Per certo, l'impatto del florovivaismo è di quelli pesanti, nella prospettiva del parco agricolo.
E forse è il caso che l'amministrazione ne renda conto!
MV
da il Tirreno del 23/04/09
Il vivaio di via delle Risaie a Tavola male si concilia col parco della Piana
In questi mesi vi sono stati impegni e dichiarazioni da parte delle istituzioni locali, tra questi è da ricordare l’inserimento come scelta ambientalmente qualificante nelle previsioni del nuovo piano strutturale, scelta che è stata condivisa con un più che discreto consenso nello stesso processo partecipato del town meeting.
Per questo siamo perlomeno stupiti dall’apertura del cantiere per un vivaio specializzato per cultura in vasi in via delle Risaie a Tavola su una superficie che stimiamo in 25 ettari a cura dell’azienda agricola Vannucci di Pistoia.
Stiamo parlando di un’area che fa parte a pieno titolo Parco Agricolo di Prato. E che secondo quanto ha dichiarato Morisi garante della Partecipazione della Regione Toscana, venuto a Prato a presentare il Progetto di Parco della Piana, potrebbe essere incluso in un possibile ampliamento del Parco stesso.
Insomma per noi questo cantiere è tutto il contrario di quello che le istituzioni hanno promesso e si sono impegnate a fare. Dalle informazioni in nostro possesso non è neanche evidente che il vivaista sia impegnato ad utilizzare acqua di ricircolo. Eppure da tempo Gida è impegnata un progetto di riuso dell’acqua di scarico dei depuratori a fini floro-vivaisitici al fine di salvaguardare la risorsa idrica (e la falda) dagli emungimenti che queste attività svolgono in grandi quantità.
Legambiente vuole ricordare che questo configge non solo con gli usi industriali, ma soprattutto con la necessità di destinare centralmente la risorsa idrica della falda agli usi civili.
Questi sono i principali motivi della nostra opposizione a questa scelta: 1) il vivaismo si presenta come attività agricola intensiva che oltre a consumare molta acqua inquina pesantemente le falde con prodotti chimici fertilizzanti e fitosanitari (per altro in una zona dove la presenza dell’attività di golf già di per se stessa dovrebbe creare qualche preoccupazione); 2) pur essendo un’attività agricola, il vivaismo non ha niente a che vedere con la difesa della biodiversità e dei corridoi ecologici che sono i primi elementi per cui si dovrebbe sviluppare un nuovo interesse ad una agricoltura di qualità nella piana.
Ma soprattutto la scelta di destinare (o meglio di autorizzare) questa zona, come altre della residua piana agricola del territorio a sud di Prato, all’attività florovivaistica è evidentemente in contrasto con gli obiettivi che in positivo si intende perseguire con un nuovo interesse all’agricoltura come economia locale (secondo la definizione di Magnaghi) che punta sull’agricoltura di qualità ad alta occupazione e finalizzata alla filiera corta ossia a produzioni del territorio che possano essere consumate localmente. Solo così si può pensare ad una prospettiva che possa coniugare la salvaguardia del territorio, valorizzazione agricola, occupazione qualificata e sicurezza alimentare.
Ovviamente pare inutile ricordare che come Forum per il Parco Agricolo già lo scorso anno avevamo scritto una lettera a tutte le istituzioni segnalando che questo ed altri progetti destavano la nostra contrarietà ed in contrasto con le proposte che andavamo facendo.
Paolo Balestri Legambiente Prato
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