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La mer, la fin...

mercoledì 11 giugno 2008

Fronte del (l'Inter)Porto

da il Tirreno del 11/06/08

Se l’Interporto non decolla non diamo la colpa alla Dogana

Egregio direttore, da attento lettore del suo giornale ho seguito in questi ultimi giorni il dibattito che si è sviluppato sull’Interporto per la Toscana centrale e nel cui contesto è stata chiamata in causa la Dogana. Certamente l’argomento su cui si è incentrato il dibattito - di ritardi più o meno responsabili sullo sviluppo dell’area interportuale - non ci appassiona affatto e ancora di meno ci appassionano i toni usati per affrontarlo. Tuttavia non possiamo restare insensibili ai riferimenti fatti verso la Dogana che riguardano due temi sui quali riteniamo di dover esprimere il nostro punto di vista.
Il primo di questi temi è relativo alla concessione dell’immobile (si dice del valore di 5 milioni di Euro) che ospita la Dogana all’interno dell’Interporto. Il secondo è quello relativo a presunti disservizi cui si fa riferimento nella dichiarazione del presidente provinciale dell’Unione trasportatori Fita-Cna di Firenze.
In ordine al primo tema, per amor di verità nei confronti del lettore, ci preme precisare che le cose non stanno esattamente nella maniera esposta dal presidente della Soc. Interporto (e dallo stesso Presidente provinciale dell’Unione trasportatori Fita-Cna di Firenze) ma in maniera del tutto diversa da quella rappresentata, per una non trascurabile circostanza.
Infatti se è vero, come è vero, che la Soc. Interporto ha messo a disposizione in comodato ventennale l’immobile che ospita gli uffici della Dogana di Prato è altrettanto vero che si è sottaciuto, non sappiamo quanto involontariamente, che la concessione non è affatto gratuita bensì è stata prevista dall’Accordo di Programma firmato nel 1999 tra il Ministro delle Finanze pro-tempore, la Regione Toscana, le Province, i Comuni e le Camere di Commercio, di Firenze e Prato, contro la cessione da parte dell’Agenzia delle Dogane, a favore del Comune di Firenze, degli uffici che ospitavano la ex Circoscrizione doganale di Firenze, che all’epoca della sottoscrizione dell’Accordo di Programma aveva un valore di stima di 36 miliardi della vecchia e gloriosa lira.
In ordine al secondo tema, che riguarda i presunti disservizi della Dogana, che allontanerebbero i traffici dall’Interporto di Prato, dobbiamo anzitutto rilevare con assoluta fermezza come le affermazioni del presidente provinciale dell’Unione trasportatori Fita-Cna di Firenze, che respingiamo in toto, ci sembrano del tutto pretestuose e tendono a spostare il baricentro di eventuali responsabilità su chi, in questo caso la Dogana, sulla questione è del tutto estraneo ed esente da qualsivoglia addebito.
Tornando tuttavia all’argomento dei presunti disservizi, che allontanerebbero i traffici dall’Interporto pratese, ci sembra veramente singolare “e come si diceva sicuramente pretestuosa” tale affermazione, tenuto conto della voce da cui proviene. Infatti il presidente provinciale dell’Unione trasportatori Fita-Cna di Firenze, da addetto ai lavori, “dovrebbe” essere al corrente che non sono gli uffici doganali a stabilire dove si debbano svolgere le operazioni doganali ma, guarda caso, a deciderlo sono le compagnie di navigazione e, in particolare, le imprese di trasporti internazionali secondo l’organizzazione della loro logistica.
E che il fenomeno venga fatto apparire come nuovo pone seri interrogativi su quello che è il quadro di insieme su cui si articola la discussione.
Infatti se l’argomento, come si tenta di fare apparire, potrebbe essere nuovo al presidente provinciale dell’Unione trasportatori Fita-Cna di Firenze, la stessa cosa non si può dire per la direzione dell’Interporto alla quale già dal 2005 sono stati forniti da parte della Dogana di Prato i dati di dettaglio circa le quantità di merci aventi come destinazione finale il distretto pratese sdoganate altrove, e gli sono stati perfino indicati i porti nazionali dove esse vengono sdoganate.
Giovanni Ferraro direttore dell’Ufficio delle Dogane di Prato

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