All’attenzione della Ministra della Pubblica Istruzione, e per conoscenza al presidente della Repubblica, al dirigente scolastico del Liceo scientifico statale Carlo Livi, all’assessore alla Pubblica Istruzione della Regione Toscana.
In seguito ad un’accurata lettura dei decreti-legge 133 e 137 e una lunga discussione affrontata nella nostra scuola (Liceo Scientifico Statale Carlo Livi, Prato) volevamo esporle le conclusioni a cui siamo giunti. Gli aspetti che ci hanno creato maggiore preoccupazione sono i seguenti: 1. I nostri insegnanti di storia e di diritto hanno sempre insistito sull’importanza del Parlamento, soprattutto nella sua struttura bicamerale, come organo di forza della democrazia del Paese. A questo proposito non riusciamo a capire come una riforma così complessa e che investe un settore fondamentale dello Stato, possa fare a meno del dibattito parlamentare. 2. Nell’elaborazione di questa legge non sono stati presi in considerazione i suoi principali destinatari (insegnanti e studenti).
3. Poiché abbiamo tutti un ottimo ricordo della scuola elementare con due o più maestri, o del tempo pieno con tutte le sue attività, esprimiamo il nostro dissenso per quello che la Sua riforma prevede per la scuola elementare che, a nostro avviso, rappresenta un ritorno al passato che non tiene conto dell’evoluzione della società e delle persone. Non riusciamo a pensare ad una scuola pubblica in cui le ore del pomeriggio (che ogni scuola valuterà se e come effettuare) siano scollegate dalla didattica della mattina. Le nostre famiglie sono preoccupate quanto noi per la ricaduta di questa riforma.
4. Verranno modificati i curricoli di studio e i quadri orario nella scuola secondaria superiore, senza che ci sia un coinvolgimento dei soggetti interessati. Chi sono gli esperti di didattica che si occupano di questi cambiamenti? 5. Passiamo all’università, che per uno studente del liceo è il naturale completamento degli studi: qui vediamo tagli alla ricerca, aule sempre più affollate, aumento delle tasse e, ciliegina sulla torta, il passaggio dall’università a fondazione. Quale sarà il nostro futuro? Lo scenario finale di questa tragedia legislativa è tradimento dello spirito della Costituzione Italiana; smantellamento della scuola pubblica; 200.000 persone disoccupate; molta più ignoranza nella popolazione. Le chiediamo perciò di bloccare l’attuazione delle leggi sopra citate e di avviare invece una discussione ampia e approfondita che porti a provvedimenti adeguati per ottenere un effettivo miglioramento del sistema scolastico italiano.
Gli alunni del liceo scientifico Livi
1 commento:
Giorgio M. Liceo scientifico statale Carlo Livi Prato
Ragazzi, concordo con voi in questa lettera, ma il ministro Gelmini c'entra ben poco con questa protesta. Lei ha fatto solo la 137 e dubito che l'abbia scritta Lei, l'ha solo firmata. Sono altri due i direttori della riforma, il ministro dell'economia Giulio Tremonti e il presidente Berlusconi. Per quanto riguarda il presidente della repubblica Napolitano, sappiamo tutti che ha un passato di partigiano e comunista, eppure ha firmato tutte le leggi presentate dal governo e se ne è lavato le mani ripetendo che non può fare niente(nessuno si è chiesto che fine ha fatto la lettera che gli hanno consegnato gli alunni della Sapienza?).
Quindi vi dico che serve a ben poco scrivere una lettera che sappiamo benissimo finirà nel dimenticatoio, ma anzi è ben più costruttivo invitare la triade(Berlusconi, Tremonti, Gelmini) a parlare nella nostra scuola o in altro loco con rappresentanti di ongi scuola italiana per arrivare ad un'accordo pacifico.
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