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da la Nazione del 31/12/08
Sviluppo, Prato è ultima
Anticipazione della ricerca regionale su dati Istat
di ROBERTO DAVIDE PAPINI
NON PER INFIERIRE proprio sotto le feste, ma un’altra ricerca (con le indagini statistiche di fine anno Prato non ha molta fortuna) evidenzia la situazione di crisi della provincia pratese. Dopo il tracollo nella classifica sulla qualità della vita del “Sole 24 Ore” (50 posizioni perse in un anno), questa volta si tratta di un’indagine elaborata dall’Irpet (l’Istituto regionale per la programmazione economica della Toscana) che pone Prato all’ultimo posto in una particolare classifica che misura l’indice di sviluppo e che si riferisce al 2007, ma viene resa nota solo ora. Un dato ancor più rilevante se pensiamo che nel 1995 (l’anno preso come riferimento dai ricercatori Irpet) la provincia pratese era nelle primissime posizioni piazzandosi in un ottimo terzo posto dietro Siena e Arezzo.
SI TRATTA di risultati che fanno parte di una ricerca più ampia che sarà presentata nelle prossime settimane e che si chiama “Toscana in cifre”. L’anticipazione che siamo in grado di offrire mostra con chiarezza un risultato sconsolante dal punto di vista dello sviluppo inteso in senso globale. I dati (forniti dall’Istat ed elaborati dall’Irpet) incrociano una serie di parametri, principalmente di tipo economico e lavorativo, certo, ma anche altri inerenti aspetti diversi: dalla salute alla speranza di vita; dagli aspetti civici alla sicurezza, sino all’inclusione sociale (con particolare riferimento alle questioni dell’immigrazione). Per questo, l’ultimo posto in questa classifica a tutto tondo, che va al di là dei dati economici (e quindi della difficile congiuntura del distretto tessile) appare particolarmente pesante.
NELLA CLASSIFICA che viene fuori da questo incrocio di dati e parametri, davanti a Prato vede al primo posto Siena seguita da Arezzo. Le prime due posizioni sono le stesse del 1995, con un sensibile calo, però, dell’indice di sviluppo. Fatto 100 quello della Toscana, l’indice di Siena è intorno a 110, mentre era oltre 120 e quello di Arezzo segue lo stesso decremento. A cambiare tra 1995 e 2007, come detto, è la terza posizione che non è più ad appannaggio di Prato, ma che va alla provincia di Firenze (che era quarta nel ’95). Subito dopo Firenze c’è Pistoia, poi Grosseto, Pisa, Livorno, Lucca e Massa e Carrara. All’ultimo, malinconico posto, come detto, c’è la provincia di Prato, passata da un indice che sfiorava 120 nel 1995 a un indice che supera di poco 80.
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