Il Gruppo dei Verdi/ALE si unisce al cordoglio del PE e del popolo italiano per il terremoto che ha colpito l'Abruzzo ed esprime la sua più sentita solidarietà alle vittime e il suo rispetto per tutti coloro che si stanno così energicamente adoperando per sollevarne i disagi e le sofferenze.
Tutti sappiamo che le conseguenze di questo terremoto sono state tragiche perché anche per incuria, per dolo, per frode, per incompetenza case ed edifici sono crollati ed hanno ucciso.
Individuare e punire i responsabili di questa situazione deve essere un elemento essenziale del processo di ricostruzione che si prepara, anche per evitare che un'altra tragedia si ripeta.
L'UE può dare un contributo positivo alla ricostruzione e, attraverso il Fondo di solidarietà, al finanziamento dell'emergenza. Sappiamo che da qui al 2013 è mobilitabile circa un miliardo di euro, ma per ottenerlo è necessario garantire un co-finanziamento equivalente da parte dello Stato italiano, è necessario essere in grado di presentare progetti, di stabilire il computo dei danni, di rispettare termini e procedure che impongono trasparenza e organizzazione.
E' possibile utilizzare l'occasione della ricostruzione per fare dell'Abruzzo un cantiere d'innovazione, di efficienza energetica, di tecniche moderne e sostenibili nelle strutture antisismiche e in infrastrutture utili.
In questo momento, la strada meno demagogica, più concreta e che permette azioni rapide per sostenere gli interventi di emergenza e la ricostruzione in Abruzzo è la ri-programmazione del “Programma Operativo” per l'Abruzzo 2007-2013 (Fondi Strutturali).
Il P.O. 2007-2013 dell’Abruzzo prevede attualmente un co-finanziamento europeo di 140 milioni di euro per un costo totale del Programma di 345 milioni di euro (la differenza è co-finanziamento nazionale).
Noi chiediamo che:
a) in primo luogo, si aumenti la dotazione dell’ ASSE VI del P.O Abruzzo “Sviluppo territoriale – misure (8 interventi previsti in totale) per prevenire e gestire i rischi naturali”; questo Asse è nato proprio dalla valutazione dell’elevata sismicità del territorio . Questo può essere fatto senza una procedura di ri-programmazione ma semplicemente spostando fondi già previsti da un asse all’altro del Programma Operativo Abruzzo.
b) la ri-programmazione che sarà avviata dalla Commissione, in concerto con la Regione Abruzzo e il Governo italiano, preveda:
- un re-indirizzo degli altri Fondi europei (per es. il Fondo Sociale) già programmati per l’Abruzzo verso misure e priorità utili alla ricostruzione; in questo quadro potrebbe convergere sul P.O. dell’Abruzzo anche una riallocazione di risorse dei Fondi strutturali destinati ad altre Regioni italiane in questo momento “più competitive” (come è avvenuto nel caso del terremoto in Umbria e nelle Marche).
Sappiamo che la Commissione europea è aperta a valutare “donazioni”, con questo stesso meccanismo, da parte degli altri Stati Membri.
- la creazione di nuove misure che permettano spese per azioni legate ai danni prodotti dal terremoto quali la ricostruzione delle infrastrutture danneggiate, investimenti per attività produttive legate all’economia verde, la riqualificazione territoriale e programmi speciali di formazione e promozione dell’occupazione
c) le autorità italiane, in primis il Governo con la collaborazione di tutti gli enti locali coinvolti, procedano rapidamente alla stima dei danni diretti subiti per rispettare la scadenza del 15 giugno 2009 per presentare la richiesta di fondi nel quadro del Fondo di Solidarietà europeo (ESF). L’ammontare del contributo erogato sarà in funzione dei danni subiti, ma non potrà in ogni caso superare il miliardo di euro.
Questo Fondo, infatti, esiste proprio per fornire aiuto economico rapido, efficace e flessibile per misure di primo intervento in casi di disastri naturali. Non è con questo Fondo che potrà essere finanziata la ricostruzione, ma potranno essere finanziate misure di sistemazione temporanea delle popolazioni o di allestimento delle infrastrutture vitali necessarie alla vita quotidiana delle persone coinvolte.
L’erogazione di tale contributo sarà deciso dall’autorità di bilancio europea (Consiglio e Parlamento); noi, come Parlamentari europei, ci impegniamo a vigilare sulla rapidità della procedura.
d) le autorità nazionali (Regione, Governo) si attivino per la richiesta di prestiti alla Banca Europea degli Investimenti che eroga consistenti somme in casi di disastri naturali. I prestiti potrebbero essere disponibili immediatamente. Questa strada è stata seguita dalla Germania e dall’Austria nel caso dell’alluvione del 2002.
Invece, la proposta di una ri-classificazione della Regione Abruzzo come regione Obiettivo 1 ci sembra poco realistica e poco praticabile. Oltre al fatto che le regioni "obiettivo 1" non esistono più poiché la classificazione dei Fondi strutturali 2007/2013 è fatta sulla base di criteri diversi, qualsiasi revisione dovrebbe essere fatta all'unanimità degli Stati membri, comporterebbe interminabili procedure e non otterrebbe maggiori fondi rispetto a un'attenta riorganizzazione dei Fondi come proposto più sopra.
Inoltre, anche se il PIL dell’Abruzzo dovesse effettivamente subire una riduzione tale da portare questa Regione dentro i criteri necessari per poter essere ri-classificata (PIL inferiore al 75% della media del PIL EU-25 che non pare per ora il caso poiché si parla di una riduzione del PIL "solo" del 3%) questa riclassificazione potrebbe interessare anche altre regioni che a causa della crisi stanno perdendo punti di PIL e riaprirebbe una competizione molto difficile da gestire.
Monica Frassoni
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