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La mer, la fin...

martedì 21 ottobre 2008

Inceneritore. Ci risiamo...

Ci risiamo... Ancora il "termovalorizzatore" come rimedio al grande male dei rifiuti. A questo giro, portano pure le "altre esperienze europee", per giustificare la "necessità" (mai del tutto affermata, ma sempre lì, pronta ad uscire) della costruzione anche a Prato di un impianto del genere.
Si cita Vienna, Bilbao, Lille, Dusseldorf... dove la raccolta differenziata è addirittura più bassa che da noi... Ma ci si dimentica di San Francisco - giusto per fare un esempio caro alla rete dei Rifiuti Zero. Ci si dimentica di Vedelago, per il trattamento delle materie plastiche. Ci si dimentica che ci sono comuni in Italia che riescono a differenziare almeno il 50%, ed alcune viruose realtà arrivano al 70% ed oltre.
Onestamente, ci sentiamo un po' presi per il naso, da Benigni e De Girolamo.. Altro che studi!
MV
da il Tirreno del 21/10/08
Il termovalorizzatore unico rimedio Il Cispel mette in guardia: «Senza impianti c’è l’emergenza rifiuti»
L’impianto pratese resta condizionato al funzionamento di quello fiorentino

PRATO. Un termovalorizzatore grande a Firenze e uno, di dimensioni minori, a Prato. Il primo, si farà di sicuro. Per il secondo, quello pratese, tutto dipenderà dalla verifica sulla produzione e sullo smaltimento dei rifiuti fissata da qui e poco meno di due anni. Soltanto dalla costruzione degli impianti, però, pratesi, pistoiesi e fiorentini eviteranno un’emergenza rifiuti. Lo ha ribadito il presidente di Cispel Toscana, Alfredo De Girolamo, ieri mattina in città, al teatro Magnolfi, per partecipare al confronto sul tema rifiuti con altre quattro aree metropolitane europee. Dall’incontro è del resto emerso che anche in Germania, in Spagna, in Francia e in Spagna si fa la raccolta differenziata. Ma senza considerarla, parola degli amministratori di Vienna, Dusserdolf, Lille e Bilbao, la soluzione a tutti i mali. Anzi, i numeri in tre casi su quattro sono inferiori a quelli medi delle tre province di casa nostra, quasi appaiate a Vienna. La capitale austriaca, a sua volta, pur con un 34 e passa percento di differenziato non rinuncia al suo, ormai noto, inceneritore in centro.
Impressioni chiare, a cominciare dalla necessità di snellire normativa e iter che riguardano il ciclo dei rifiuti, sono quelle ricavate dal presidente di Asm, Adriano Benigni, al termine della tavola rotonda alla quale ha preso parte attiva insieme ai colleghi delle quattro realtà europee invitate in città. «Mi è sembrato chiaro che anche all’estero ci sia una forta presenza del pubblico nella gestione dei rifiuti - ha osservato Benigni - Ci troviamo di fronte ad affidamenti diretti e, a differenza di quanto accade in Italia, a una normativa più semplice. È poi fondamentale ricordare che loro costruiscono gli impianti, senza porsi l’obiettivo di una raccolta differenziata esasperata. Certo, la fanno ma senza affidarle un ruolo particolare. Mi pare che tutto sommato, da queste realtà assai simili alla nostra area metropolitana, possiamo imparare qualcosa. I presupposti per evitare un’emergenza rifiuti sono almeno due: una semplificazione normativa e che si riesca a costruire gli impianti». Infine una nota che non dispiacerà ai cittadini. «Nonostante tutto, i nostri costi sono più contenuti rispetto a quelli degli altri».
Per tornare a De Girolamo, il convegno “La gestione dei rifiuti nelle aree metropolitane” gli ha permesso di attaccare quella che - riassumendo - ritiene la stortura di una visione “ideologica” della raccolta differenziata. Carte alla mano, compreso uno studio, il presidente di Cispel ha dichiarato che «negli altri Paesi Europei l’attenzione dei soggetti pubblici e delle aziende è concentrata sul tasso di recupero generale, di materia e di energia, di cui la raccolta differenziata è una parte. Questo ci conferma che l’accanimento tutto italiano di volere per forza e cioè per legge, il raggiungimento del 65% di raccolta differenziata dei materiali appare un po’ forzato, anche considerando la difficoltà oggettiva e gli alti costi di sistema necessari per raggiungere quell’obiettivo». Largo agli impianti, insomma. Anche perché «le discariche regionali della Toscana saranno al limite entro un paio d’anni e non c’è più un giorno da perdere».
Fabio Barni
PRATO.
Questo il confronto tra la nostra area metropolitana e quelle di Vienna, Dusseldorf, Lille e Bilbao.
Abitanti: Vienna 1.650.000; Dusseldorf 582.000; Lille 1.107.043; Bilbao 1.139.183; Fi-Po-Pt 1.497.584.
Rifiuti per abitanti (kg.): Vienna 556,15; Dusseldorf 623,92; Lille 678,47; Bilbao 590,04; Fi-Po-Pt 703,58.
Variazione produzione rifiuti (2002-2006): Vienna +1,02%; Dusseldorf -0,83%; Lille -1,10%; Bilbao +1%; Fi-Po-Pt +1,96%.
Spesa media per famiglia (dati disponibili): Dusseldorf 550 euro; Lille 450; Fi-Po-Pt 205 euro.
Raccolta differenziata: Vienna 34,7%; Dusseldorf 25,74%; Lille 21%; Bilbao 21,94%; Fi-Po-Pt 33,33%.
Numero termovalorizzatori e tonnellate/abitanti trattate: Vienna 3 (0,42); Dusseldorf 1 (0,77); Lille 1 (0,32); Bilbao 1 (0,21); Fi-Po-Pt 5 (0,24).

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