Certo, dobbiamo riconoscere che l'improvvida uscita del PD ha fornito un gancio formidabile a chi si presenta come "nuovo" eppure ha fatto parte integrante di quella classe dirigente pratese (perché a Prato la politica da sola non governa... ci sono anche gli industriali, e tanti altri soggetti, che formano un bel "blocco di potere") che tante responsabilità ha sulla situazione che attraversa la città.
Certo, siamo curiosi di sapere come farà il nostro prode Cennincina a riportare su Prato la sua esperienza di imprenditore: come si può delocalizzare una città???
MV
da la Nazione del 25/04/09
Cenni: «Il Pd mi attacca sul nulla per non dover fare mea culpa»
Mazzoni (Pdl): «Accuse campate in aria, da disperati»
LA CAMPAGNA elettorale è davvero entrata nel vivo. Dopo gli attacchi a Roberto Cenni e al Pdl da parte del Pd, ieri puntuali e affilate sono arrivate le repliche del coordinatore del partito Riccardo Mazzoni e dello stesso candidato sindaco. «Le accuse del Pd a Cenni e Attucci sono talmente campate in aria da rasentare la disperazione — commenta Mazzoni —. E’ scesa in campo un’estemporanea banda dei quattro composta col manuale Cencelli, nel tentativo alquanto vano di dare un segnale unitario dopo le feroci divisioni che hanno portato alla candidatura Carlesi. Secondo costoro, Cenni e Attucci sarebbero il ‘paravento elegante e presentabile’ del centrodestra, e quindi non rappresenterebbero il cambiamento. Ma il cambiamento è nei fatti, perché è la città a volerlo, così come è indiscutibile che Cenni e Attucci non debbano rispondere a nessun altro che non ai pratesi, mentre Carlesi deve mantenere il carrozzone del socialismo municipale, con tanto di posti e prebende, una delle palle al piede dello sviluppo di Prato». Infine, la frecciata finale, quanto mai velenosa: «Gli unici veri impresentabili di queste elezioni sono il Pd e il suo consunto sistema di potere. Se hanno voglia di fare polemica si sforzino di trovare argomenti più seri, ammesso che ne abbiano».
ANCHE Cenni non usa giri di parole. «Rilievi e critiche di un’inconsistenza e una banalità assoluta», è il suo primo commento. «E’ bastato che facessi un’osservazione su Carlesi — aggiunge —, dicendo che non può rappresentare il nuovo, cosa che non può essere contestata e difatti non è stata contestata, per cancellare di colpo il fair play e i toni civili di questa campagna elettorale. L’affermazione è stata ben accusata se per rispondermi si sono messi addirittura in quattro: Carlesi, Ambra Giorgi, Daniele Mannocci ed Emiliano Citarella. Quale onore per un candidato, come dicono loro, calato dall’alto e paravento della destra...». Non solo. «Come può accusare altri di ‘calare dall’alto’ chi è maestro di queste operazioni — dice ancora Cenni —? Lo dimostra inconfutabilmente la decisione di paracadutare sul Comune Romagnoli che, sempre per decisioni ‘dall’alto’ supinamente accettate dal centrosinistra di Prato, ha ormai esaurito il suo mandato e la sua esperienza, non certo felice per lui, visto l’epilogo, ma soprattutto per i pratesi che si ritrovano a vivere uno dei momenti più bassi e problematici della loro storia. E poi vorrei sapere — aggiunge — : da quale alto sarei calato? Con me ci sono è vero vari partiti (Pdl, Udc, Lega, Destra) ma anche liste civiche e movimenti: i Giovani Pratesi, la lista Taiti, i Socialisti riformisti, Prato civica (Città per noi e Giovani e famiglia). Io questa la chiamerei investitura dal basso, investitura democratica: nessun Principe mi ha chiamato, né telefonato».
«RESTA vero, invece, ed è per me un vanto – prosegue Cenni - che io sono espressione della società civile. Decidano altri se si tratti di un valore o di un disvalore, ma se il risultato di una gestione tutta politica è questa Prato, prona e incapace di farsi ascoltare, degradata in centro come nelle periferie, insicura e con sempre più vaste aree divenute terra di nessuno, sporca e impoverita, dove è di casa l’illegalità, specialmente ad opera dei cinesi, ebbene è l’ora per i politici di passare la mano. Io sono un imprenditore abituato alle sfide quotidiane: Prato è adesso la mia sfida». Infine, la conclusione che è anche un atto d’accusa. «Speravo in una campagna elettorale senza astio — dice il candidato sindaco — e soprattutto concentrata sulle cose importanti da fare e sui progetti che contano per Prato. Prendo atto che per la concorrenza non è così. Pretendere da loro ‘mea culpa’ che pur sarebbero doverosi è forse chiedere troppo, ma non sperino di eludere i nodi o di sfuggire alle loro grandi responsabilità nella conduzione di Prato attaccando Roberto Cenni sul niente».
da il Tirreno del 25/04/09
Pdl a “testa bassa” contro il Pd
Cenni: «Rilievi inconsistenti». Mazzoni: «Sono disperati»
PRATO. Centrodestra a “testa bassa” contro il Pd. «Cenni e Attucci non sono paravento della destra» affermano in coro. Ed è il candidato sindaco che, per primo, risponde alle “sparate” - così le definisce - Pd: «Rilievi e critiche di un’inconsistenza e una banalità assoluta. E’ bastato che facessi un’osservazione su Carlesi per cancellare di colpo il fair play e i toni civili di questa campagna elettorale». Cenni sottolinea come «per rispondermi ci si sono messi addirittura in quattro. Troppa grazia per un candidato, come dicono loro, calato dall’alto. Mi limito - continua - a due considerazioni: come può accusare altri di “calare dall’alto” chi è maestro di queste operazioni? E poi vorrei sapere da quale alto sarei calato? Con me ci sono è vero i partiti, ma anche liste civiche e movimenti. Senza contare le sollecitazioni a scendere in campo di una miriade di semplici cittadini. Io questa la chiamerei investitura dal basso: nessun Principe mi ha chiamato, né telefonato». «Resta vero - continua Cenni - che io sono espressione della società civile. Decidano altri se si tratti di un valore o di un disvalore nel competizione per l’amministrazione di una città. Ma se il risultato di una gestione tutta politica è questa Prato, prona e incapace di farsi ascoltare, degradata, insicura, con sempre più vaste aree divenute terra di nessuno, sporca e impoverita, dove è di casa l’illegalità, specialmente ad opera dei cinesi, dai servizi cari e carenti, che sforna licenziati e cassintegrati invece che lavoro e benessere, ebbene è l’ora per i politici di passare la mano. Io sono un imprenditore abituato alle sfide: Prato è adesso la mia sfida».
Secondo il consigliere comunale Fulvio Ponzuoli (ex An): «per scegliere in modo democratico un nome da mettere al servizio dei pratesi, noi abbiamo messo da parte, senza ipocrisia, legittime ambizioni politiche, per dare spazio alla società civile. Ricordo agli avversari che la città chiede risposte. Se le avete bene, altrimenti chiedete scusa per i danni fatti fino a oggi».
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