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da la Nazione del 26/04/09
Liberazione al veleno ‘Inno di Mameli dimenticato’
Mazzoni (Pdl) attacca. Mattei (Pd): «Dov’era Cenni?»
E ANCHE A PRATO il 25 aprile si riempì di polemiche. Sulla scia delle scintille a livello nazionale, la Liberazione ha confermato che in città il clima si sta surriscaldando in vista delle prossime elezioni. Da una parte il coordinatore del Pdl Riccardo Mazzoni ha attaccato lamentandosi del fatto che non è stato suonato l’inno di Mameli, dall’altra il consigliere regionale ed ex sindaco del Pd Fabrizio Mattei si è scagliato contro Cenni per la sua assenza alle celebrazioni. Dal canto suo Cenni si è difeso: «Non voglio prestare il fianco a strumentalizzazioni e comunque ho subito un piccolo intervento chirurgico che mi ha impedito anche di lavorare». Insomma, la guerra ormai è partita.
«LA FESTA della Liberazione dovrebbe essere da tempo un evento unificante, visto che tutte le forze politiche presenti in Parlamento si riconoscono negli stessi valori — ha aperto il fuoco Mazzoni — ma la sinistra purtroppo non rinuncia mai alla tentazione di strumentalizzare il 25 aprile nel tentativo di recuperare il consenso perduto. A Prato è stato suonato più volte l’inno partigiano, ed era doveroso, ma i cittadini hanno atteso inutilmente di ascoltare le note dell’Inno di Mameli. Una fragorosa caduta di stile causata: i responsabili di questa incredibile omissione chiedano scusa ai pratesi».
MATTEI INVECE ha messo nel mirino Cenni: «Il 25 aprile è la festa di tutti i pratesi, non doveva mancare. Accanto alle istituzioni c’erano tanti giovani e tante famiglie. Per una festa così i candidati, ed erano in molti, devono annullare ogni altro appuntamento. Spero almeno che Cenni ci sia il primo maggio, per la festa del lavoro». Mattei non lo dice, ma probabilmente ha in testa anche che ieri Carlesi non solo era presente alla cerimonia ma è andato al cimitero di Chiesanuova a rendere omaggio a partigiani e soldati caduti. Poi sulle proposte dell’avversario: «Cenni pensa al rigenerato, ma non è un progetto che guarda avanti, anzi ci riporta indietro».
INFINE LO stesso Cenni: «La Liberazione a Prato si è rivelata una festa privata e di parte, una grande occasione persa e un momento di ulteriore divisione. Credo di aver avuto ragione non prestando il fianco ad eventuali strumentalizzazioni e trappole di chi sta vivendo la consapevolezza di perdere le elezioni e il potere esercitato da decenni e decenni. Non si possono distribuire o negare patenti di democrazia e di antifascismo a chi presenzia o sia assente da queste manifestazioni rituali: certi valori si testimoniano e si praticano con la vita e le scelte di ogni giorno».
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