TANTI INTERESSI PRIVATI NON FANNO UNA CITTA'!

La mer, la fin...

lunedì 30 giugno 2008

Tav. Accordo sì ma non sul tunnel.

Bruxelles, Roma 30 giugno 2008
Conclusioni dell'osservatorio tecnico Valsusa
Monica Frassoni e Anna Donati: "Via libera solo alla progettazione preliminare e nessun accordo sulla priorità del tunnel. E' importante lasciare l'opera fuori dalla legge obiettivo e proseguire con il dialogo"
Intesa per avviare una nuova progettazione preliminare dell'opera mentre restano le divergenze sulle modalità di realizzazione e sulla utilità del tunnel di base (parte del progetto TEN n.6): sono questi i punti dell'accordo "Per la progettazione della nuova linea e per le nuove politiche di trasporto per il territorio" uscito dal lungo lavoro dell'Osservatorio tecnico sulla Torino-Lione. Nell'accordo si ribadisce la validità e la necessità di proseguire con il metodo del dialogo e della concertazione e si sottolinea la necessità di attuare immediatamente politiche di traffico che favoriscano la crescita del trasporto ferroviario rispetto al trasporto su gomma, altrimenti gli investimenti non servono a nulla."Dal lavoro dell'osservatorio vengono riconosciute le nostre obiezioni sui dati di traffico, sulla potenzialità della linea attuale, sulla necessità del confronto e della concertazione con le istituzioni locali e sul fatto che il vecchio progetto preliminare adottato con le procedure della legge obiettivo è impattante e deve essere riprogettato con attenzione al territorio della Valsusa e della cintura di Torino.
Ci sembra anche positivo il fatto che oggi tutti lodino il metodo dell'Osservatorio, tanto più perché questo sostegno viene anche da figure (istituzionali e non) che se avessero avuto mano libera tutto avrebbero fatto meno che dialogare con le popolazioni e i sindaci della valle," hanno dichiarato Monica Frassoni, eurodeputata verde ed Anna Donati, responsabile mobilità ed infrastrutture dei Verdi.
"Insomma non si è trovato un accordo sulla priorità "tunnel" e nemmeno sulla necessità di procedere per fasi a partire dal nodo di Torino, ma ci si impegna ad avviare politiche di traffico coerenti ed a lavorare per «progettare la progettazione» attraverso il riconoscimento della necessità di un'unica regia per tutta la tratta. Auspichiamo che il dialogo continui sulla base della proposta dei Sindaci "Fare - Ferrovie Alpine Ragionevoli ed Efficienti" che noi condividiamo - hanno proseguito Frassoni e Donati - e che venga esplicitamente abbandonata la bozza presentata da RFI sulla tratta italiana". "Adesso il lavoro dell'osservatorio passa ai confronto con i comuni ed i cittadini della Val Susa ed al Tavolo Istituzionale con il Governo Berlusconi. Noi riteniamo indispensabile che la Lione-Torino rimanga fuori dalla Legge Obiettivo così come deciso dal Governo Prodi, in modo da poter riprogettare l'opera con criteri ambientali e nel massimo rispetto delle normative europee, e per consentire poteri decisionali per le istituzioni locali, rendendo quindi concreto lo strumento del dialogo e della concertazione". Confermiamo tutte le ragioni - trasportistiche, ambientali e finanziarie- per le quali non riteniamo la costruzione del tunnel di valico prioritaria e utile nelle attuali condizioni. Mentre insistiamo sull'urgenza di interventi infrastrutturali sul nodo di Torino e sul riammodernamento della ferrovia esistente.
Per questi motivi riteniamo fondato l'ordine di priorità e le proposte presentate dai sindaci nel documento FARE, realizzato dai tecnici della Comunità montana Bassa Valdisusa." hanno concluso Monica Frassoni ed Anna Donati.

Territorio. Cementopoli cerca ambientalisti del sì.

Giornate calde in tutti i sensi, si parla di grandi e piccole opere, si parla di Tav e di un possibile accordo, almeno con i sindaci della Val di Susa su un progetto diverso. L'eccitazione per questa possibile svolta, che i NoTav per ora non ci confermano, coinvolge anche Chiamparino, tutto orgoglioso che la politica di dialogo del governo Prodi abbia portato a questo risultato, ma soprattutto che i partiti "estremisti" abbiano perso la loro forza parlamentare. Lega Ambiente scalpita perchè si vada a stringere, almeno si tolgono di mezzo gli scomodi militanti della Val di Susa che non vanno affatto d'accordo con la dirigenza nazionale. Se il governo non chiama i militari, lo fanno loro.

Intanto in Toscana c'è stato il Convegno della Rete dei Comitati per la Difesa del Territorio in cui sono state presentate 109 emergenze. La tesi di Asor Rosa e compagni non è nè nuova nè di loro esclusiva pertinenza: questa regione è in pericolo perchè le amministrazioni locali svendono il territorio per fare cassa e per agevolare gruppi economici che sostengono il partito al potere. Ne consegue che negli ultimi anni si è assistito ad un aumento ingiustificato di costruzioni e ad un proliferare di offese al paesaggio, all'acqua, all'aria e alla terra. Aggiungiamo le varie appaltopoli, i conflitti di interessi, la mancanza di valutazioni di impatto ambientale.
Nel frattempo l'assessore all'urbanistica della Regione Toscana, ci fa sapere sui giornali che con il ministro Matteoli non si trova affatto male e che confida nella sua decisione per l'autostrada tirrenica e per altre meraviglie.
Se avete ricevuto la news letter di Greenreport, organo degli ecodem, vi troverete una raffica di articoli contro i Comitati ("non sono ambientalisti!"), contro i Verdi ("hanno aperto ai comitati, visto dove sono finiti?"), contro gli ambientalisti del No, ed altro da non perdere.
Il livello dei commenti è bassissimo e il Pd Toscano sta inquinando anche qualsiasi discorso sul quale riallacciare un rapporto. Con molta probabilità sentono che la pesca a strascico che stanno praticando, fra i Verdi, sta dando buoni frutti e che molti gamberi finiranno nella padella di Realacci.
Intanto, nonostante i risultati dei lavori per il tracciato Tav in Toscana siano finiti in tribunale con accuse pesantissime, nonostante Campi Bisenzio, Arezzo e Prato tanto per dirne alcune, il partito del presidente Martini va a diritto con la sua logica sviluppista e a autoritaria di aggressione del territorio, E mai un'autocritica.
Municipio Verde

Verdi. Voltiamo pagina.

"Voltiamo pagina e costruiamo i nuovi Verdi".
A Firenze si sono incontrati i rappresentanti di quattro mozioni.

Un partito ecologista di base che metta al vertice le realtà locali, le federazioni provinciali e le federazioni regionali. Un congresso che sancisca un vero rinnovamento della classe dirigente dei Verdi. Un percorso partecipato per individuare i candidati. La riduzione del costo delle adesioni per permettere a tutti la partecipazione.
Un dibattito vivace e costruttivo tra i rappresentati di quattro mozioni. Questo in sintesi il bilancio dell'incontro del 28 giugno scorso a Firenze. Comune la volontà di voltare pagina e ricostruire con il lavoro sul territorio la credibilità del partito minata dall'accentramento dei poteri in un'unica persona.
I partecipanti hanno ritenuto necessaria l'approvazione della norma che porterà i Verdi ad un anno di transizione con un coordinamento di 14 persone ed un portavoce, nonostante in molti abbiano espresso dissenso per il mancato rinnovo del Consiglio Federale e per la figura del portavoce.
Si è registrata una sintonia anche sulla proposta di apertura e dialogo con tutte le forze politiche, senza alcun canale privilegiato con il PD, responsabile di avere portato al governo Berlusconi.
Il confronto sul futuro dei Verdi e sull'Assemblea di Chianciano proseguirà con un'iniziativa oggi a Salerno.

Gabriele Volpi
www.QualcosaDiVerde.it

Congresso. La mozione che ci piace.

Pubblichiamo qui la mozione per il congresso nazionale dei Verdi, sostenuta anche da Municipio Verde. Tutte sono visibili sul sito del partito.
A questa va la nostra convinta adesione.
mv


MOZIONE POLITICA
Progetto Ecologista e Federalista

Andare in profondità, ricostruire una squadra verde
All’indomani della sconfitta elettorale, i Verdi italiani devono per prima cosa evitare sia lo scoraggiamento e lo sfilacciamento, sia il ricorso a facili capri espiatori, così come la ricerca, una volta abbattuto il vecchio leader, in una sorta di rito tribale e taumaturgico, di un nuovo principe di cui innamorarsi, o a cui dimostrare innamoramento, sperando di poter delegare a lui, o a lei, la soluzione di tutti i mali.
Proprio oggi che la politica mass-mediatica impone alcuni standard, che potrebbero sembrare ineludibili, come la ricerca immediata di un leader riconoscibile, di tempi rapidi per risolvere le crisi interne e ridarsi un assetto presentabile – a mo’ di cipria o di belletto -, la negazione o la minimizzazione dei problemi e delle sconfitte, proprio oggi, che sembra non si possa sfuggire a queste logiche, è invece necessario riscoprire quelle virtù langheriane, la lentezza, la profondità e la dolcezza, che potrebbero sembrare tanto impraticabili e perdenti, nella politica, e in generale nella società, di oggi, ma che invece costituiscono la nostra forza, la nostra diversità, la nostra carta vincente.
Non possiamo essere come gli altri, accettare le logiche dominanti.
Non possiamo rinunciare al senso della complessità, alla gradualità, al rispetto del pluralismo, a quel metodo ecologista prescindendo dal quale non siamo niente, e non abbiamo senso di esistere e di permanere sulla scena politica.

Analizzare in profondità i motivi della sconfitta. Cosa è cambiato nella società
Dobbiamo analizzare in profondità, con i tempi dovuti, senza rimozioni, i motivi del nostro distacco dai cittadini, i motivi della nostra bruciante sconfitta.
Dobbiamo capire come mai il nostro messaggio non è mai riuscito a passare compiutamente nella società, e come mai proprio oggi che le nostre tematiche sono diventate urgenze non più rinviabili, non solo non cresce la percezione della nostra necessità, ma addirittura essa crolla ai minimi storici.
Gli autori di questa mozione sono militanti e dirigenti verdi, con impostazioni e sensibilità diverse, sia nell’analisi delle nostre lacune, storiche e recenti, sia nelle soluzioni a cui tendenzialmente si orientano.
Ma sono accomunati dalla coscienza che è necessario non rimuovere il problema, ricostruire un’analisi approfondita e condivisa, non tornare immediatamente a dividersi sull’identità del nuovo o della nuova leader, valutandone colpe e meriti passati, adesione o meno alla cordata di riferimento di ognuno di noi, oppure la telegenicità e la capacità di rispondere a tono a Bruno Vespa.
Non siamo interessati a questo, non siamo interessati alla lotta per il controllo della tesoreria del partito, della rappresentanza legale del simbolo, a creare una cordata di maggioranza per escludere questo o quello.
Vogliamo costruire le condizioni per valorizzare tutte le forze emergenti: i giovani, le donne, i territori che da sempre si impegnano, … vogliamo promuovere un gruppo dirigente ampio, ricostruire una nuova squadra verde, che si doti di meccanismi trasparenti, e che operi secondo i principi della divisione del potere e della rotazione delle cariche.
Un partito confederale, con la piena autonomia finanziaria e politica delle Regioni, per rimettere al centro i territori
Oggi non abbiamo bisogno di un leader unico.
E’ quello che aspettano i nostri nemici, i mass media controllati dai potentati economici che vogliono darci il colpo di grazia.
Una nuova vittima sacrificale di cui spulciare ogni contraddizione, ogni dettaglio privato, ogni ingenuità, per massacrarlo sistematicamente.
Abbiamo bisogno di un partito confederale, basato su di un gruppo dirigente nazionale, che sostituisca l’attuale esecutivo, e che sia costituito dalle rappresentanze regionali, con la funzione di portavoce (non di presidente) attribuita a rotazione, ad una coppia di militanti di genere differente.
Nel dettaglio, potrebbe essere un’assemblea eletta per metà al Congresso nazionale, e per metà dalle Regioni, a definire il nuovo comitato di gestione nazionale.
In prospettiva noi vogliamo due portavoce di genere diverso, eletti dall’assemblea, e coadiuvati da un esecutivo confederale.
Oggi, in questa prima fase di rinascita, vogliamo che la funzione dei due portavoce sia svolta a rotazione, così come la gestione della tesoreria.
Comprendiamo l’audacia di questa proposta: valutiamo quanto essa sia controcorrente rispetto a come funzionano oggi tutti gli altri partiti.
Ma comprendiamo anche, e lo abbiamo davvero chiaro, quanto oggi sia vitale per noi, indispensabile, riscoprire e scommettere, coraggiosamente, sulla nostra diversità.
Questo è in realtà il senso forte, principale, di questa mozione: fare un appello a tutti i Verdi italiani, a non dividersi sugli assetti di potere.
Senza eludere la politica e le differenze, dobbiamo iniziare un percorso che ci conduca nei tempi giusti alle scelte migliori, rispettando chi la pensa diversamente, e costruendo condivisioni ampie.
I municipi, le Provincie
Anche i livelli locali devono avere più valorizzazione, devono liberare le loro energie.
Bisogna aprire una sede in ogni provincia, farne centro di aggregazione e di servizio per le tante realtà a noi affini, dai Gas, al mondo della difesa degli animali, alle realtà delle energie rinnovabili, ai comitati civici, del commercio equo, dei diritti.
Per questo proponiamo che ogni forma di finanziamento pubblico che oggi perviene al partito a livello nazionale, sia ridistribuito prioritariamente ai territori, e che le Provincie trattengano - invece di aspettarne, come oggi accade, la restituzione – almeno la metà della quota del tesseramento.

Gli iscritti
Gli iscritti sono la base della partecipazione alla vita democratica del nostro partito.
Le assemblee in cui essi partecipano e votano in urne segrete, senza il meccanismo della delega, informati da lettere che ragguagliano su come presentare una lista e sui regolamenti congressuali, sono il massimo della forma democratica possibile, e sono uno degli elementi anzi di cui dovremmo andare fieri, e da conservare.
Questo fino ad un livello in cui l’osservanza delle regole è fisicamente controllabile.
Per un livello nazionale, e per determinare il numero dei delegati che ogni provincia potrà portare a decidere delle sorti dei verdi italiani, il tesseramento non potrà essere però il meccanismo principale di valutazione, ma dovrà prevalere il fattore del consenso elettorale, secondo noi misurato sui risultati delle elezioni regionali.

La rivoluzione verde già compiuta e quella ancora da compiere
Se ci affacciassimo dalla finestra di vent’anni fa e osservassimo quanto abbiamo cambiato il paese ci abbracceremmo dalla gioia, renderemmo finalmente merito a Gianni Mattioli, ad Anna Donati, a Paolo Galletti, a Massimo Scalia, ad Anna Maria Procacci, a Maurizio Pieroni, a Franco Corleone, a
Edo Ronchi, a Luigi Manconi, a Sergio Andreis, a Gianni Tamino, a Michele Boato oltre agli indimenticabili Alex Langer, Adelaide Aglietta, Pasquale Cavaliere (e insieme a questi ne dimentichiamo certamente molti), delle straordinarie conquiste fatte e di quanto l’intero paese e non solo noi dobbiamo esser loro grati.
E assieme a loro dobbiamo essere grati a quelle decine di migliaia di semplici militanti che da eletti nelle amministrazioni locali hanno contribuito ai nostri straordinari successi.
Verrebbe da dire che occorre un monumento al verde ignoto, negletto dai media, costretto a "navigare su fragili vascelli" contro corrente subendo ogni giorno l’opposizione e gli attacchi delle lobby economico politiche che hanno avvelenato l’ambiente, l’economia e le Istituzioni Italiane.
Ma oggi l’Italia che si permette di fare a meno dei Verdi in Parlamento è una Italia che, sotto molti punti di vista, abbiamo cambiata in meglio.
Abbiamo realizzato un Conto Energia che funziona e che ha fatto esplodere in Italia il mercato del solare.
Molti diritti degli animali sono stati riconosciuti, è aumentata la superficie boschiva, la raccolta differenziata, molte specie di uccelli sono tornati a nidificare, sono stati isolate, scoperte e messe al bando innumerevoli sostanze cancerogene, si sono svelati e in parte mitigati gli effetti dell’inquinamento elettromagnetico, siamo il paese con la più importante e diffusa agricoltura biologica al mondo.
Siamo ad oggi ogm e nuclear free.
La giusta enfasi che abbiamo messo sulla urgenza di agire sui cambiamenti climatici e la gravità del problema da noi indomabile nel breve periodo a causa dell’apparire sulla scena delle economie asiatiche non ci può far dimenticare quanto di buono e di concreto abbiamo fatto.
Le prospettive, i contenuti
Dovremo in prospettiva fare delle scelte, stare da protagonisti all’interno del riassetto che il quadro politico italiano subisce in questa fase e subirà nei prossimi anni.
Ma la fretta è cattiva consigliera: ricostruiamo la nostra identità, riprendiamo, nei territori, i rapporti e le alleanze più funzionali ai nostri contenuti, e a livello nazionale avviamo un percorso di riflessione, rimettendo le scelte sui nostri assetti di alleanza sui livelli più alti, a percorsi collegiali e largamente condivisi, all’interno dei nuovi organismi confederali.
Centrali e irrinunciabili dovranno però essere i nostri contenuti.
La svolta economica delle energie rinnovabili, dell’economia del risparmio energetico e della ricchezza diffusa, di un’economia libera ma sociale, che avversa ogni monopolio.
La pace, l’inclusione sociale e tra i popoli, la difesa della biodiversità e dei diritti degli altri animali, la laicità.
E soprattutto l’attitudine mentale di una sinistra riformista che indica le soluzioni e non denuncia solamente i problemi.

Un’ottica di governo, che non sia governista, ma basata su una radicalità assoluta che scaturisce dalla convinzione, scientifica, culturale, di avere davvero le giuste chiavi di lettura, oggi, in mano, e che quindi rifiuta il minoritarismo, la protesta come stile, ma bensì vuole, anela, scalpita, per tradursi in pratica di governo, al servizio del bene comune, ma che sa rinunciare al governo stesso, quando esso non fornisce le condizioni per applicare tali soluzioni, ma diventa puro esercizio del potere, e ricerca del personale privilegio.

Verdi. Quelli che appena ti distrai un attimo... oh yeha.

Mettiamo questo cappellino sul comunicato di Roggiolani, per ringraziarlo di aver preso la parola su questi incresciosi movimenti di ex colonnelli allo sbando, pronti a farsi reclutare nell'esercito che solo ieri gli sparava addosso.
La dignità non può essere un optional.
Si comprendono le intenzioni del cane anche se gira intorno all'osso con ostentata indifferenza.
Un tempo eravamo guerrieri.
mv

VERDI. ROGGIOLANI : RAPPORTI COL PD PER UNA CONVENTION APERTA
Roggiolani : “Vorrà dire che al Congresso di Chianciano andremo a passare le acque”


Firenze 30 giugno ‘08
“L’affollarsi davanti a Veltroni dei candidati o presunti tali alla guida dei Verdi, dopo il “ciclo” di Pecoraro Scanio, sta determinando non solo un affollamento per la segreteria del Presidente PD ma anche la sensazione che al prossimo congresso dei Verdi, (luglio a Chianciano) ci vogliono curare il fegato per farci digerire il rientro sotto l’ala protettrice del Partito Democratico - ha dichiarato Fabio Roggiolani, consigliere VERDI per l’Unione in Regione Toscana e presentatore della mozione “Progetto Ecologista e Federalista”.
“Io non demonizzo la ripresa di un dialogo con il PD, ma trovo intollerabile che questo avvenga senza che da parte del PD, del suo attuale gruppo dirigente, ci sia stato un ben che minimo ripensamento sulla disgraziata strategia dell’autosufficienza che ha portato all’annientamento parlamentare anche dei Verdi e alla sconfitta più sonora del centrosinistra dall’inizio della seconda repubblica.
Senza nessun segno di ripensamento, neppure programmatico, sulle molte questioni e vicende su cui si è consumata la rottura Verdi-Pd, oggi viene riaperto un dialogo come se nulla fosse accaduto. Ad Angelo Bonelli e agli altri vorremmo solo chiedere di parlare per sé e non per i Verdi, perché questi non li hanno delegati ad alcunché in questo momento.
Questo è anche il motivo per cui abbiamo presentato una mozione federalista, – ha aggiunto Fabio Roggiolani - per l’autonomia dei Verdi nei territori regionali e per il ritorno al protagonismo e alle decisioni condivise. Non tolleriamo più che per le pulsioni, le più varie, di una dirigenza politica fantasiosa ci ritroviamo un giorno a fare gli estremisti rivoluzionari e il giorno dopo a diventare ministri più realisti del re.”

domenica 29 giugno 2008

Etruschi. Il sostegno di Art Watch Italia.

E' stato reso pubblico questo documento di Art Watch Italia a sostegno del la Città Etrusca e dell'iniziativa di Poggio Castiglioni. Parole chiare e inequivocabili.
mv

RISOLUZIONE DELL’ASSEMBLEA DEI SOCI DEL 28 GIUGNO 2008

In adesione con l’iniziativa culturale in programma per l’8 luglio p.v. dal titolo:
Serata teatrale a Poggio Castiglioni “Laris Pulenas”. Un dramma etrusco scritto ed interpretato da Maila Ermini e con Gianfelice d’Accolti (“Teatro La Baracca”- Prato).

L’Associazione “Art Watch Italia”, in occasione dell'annuale assemblea dei soci, all'unanimità

RENDE NOTO

Per il sito archeologico di Gonfienti e per la difesa dei diritti della storia e della cultura

Il proprio sdegno a proposito dell'avvenuto interramento di estese porzioni di scavo archeologico riguardanti quantità di reperti strutturati, con strade e case di età proto-etrusca e etrusco-arcaica facenti parte dell'area meglio conosciuta sotto il nome di “Città degli Etruschi sul Bisenzio” o di Gonfienti, già dichiarata eccellenza dell'archeologia italiana, per fare posto a binari, magazzini e piazzali della piattaforma logistica in ampliamento dell'Interporto della Toscana S.p.A.

MANIFESTA

Il proprio dissenso in difesa dei diritti negati della storia e della cultura, qui calpestati e obliterati sotto una coltre di terra e sabbia nel nome di una pretesa intenzione di “archeologia preventiva”, in totale dispregio di qualsiasi forma di tutela attiva.

FA APPELLO

affinchè una tale forma di ipocrisia istituzionale non trovi più spazio nelle politiche culturali della nostra regione.

RITIENE

altresì che si debba portare alla giusta e piena conoscenza della cittadinanza quanto è stato compiuto, sottraendo alla fruibilità pubblica una tale cospicua risorsa culturale.

VALUTA

che lo sfregio ambientale e paesaggistico sottinteso con l'anacronistico provvedimento che è stato adottato premi solamente il miope ed impietoso gesto di cancellare le matrici stesse delle nostre origini e con esse probabilmente le ragioni del nostro futuro.

RITIENE

Infine, per le ragioni sopra osservate, meritevole ed altamente significativo, per l'alto valore simbolico che può rivestire in relazione all’attenzione verso il patrimonio archeologico, lo svolgimento della rappresentazione del dramma etrusco “Laris Pulenas”di Maila Ermini nella spianata di Poggio Castiglioni, naturale acropoli della mutilata città etrusca della Piana.



In conclusione, l'azione di Art Watch Italia intende muoversi solidale con quella delle altre associazioni e dei comitati che hanno già aderito all’iniziativa culturale sopra menzionata, e pronunciandosi affinchè al danno procurato non si sommi la beffa di una ulteriore manipolazione della storia negando diritto di cittadinanza in situ a tale antico insediamento

DENUNCIA

quanto sta accadendo alla più importante e recente scoperta archeologica dell'Etruria Settentrionale, sollecitando allo stesso tempo la massima attenzione dei media nazionali sulla speciale “Notte dell'archeologia” che si sta allestendo in difesa di questi valori con il debutto di “Laris Pulenas”.


Letto e sottoscritto dall'Assemblea dei Soci Art Watch Italia

Firenze, Palazzo Borghese, 28 Giugno 2008.

sabato 28 giugno 2008

Notes: Asm, Consiag, Pecci.

Giorni di bilanci per le aziende partecipate del Comune di Prato. L'Asm rileva un utile netto di 128.000 euro, con una crescita del fatturato ma anche degli investimenti.
L'azienda ha anche aumentato i suoi servizi. Va bene anche l'attività di recupero della TIA, e anche per quest'anno la spesa per la raccolta dei rifiuti si è confermata la più alta.
I comunicati ufficiali, dai quali prendiamo i dati, danno la raccolta differenziata al 38,9%, ma che , come sappiamo, comprende i rifiuti speciali degli stabilimenti industriali che sono già differenziati.
Comunque sia la differenziazione sta crescendo e se verranno risolti i problemi della filiera del riciclaggio, se si allargherà rapidamente il ritiro "porta a porta", insieme a una convinta ed efficace campagna di informazione, Prato può veramente fare un balzo in avanti e raggiungere percentuali rilevanti.
Come è noto ai nostri lettori, ma non a tutti i cittadini, l'azienda si occupa anche di "verde pubblico", sia come manutenzione che come progettazione e realizzazione. Ha inoltre l'incarico della segnaletica stradale a Montemurlo e vorrebbe tanto entrare nel businness dei parcheggi urbani, sotterranei e non, cosa per adesso non riuscita.
Ora l'azienda dovrebbe pensare a distribuire i suoi dividendi fra i Comuni che partecipano alla Spa.
Di sicuro arriveranno gli utili di Consiag spa, affiliatasi recentemente in Extra per la vendita del gas (le nuove bollette arrivano a nome di questa compagnia), che chiude con più di due milioni di attivo.
Di questi, un milione e 300.000 vanno proprio suddivisi fra i comuni di Prato, Sesto Fiorentino, Scandicci, i nostri Montemurlo e Poggio a Caiano e diversi altri del Mugello e della Val di Bisenzio.
Da segnalare una voce molto importante del suo bilancio, costituita dal settore "servizi" che si dedica anche alla manutenzione degli immobili comunali, quali ad esempio le scuole, avendone ricevuto l'affidamento detto "in house".
Difficile valutare se Consiag servizi sia efficiente e convenga all'amministrazione. Sentite però le lamentele che ci arrivano, sarebbe bene che si verificasse se realmente questo contratto conviene al Comune oppure fa solo ricca la Consiag.
Rimaniamo comunque dell'idea che questo sistema in cui il Comune guadagna dal lavoro di manutenzione degli immobili è causa di conflitto di interessi e di mancanza di controllo.

L'ultima notizia riguarda un privato, il Lanificio Pecci, uno dei più importanti e conosciuti di Prato. La proprietà ha approvato un grande progetto di copertura dei capannoni con pannelli fotovoltaici. Quando l'istallazione sarà terminata, un terzo dell'energia consumata dall'azienda sarà autoprodotta e in pochi anni la spesa verrà recuperata. Nessun politico ha detto qualcosa, a parte l'uomo-partito Taiti della lista Taiti che ormai si interessa quotidianamente di tematiche ambientali, tentando di approfittare dell'agonia dei Verdi, spariti, a parte noi, da qualsiasi dibattito.
Per fortuna i Verdi toscani non sono affatto scomparsi e ci auguriamo che il progetto Pecci dia un grande esempio di come reagire alla crisi e ai problemi dei costi energetici, grazie alle energie rinnovabili.
L'amministrazione invece gioca sulle estemporaneità, come nel caso del fotovoltaico a Pantanelle, senza impegnarsi in un progetto generale per la città, sulla base delle migliaia di chilometri quadrati di tetti degli stabilimenti industriali.
Municipio Verde

Sindaci sulla via Francigena.

VIA FRANCIGENA: LUPI: I SINDACI DELLA TOSCANA SONO PRONTI A PERCORRERE L’ANTICA VIA

Firenze 27 giugno ‘08

“Sono molto soddisfatto, direi felice - ha dichiarato Mario Lupi, capogruppo VERDI per l’Unione in Regione Toscana - delle considerazioni presentate dal Sindaco di Monteriggioni Bruno Valentini che in maniera collegiale con i colleghi Sindaci dei comuni limitrofi, da Castelfiorentino a San Gimignano, con Colle Val d’Elsa e Poggibonsi stanno proponendo grandi novità per la Francigena, un vero e proprio “format” fatto di proposte concrete che sono sicuro stimolerà quel “processo di emulazione positivo” che rappresenta la vera fase di passaggio “dai discorsi ai fatti” tangibili.
I cinque Sindaci senesi, sottolinea Lupi - stanno dando una vera e propria dimostrazione che i progetti, condivisi e partecipati, possono diventare realtà. Stanno infatti vivendo il progetto via Francigena non solo con l’autorevolezza propria dei primi cittadini ma anche con decisione e con passione, si proprio la passione, un elemento purtroppo spesso estraneo alla politica, che rappresenta la vera chiave per aprire questo prezioso scrigno rappresentato appunto dal progetto della strada medievale, divenuto progetto europeo e per il quale la Regione Toscana è capofila nazionale.”
“Come rappresentante della Regione Toscana nell’A.E.V.F., ha spiegato ancora Lupi, ho modo di avere spesso contatti e rapporti con molti sindaci della Toscana e di altre regioni italiane ed europee, e mi sento di poter dire che oggi siamo veramente in “piena corsa” per cogliere gli obbiettivi da troppi anni solo auspicati. Altopascio ed Aulla, come i cinque comuni senesi hanno raggiunto a riguardo, un alto livello, un livello di “eccellenza” invidiabile anche in un contesto europeo, e lo dimostra l’interesse e la collaborazione con realtà locali europee dal Council di Canterbury all’amm.ne comunale di Santiago di Compostela, di Puy en Velay, di Mont Saint Michel per citare le piu’ conosciute.
Interessante anche il progetto e l’accordo siglato a Sarzana dove l’amm.ne comunale ha sottoscritto un accordo tra i sei comuni Toscani e Liguri presenti sul percorso Francigena, e con il quale prevedono una strategia condivisa per un lavoro condiviso. Preziose collaborazioni ed azioni si rilevano anche in molti altri comuni toscani come Pontremoli, San Miniato, ecc…che prevedono appuntamenti ed iniziative per il prossimo mese di luglio.
Vedere la Francigena e le “altre vie” divenire oggetto di discussione e di decisione nelle Giunte e nei Consigli Comunali della Toscana, vuol significare che la politica ha ben capito e compreso la rilevanza del progetto, significa “dare le gambe” e realizzare la volontà politica che la Regione Toscana ha previsto ed espresso nel Piano Regionale di Sviluppo, dando nome e cognome alla voce definita “Infrastrutture Leggere” che diventa realtà, un obiettivo di programma che merita la massima attenzione, una vera programmazione ed i necessari finanziamenti al pari delle altre Infrastrutture, non solo Porti, Interporti, Aeroporti e Strade ma anche Altre Vie, in primis la via Francigena vera e propria “Grande Opera” nazionale e regionale.”
Lupi si rivolge infine ai Sindaci ed ai Comuni interessati offrendo la propria disponibilità ed invitandoli a scambiarsi esperienze e conoscenze, ad approfondire e lavorare nella massima collaborazione e condivisione per un importante progetto da dedicare ai giovani ed alle nuove generazioni.
Recitava Wolfgang Goethe più di duecento anni or sono: “sono i Comuni che hanno fatto l’Europa”, ebbene oggi saranno i Comuni che faranno la nuova Europa degli anni duemila.

venerdì 27 giugno 2008

Animali. La "favola" giapponese delle balene moleste.

Calo del pescato? Colpa delle balene
L’incredibile tesi del Giappone
Colpevoli o innocenti? Il 60mo meeting della Commisione baleniera internazionale (Iwc) che si apre in Cile, a Santiago, potrebbe trasformarsi in un processo alle balene.
Alla difesa Wwf, Lenfest Ocean Programme e Humane Society International che, dati alla mano, dimostreranno che i cetacei non sono responsabili del calo delle risorse ittiche nei mari. All'accusa Giappone, Norvegia e Islanda, che giustificano con questa tesi la loro caccia selvaggia.
Gli ottanta paesi di tutto il mondo che parteciperanno al summit cileno avranno diversi nodi da sciogliere. La prima questione sul tavolo sarà proprio quella relativa al calo delle risorse ittiche. ''Giappone, Norvegia e Islanda - spiega Massimiliano Rocco, responsabile del programma Traffic e specie del Wwf Italia - continuano ad affermare che i cetacei stanno intaccando le risorse ittiche dei nostri mari, causando un calo del pescato. Ma si tratta di un'assurdita', che usano per giustificare la loro caccia alle balene e per sviare l'attenzione dal vero problema, quello della pesca che sta letteralmente 'ripulendo' i mari, provocando un calo preoccupante di specie come tonni, merluzzi e salmoni''. Ma su questo fronte, i difensori dei giganti dei mari stanno gia' affilando le armi. ''Nel summit - continua Rocco - smentiremo queste loro tesi con vari studi scientifici, dimostrando come sia l'uomo il vero responsabile con il suo 'overfishing', cioe' l'eccessivo sfruttamento delle risorse attraverso la pesca''. Ma i paesi 'cacciatori' non si fermano qui. La loro arringa, infatti, prevede un'accusa ancor piu' precisa: gli 'imputati' sarebbero colpevoli di sottrarre pesce ai paesi in via di sviluppo. ''Si tratta ancora una volta di un'assurdita' - ribadisce l'esponente del Wwf Italia - e infatti, con il dossier 'Who's eating all the fish?' (Chi sta mangiando tutto il pesce?) dimostreremo come oltre il 60% del pesce pescato in questi paesi poveri non rimanga nei mercati locali ma finisca in quelli europei, giapponesi, nord-americani e cinesi''. Sempre a proposito di questo dibattito, Wwf, Lenfest Ocean Programme e Humane Society International presenteranno i dati preliminari di uno studio sull'interazione tra le balene e la pesca commerciale lungo le coste nord-occidentali dell'Africa, a dimostrazione di come non ci sia alcuna competizione tra uomini e cetacei. Anche l'Italia avra' voce in capitolo al summit che decidera' le sorti dei 'giganti buoni' dei mari, e sara' rappresentata da una delegazione mista costituita da esperti dell'Icram (l'istituto per la ricerca sul mare), del ministero dell'Ambiente e delle Politiche agricole. ''Ci auguriamo - conclude Rocco - che i nostri rappresentanti si schierino in maniera decisa per imporre la linea di conservazione in difesa delle balene, che soffrono sia per la carenza di pesce che per la caccia intensiva che hanno subito negli anni passati. E in particolare che facciano ragionare i delegati giapponesi, che da anni giustificano la loro caccia alle balene con presunti scopi scientifici''.
Ansa

Mare. Pontili sporchi.

Qualche giorno fa vi abbiamo parlato dei pontili di Pietrasanta e del Lido di Camaiore.
In questa settimana è scappata fuori un'indagine giudiziaria su certi appalti truccati del Comune di Pietrasanta, tra i quali quello del nuovo molo.
D'estate, anche noi toscani dell'entroterra prendiamo coscienza delle continue spudorate e pesantissime opere di aggressione all'ambiente costiero, promosse da amministrazioni alla deriva in cerca di denaro per sè stesse e per le loro conventicole.
Dietro a queste schifezze ci sono anche imbrogli e malversazioni di ogni tipo.
mv


L’operazione denominata “Affari sporchi” che ha portato all’arresto di Claudio Castellacci, ingegnere del comune di Camaiore, e dell’ingegnere Stefano Marrucci, empolese titolare di una società di consulenza, vede indagate anche 20 persone tra cui:
Il sindaco di Camaiore Giampaolo Bertola,
il segretario comunale Giuseppe Testa,
Giovanni Dal Tozzotto, comandante dei Vigili Urbani,
Davide Dini, dipendente ufficio lavori pubblic,
Giuliano Guicciardi, dirigente comune di Pietrasanta,
Dante Galli, dirigente ufficio urbanistica comune di Pietrasanta,
Brunello Pardini, responsabile “Quadrifoglio srl”,
Livio Radini, responsabile lavori e progettista del Pontile,
Maurizio Mitola, architetto, residente a Empoli, collaboratore della St Engineering e progettista di alcune opere pubbliche a Camaiore,
Eugenio Pozzi, imprenditore edile, amministratore della società consortile Consorzio Stabile Spa di Milano.
Perquisizioni domiciliari per Stefano Varia, imprenditore edile, amministratore della Project pontile srl di Viareggio e Giuseppe Bicicchi, imprenditore edile, amministratore della Bicicchi Felice srl.
Le accuse variano dalla corruzione alla turbativa d’asta, dal falso ideologico all’abuso d’ufficio in relazione ai project financing dell’area dove sorgeva Bussoladomani, nuovo pontile di Lido di Camaiore e polo scolastico di Lido e Capezzano.

Verdi. Contro i tagli ai treni.

Tagli ai treni e al trasporto pubblico locale da parte del Governo Berlusconi.
Verdi: "chiediamo il ritiro immediato del provvedimento, anti-ecologico e penalizzante per decine di migliaia di studenti e lavoratori toscani"

I Verdi Toscani hanno manifestato stamattina davanti alla Stazione di Firenze Santa Maria Novella, distribuendo materiale informativo sui pesantissimi tagli che il Governo Berlusconi sta operando ai treni e al trasporto pubblico locale in generale (761 milioni di euro, 1500 miliardi di vecchie lire, in tutto).
Presenti alla Manifestazione il Portavoce dei Verdi Toscani Mauro Romanelli, il Consigliere Regionale Fabio Roggiolani, il Consigliere Provinciale Luca Ragazzo, il Portavoce Provinciale Tommaso Grassi.
"Abbiamo distribuito volantini fin dalle 7 di questa mattina – commenta il Portavoce Regionale Mauro Romanelli – intercettando centinaia di pendolari provenienti da tutta la Toscana. E’ necessario che i cittadini sappiano, ed in particolare i diretti interessati, quelle migliaia di lavoratori e studenti che ogni giorno viaggiano per lavoro o per studio col treno, che cosa sta preparando loro il Governo Berlusconi, che in un colpo solo ha cancellato centinaia di milioni di euro stanziati dall’ultima Legge Finanziaria, su proposta dei Verdi, e destinati a incrementare il servizio di trasporto pubblico locale"
"Le misure del Governo Berlusconi, di cui chiediamo il ritiro immediato – continuano Romanelli e Roggiolani – rischiano di avere un grande impatto ambientale, aumentando ulteriormente il traffico automobilistico, ed andranno a colpire le persone più deboli, i lavoratori che con grandi sacrifici devono alzarsi all’alba e tornare a casa alla sera, oltre agli studenti universitari"
"In particolare, il taglio degli intercity sulla linea Firenze Roma, penalizzerà in maniera molto pesante i cittadini di Firenze, Arezzo, Chiusi, Siena. A questo proposito, ci sembra importante e meritevole l’impegno della Giunta Regionale Toscana, che ha duramente contrattato con Matteoli la limitazione dei tagli di intercity, in particolare sulla linea tirrenica., e che, in controtendenza con l’impostazione del Governo, assicura invece per i prossimi anni un incremento di risorse finanziarie a favore dei treni regionali"
"Nel volantino che abbiamo distribuito stamani - concludono Mauro Romanelli, Fabio Roggiolani, Luca Ragazzo e Tommaso Grassi – invitiamo esplicitamente i cittadini a protestare nei confronti del Ministro Matteoli, inviando email al suo indirizzo al Ministero. Forniamo però anche un’informazione in positivo: invitiamo i cittadini a conservare gli abbonamenti annuali 2008 per treni ed autobus, in quanto l’anno prossimo potranno detrarre il 19% dalla dichiarazione dei redditi, secondo quanto previsto dalla Finanziaria 2008, sempre su proposta dei Verdi"
Federazione dei Verdi della Toscana

Europa. Etichette obbligatorie anche per i polli.

GRUPPO VERDI/ALE AL PARLAMENTO EUROPEO
Bruxelles, 26 giugno 2008
Etichette dei polli
Frassoni: "Valgano per i polli le stesse norme della carne bovina
"Monica Frassoni, Co-Presidente del Gruppo dei Verdi/ALE, ha così commentato la decisione odierna dell'Esecutivo comunitario di deferire l'Italia alla Corte europea di giustizia per aver mantenuto l'obbligo di indicazione d'origine nei prodotti a base di carne di pollo provenienti da altri Stati membri dell'Ue: "Non si capisce perché la Commissione europea voglia ridurre le informazioni ai consumatori sul cibo che mangiano, invece di aumentarle, per permettere una scelta consapevole e assicurare, con l'obbligo dell'indicazione d'origine, condizioni di tracciabilità e ritiro immediato dal mercato in caso di emergenza sanitaria. Per la carne di pollo dovrebbero valere le stesse norme di tracciabilità ed etichettatura obbligatoria che sono applicate da anni, nell'Ue, alla carne bovina, e che identificano non solo il paese o la regione di, ma il singolo allevamento di provenienza degli animali.
Se questo sistema vale per prevenire e tenere sotto controllo un eventuale ritorno del morbo della 'mucca pazza', perché non applicarlo anche ai polli, innanzitutto come misura di precauzione sanitaria contro la possibile apparizione di focolai dell'influenza aviaria?"
"L'etichettatura d'origine, inoltre, è già applicata nell'Ue anche all'ortofrutta, alle uova, al miele e alla zona di pesca del pesce fresco, mentre è ancora in corso un altro contenzioso fra Bruxelles e l'Italia sull'indicazione di provenienza delle olive per l'olio extravergine; è evidente che in tutti questi casi si tratta anche di indicazioni destinate a fornire informazioni al consumatore sulla qualità dei prodotti, e quindi a promuovere la qualità stessa. Fra un pomodoro italiano maturato al sole mediterraneo e uno olandese cresciuto in serra, il consumatore avvertito sa cosa scegliere. Come Verdi, inoltre, consideriamo importante che il pubblico sia messo nelle condizioni di scegliere e promuovere prodotti alimentari locali, che hanno percorso meno chilometri possibile (con meno emissioni di CO2) dal luogo di produzione. L'indicazione d'origine è uno strumento necessario per poter fare questa scelta 'etica', e la contrarietà della Commissione ci sembra una flagrante contraddizione rispetto all'impegno Ue nella lotta al cambio climatico".

Vittoria! Il boia Compaorè non è stato premiato.

Dopo gli articoli di giornali e i servizi dei telegiornali del giorno dopo è ufficiale: il presidente del Burkina Faso Blaise Compaoré non ha più ricevuto il 25 giugno il premio Galileo 2000 a Firenze.
Siamo stati bravi!

Si è fatto un gran parlare del premio Galileo dato ad Ingrid Betancourt e ritirato dalla figlia, cerimonia emozionante che avrebbe visto, tra gli altri premiati, anche l'affamatore di un'intera nazione e l'organizzatore di guerre civili in mezza Africa: il ladro di sera che si presenta a casa vostra da vigilante la mattina, il piromane che indossa la divisa da pompiere quando le fiamme sono ormai alte, il "pacificatore" dei conflitti africani, che conosce bene visto che li organizza anche lui.
Tutto questo dal Burkina Faso, un Paese che è stato testimone del sogno di cambiamento incarnato da Thomas Sankara, dalla sua rivoluzione, dal suo tentativo di far vivere i suoi simili con dignità, liberi dai gioghi degli sfruttatori, bianchi o neri che fossero.
Siamo stati bravi! Con la nostra mobilitazione decisa non abbiamo permesso che a Firenze avvenisse questo misfatto.
Ne dobbiamo andare orgogliosi, visto che molto probabilmente il Premio Galileo, che gode dell'Alto Patronato della Presidenza della Repubblica, avrebbe costituito una credenziale in più in tasca all'affamatore nel suo percorso verso un ipotetico premio Nobel per la pace, uno dei tanti premi che gli osservatori dell'Africa iniziano a scoprire e che sembrano creati ad arte per produrre incenso da spargere sulla testa del pacificatore guerrafondaio. Il prossimo: il primo vertice mondiale delle star per la Terra, organizzato dall'Alleanza Francofona proprio in Burkina Faso nel novembre prossimo.
La nostra mobilitazione servirà da esempio ad altri che dovranno opporsi con uguale vigore a questi tentativi infami di cambiare il passato.
Resta da registrare la boria con cui gli organizzatori del Premio Galileo, Alfonso de Virgiliis in primis, hanno risposto alla nostra richiesta di spiegazioni, sordi ai comunicati stampa delle diverse realtà, fiorentine e non solo, che li raggiungevano da più parti. Si sono accontentati di chiederci di non fare polemica, visto che Compaoré non sarebbe stato presente alla premiazione e quindi non sarebbe stato premiato. Nessun riconoscimento di un ipotetico svarione li lascia inevitabilmente dalla parte dei complici.
Ci sarebbe piaciuto sentire la voce del prestigioso Teatro del Maggio Fiorentino e dell'Ente Teatrale Italiano, che collaborano al Premio, così come quella di alcuni loro finanziatori come la Regione Toscana, la Provincia di Firenze, il Comune di Firenze, l'Università di Firenze, Unicoop Firenze: tutti enti pubblici e società che non dovrebbero accettare di legare il proprio nome a chi premia gli affamatori. Hanno preferito mantenere un profilo basso, muti.
L'unica pecca che voglio segnalare nella nostra azione è stata la partecipazione fisica: davanti all'Istituto d'Arte durante la premiazione c'è stato solo un pugno di noi, ma nelle condizioni di disorientamento in cui versa la società italiana una discesa in piazza poco numerosa, soprattutto per fatti così poco conosciuti, è forse da
capire: speriamo che sia così ancora per poco.
A Firenze come nel resto d'Italia si parla poco dell'Africa che produce idee, libera, con la testa alta, dell'Africa di Sankara, si preferiscono i discorsi buonisti dell'aiuto che perpetua la richiesta di aiuto, rassegnati ad uno stato di fatto che è stato prodotto dagli uomini, e che quindi gli uomini possono cambiare se lo vogliono.
In questi giorni, anche con un comunicato stampa, abbiamo prodotto un po' di quel cambiamento.
Blaise Compaoré non è stato premiato
.
Grazie a tutti noi, che abbiamo alzato le nostre voci dall'Italia, ma anche da Francia, Spagna, Bolivia, Costa d'Avorio, Niger, Burkina Faso, e a PeaceLink, che le ha raccolte ed ha pubblicato la nostra petizione (http://www.peacelink.it/pace/a/26438.html).
E grazie al Manifesto, l'unico tra i mezzi di comunicazione che ha parlato della nostra mobilitazione dal basso, fuori dal coro di chi non ci ha visti, accecati dalle paillettes umanitarie.

Antonio Mele
Comitato Sankara XX

Pistoia. Acqua pubblica? Sì ma si faceva per scherzare.

Vi scrivo per informarvi brevemente del dibattito che si è svolto lunedi 23 giugno in consiglio comunale sul tema dell'acqua.
In breve: avevamo presentato un ordine del giorno sottoscritto solo da noi che riprendeva pari pari la proposta di ripubblicizzazione dell'acqua per la quale avevamo raccolte le firme; tale raccolta di firme era stata fatto da tutti i partiti di sinistra ( rifondazione e comunisti italiani) che tuttavia si sono astenuti sul nostro ordine del giorno per votare quello presentato dal PD che prevedeva tale imbarazzante formula: acqua bene pubblico PERO' LA GESTIONE E' PRIVATA.
Sul nostro o.d.g poi hanno votato contro il PD FORZA ITALIA E AN.
Gli ordini del giorno sono disponibili sul sito del comune
Non voglio dirvi altro perchè sono amareggiato che i partiti della cosidetta sinistra si siamo astenuti su un o.d.g che parla di acqua come bene vitale, che parla di 40 litri al giorno d'acqua gratuiti ad ogni essere vivente perchè considerati quelli necessari ( tali soldi dovevano essere recuperati da coloro che invece sprecavano l'acqua sovratassando chi ne sprecava oltre 200 litri giorno) che parla naturalmente di acqua come bene comune non oggetto di commercio.
Risponderanno loro ad i loro elettori ed alla persone dei tavolini per le firme, ogni commento è superfluo, le votazioni parlano da sole.

LORENZO LOMBARDI
CONSIGLIERE COMUNALE VERDI ARCOBALENO SU PISTOIA

A Scarlino incendio di rifiuti pericolosi

LUPI : PREOCCUPAZIONI PER L’INCENDIO ALLO STABILIMENTO AGRIDECO A SCARLINO

Firenze 26 giugno ‘08
“Vista la particolarità dei rifiuti trattati dall’azienda Agrideco di Scarlino - ha dichiarato Mario Lupi, capogruppo VERDI per l’Unione in Regione Toscana – ho fatto richiesta di un immediato sopralluogo di Arpat per la verifica di una eventuale emergenza ambientale. E’ ovvio che chiedo anche di rendere noto, per motivi di massima trasparenza e correttezza, eventuali situazioni di disagio o pericolo per i cittadini e per i residenti, in attesa che gli organi preposti accertino le cause dell’incendio stesso.”

giovedì 26 giugno 2008

Verdi contro i tagli ai trasporti

Venerdì 27 Giugno alle ore 10,30

i Verdi Toscani manifesteranno alla Stazione di Firenze Santa Maria Novella (Pensilina autobus, lato Pza Adua) contro i tagli del Governo Berlusconi al trasporto pubblico locale.
Saranno presenti il Portavoce Regionale Mauro Romanelli e i Consiglieri Regionali Mario Lupi e Fabio Roggiolani.

Federazione dei Verdi della Toscana

Prato. Centro storico e diritti dei residenti.

Via Cironi e via Magnolfi, abitanti esasperati dai clienti dei locali. mv

I quotidiani dei giorni scorsi hanno riportato varie notizie su accadimenti di via Cironi e via Magnolfi, più precisamente riguardo ad una petizione firmata da una cinquantina di residenti e ad una rissa con ferito la sera della partita Spagna-Italia.
In quanto residente in via Cironi credo di poter portare un contributo alla comprensione della situazione.
Da circa 10 anni i residenti della zona hanno problemi di convivenza con i clienti dei locali commerciali, che stazionano rumorosamente nelle strade, spesso bivaccando, sporcando, bevendo molto, talvolta rendendosi protagonisti di risse come l’altra sera. A ciò si aggiunga un diffuso spaccio di droga…
La situazione è particolarmente difficile nel periodo estivo perché le finestre delle case sono aperte e perché i locali stanno aperti fino a tardi.
Nell’esposto i residenti chiedevano un maggior controllo sugli orari di chiusura, sulla corretta esposizione dei rifiuti ed eventualmente una riduzione dell’orario di apertura.
Il ragionamento che sta alla base delle richieste è pressappoco questo: il degrado e le risse sono collegate alla clientela fissa dei locali, perciò gli interventi devono riguardare questo aspetto. Faccio notare che negli anni passati ed anche pochi mesi fa gli assessori, i tecnici e la presidente del quartiere Centro facevano un ragionamento diverso: laddove stazionano e passano le automobili c’è meno degrado e meno rischio di atti pericolosi.
A forza di prove, proteste, discussioni, ripensamenti, ordinanze varie, per quanto riguarda la viabilità, siamo a questo punto: via Magnolfi e via Cironi sono pedonali, via Magnolfi è chiusa davanti alla stazione del Serraglio, via Cironi è aperta verso via santa Margherita, la sosta delle auto è vietata durante il giorno, ammessa ma solo su un lato durante la notte.
A Prato non esistono i varchi elettronici, i controlli sugli accessi sono insufficienti, perciò le limitazioni del traffico sono in realtà abbastanza blande.
Mi pare di capire che presto il locale di via Magnolfi (ex Paglietta), davanti al quale si è verificata la rissa domenica scorsa, verrà chiuso.
E’ facile prevedere che gli avventori si concentreranno nei locali di via Cironi, così come era prima che venisse aperto il locale in via Magnolfi e come lo durante i periodi di chiusura per ferie.
Non ho mai letto o sentito, mi pare, una sola parola che potesse far pensare a qualche idea nuova e alternativa alle sanzioni e agli interventi di ordine pubblico, che tamponano l’emergenza e sempre dopo che i fatti sono avvenuti.
Non sono competente ma esistono centri di ritrovo diversi dai bar, esistono figure non in divisa che fanno gli operatori di strada o i mediatori culturali.
Ma è mai possibile che non si comprenda che non ci sono alternative?
L'unica strada è affiancare alle misure repressive dei reati, operatori capaci di discutere, informare, accettare tutti. Non si può pensare però che questo lavoro lo debbano fare i residenti esasperati, o direttamente o chiamando le forze dell’ordine.

Leonardo Pampaloni

Strage di cani con la stricnina

No comment...
MV

da la Nazione del 26/06/08
Strage di cani con la stricnina Scoperti cinque bracconieri
Armi, proiettili e veleni sequestrati in tre abitazioni
INSOSPETTABILI padri di famiglia, uomini con un lavoro regolare, ma con un hobby crudele e fuorilegge: uccidere animali senza regole, usando anche esche avvelenate. Cinque bracconieri pratesi — di circa 40-50 anni di età — sono finiti sotto inchiesta nell’ambito dell’operazione chiamata «bocconi amari». Nelle loro abitazioni, le pattuglie del comando provinciale di Prato della Forestale hanno sequestrato nei giorni scorsi armi, munizioni e sostanze utilizzate per la preparazione di bocconi avvelenati. Lunghi mesi di appostamenti, investigazioni e raccolta dati, fino alla svolta di venerdì scorso, quando all’alba sono partite le perquisizioni contemporanee in un’azienda venatoria del Mugello e nelle case dei sospettati (dislocate tra Prato, Firenze, Vicchio, San Piero a Sieve e Barberino).
Un’operazione congiunta ordinata dalla procura della Repubblica e molto impegnativa, con 60 uomini in azione, anche della polizia provinciale pratese. E nella rete sono finiti otto uomini e una donna, cinque pratesi e quattro fiorentini. Tutti denunciati per maltrattamenti e uccisione di animali — le indagini sono partite nel 2007 dopo la segnalazione della morte di 11 cani di proprietà, 2 gatti e una volpe — e per l’immissione di sostanze tossiche nell’ambiente. Ma gli inquirenti non escludono che i capi d’accusa e le persone coinvolte possano aumentare. Ipotesi credibile, anche a guardare l’arsenale ritrovato dopo le perquisizioni: 19 fucili non denunciati, 5.200 cartucce, coltelli, una katana (spada giapponese), sostanze tossiche e veleni, un etto di hashish più tagliole e trappole. Ritrovate e sequestrate dagli uomini della Forestale anche sei opere edilizie abusive (capanni e stalle), realizzate sbancando 3mila metri quadri di bosco in un’area soggetta a vincoli paesaggistici. Un’operazione che rischia di costare caro ai responsabili, con sanzioni proporzionate al danno ambientale arrecato e possibili denunce. E proprio i veleni utilizzati sono un tassello importante per le indagini, perché si tratta di una miscela letale e molto pericolosa, che contiene stricnina (la cui vendita in Italia è vietata), endosulfan (un veleno utilizzato contro gli insetti ma bandito perché tossico) e fosfuro di zinco, il normale veleno per topi.

mercoledì 25 giugno 2008

Convegno dei comitati toscani per il paesaggio.

Riproponiamo questo avviso del convegno di sabato prossimo. MV

Convegno nazionale
Firenze 28 GIUGNO 2008
LE EMERGENZE IN TOSCANA
Crisi di un modello regionale di sviluppo
Circolo vie Nuove, viale Giannotti 13

Dalle ore 9.30 alle 13.30
Presiede Ornella DE ZORDO
Relazioni introduttive
Alberto ASOR ROSA - Le ragioni del Neoambientalismo
Edoardo SALZÀNO - Il caso ItaliaPaolo
BALDESCHI - Il caso Toscana Disastri passati, presenti e futuri

Cosimo MAZZONI - Fiesole
Gianni MORI - Val di Chiana
Maria Rosa MARIANI - Ampugnano

Interventi

Dalle ore 14.30 alle 19.00
Presiede Mario BENCIVENNI

Relazione introduttiva
Claudio GREPPI - Mappa delle emergenze

Il Paesaggio
Salvatore SETTIS - Dopo il “Codice del paesaggio”
Mauro AGNOLETTI - Il paesaggio agrario: lacerazioni e potenzialità.

La Città
Giorgio PIZZIOLO - Il “caso Firenze” e l’area metropolitana

Energia e Territorio
Massimo DE SANTI - Energia e Ambiente
Cinzia MAMMOLOTTI - Il Monte Amiata: la geotermia e i suoi effetti

Le grandi Infrastrutture
Valentino PODESTA’ - Il corridoio tirrenico
Maurizio DE ZORDO - L’Alta Velocità

Aree e Parchi protetti
Niso CINI - Il caso Maremma: Camargue italiana o villettopoli?

Conclusioni
Ornella DE ZORDO

Prato. Dalle auto d'epoca agli immigrati, ma per la sicurezza.

Un amico ci segnala questa iniziativa, facendoci notare che ad essa partecipano gli amministratori, gli stessi che si sono negati alle assemblee dei comitati cittadini sullo stesso tema. L'associazione culturale che organizza il dibattito è quella che ha fatto l'esposizione di auto e moto d'epoca in piazza Duomo, per la quale l'amministrazione ha versato un po' di euro per inquinare il Centro storico.
Da segnalare il prof. Chiozzi, che porterà le sue teorie di antropologo per la difesa della razza e delle"nostre donne" dall'invasore musulmano. Ha studiato tanto prima di approdare al pensiero di Milosevic.
Grande l'assessore Frattani che sceglie sempre contesti dove è quello più a sinistra.
MV
Associazione Culturale Airesis
Via San Paolo 111 PRATO

Convegno dibattito sull'immigrazione, la sicurezza e l'integrazione a Prato

LUNEDI 30 GIUGNO 2008 ore 21,15

Relatori:
Prof. Paolo Chiozzi (prof Univ. Pisa e Firenze)
Dott. Domenico Savi (Questore Prato)
Dott. Andrea Frattani (Assessore Multietnica Prato)
On. Riccardo Mazzoni (parlamentare PdL)
Dott. Aldo Milone (assessore Sicurezza Prato)
Dott. Sergio Bigagli (presidente Airesis)

Prato. Un'assemblea con Macelloni e Asm sui rifiuti

Ci è giunta notizia di questa assemblea organizzata da radicali e taitiani. mv
MARTEDI' 15 luglio, alle ore 21,00
presso la sala "Don Milani" della Circoscrizione Est di Via De Gasperi, 67,
la lista civica "Taiti per Prato" e l'associazione radicale mailto:Liber@Mente%20Prato
organizza una ASSEMBLEA-DIBATTITO sul tema:

SMALTIMENTO RIFIUTI IN TOSCANA ED A PRATO: ESPERIENZE, EMERGENZE, SPERIMENTAZIONI

Interverranno:

Renzo MACELLONI presidente di Belvedere Spa di Peccioli
Adriano Benigni presidente di ASM
Camilla Curcio e Stefano Arrighini, assessori comunale e provinciale all'ambiente.
Macelloni ci parlerà, in particolare della sperimentazione alla discarica di Legoli del DISSOCIATORE MOLECOLARE.
Inceneritori, Raccolta Differenziata, discariche e riciclaggio
saranno al centro degli interventi.

Libri. "La metropoli Umana".

2 Luglio 2008
ore 15.00 Sala Affreschi
Consiglio Regionale della Toscana
Palazzo Panciatichi - via Cavour, 4 Firenze

PRESENTAZIONE DEL LIBRO

“La metropoli umana
Economia e politica per la qualità della vita nelle città di oggi

Introduce:

Mario Lupi Capogruppo Verdi per l’Unione Consiglio Regionale della Toscana

Interviene:

Luca Ragazzo Capogruppo Verdi Consiglio Provincia di Firenze

Saranno presenti gli autori:

Paolo Fuligni, ha lavorato come psicologo con diversi enti pubblici nel campo della tossicodipendenza, del disadattamento giovanile e dei disturbi legati all'ambiente e al contesto sociale, partecipando anche ad indagini epidemiologiche nazionali condotte dal Consiglio Nazionale delle Ricerche.
Ha pubblicato studi sulla tossicodipendenza, sui disturbi psicosomatici e sul traffico veicolare urbano. Vive a Livorno dove esercita la professione di psicoterapeuta ed ha fondato, assieme ad altri colleghi, un'associazione per la lotta alle malattie indotte da stile di vita.
Paolo Rognini, già docente di Scienze sociali presso gli istituti superiori di istruzione secondaria, insegna Ecologia urbana e sociale presso l'Università di Pisa. Ha compiuto ricerche ed ha pubblicato numerosi articoli in diversi campi della geografia, con particolare interesse per i problemi legati alla qualità della vita nell'ambiente urbano.

SCHEDA
Dalla grande capacità creativa di George Lucas - nella celebre saga di Guerre Stellari - è stato creato Coruscant, il pianeta-città: un'incredibile, sterminata area urbana che avvolge un mondo intero senza lasciare alcuno spazio libero, senza alcuna soluzione di continuità tra le moltitudini di torri e i grovigli di arterie e di circonvallazioni intasate da un terrificante traffico tridimensionale.
Come già è accaduto in passato per tante lucide visioni di grandi autori di fantascienza, la realtà di oggi potrebbe non essere molto lontana da tale artistica anticipazione.
Insomma, non ci sono dubbi: il domani del nostro pianeta si va realizzando sempre più nelle città. E dunque, come saranno le città del Terzo Millennio? Ma, soprattutto, come sta cambiando l'umanità che le abita? Quale matrice culturale ha prodotto l'ambiente urbano attuale e quali meccanismi sociali e psico(pato)logici sono stati messi in atto per consentire un adattamento tale da garantire - in tale difficilissimo ambiente - la sopravvivenza della specie Homo sapiens sapiens?
Queste le domande che si pongono i due Autori, che in questo libro sostengono la necessità di una visione d'insieme, di un approccio olistico, per far fronte a fenomeni che appaiono sempre più caotici e senza controllo. Un'analisi delle strutture fisiche, economiche, culturali e mentali che caratterizzano i grandi agglomerati umani e un tentativo di avviare un dibattito e di offrire un contributo pratico alla soluzione dei problemi che sempre più assediano le città contemporanee.

Comunità Montane. La Sinistra riduce il danno.

Firenze 25 giugno ‘08
Legge sulle comunità montane. Il comunicato congiunto dei gruppi della Sinistra in Consiglio Regionale: PRC, PdCI, Verdi, SD.

I capigruppo: abbiamo approvato una legge che `riduce il danno`

Siamo di fronte ad una legge di “riduzione del danno” in quanto senza di essa – a causa della legge finanziaria 2008 – avremmo assistito ad un taglio delle comunità montane estremamente piu’ pesante e generalizzata. Un cappio al collo quindi, che ci spinge ad esprimere un voto positivo alla medesima, registrando però un irrigidimento da parte delle altre forze politiche di maggioranza rispetto agli emendamenti che avevamo presentato in Commissione – in quella sede condivisi – che andavano a migliorare la legge stessa proponendo una riforma piu’ complessiva e superando alcune criticità presenti nel testo, quali la questione della provincialità dell’ambito delle comunità, che veniva proposto tramite i nostri emendamenti di superare.
Così i presidenti dei Gruppi della Sinistra in Consiglio Regionale Monica Sgherri (PRC), Mario Lupi (Verdi), Marco Montemagni (Pdci) e Alessia Petraglia (SD) in merito alla discussione e votazione in aula della legge di riforma e riduzione delle comunità montane. Adesso rimane tutta la necessità di rilanciare le politiche della montagna, nella quale le comunità montane abbiano un ruolo sempre piu’ efficace, affinché quelle aree siano elemento propulsore di sviluppo basato sulla qualità ambientale, della vita, esempio e sperimentazione di nuovi modelli di sviluppo. Condividiamo quindi la richiesta dell’apertura di un tavolo di confronto con tutte le realtà istituzionali interessate, richiesto dall’associazione della comunità montane, nel quale sviscerare le problematiche legate alla necessità di una riforma vera, necessità resa piu’ urgente anche dallo sciagurato progetto annunciato dal governo nazionale, che prevederebbe la mera totale soppressione delle comunità medesime.
Razionalizzazione quindi sì, ma per dare maggior forza ai territori legati alla montagna – come esplicita il Piano Regionale di Sviluppo - e non semplicemente una cancellazione fine a se stessa che provocherebbe danni non soltanto alle popolazioni direttamente interessate ma a tutti i cittadini.

Memoria corta. Assassini premiati.

Avevamo già dato la notizia qualche giorno fa in una nota. Questa è la comuncazione ufficiale dei VERDI.
MV

Firenze, 25 Giugno 200
Premio Galileo a Blaise Compaoré: ignoranza, dimenticanza o avallo?

L’8 giugno a Parigi il colonnello Gilbert Diendjéré (l’ufficiale che condusse il gruppo che ha rovesciato in un bagno di sangue il presidente del Burkina Faso Thomas Sankara il pomeriggio del 15 ottobre 1987), capo di Stato Maggiore del reggimento del presidente attuale del Burkina Faso Blaise Compaoré, arrivato al potere grazie all’assassinio di Thomas Sankara, ha partecipato a Parigi ad un forum sul tema "Stabilità e sviluppo in Africa".
Oggi, 25 giugno, lo stesso Blaise Compaoré avrebbe dovuto essere insignito a Firenze del premio speciale Galileo per la mediazione nei conflitti etnici e sociali. L’Europa sembra aver memoria corta!
Riteniamo gravissima la rimozione storica di fatti noti che una giuria e le istituzioni pubbliche che la avallano, hanno il dovere di conoscere.
Il fatto che vi sia stata una superficialità in questo giudizio premiale dovrebbe far decadere qualunque patrocinio e sostegno pubblico (morale e materiale) a un premio che di fatto sembra ignorare la sofferenza che in paesi africani, ben oltre il solo Burkina Faso, il colpo di stato dell’87 e la conseguente gestione scellerata del potere e dell’economia ha comportato. Una pilatesca "non-consegna-causa-assenza-del premiato" non può essere sufficiente a cancellare una simile offesa a un intera popolazione che avrebbe potuto essere libera e autosufficiente piuttosto che produttrice di "fagiolini umanitari" da vendere alla COOP! Riteniamo doveroso che la giuria e l’organizzazione del premio si assumano la responsabilità di un errore così grossolano facendo un più dignitoso e articolato passo indietro.

per la Federazione dei Verdi Toscani
Grazia Campus e Mauro Romanelli

Montemurlo. Comitati uniti contro il Piano guida 1

da Il Tirreno del 25/06/08

Comitati uniti contro il Piano guida 1

Raccolte 1500 firme per dire no alla cementificazione dell’ex stadio

Il consigliere comunale Delfine porterà la questione in Regione e fino in Parlamento


MONTEMURLO. “Tutti insieme appassionatamente contro il Pg1”. Lunedì, alla luce del sole, in piazza della Libertà, è stata annunciata l’unione fra i comitati cittadini per impedire la “cementificazione” del campo sportivo di via Rosselli, mentre sono arrivate a 1.500 le firme sotto la petizione, che verrà portata in Regione e in Parlamento. Intanto il referendum consultivo.
Ma andiamo con ordine, perchè i rappresentanti dei due comitati, Alberto Niccolai per “Cittadini uniti montemurlesi” e Gabrio Fanti per “Contro il Pg1”, hanno trovato nel consigliere comunale della lista “no autovelox nascosto” Davide Delfine, l’esponente politico disposto a portare questa battaglia in comune, regione e addirittura in parlamento.
«Ho preso a cuore questa battaglia contro l’ennesima cementificazione a favore di una minoranza, perchè questi comitati sono trasversali alla politica, preoccupandosi solo della salute dei cittadini» spiega Delfine, lanciando pesanti frecciate al sindaco Menchetti, accusato di abitare a Collodi..., perchè nell’aprile 2006 scrisse su “In & out” che sarebbe nato “un grande giardino” sul campo sportivo di via Rosselli.
«Con il Pg1 invece nascerà un polmone grigio, una vera e propria colata di cemento, contro cui ci batteremo a ogni livello» continua il consigliere comunale.
Pienamente d’accordo Gabrio Fanti, il portavoce del Comitato contro il Pg1, sottolineando come siano state raggiunte ben 1.500 firme, grazie all’accordo fra i due comitati nella battaglia contro l’eliminazione del verde pubblico nel centro del paese.
Tocca ad Alberto Niccolai, uno dei fondatori del Comitato cittadini uniti montemurlesi, elencare le cifre del Pg1, il progetto Guida redatto dal comune per l’area ora occupata dal campo sportivo di via Rosselli. «Un piano contro la piccola distribuzione, perchè sono previsti ben 2.300 mq di nuovo commerciale, oltre a 80 appartamenti, 1.700 mq di parcheggio esterno e altri 10.000 interrati, per un costo totale per i montemurlesi di 7.132.913,80 euro, oltre a 1.032.913,80 euro necessari per costuire il nuovo campo sportivo a Oste» conclude Niccolai.

Ferrovie. Le disavventure di un disabile

da Il tirreno del 24/06/08
Le disavventure di un disabile alle prese coi carrelli elevatori

Dovendo partire per Cesenatico, il 3 giugno scorso fino al 14 giugno, andai alla Stazione Centrale di Prato per prenotare i biglietti; mi fu fatto un preventivo con treno normale con una spesa di euro 15 e rotti per l’andata e la stessa cifra per il ritorno.
Telefonai all’ufficio disabili di Firenze, mi fu detto che in quelle carrozze non entrava la mia sedia a rotelle e non potevo stare sulla piattaforma della porta per norme di sicurezza tornai alla biglietteria dove mi fu fatto un altro programma, (sarei dovuto partire alle 10,14 circa e arrivare a Cesenatico alle ore 16 circa del pomeriggio) ritelefonai a Firenze, dove, una persona molto gentile, mi programma il viaggio sul treno Eurostar con posti per disabili con il grosso inconveniente di dover scendere alla stazione di Rimini perchè a Cesenatico, il servizio del carrello elevatore entrava in funzione il 15 giugno.
Stavolta il costo era di euro 33,50 andata, stessa cifra per il ritorno, compreso l’accompagnatore: totale di euro 67,00.
Da Rimini dovetti prendere un taxi con il costo di 40 euro 40 per andare a Cesenatico, altri 40 euro da Cesenatico a Rimini. Da Rimini partii col treno Eurostar 556 delle ore 7,22 per Bologna, a Bologna presi il treno 9307, (con assistenza molto efficiente) delle ore 9,39.
Prima di arrivare a Prato, la capotreno annuncia la fermata alla stazione di Prato Centrale ma, il macchinista (pensando chi sa cosa) non si ferma. Mi ritrovai a Firenze Campo Marte, dove chiesi perché non si era fermato; il controllore fu evasivo, (mentre la capotreno e assistenti erano a terra, e telefonavano a destra e a manca, sentii che si chiedevano come era potuto accadere, dicendo anche che quel giorno il macchinista avrebbe avuto la sua).
Qui accadde la cosa che mi fece male ed incavolare; avendo il treno circa mezz’ora di ritardo, mentre aspettavano l’operatore del carrello elevatore, la capotreno fece questo annuncio: mi scuso a nome di Trenitalia, per il ritardo, ma c’è un disabile da scendere. Non dicendo che la colpa era loro, ma facendo così capire ai passeggeri che la causa ero io.
Questo non lo posso accettare nè tollerare assolutamente. Per questo, chiedo i danni morali e materiali, con scuse e rimborso spese!

Sergio Lascialfari

Congressi. Rifondazione al bivio.

Da Il Manifesto di ieri. mv

INTERVENTO
COSA DIVIDE E COSA PUO’ UNIRE RIFONDAZIONE
Paolo Cacciari


I binari su cui si sta incanalando il congresso del Prc sono più o meno questi: sul contenitore, ci si divide tra chi vorrebbe «ricostruire» il Prc per federarlo con i diversi partiti e soggetti politici antisistemici esistenti e chi invece lo vorrebbe «mettere a disposizione» in un soggetto politico più largo e attraverso un processo costituente fusionale; sui soggetti ci si divide tra chi fa riferimento ad un’identità autonoma di classe, con coscienza politica ed egemonia sociale e chi invece pensa ad una sinistra aggregata per convinzioni ideologiche, ma anche per elaborazione programmatica; sui contenuti politici si divide tra chi chiede di segnare un confine anticapitalistico e altermondialista e chi pensa anche ad un riformismo graduale che non escluda mediazioni e pratiche di governo; sulle modalità d’azione ci «si divide tra D’Alema e Tarzan» (Andrea Alzetta), per dirla con un magistrale titolo de il manifesto, cioè tra il mantenimento di un dialogo e alleanze con il centro-sinistra e, invece, l’opposizione nei movimenti sociali.Questa auto-caricatura del dibattito interno riproduce vecchi vizi e non fa fare alcun passo avanti. Quali sono le forme di organizzazione politica più idonee per reggere lo scontro con il nuovo regime bipartitico delle «due destre»? Come superare la separatezza tra partito e corpo sociale? Quali sono i soggetti della trasformazione? E quali le idee forti aggreganti, il progetto di società autonoma, il sistema di valori desiderabile e mobilitante? Quali sono i modi, le pratiche e i luoghi dell’agire politico?
Se facessimo un esercizio di umiltà e riconoscessimo che il crollo elettorale non è solo il risultato di una serie di errori, ma un collasso di credibilità tra i corpi sociali di riferimento e i dirigenti dei partiti; se affermassimo che nessuno sa come rimettere in moto un movimento sociale e politico di resistenza al nuovo regime fascisteggiante, allora ci accorgeremmo che serve un approccio metodologico e una diversa capacità di comunicare con la vita ferita e con gli individui oppressi.
Rossanda ha liquidato la V° mozione del Prc come «metodologica», in realtà la scelta di un tale profilo è già sostanza. In altre parole il passaggio per una «salvezza» della sinistra non è nello stabilire «la giusta linea», ma condividere una idea fondativa di politica come spazio pubblico plurale, agibile da tutti e da ciascuno.
Un’impresa su cui bisognerebbe discutere, ad esempio, è sul partito. Quello nuovo (sociale) deve essere strumento di organizzazione diretta, basato sulla ricostruzione dei legami sociali, prima che raccogliere deleghe e rappresentanze istituzionali. Deve organizzare «la politica come servizio e gratuità come adempimento di doveri di solidarietà e del bene comune» (dall’appello «La politica che vogliamo»). «Comunità intelligente ed affettuosa», deve modellarsi secondo uno schema organizzativo a sistemi complessi reticolari e trasmettere un’idea della «politica oltre il potere» (Adriana Cavarero). Il fine non deve essere il potere ma la sua dispersione, fino all’annullamento. Se la crisi della politica dipende dalla liquefazione della sua dimensione etica, allora è da questo recupero che si deve ripartire. La critica attiva a tutte le forme di violenza deve riguardare anche gli apparati comunitari (a partire dalla famiglia), economici (a partire dall’impresa capitalistica), statali per la sua funzione disciplinatrice e conservatrice.

Via Francigena. Lo studente pellegrino.

VIA FRANCIGENA.
LUPI: LO STUDENTE COME IL PELLEGRINO

Facciamo della Francigena materia di studio nelle nostre università

Firenze 24 giugno ‘08
“Il mondo Universitario ci spinge con forza verso la realizzazione del grande progetto Europeo della via Francigena e la politica deve rispondere positivamente.” - cosi’ ha dichiarato Mario Lupi, consigliere regionale della Toscana per i Verdi e delegato per il Consiglio Regionale della Toscana nella Associazione europea delle Vie Francigene. - Dopo aver discusso ed approfondito con i professori Virginio Bettini e Sara Tosi, rispettivamente delle Università di Venezia e di Udine, ho potuto apprezzare ed approfondire le esperienze sul campo con gli studenti universitari ed ho visto realizzato un programma che porta a formare una nuova generazione di giovani donne ed uomini preparati e consapevoli per mezzo di un progetto quanto mai attuale: quello della via Francigena, divenuto “portante” materia di studio ed applicazione per la facoltà di pianificazione del Territorio.
Vi è infatti una analogia fra lo studente e il pellegrino che coincide su fattori puntuali: la ricerca, la motivazione e l’avere una aspirazione; il pellegrino è al tempo stesso studente e docente.
Ho raccolto anche altri numerosi stimoli, considerazioni, preziose e puntuali relazioni dell’Università di Firenze con la prof.ssa Mariella Zoppi, forte anche della sua esperienza politico-amministrativa proprio nella Regione Toscana, del prof. Almo Farina dell’Università di Urbino, che sottolinea come l’ecologia si collochi tra cultura e storia, e come le Pubbliche Amministrazioni e le Istituzioni debbano avere chiaro che la Via Francigena per l’alto valore che rappresenta, non debba essere “mercificata”, ma presentata nella giusta dovuta considerazione.
Insomma, riscontrando altre importanti manifestazioni di interesse dimostrate da parte di altri docenti ed Università Italiane, sembra di poter dire che è giunto oggi il momento di poter dare risposte chiare anche in campo educativo, scolastico ed universitario come ha detto la prof.ssa Renata Crotti dell’Università di Pavia, con la quale condivido l’esperienza associativa nell’Ufficio di Presidenza dell’A.E.V.F..
Dobbiamo fare come la Regione Galizia: - ha concluso Lupi - in ogni facoltà inseriamo un esame di studio sui percorsi e vie storiche partendo dalla via Francigena; avremmo un risultato che a mio avviso avvierebbe in maniera concreta quell’opportuno processo che chiamo “rivoluzione culturale”, fondato su principi etici, valori storici, legame col territorio quanto mai necessario, specie in questo momento, per nuove generazioni di giovani.”

ufficio stampa
Gruppo Verdi per l’Unione

Prato. Eccesso di decibel.

La lettera che segue è stata redatta da un gruppo di singoli e associazioni e riguarda l'eccessivo volume delle manifestazioni all'aperto. mv

Al Sindaco del Comune di Prato
All’Assessore all’Ambiente del Comune di Prato
E p.c.
All’Assessore alla Cultura
All’Assessore allo Sport
Al comandante dei Vigili Urbani
All’ARPAT

Ogg. Inquinamento acustico provocato da manifestazioni e locali all’aperto.

Le piazze del centro storico di Prato ed altre aree densamente abitate della città e delle sue frazioni, sono utilizzate per manifestazioni e spettacoli musicali che allietano le serate estive, offrono occasioni di divertimento e di svago all’aria aperta e animano la vita urbana, a lungo compressa e limitata in spazi chiusi nella stagione fredda.
Siamo consapevoli che queste attività, quando rispettino i regolamenti comunali vigenti, sono da considerare positive per la città e per la socializzazione oltre che per lo sviluppo culturale.
D’altro canto, come cittadini impegnati a vario titolo in attività sociali e come abitanti di zone centrali densamente popolate, vogliamo porgere all’attenzione dell’amministrazione il problema degli eccessivi livelli di emissione sonora provocati dagli impianti di amplificazione degli spettacoli.
Il volume molto alto, infatti, troppo spesso rende la vita difficile ai cittadini residenti intorno alle piazze animate dagli spettacoli, causando loro un notevole disagio per la mancanza di riposo, con conseguente stress e disturbi ad esso collegati.
Anche laddove le iniziative rumorose non siano continuative e di lunga durata, la potenza di emissione sonora degli impianti, costringe le famiglie a dichiarare veri e propri stati di emergenza e ad allontanarsi da casa forzatamente per tutta la durata dei concerti. È evidente che per anziani e bambini piccoli la situazione diventa difficile, anche considerando che le alte temperature obbligano a tenere aperte le finestre.
È inutile ricordare a codesta amministrazione i compiti che spettano al Comune in relazione al controllo dei decibel e delle verifiche in base ai regolamenti e in proporzione alla vicinanza dalle abitazioni. Dato che sono l’ARPAT ed i vigili urbani a dover controllare questo tipo di attività e che, indipendentemente dalle segnalazioni dei cittadini, essi dovrebbero effettuare le verifiche muniti delle apposite apparecchiature. A maggior ragione, dovrebbero presentarsi preparati e attrezzati quando ricevono una richiesta di aiuto.
Sarà utile tenere in considerazione che negli ultimi anni gli studi europei sull’inquinamento sonoro, hanno posto come limite per la salute umana il livello di 55 decibel, oltre il quale si possono verificare disturbi del sonno, stress, mancanza di concentrazione, aumento della pressione sanguigna, disturbi psichici e ipercinesicità nei bambini con disturbi gravi dell’apprendimento.
Il livello che il regolamento comunale prevede per le attività a carattere temporaneo ( che vuol dire non più di 16 serate annuali e perciò con l’esclusione di locali all’aperto come quello della Passerella oppure di quelle piazze dove, cumulate le iniziative, si supera questo numero nell’arco dell’anno) un massimo di 70 db!
Se non siamo male informati, il livello di rumore deve essere dichiarato nella richiesta di permesso ad effettuare lo spettacolo e la violazione di questo limite prevede, ovviamente, la revoca del permesso stesso, a meno che non si provveda ad un adeguamento immediato.
Bisogna tenere presente che la misurazione in decibel dei rumori è su una scala logaritmica, che in poche parole significa, che un aumento di 3 decibel corrisponde al raddoppio del volume, mentre 10 decibel in più equivalgono a 100 volte il volume previsto. Per questo è di fondamentale importanza una misurazione precisa e l’uso degli strumenti adeguati.

Pertanto, considerato quanto abbiamo esposto, chiediamo agli assessorati competenti di prendere in seria considerazione quanto qui di seguito:

1) Ridiscutere in tempi necessariamente BREVI, con l’ausilio di tecnici e medici, l’attuale livello limite in decibel previsto, adattando la normativa comunale ai più moderni studi sul rumore contemplando le ultime norme imposte dalle leggi europee, in tempi recentissimi.
2) Effettuare i controlli in modo abituale, (senza che i cittadini debbano essere costretti a chiamare), con l’ausilio dell’apparecchiatura prevista (fonometro) e alle distanze descritte nel regolamento comunale, fra la fonte di emissione del suono e le abitazioni circostanti.
3) Aggiornare il personale di Polizia Urbana affinché tratti il problema con l’adeguato impegno che richiede, tenendo conto delle conseguenze che le trasgressioni alle norme, provocano a livello sociale.
4) Superare le antiche abitudini, (formatesi dalla nostra cultura di città industriale, abituata a fare i conti con un grande inquinamento acustico legato anche all’industria tessile), per conquistare uno stile di vita sociale maggiormente orientato ad evitare ciò che danneggia la salute e ostacola il diritto ad una vita serena dei cittadini.
5) Valutare attentamente, magari coinvolgendo le Belle Arti, quanto, il livello della pressione sonora vada ad influenzare la stabilità degli edifici a valenza storica come chiese, palazzi del centro storico e simili.
6) Prevedere un prolungamento degli orari di alcune linee di autobus urbani dato che per partecipare a queste manifestazioni frequentemente i cittadini sono costretti a utilizzare il mezzo privato, con un aumento importante dell’inquinamento sia acustico che atmosferico, oltre dei rischi di incidente stradali (spesso a queste feste sono associate a grande consumo di alcolici.
7) Eventualmente individuare aree facilmente raggiungibili e più adatte per queste manifestazioni, soprattutto quando siano previsti una grande affluenza di pubblico ed un impatto acustico elevato.



Alfredo Albiani
Riccardo Buonaiuti
Lanfranco Nosi
Daniela Morra
Leonardo Pampaloni
Domenica Aruta
Vittorio Giugni
Paolo Sanesi
Scuola della via interiore, Neidan sole luna
Italia Nostra
municipioverde

martedì 24 giugno 2008

Prato. Rifiuti: raccolta inceppata.

Da qualche giorno c'è un problema in città che ci preoccupa non poco.
La Recoplast di Agliana, azienda incaricata della raccolta del multimateriale delle campane blu e della separazione della latta, del vetro e della plastica, ha sospeso l'attività.
L'ASM sta provvedendo a depositare questi materiali nel deposito di stoccaggio dietro alla sede di via Galcianese. La montagna è già visibile dal circondario e solo una piccola parte è stata portata in Liguria per la suddivisione e la lavorazione di riciclo.
La raccolta differenziata è aumentata e, anche senza l'auspicabile, anzi il necessario, "sistema porta a porta", la popolazione sta collaborando e l'azienda pubblica ha fatto alcune precise azioni positive come la promozione della raccolta nelle scuole.
Improvvisamente questa strozzatura nella filiera rischia di danneggiare il sistema e di creare situazioni che portino acqua al mulino inceneritorista.
Ma perchè la Recoplast si è spenta?
Le notizie che ci arrivano parlano di una crisi seria e alla necessità di capitali da investire in nuovi macchinari, tali da tenere il passo con la consistenza e la complessità del materiale recuperato.
L'unica altra ditta presente nel nostro territorio, che è in grado di raccogliere e smistare i rifiuti di quel tipo è la Revet di Empoli ma evidentemente la zona di Prato non può essere coperta dall'azienda superstite che già riceve da tutta l'area fiorentina.
In pratica vi è una minaccia concreta che la filiera della raccolta non funzioni per lungo tempo e che di conseguenza si vanifichino gli sforzi fatti, in primo luogo dai comitati della piana che da anni esercitano una continua pressione critica sull'amministrazione.
Perchè il riciclaggio non fa profitto?
Dobbiamo subito porci questa domanda e cercare di capire come si può agire sul mondo delle imprese del settore.
Facciamo appello a tutti i Verdi, gli ecologisti di ogni bandiera a prendere di petto il problema della filiera debole da cui la lotta anti inceneritore ci ha distratto.
Siamo però dell'idea che questa situazione poteva essere prevista e quindi affrontata politicamente invece di arrivare ad oggi senza una pubblica informazione.
Immaginiamo quindi che partiranno presto delle interrogazioni in consiglio comunale, ma questo non basta.
Bisogna suggerire immediatamente delle soluzioni. Oppure qualcuno lo farà per noi malamente.

MUNICIPIO VERDE

Le vie storiche.Una legge nazionale.

VIA FRANCIGENA.
LUPI : LEGGE NAZIONALE PER VIE STORICHE

Firenze 23 giugno ‘08
“Lavorare in maniera collegiale e partecipata, come è nello spirito di unitarietà e trasversalità della via Francigena, per presentare una Proposta di Legge Nazionale “bipartisan”, costruita dal basso da chi e con chi ci crede, che riguardi e realizzi la via Francigena e le altre vie di interesse storico. - ha dichiarato Mario Lupi, consigliere regionale della Toscana per i Verdi e membro dell’Ufficio di Presidenza dell’Associazione Europea per le vie Francigene.
Ad Aulla al Convegno “I valori storici, ambientali, religiosi della via Francigena” è stato preso l’impegno di organizzare per il prossimo autunno un tavolo ed un confronto per un lavoro costruttivo tra Ministero della Cultura Beni Culturali e Regione Toscana, raccogliendo la disponibilità del Ministro per i beni Culturali Sandro Bondi, rappresentato dal suo consigliere particolare Dr. Giuseppe Benelli, e la condivisione del Sindaco di Aulla, Dr. Roberto Simoncini.
Sarebbe un segnale importantissimo – ha spiegato Lupi - non solo per la grande valenza politica e programmatica, ma anche per i numerosi riflessi che ne conseguono, da quello storico, culturale e turistico ma anche di quello delle biodiversità e della tutela del paesaggio, fino al significato più profondo di sottolineare la volontà di costruire un’altra Europa, un’Europa dei territori, dei comuni, dei cittadini.
La vera “grande Opera” infrastrutturale leggera – ha concluso infine Lupi - che l’Italia deve realizzare e su cui dobbiamo puntare è rappresentata proprio dalla via Francigena, riportandola ai livelli di importanza e valenza, economica, spirituale, fatta di contatti tra le genti e scambi interculturali tra popolazioni ed etnie diverse tra loro abbattendo, in maniera dolce e naturale, tutte le barriere culturali.”

Auspichiamo un interessamento anche per "la due mari etrusca" che tra qualche giorno partirà da Comacchio per raggiungere Pisa, passando anche dalla città etrusca di Gonfienti. MV

lunedì 23 giugno 2008

Verdi. Invito allo scioglimento.

Verso il congresso dei Verdi:
no all’accanimento terapeutico.
di Giampaolo Silvestri
da Il Manifesto del 22.06.'08

Molta acqua è passata sotto i ponti (sempre più inquinata e sempre meno habitat di vita) da quando nel lontano 1986 fu fondata la Federazione dei Verdi.
Sono stati anni di forte impegno ed entusiasmo: sicuramente le battaglie politico culturali ed i programmi sottostanti lo storico simbolo antinucleare del Sole che Ride hanno modificato in positivo il nostro Paese. Una lunga storia, ricca e travagliata ma che – lo dobbiamo assumere come dato reale - raramente ha superato la soglia minima per accreditarsi come forza efficace ed efficiente, con peso politico e credibilità nel panorama italiano, nonostante l’encomiabile militanza di migliaia di donne e uomini. Altro è il discorso sull’Europa. Non è questo il luogo per un’analisi del perché, degli errori, ingenuità, difficoltà oggettive, ingenerosità, incapacità e quant’altro: se proprio devo indicare tre fatti che hanno segnalato la crisi irreversibile e la fine della fase propulsiva dei Verdi citerei la sconfitta nel doppio referendum caccia/pesticidi, la non uscita dal governo e dalla maggioranza quando l’Italia del presidente del consiglio d’Alema sganciava bombe sulla ex Iugoslavia, il disastro “monnezza” in Campania.
Il risultato della “La sinistra, l’Arcobaleno” ha solo annegato nel disastro elettorale comune un’assoluta residualità e quasi inesistenza del soggetto politico Verde. Parlano chiaramente, contro ogni illusione continuistica ed orgogliosamente identitaria, tutte le recenti tornate elettorali in cui è comparso il simbolo dei Verdi: grossomodo, per essere generosi, la metà dei consensi che avemmo nel 1985, quando per la prima volta fu presente nella scheda.

Che fare quindi? I Verdi andranno a luglio ad un congresso programmatico-statutario per ridefinire identità, ruolo, organizzazione. Orbene io penso e propongo che come primo atto sia messo all’ordine del giorno se la Federazione dei Verdi debba continuare ad esistere o se, consensualmente, si debba dichiarare chiusa una fase, un ciclo, una esperienza politica e organizzativa. Lo affermo con amarezza e tristezza anche perchè sono tra i fondatori di questa esperienza (fui eletto già nel primo Coordinamento nazionale della Federazione dei Verdi a Finale Ligure) ma ritengo che oggi serva un atto di onestà intellettuale, di responsabilità verso tutte/i quelli che in questi anni hanno operato con passione, tempo, impegno, intelligenza e studio per dar gambe alla Federazione dei Verdi, agli ideali ecopacifisti, all’ambientalismo ed ai diritti, alla possibilità di un pianeta vivo in cui per tutti valesse la pena vivere, animali compresi. Questo lo dobbiamo anche ai moltissimi che per varie ragioni hanno abbandonato il partito in questi anni.
Contro un accanimento terapeutico senza senso propongo la presa d’atto che un capitolo di storia è finito; questo soggetto oggi non è più adeguato a rispondere alle sfide sempre più alte, difficili e pressanti che il pensiero e la pratica ecologista pongono. Nulla di tragico: i partiti sono strumenti, quel che conta è il fine e in quello nessuna abiura anzi, la realtà ci parla quotidianamente della sua necessità.
Dobbiamo approntare con dignità e serenità il nostro “testamento biologico” sapendo che probabilmente abbiamo fatto le domande giuste, sollevato i problemi reali, colto molti dei nodi della modernità, creato cultura e senso comune, innovato l’immaginario collettivo e le priorità dell’agenda politica, fatto una rivoluzione (purtroppo non sempre “onesta e gentile” come recitava un nostro slogan congressuale) ma – basta autoingannarci ! -non sempre e ovunque siamo stati all’altezza nelle proposte e nell’azione, e in moltissimi casi, anche nel nostro modo di essere, operare ed apparire.
Potremmo quindi, nel chiudere con orgoglio questo nostro più che ventennale cammino insieme, congelare i simboli della Federazione dei Verdi e renderli perpetuamente indisponibili per scadenze elettorali; nominare un comitato liquidatore che nel giro di qualche anno – con tutte le attenzioni del caso per gli aspetti giuridico/economici – chiuda il tutto e devolva il rimanente ad una fondazione costruita ex novo che sia strumento di elaborazione, scienza, innovazione, divulgazione nel campo dell’ambiente, della pace e disarmo, dei diritti, della riconversione ecologica dell’economia, del lavoro e degli stili di vita, della dignità e fratellanza di tutti gli abitanti del pianeta.
Il tutto, è una banalità ma dati i tempi è meglio ribadirla, con la massima attenzione a chi ha lavorato ed ancora lavora nei vari gangli della Federazione dei Verdi.
Molti sono gli aspetti positivi di questa proposta ma quello che più mi preme (oltre ad evitare una lenta morte tra veleni ed il nulla) è che ciò permetterebbe di cercare altre strade, aprire, respirare aria nuova, non inquinata dalle ormai insuperabili incrostazioni politico personali e di pseudo potere che ci attanagliano e mortificano (non solo nel nazionale ma anche a livelli regionali e nel mitico “territorio”). Nulla impedirà a chi vuole i verdi- verdi di fondare un nuovo soggetto politico autonomo; chi invece pensa che l’unico approdo possibile sia il Pd potrà portare in quel partito le proprie opzioni senza remore e senza attendere oltre; chi - come il sottoscritto - crede invece che, nonostante errori gravissimi e una mutazione culturale/ antropologica/politica nella nostra società (tutta ancora da analizzare, decifrare e assumere), l’unica strada percorribile sia ancora quella dell’arcobaleno e che sia una pia illusione per tutti i partiti pensare di poter fare come nulla fosse e ritornare alle proprie diroccate case, parteciperà alla costruzione di questo nuovo soggetto politico. Non mentivo in campagna elettorale. Il punto è che con lo scioglimento consensuale queste tre opzioni (tutte dignitose e legittime tranne per i non pochi che dicono verdi-verdi pensando in realtà al Pd) potranno essere praticate non “in nome di” o per il “possesso di” (simboli, soldi, tessere più o meno false, truppe di comparse e cammellate clacs) ma ognuno con la propria storia, la propria credibilità, la propria faccia, il proprio impegno e passione, eguale tra eguali.
In realtà è un chiudere un glorioso ciclo perché il nuovo – se c’è – possa nascere, dare un colpo; d’altronde, per chi non lo avesse ancora capito, in aprile non c’è stata solo una sconfitta elettorale ma la fine di un ciclo. Chiedo pertanto ai Verdi se, nel prossimo congresso, prima di passare agli altri punti all’ordine del giorno, sia possibile discutere e votare questa proposta. Se sarà respinta darà comunque più credibilità alla volontà di continuare (anche se temo, visto l’aria che tira, sarà ancora una volta continuismo e/o gattopardismo). Non oso proporlo anche alle altre componenti della “La sinistra, l’arcobaleno” per rispetto delle rispettive autonomie, differenti storie e realtà ma forse…
Gianpaolo Silvestri