TANTI INTERESSI PRIVATI NON FANNO UNA CITTA'!

La mer, la fin...

giovedì 15 novembre 2007

"Municipio Verde" - Documento politico per l’Assemblea della Federazione Provinciale dei Verdi di Prato – 17/18 novembre 2007

Documento politico per l’Assemblea della Federazione Provinciale dei Verdi di Prato – 17/18 novembre 2007

“municipio verde”

Il partito dei cittadini ecologisti

Nel quadro politico locale i Verdi sono una piccola forza che è vissuta finora nell’alveo del centro sinistra in maniera satellitare, orbitando intorno ai due partiti che oggi compongono il neonato Partito Democratico e che costituiscono da molto tempo un blocco compatto di potere, radicato ad ogni livello della vita pubblica.
Questo ruolo, che ben poco ha permesso di trasmettere al programma di governo di questa maggioranza, è rimasto negli anni marginale, relegando il nostro partito a rappresentanza di una ristretta élite di appassionati sostenitori della difesa dell’ambiente, ricchi di cultura scientifica quanto pragmatici nell’azione di governo, consapevoli della gravità della situazione quanto possibilisti nell’attuazione di strategie veramente molto deboli di difesa del territorio, della qualità dell’aria, dell’acqua e dei beni comuni.
Questo modo di fare politica, soggiacente all’autoritarismo paternalista del Partito Democratico, degno erede del Partito Comunista, dal lato dell’arroganza e della volontà egemonica, e della Democrazia Cristiana, sul piano delle manovre sotterranee e spartitorie per il controllo dei posti chiave dell’economia pubblica, non ha portato niente ai Verdi.
La nostra forza è rimasta relegata ad una piccolissima percentuale di voti, strutturandosi come una frangia del centro sinistra, capace solo di allinearsi gratuitamente su scelte decisamente difficili da sostenere e praticare per un partito ecologista, ma anche difficilmente spiegabili ad un elettorato popolare che cerchi da noi un po’ di coerenza, di perseveranza, di continuità, nella direzione limpida della difesa dell’ambiente.
Tutti conoscono le incertezze e i balbettii che il nostro partito ha fatto su questioni di enorme importanza locale: la multisala di Capezzana, i tre inceneritori, l’interporto di Gonfienti.
Incertezze che solo la nuova presidenza regionale e il lavoro dei Consiglieri Regionali ha eliminato, spingendo con decisione la federazione pratese verso una strada di decisa e trasparente coerenza.
Queste difficoltà in cui ci siamo dibattuti hanno origini antiche ma sono state volutamente e colpevolmente perpetuate da chi, ancora a questo congresso, si presenta sostenendo tutto e il contrario di tutto, con il solo scopo di accreditarsi presso i centri del potere, ma senza alcuna seria intenzione di arginare il processo di metropolizzazione forzata, l’aumento della popolazione, la riduzione dei servizi, il degrado delle periferie. Né tantomeno di provare a suggerire un disegno, una proposta, che metta al centro del dibattito la nostra visione delle cose e soprattutto la cultura ambientalista.


Sviluppo sostenibile o sviluppo ad ogni costo.

La cultura ambientalista non è presente nel governo del nostro territorio.
Non si scambi l’obbligo che i Sindaci o il presidente della provincia hanno di attuare direttive nazionali o comunitarie, per un interesse reale.
Né è prova il comportamento degli assessori all’ambiente, passati da difensori del patrimonio e dei Beni Comuni a garanti della fattibilità di scempi legalizzati.
Incuranti dell’accresciuta sensibilità dei cittadini nei confronti della vita vegetale, che è vita e dà vita alla città e ai borghi, programmano l’annientamento di giardini monumentali, l’abbattimento di storici filari che danno un carattere ed una particolarità alle nostre strade, migliorano la qualità dell’aria e rendono più umane e gradevoli le nostre attività all’esterno.
I Verdi hanno il dovere di difendere senza incertezze gli alberi e non basta la piantumazione di nuovi individui, dal momento che gli esemplari che si vogliono abbattere costituiscono un Bene Comune già presente, storico, monumentale e affettivo, quindi inalienabile. Ciò vale certamente per la piazza del Mercatale ma anche per i pini di via Roma e non di meno per i platani di Casale.
Fare posto alle auto e consentire una maggiore velocità di transito, abbattendo gli alberi non è e non può essere accettato dai Verdi.
Ma se gli alberi sono i primi a fare le spese di una dissennata politica urbanistica, non di meno gli esseri umani che risiedono nel nostro distretto, sentono peggiorare di giorno in giorno la qualità della loro vita.
Il rapido quanto prevedibile processo di conurbazione dei piccoli centri che perdono la loro natura indipendente per diventare le periferie di una disordinata metropoli piena di quartieri dormitorio e ghetti etnici può e deve essere modificato.
Il fondamentalismo liberista della classe dirigente economica e politica che sembra schierarsi senza indugi e remore per modelli urbanistici tipici di megalopoli di paesi in via di sviluppo, può e deve essere ostacolato e corretto.
Il nostro territorio ha subìto e sta subendo una trasformazione economica che non promette niente di buono per l’ambiente, per la cultura e per le persone.
Da un’economia di trasformazione manifatturiera, il comprensorio pratese viene costretto dalla logica del profitto, così imposta dai grandi poteri finanziari, a diventare “luogo di transitodelle merci, “non luogo” della cultura e “luogo di solo rifugio notturno” delle persone.

I fatti che possiamo brevemente elencare sono noti ai presenti.
Prima di tutto la concessione d’uso o la vendita dei beni culturali e ambientali, siano essi bastioni medioevali, edifici medicei, testimonianze di archeologia industriale, aree verdi o resti della civiltà etrusca.
Secondo elemento, da valutare in una dimensione regionale, il proliferare di infrastrutture quali la TAV, i gassificatori, gli interporti, gli inceneritori. Un tipo di opere, questo che richiede da parte nostra un impegno prioritario di attenzione e di sapienza politica e strategica, giacché se ne tessono innumerevoli e menzognere lodi.
Terzo, lo spazio urbano diventa merce per la rendita fondiaria e la speculazione edilizia e la corsa a chiudere le attività produttive per vendere ai costruttori, capaci di offrire lauti e ben più facili profitti, è inarrestabile.
Unità immobiliari vengono progettate per ogni spazio libero, per finanziare qualsiasi piano o variante di interesse pubblico.
I capitali immobiliari privati, e solo essi, costituiscono la base finanziaria dei piani urbanistici, sottraendo di fatto agli amministratori gran parte dei loro poteri.
Quarto punto, l’immigrazione viene presentata come un problema e su di essa si concentra l’attenzione relativa ai problemi della legalità, della salute, della disoccupazione, mentre allo stesso tempo la si coltiva e si favorisce perché è un’importante risorsa proprio per giustificare l’allargamento della città con la costruzione di nuove case. Così per foraggiare la rendita immobiliare si attira un’immigrazione a scopo di residenza anziché di lavoro, sganciata dal tessuto sociale ed economico del nostro territorio e assente alla vita della città.
Quinto elemento: i servizi sono l’unica componente che non sviluppa in modo proporzionato al resto: i trasporti urbani ancora da piccolo centro, le piste ciclabili orientate più al cicloturismo che all’uso di utilità, la sicurezza sociale e l’edilizia scolastica lasciate all’abbandono e all’improvvisazione, la manutenzione del verde pubblico orientata ad eliminare anziché curare.
Nella nostra provincia i servizi vengono gestiti da società partecipate che sono orientate ad un perenne conflitto di interessi fra i profitti aziendali e l’interesse pubblico. I consigli di amministrazione ormai monocolore, dopo la riduzione del numero dei membri voluto dalla Finanziaria, sono il governo reale della cosa pubblica.
Consiag, Asm, Urban, Sori, Fil, Creaf, Publiacqua, Società Interporto sono solo i nomi più conosciuti, mentre meno conosciuti sono gli intrecci finanziari fra questi enti sempre indirizzati a fare la parte di chi affida il lavoro e di chi lo svolge, di chi paga e di chi riscuote.
Di fatto queste società rappresentano il vero potere politico nella nostra provincia e il veicolo più torbido della partitocrazia.
Ultimo punto ma non meno importante è l’apertura di divertimentifici, quale è la Multisala,la riminizzazione notturna della città (come nel caso dei giardini della Passerella), la rimozione della cultura, vista come ostacolo al divertimento e all’economia (vedi la devastazione della Città Etrusca e i faraonici progetti di scempio dell’Ex Banci), la corsa a sostituire il sole con il solarium, l’acqua con le piscine, la terra con i piazzali di cemento, come nel progetto degli Alcali.
Questo è solo un breve resoconto ma ci aiuta a capire quanta responsabilità ricada sui Verdi, nel compito di arginare questa involuzione sociale e di fare invertire la rotta ai governi locali della Toscana.

Il nuovo Municipio: compiti prioritari.
Il programma che la nuova maggioranza che guiderà la Federazione provinciale dei Verdi dovrà darsi, può essere sintetizzato come qui di seguito.
Costituire un insieme di strutture organizzative tali da permettere il lavoro del partito e la comunicazione con la cittadinanza. Prioritaria è la questione economica e l’acquisizione di una sede, l’istituzione di un sito web e di un numero telefonico.
Gestire il bilancio in modo chiaro e trasparente, creando le condizioni per un rispetto generale delle regole di partecipazione economica, necessario al sostentamento del Partito.

Collegare il lavoro istituzionale a quello del partito
. Riallacciare un rapporto ufficiale e creare unioni di intenti con il gruppo consigliare in Comune. Valorizzare e lavorare accanto all’assessore alle aree protette, facendo tesoro delle cose realizzate e progettando insieme l’ultima parte della legislatura.
Costruire un ruolo forte e peculiare dei Verdi nella maggioranza di governo, partendo dalla nostra agenda politica e dalla nostra forza propositiva senza cedere alla tentazione di fare i gregari davanti alle grandi tematiche ambientali o ad eventi importantissimi come il nuovo piano strutturale di Prato.
Partecipare alla costruzione di una sinistra dell’unione, forte, moderna e democratica, unita nella difesa dei diritti civili e dell’ambiente, autonoma dal centrismo estremista che si finge moderato.
Ascoltare e dialogare, senza alcun intento egemonico o elettorialistico, con la cittadinanza attiva dei comitati, forte dell’entusiasmo e del sacrificio di tanti pratesi democratici che contestano alla politica scelte sbagliate e guidate dagli interessi di pochi, contro il benessere e i diritti di molti. E’ doveroso, come sta facendo la nostra presidenza regionale che si persegua una politica di ascolto e di attenzione a questo fenomeno, che pur rimanendo minoritario nella società civile, è la rappresentanza più sana, più partecipativa, e più impegnata dello scontento popolare nei confronti della politica. Occorre dire anche che dal movimento dei comitati sono emerse conoscenze, idee e anche indignazioni che hanno imposto ai Verdi nuovi approcci e nuove strategie nella difesa del territorio.

Questo è il cambiamento che deve consentirci di arrivare pronti e rinnovati al prossimo appuntamento elettorale, fiduciosi e uniti nella costruzione di un partito più grande, ma più grande perché più coerente, più autonomo e più presente nella vita pubblica.

Nessun commento: