Detestiamo chi imbratta le cose di tutti e quelle degli altri. Ci piace l'arte povera e la cultura metropolitana. Ci uccide l'ignoranza repressiva di questo sciagurato e retrogrado governo. MV
E ora tocca ai writer
Berlusconi annuncia che il prossimo consiglio dei ministri approverà il decreto, l'ennesimo, che prevede il carcere per i graffitari. Mentre le proteste degli studenti dilagano in tutte le città
Alessandro Braga
Adesso resta solo da capire chi attaccherà Silvio Berlusconi la prossima volta. Nei primi mesi di governo non ha risparmiato nessuno: extracomunitari e rom. Manifestanti antidiscariche. Gli studenti che occupano le scuole (contro cui vuole usare la polizia), la scuola in generale (col decreto Gelmini). I magistrati.
Ieri, se l'è presa con i writers, i graffitari. Per essere più precisi, con «gli imbrattatori di muri». Ché, per lui, non sono altro che quello. Non è la prima volta che il premier prova ad andare contro «quelli che sporcano i muri». Due settimane fa aveva già proposto la galera per inquinatori, gente che butta scaldabagni o vecchi frigoriferi per strada e, appunto, «imbrattatori di muri». Ma si era trovato a fare i conti con i suoi stessi ministri, che frenavano il suo impeto giustizialista: «È un cambiamento troppo grande, meglio pensarci bene», gli avevano detto in particolare Maroni, Matteoli e Stefania Prestigiacomo. E lui, Berlusconi, deve averci pensato bene. Tanto bene che ieri ha riproposto la stessa ricetta: «Venerdì, nel corso del consiglio dei ministri, faremo un decreto per introdurre il reato e delle pene per chi imbratta muri e negozi» ha detto il premier. Perché l'Italia, «dopo la tragedia di Napoli, deve recuperare la sua immagine, soprattutto all'estero». Insomma, basta usare i guanti nei confronti di chi sporca ovunque. Edifici, monumenti, mezzi pubblici. Poi, che qualcuno di questi sia più facilmente catalogabile nella casella artisti più che in quella vandali, poco importa. Quando c'è da usare la mano pesante non si può certo stare a guardare certe sottigliezze. Molto meglio dei «bei» muri grigi che tutti quei murales multicolori. Se poi le scritte appaiono dopo le manifestazioni di quei «facinorosi» aizzati dalla sinistra, peggio ancora: in un paese civile, che rinchiude i migranti nei Cpt e gli vorrebbe pure prendere le impronte digitali, sarebbe davvero impensabile l'idea di poter ancora vedere in giro scritte tipo «Peace and love» (contro la guerra) o «Fuori i preti dalle mutande» (contro l'abolizione o la modifica della legge 194 sull'aborto).Meglio modificare l'articolo 639 del codice penale, che già prevede sanzioni per i writers, ritenute probabilmente troppo leggere. Per gli imbrattatori oggi la sanzione prevista, che scatta solo in caso di querela, è una multa di 103 euro. Solo se il reato è commesso ai danni di edifici di interesse storico o artistico o su immobili del centro storico, allora scatta la reclusione fino a un anno e una multa di 1032 euro. L'idea di Berlusconi è di portare fino a 30mila euro la sanzione o infliggere una pena alternativa al colpevole: arresti domiciliari o lavori di pubblica utilità. Inoltre sarebbero previsti più poteri ai comuni per dotarsi di telecamere in modo da riprendere eventuali illeciti, non solo ai danni di edifici pubblici o sotto tutela dei beni culturali, ma anche di privati ripetutamente colpiti dai graffitari. E comunque, se il premier non dovesse riuscire nel suo intento, come al solito a colpi di decreto, al momento all'esame delle commissioni di Camera e Senato ci sono ben sette proposte di legge a riguardo. Tutte, ovviamente, che mirano a un giro di vite nei confronti dei writers e a un inasprimento delle pene. La più severa quella depositata a Montecitorio da Siegfried Brugger, presidente del gruppo misto, insieme a due colleghi delle minoranze linguistiche, Rolando Nicco e Karl Zeller, che chiede la reclusione fino a 6 mesi e una multa da 500 a 1500 euro per gli «imbrattatori semplici». Se invece lo sciagurato dovesse aver sfogato la sua «furia artistica» su un edificio di interesse storico, allora si arriverebbe a due anni di galera, fino a 5mila euro di multa e l'obbligo di ripulire a proprie spese quanto deturpato. Insomma, writers di tutta Italia siete avvisati: occhio a girare anche solo con un pennarello in tasca.
Nessun commento:
Posta un commento