Via libera agli appartamenti negli ex stanzoni
Grazie alle nuove regole urbanistiche il cambio di destinazione sarà più facile
Si potrà ricostruire sulla base della superficie e non più del volume
PRATO. Gli scricchiolii del piano Secchi si sono fatti sentire nel corso degli ultimi anni e in attesa del nuovo piano strutturale l’amministrazione comunale ha ritenuto di apportare alcune modifiche al regolamento urbanistico in modo da semplificare determinate procedure che ormai si sono rivelate anacronistiche. La variante al regolamento urbanistico, accompagnata dal piano delle funzioni, approdata ieri pomeriggio in consiglio comunale, a partire da oggi dovrebbe offrire maggiori opportunità a chi vorrà costruire nuove abitazioni o ristrutturare ex fabbriche. Una maggiore disinvoltura operativa non disgiunta però da una forte attenzione alla riduzione dei carichi urbanistici nelle zone a più alta densità abitativa.
L’obiettivo, oltre a quello di spalancare le porte a nuove idee architettoniche, è quello di far respirare maggiormente la città: «C’è bisogno di piazze, giardini e parcheggi - ha detto l’assessore all’urbanistica e al piano regolatore, Stefano Ciuoffo - e questo senza mortificare i progetti di iniziativa privata. Anzi: le vere trasformazioni urbanistiche si possono avverare solo in presenza delle risorse economiche garantite dai privati. E se c’è una prospettiva di sviluppo per la città metropolitana questa non può che essere a Prato».
Gli ex stanzoni trasformati in abitazioni. D’ora in poi sarà più facile compiere questo passo perché, sotto i 2mila metri quadri, non varranno più i vecchi criteri del piano Secchi che imponeva il mantenimento della fisionomia dell’edificio produttivo. La città fabbrica, insomma, ha fatto il suo tempo. E tranne casi eccezionali a cui può essere affidato il compito di conservarne memoria, per il resto si può tirare diritto. «Era un criterio obsoleto - afferma l’assessore Ciuoffo - che ha imposto volte nelle stanze e finestre che si affacciano su cortili. Una visione soffocante che non migliora la qualità della vita».
Una maggiore elasticità in cambio di una riduzione dei volumi. Infatti non si terrà più conto della volumetria ma della superficie. Se in pratica prima una fabbrica di mille metri quadri, alta 6 metri, poteva diventare 2.000 metri quadri di appartamenti e uffici, raddoppiando le superfici, oggi non sarà più così. «Questo consentirà di abbattere la volumetria del 40%-50%. - spiega l’assessore Ciuoffo -, combattendo così la rendita. Non si può continuare a far nascere decine di miniappartamenti di 30 o 45 metri quadri. Stimiamo che la riduzione sia di almeno 2,5 milioni di metri cui di edificato in meno. Avremo però tanta qualità in più».
Stop ai frazionamenti residenziali. Troppi miniappartamenti. Una tipologia di alloggio che non è più in sintonia con l’andamento demografico della città. E’ giusto riservare quote di appartamenti piccoli alle persone che vivono sole, come gli anziani, ma il Comune ha deciso di porre un limite alle nuove costruzioni. Fermo restando il tetto dei 30 mq, come superficie minima, la media degli alloggi di un nuovo palazzo dovrà essere superiore ai 50 metri quadri. Insomma, su due appartamenti uno potrà anche essere di 30 mq ma l’altra dovrà essere forzatamente di 70 metri quadri. Con particolare attenzione ad un’adeguata superficie riservata ai posti auto. Stop quindi agli alveari zeppi di monolocali.
Edilizia sociale. E’ previsto un bonus di superficie a chi riserva il 20% degli alloggi a canone calmierato. Chi lo farà potrà contare su una maggiore capacità edificatoria: più il 10%. «La nostra speranza è anche quella - aggiunge l’assessore Ciuffo - di vedere che l’edilizia sociale non viene ghettizzata in alcune zone della città ma viene estesa all’intero territorio».
Verde e parcheggi. Raddoppiano gli standard urbanistici, i metri quadri per parcheggi e aree verdi per ogni metro cubo di cemento, da un lato aumentandoli (da 21,45 a 26,21 mq/abitante) e dall’altro non consentendo più di ridurli del 50% nelle zone edificate. Inoltre, in presenza di spazi ristretti, verde e parcheggi potranno sorgere anche in aree limitrofe. Il Comune riscuoterà gli oneri e li dirotterà su un fondo destinato a questo scopo. Il Comune quindi monetizzerà e reinvestirà per nuovi spazi collettivi.
Cambio di destinazione più facile. E’ questo quanto prevede il piano delle funzioni (compatibili). La città è stata divisa in cinque grandi aree (luoghi centrali, ambientale, residenza, produzione e mobilità) all’interno delle quali ci sarà una maggiore elasticità nel passaggio da una destinazione all’altra: da residenziale a direzionale, da produttivo a terziario. Un ufficio potrà trasformarsi più facilmente in appartamento (in assenza di opere senza il bisogno di alcuna comunicazione amministrativa), un ex capannone potrà diventare una palestra.
Depositi all’aperto. Le ditte edili e di legnami avevano chiesto di poter disporre più liberamente di terreni che in origine avevano la destinazione agricola, per poter adibirli a depositi di attrezzature o materiali. La variante al regolamento urbanistico le accontenta. Dovranno essere di dimensioni limitate, provvisti di recinzioni e non troppo vicini gli uni agli altri. La sperimentazione durerà un anno e poi si tireranno bilanci».
Variante alla Declassata. Le quaranta osservazioni pervenute sono al momento all’esame degli uffici tecnici. Presto arriveranno in commissione urbanistica.
Giovanni Ciattini
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