TANTI INTERESSI PRIVATI NON FANNO UNA CITTA'!

La mer, la fin...

mercoledì 31 dicembre 2008

Prato. Social Card?

Anche a Prato non aspettavamo altro... Una certificazione di povertà che oltretutto è di difficoltoso accesso.
Eh si... Grande mossa, quella del governo!
Il dato veramente inquietante è nel numero di persone che l'hanno richiesta, e che dovrebbe far riflettere sulla situazione generale, magari iniziando a reintrodurre nel dibattito politico termini come "reddito di cittadinanza", "minimo sociale garantito", "basic income" - collegandolo a nuove modalità di produzione e riproduzione della moneta, come lo SCEC.
Possiamo provarci?
MV

da la Nazione del 31/12/08
Code:anziani in ‘pellegrinaggio’ In moltidanno la caccia ai 120 euro

Social card: ‘Sballottati tra Inps, Comune e Poste con sorprese’
ARMATI di santa pazienza e sfidando i rigori dell’inverno, si mettono in coda allo sportello per cercare di non perdere quel “bonus” di 120 euro sulla loro tessera ricaricabile. Social card che alcuni pensionati pratesi hanno già in tasca, altri si stanno affrettando per richiederla in queste ore, visto che scade proprio oggi il termine per richiedere l’arretrato sugli ultimi tre mesi.
Lo dimostra il viavai di persone anziane che negli ultimi giorni si sono affollati nei diversi uffici postali della città: solo nella giornata di lunedì il minuscolo sportello di Iolo è stato preso d’assalto da un’ottantina di cittadini, che si sono presentati con tanto di moduli compilati dal patronato per ritirare la loro agognata social card. Perché alla fine 40 euro al mese sono meglio di niente, lascia intendere qualche pensionato intervistato all’uscita dalla filiale di via Marianna Nistri. Peccato che prima di vederli, questi soldi, il più delle volte debba consumarsi un pellegrinaggio tra Poste, Inps e Caf, tappe di un sentiero segnato da tanti intoppi burocratici. Una vera e propria trappola per Vincenzo Cusumano, che ha sì ricevuto la carta d’acquisti insieme al Pin (il codice personale per usarla, tipo bancomat), ma non può utilizzarla perché sprovvista della ricarica per fare, ad esempio, la spesa al supermercato. E magari che imbarazzo vedersi respingere la carta alla cassa perché priva di importo. “Che trovata del governo! – denuncia - potevano pagare direttamente i 40 euro sulla pensione anziché inventarsi questa inutile macchina complessa”.

HA IL DENTE avvelenato Cusumano, dopo aver saputo dall’impiegata postale che deve rivolgersi all’Inps per capire l’origine del disguido (spettano all’istituto di previdenza gli accertamenti sui diritti del richiedente), mentre se l’è cavata con un’ora e mezza di fila Maria Rosadi, richiedente della social card per conto della mamma affetta d’Alzheimer. “Mi hanno detto che la documentazione è incompleta e che devo rivolgermi al Comune che deve verificare lo stato di malattia del parente. Non ho molto tempo a disposizione e mi dispiacerebbe perdere i 120 euro di arretrati”.
Situazione ancor più difficile per Gina Lombardi, anziana vedova che vive con il suo cagnolino con soli 500 euro al mese di pensione e, per di più, a rischio di sfratto. “Ho già la tessera, spero che l’attivazione avvenga il più rapidamente possibile. Sono due giorni che impazzo tra questi uffici: ieri due ore dal sindacato, oggi un’ora e mezza alle poste dove peraltro il personale è stato molto paziente”.
C’è anche chi si rammarica di non rientrare tra i beneficiari della social card, come Mimì Angiolini che percepisce una pensione di circa 600 euro al mese. “Il sistema di accesso ai requisiti è veramente assurdo. Non saranno certamente 40 euro a cambiarti la vita, ma almeno sono meglio di niente”.
Maria Lardara

In ostaggio della burocrazia
SOCIAL CARD, beato chi l’ha avuta. Perché dall’osservatorio provinciale di Cgil, Cisl e Uil, sembra proprio che la carta acquisti ricaricabile non stia finendo nelle tasche dei 30mila pensionati che vivono in città.
Troppo complicato e lento l’iter burocratico per ottenere lo strumento, troppe le aspettative deluse secondo le rilevazioni di Spi Cgil di Prato. “Su un campione di 2mila pensionati, ovvero quelli che si sono rivolte presso le nostre sei sedi territoriali – fa sapere la segretaria Anna Buti – solamente 110 domande potranno andare verosimilmente a buon fine. Non abbiamo ancora il riscontro con i dati dell’Inps per cui è difficile sapere al momento se tra le file dei nostri pensionati c’è qualche possessore di una carta attiva”. Senza contare il rischio di dover dire addio al rimborso dei tre mesi per non rientrare nella scadenza temporale della domanda. “C’è il sospetto che sia stato solamente spot pubblicitario del governo alla vigilia di Natale. Ci auguriamo comunque che sia data la possibilità di una proroga”, dichiara la responsabile provinciale di Spi Cgil .
Minori le richieste pervenute negli uffici di Fnp Cisl: “Su circa 300 domande è stata attivata una procedura solo per 64 persone: si tratta prevalentemente di nostri iscritti”, spiega Enzo Risaliti, responsabile di Fnp Cisl, lasciando così pensare che la social card entrerà nel portafoglio di pochi anziani.
E mentre da Poste italiane non arriva nessuna notizia sulla quantità delle tessere distribuite fino a questo momento a Prato – “senza istruzioni ministeriali non siamo ancora in grado di conteggiare le pratiche”, fanno sapere dagli uffici centrali di via Arcangeli – l’unica certezza rimane un regolamento che rischia di creare un esercito di poveri di serie A e poveri di serie B (reddito inferiore a 6mila euro l’anno pere la card). “Inoltre – ricorda Giovanni Barone di Uilp – all’esame dei requisiti fa cumulo la situazione del nucleo familiare”. Non sono molte le istanze capitate sulla scrivania del sindacato dei pensionati della Uil. “Pesa indubbiamente l’etichetta di ‘tessera dei poveri’ che scoraggia. Se poi si aggiunge il fatto che sui nostri 3150 iscritti su tutta la provincia, il 50% è composto da donne anziane, vedove e con difficoltà a spostarsi si spiega perché un primo bilancio delle social card da parte nostra non può che essere negativo”.
M.L.

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