COMUNICATO STAMPA Bruxelles, 18 giugno 2008
Direttiva rimpatri
Frassoni: “Espulsioni: la fortezza Europa si rafforza nell’illusione di chiudere le porte ai migranti”
Il Parlamento ha adottato oggi con un accordo in prima lettura il rapporto Weber (eurodeputato tedesco del gruppo popolare) sulla proposta di direttiva Rimpatri, un testo legislativo il cui obiettivo è quello di fissare degli standard comuni a tutti e 27 gli Stati membri per il rimpatrio di cittadini di paesi terzi che risiedono illegalmente nella Ue.
Con 369 voti a favore; 197 contro, tra cui i Verdi, e 106 astenuti, il Parlamento europeo ha approvato un testo di compromesso con il Consiglio norma che consentirà agli Stati membri di rinchiudere gli immigrati clandestini (sia adulti che minori) in centri di detenzione per un periodo di 6 mesi, prorogabili a 18, vietando loro il reingresso nella Ue per i 5 anni successivi. L’espulsione potrà inoltre avvenire anche verso i paesi di transito, indipendentemente dal fatto che rispettino o meno i diritti umani.
Monica Frassoni, Presidente del gruppo Verdi/ALE, ha cosi’ commentato l’esito del voto:
”E’ davvero grave quanto è successo oggi in aula con l’approvazione del la direttiva “Rimpatri”, che dovremmo chiamare invece “direttiva delle espulsioni”. Ancora una volta, prevale l’illusione che per battere l’immigrazione clandestina bisogna criminalizzare gli immigrati invece che trovare vie legali per l’entrata di persone che sono comunque necessarie per i nostri sistemi economici e sociali. Con il voto di oggi il PE ha rinunciato a esercitare in pieno le proprie prerogative legislative, che pure si era conquistato con tanta fatica. La maggioranza del PE era pronta a trovare un accordo su un testo meno repressivo e meno punitivo nei confronti degli immigrati in posizione irregolare. Ma questa si é poi sottomessa al diktat del Consiglio che ha proclamato che o si trovava rapidamente un accordo sulla base della sua posizione comune o più nulla sarebbe stato sbloccato in materia di misure positive sull’immigrazione legale. Un vero e proprio ricatto.
Nemmeno la prospettiva di spedire dei minori in centri di detenzione, o di espellerli da soli verso paesi terzi e nei quali i loro diritti non sono garantiti, o l’iniquo divieto di rientro per 5 anni per persone che non hanno commesso alcun reato sono riusciti a far ritrovare alla maggioranza degli eurodeputati un sussulto di orgoglio rispetto al proprio ruolo all’interno di un’Unione europea che si vorrebbe fondata sui diritti umani. E’ stato persino respinto un emendamento con cui si chiedeva di garantire l’accesso all’assistenza legale gratuita per gli immigrati clandestini nei centri di detenzione. Non è certo così che rafforzeremo lo stato di diritto in Europa, né riusciremo a convincere i cittadini europei dell’utilità di questo Parlamento.”
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