TANTI INTERESSI PRIVATI NON FANNO UNA CITTA'!

La mer, la fin...

mercoledì 25 giugno 2008

Comunità Montane. La Sinistra riduce il danno.

Firenze 25 giugno ‘08
Legge sulle comunità montane. Il comunicato congiunto dei gruppi della Sinistra in Consiglio Regionale: PRC, PdCI, Verdi, SD.

I capigruppo: abbiamo approvato una legge che `riduce il danno`

Siamo di fronte ad una legge di “riduzione del danno” in quanto senza di essa – a causa della legge finanziaria 2008 – avremmo assistito ad un taglio delle comunità montane estremamente piu’ pesante e generalizzata. Un cappio al collo quindi, che ci spinge ad esprimere un voto positivo alla medesima, registrando però un irrigidimento da parte delle altre forze politiche di maggioranza rispetto agli emendamenti che avevamo presentato in Commissione – in quella sede condivisi – che andavano a migliorare la legge stessa proponendo una riforma piu’ complessiva e superando alcune criticità presenti nel testo, quali la questione della provincialità dell’ambito delle comunità, che veniva proposto tramite i nostri emendamenti di superare.
Così i presidenti dei Gruppi della Sinistra in Consiglio Regionale Monica Sgherri (PRC), Mario Lupi (Verdi), Marco Montemagni (Pdci) e Alessia Petraglia (SD) in merito alla discussione e votazione in aula della legge di riforma e riduzione delle comunità montane. Adesso rimane tutta la necessità di rilanciare le politiche della montagna, nella quale le comunità montane abbiano un ruolo sempre piu’ efficace, affinché quelle aree siano elemento propulsore di sviluppo basato sulla qualità ambientale, della vita, esempio e sperimentazione di nuovi modelli di sviluppo. Condividiamo quindi la richiesta dell’apertura di un tavolo di confronto con tutte le realtà istituzionali interessate, richiesto dall’associazione della comunità montane, nel quale sviscerare le problematiche legate alla necessità di una riforma vera, necessità resa piu’ urgente anche dallo sciagurato progetto annunciato dal governo nazionale, che prevederebbe la mera totale soppressione delle comunità medesime.
Razionalizzazione quindi sì, ma per dare maggior forza ai territori legati alla montagna – come esplicita il Piano Regionale di Sviluppo - e non semplicemente una cancellazione fine a se stessa che provocherebbe danni non soltanto alle popolazioni direttamente interessate ma a tutti i cittadini.

Nessun commento: