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da il Tirreno del 23/10/08
I presidi hanno scelto il dialogo
Per chi ha occupato nessuna punizione e niente 5 in condotta
Al massimo qualcuno potrà tagliare parte dei giorni previsti per gite o ponti
FRANCESCA GORI
PRATO. Del da farsi con i loro studenti, una volta tornati in classe, i presidi delle superiori pratesi ne parleranno domani mattina in un’assemblea, durante la quale decideranno una sorta di linea comune. Ma già ieri il pugno duro era lontano anni luce da quelle che saranno le loro decisioni. Perché se nessuno di loro condivide l’occupazione tutti hanno già scelto la via del dialogo.
Con qualche differenza. C’è infatti chi pretenderà soltanto la giustificazione per gli assenti e chi invece toglierà qualche giorno alle gite o ai giorni di ponte.
Ma a nessuno dei presidi passa per la testa di appioppare il famigerato 5 in condotta agli studenti in rivolta e tantomeno di minacciarli di invalidare l’anno scolastico. Anche perché, spiegano, queste decisioni non spettano soltanto a loro, ma all’intero consiglio di classe.
Che l’occupazione sia maldigerita ai presidi è cosa nota. Al Datini, la linea scelta dagli studenti è stata quella dell’autogestione. «I ragazzi non solo hanno organizzato forum e gruppi di studio - dice il preside Roberto Paganelli - ma anzi, hanno dato una lezione a chi pensava che durante l’autogestione distruggessero la scuola imbiancando alcune aule». Paganelli, che ha scelto la linea morbida con i suoi studenti, ha deciso di convocare un collegio docenti straordinario. Per decidere il da farsi una volta sospesa la protesta. «Ma già ora - dice - mi sento di escludere sanzioni disciplinari. Anche perché i ragazzi sono rimasti a scuola fino alle 19, e sebbene l’autogestione abbia rallentato l’attività didattica, hanno permesso a chi frequenta i corsi serali di seguire le lezioni». Che chi occupa commette un reato, lo ha detto più volte agli studenti anche Mariagrazia Tempesti, la preside del Gramsci-Keynes. Ma loro, hanno deciso di andare avanti lo stesso. «Sono ben organizzati - dice la preside - spazzano, puliscono se sporcano la scuola e soprattutto hanno un servizio d’ordine per tenere fuori da scuola droghe e alcol. Da questo punto di vista si stanno dimostrando responsabili. Ma noi siamo chiamati anche a dar conto ai genitori di quel che succede all’interno della scuola, perché sono preoccupati per questa situazione». La giustificazione comunque, sarà chiesta anche agli studenti del Gramsci-Keynes. «Altre decisioni saranno prese dal consiglio - aggiunge - Ma non dimentichiamo che la preoccupazione per questa riforma non riguarda soltanto gli studenti, ma tutti i docenti e anche noi dirigenti». Qualche altro giorno di occupazione anche al Marconi, dove il preside Stefano Papini, pur non lamentandosi del comportanmento dei suoi studenti, ribadisce che l’occupazione, è comunque illegale. «Ma è anche vero - dice - che se una legge non viene fatta rispettare dall forze dell’ordine, noi presidi non possiamo metterci la spilla di sceriffo». Meglio parlare con i ragazzi e proporre loro forme di protesta alternative. «Andare a sanzionarli non porterà frutti - dice - l’unica cosa che potremmo decidere di tagliare sono i giorni di ponte o qualche gita». Al Copernico, dove studenti preparatissimi stanno gestendo al meglio l’occupazione, l’unica “ritorsione” prevista dalla preside è l’annullamento dei giorni di Agorà. «Sono 4 giorni che gli studenti hanno a disposizione per dibattiti e forum - dice Lucia Napolitano - ma avendo anticipato a questo mese la stessa attività, a febbraio salteranno l’Agorà».
Sulla stessa linea anche il preside Francesco Rossi, alla guida del Buzzi, la scuola che ha capitanato la rivolta. «I miei studenti conoscevano bene il decreto e hanno dimostrato na grande maturità - dice - e anche se di fronte all’occupazione di una scuola siamo costretti a fare buon viso a cattivo gioco perché è una cosa pericolosa e un gesto estremo, abbiamo deciso di non prendere provvedimenti disciplinari».
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