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La mer, la fin...

giovedì 30 ottobre 2008

Scuola. Lettera della consigliera Ciambellotti

Sul tema della riforma scolastica, riprendiamo da Il Tirreno la lettera della consigliera comunale Maria Grazia Ciambellotti (PD) in risposta a Rita Pieri (PDL).
MV

La minestra riscaldata del ministro sul maestro unico e sul tempo pieno

Nonostante l’impegno, tentativo inutile. Rita Pieri ci comunica che, preoccupata dalla agitazioni promosse da genitori e da operatori della scuola, si è recata a Roma per avere rassicurazioni sui disastri che il ministro Gelmini sta compiendo. Rassicurazioni non ne ha avute. Infatti il ministro ha ripetuto una minestra riscaldata promettendo cose non vere come la garanzia del mantenimento, anzi dell’ampliamento del tempo pieno nella scuola primaria. Peccato che il testo del decreto legge dica altro. All’art. 4 infatti prevede che negli obiettivi di contenimento delle spese posti dal Decreto legge 112 “è ulteriormente previsto che le istituzioni scolastiche costituiscono classi affidate ad un unico insegnante e funzionanti con orario di 24 ore settimanali.

Nei regolamenti si tiene comunque conto delle esigenze, correlate alla domanda delle famiglie, di una più ampia articolazione del tempo-scuola”. Ed ecco poi che lo schema di piano programmatico ci spiega che, sempre tenuto conto della domanda delle famiglie, può verificarsi la possibilità di avere un’aggiunta di orario fino a 30 ore con attività opzionali facoltative e anche altre 10 ore di tempo comprensive di mensa “nei limiti dell’organico assegnato, integrabile con le risorse disponibili presso le scuole”. La realizzazione del tempo scuola di “40 ore” è così condizionato dalla presenza di risorse umane e finanziarie (e tutti sappiamo che la scuola da anni geme su questo!) che la preoccupazione di famiglie e docenti è ben giustificata. Occorre poi spiegare bene (e i genitori lo sanno) che tempo pieno e tempo scuola di “40 ore” non sono la stessa cosa. Il tempo pieno è un modello di scuola, studiato ed apprezzato a livello internazionale, “tempo pieno di esperienza di apprendimento per tutte le 40 ore”; la classe è affidata a due insegnanti che con pari titolarità e pari responsabilità organizzano le attività delle varie materie, tutte importanti, tutte legate al programma, al curricolo scolastico. Il tempo scuola di “40 ore” prevede l’insegnante unico titolare per 24 ore con la responsabilità dell’intero programma scolastico, più l’intervento di altri docenti che integrano con altre attività (non curricolari) che possono essere anche facoltative per gli alunni (e quindi si perde l’unità della classe e si possono realizzare gruppi misti di più classi). Un modello di “vera scuola” al mattino con un tempo di “altro” nel pomeriggio che ci riporta indietro nel tempo. Riguardo al modello del maestro unico per 24 ore, sempre lo schema di piano programmatico, ci spiega che “appare più funzionale all’innalzamento degli obiettivi di apprendimento”. Non si capisce come meno scuola possa produrre più apprendimento. Ma si dimentica che le 33 ore del modulo e le 40 del tempo pieno sono state un’esigenza negli anni ’80 per meglio rispondere all’aumento del contenuto dei programmi e all’inserimento di nuove materie scolastiche.
Maria Grazia Ciambellotti

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