che in Italia producono più rifiuti: 2 kg. a testa ogni giorno». Perché? «Soprattutto perché da noi ci sono molti turisti». Dove finiscono questi rifiuti? «Il 76% viene smaltito nelle 21 discariche sparse in tutta la regione. Esse hanno una capacità di smaltimento di 6-7 milioni di tonnellate. Come dire che fra un paio d’anni sono all’esaurimento. Diciamo entro il 2010». Possono essere individuate altre discariche. «A parte che la protesta delle popolazioni non è minore per intensità a quella che si manifesta per i termovalorizzatori, c’è soprattutto da osservare che la linea dell’Unione europea non è favorevole alle discariche». E la raccolta differenziata? «Dal 2004 siamo fermi al 33%. Ma soprattutto il problema è che il mercato del riciclo si è rivelato un flop. La Revet di Empoli, come ha segnalato anche il vostro giornale, è piena di oggetti invenduti». Gli inceneritori ci sono già. «Troppo piccoli e tecnologicamente non sempre all’altezza. Oggi bruciano solo l’8% dei rifiuti prodotti. Dobbiamo costruire invece tre grandi termovalorizzatori che, come a Brescia e in molte città europee, brucino i rifiuti e producano energia». I cittadini hanno paura. «Sbagliano. Riguardo a quello che si dovrebbe costruire nella piana fiorentina, l’Arpat ha documentato che produrrebbe solo il 2% per cento di nanoparticelle mentre le auto ne producono il 60%, le industrie il 19%, le combustioni domestiche il 7%». Intanto il 2010, la data in cui le discariche andranno a esaurimento si avvicina. «Da qui il mio allarme. Per costruire un termovalorizzatore occorrono 3-5 anni. E noi siamo ancora a discutere se farli o meno...».

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