Perché il risparmio non è "solo" quel 10% sul prezzo finale, ma su tante altre voci che non sono immediatamente visibili o monetizzabili dal singolo, ma di vantaggio per tutta la comunità...
MV
da il Tirreno del 26/10/08
A Montevarchi un’esperienza pilota con banchi quotidiani
I mercati fanno bene ai contadini
Per i consumatori prodotti più sani ma risparmi solo del 10%
A dicembre aprirà a San Miniato E poi Borgo a Buggiano e Porcari. Con controlli anti furbi
ROBERTO BERNABÒ
La filiera corta, con il piccolo produttore che salta ogni intermediario e arriva direttamente alle tavole dei consumatori, è il modello più citato di questi tempi. E al Salone del Gusto di Torino, che chiude i battenti domani, i «mercati della terra», presenti e futuri, si sono messi in mostra. Qui in mezzo ai presidi di mezzo mondo, al meglio dell’agroalimentare del pianeta, sotto le parole d’ordine del «buono, pulito e giusto», c’è voglia di provare a forzare le regole del commercio, dimostrare che una rete di vendita diversa è possibile e per chi lavora nella terra rappresenta l’opportunità di un futuro più redditizio. A Montevarchi, dove l’hanno capito per primi, oggi sono una sessantina le aziende ogni giorno ospitate nei 300 metriquadrati del mercato coperto ristrutturato da Comune e Regione con un investimento di 200mila euro. Ci sono le classiche fattorie toscane che offrono olio e vino, ma anche 25 produttori che portano frutta e verdura secondo il ritmo della stagione. Arrivano presto al mattino, scaricano e tornano nei campi. Poi ci pensa una cooperativa di ragazze a vendere per tutti trattenendo il 10%. Il risultato è che qualcuno che prima coltivava per hobby, oggi ne ha fatto un lavoro contando su quei 150 clienti che ogni giorno vanno lì a rifornirsi.
Nel «mercato a chilometri 10» - è questa la distanza media tra i campi dei produttori e piazza dell’Antica Gora - gli agricoltori strappano infatti un prezzo decisamente migliore che può arrivare anche al doppio di quanto offerto dalla tradizionale catena di distribuzione. Esemplare il caso del latte: nei distributori costa 1 euro al litro mentre vendendolo alle centrali gli allevatori incassano 40 centesimi. E il consumatore, i clienti giornalieri di Montevarchi cosa ci guadagnano? «L’affare è per tutti. Noi otteniamo un prezzo giusto, il consumatore un prodotto fresco, sano, che arriva da pochissima distanza e non fa centinaia di chilometri, che si conserva molto più a lungo. Direi che risparmia tra il 5 e il 10% senza calcolare gli altri valori che dicevo, inquinamento ambientale compreso», spiega Noferi. Siamo lontani insomma da quel 30% spesso rilanciato da Coldiretti, grande sponsor della filiera corta, ma i vantaggi restano moltissimi. Non solo: per evitare che qualcuno faccia il furbo a Montevarchi il Comune si è accordato con Federconsumatori che ogni settimana monitora i prezzi di grande distribuzione, piccoli negozi e mercato dei produttori e offrire così dei riferimenti. Chi ricarica troppo sul prezzo è avvisato.
Sarà invece mensile il mercato di San Miniato che allunga la serie toscana. Inaugurazione fissata per il 7 dicembre e poi dal 20 dicembre sarà ospitato ogni terzo sabato in piazza Dante. Trenta gli spazi per coltivatori e allevatori che porteranno ortofrutta, formaggi, salumi e carne di vitello, racconta Ivana Strozzalupi, fiduciaria locale di Slow food. «Abbiamo allargato a produttori che sono nel raggio di trenta chilometri per offrire più varietà». A Porcari invece la cooperativa L’Umbria già fa vendita diretta per sé e per altri piccoli produttori in attesa di un mercato comunale in via di progettazione. Così, come a Borgo a Buggiano dove è atteso per la primavera
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