La prossima tornata elettorale si presenta con alcune particolarità degne di nota. Intanto i due schieramenti maggiori risulteranno semplificati: AN e FI hanno dato vita al PdL; DS e Margherita al PD.
Ed allo stato delle cose avremo sulle schede anche 6 o 7 candidati alla poltrona di sindaco.
Intanto la strategia dilatoria e diluitoria del PD va avanti. Anche nella riunione di lunedì si è deciso di rinviare le decisioni che contano alla giornata del 30 dicembre....en attendant l'Italia dei Valori che deve decidere se partecipare, o meno, alle primarie di coalizione.
E, così, fino a dopo Befana non sarà possibile, per nessuno, conoscere e, soprattutto, praticare, ad esempio, le regole che saranno fissate per le eventuali primarie di coalizione. Che restando fissate per il 1 febbraio scoraggeranno a parteciparvi candidati che non siano espressione del solo PD.
Dentro al quale sembra, però, arrivato al capolinea il potere assoluto della segreteria e dei dirigenti che, di fatto, la guidano. E si potrebbe perfino arrivare ad ipotizzare che la medesima strategia in campo per il presidente della Provincia (elisione dei due candidati attuali a favore di un terzo/a) possa ripetersi anche per il Comune. Il che porterebbe fuori dalla partita per la massima carica cittadina sia Paolo Abati (che finora si è ben guardato dal dimettersi da presidente del Consiag...) sia l'outsider Massimo Carlesi.
Se questa operazione andasse complessivamente in porto appare evidente che non si farebbero più nemmeno le primarie di coalizione confidando nella arrendevolezza subalterna degli attuali alleati (IdV e Sinistra).
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