Abbiamo atteso qualche giorno prima di commentare la notizia che segue perchè speravamo in una smentita oppure in qualche impegno a rimediare a questo increscioso equivoco. Non ne abbiamo visti.
Da oggi possiamo mettere nell'elenco dei deportati, insieme a zingari, barboni, irregolari, anche le colonie feline, legalmente autorizzate e registrate.
L'assessore Curcio, responsabile, diciamo, dell'ambiente, dovrebbe darci presto una risposta a queste due domande: come intende rimediare al danno fatto? cosa intende comunicare ai vari giannizzeri e alabardieri del comune che si muovono nella completa ignoranza dei regolamenti, per rinfrescare loro le idee sulla protezione delle colonie feline?
Per MV
la zia Alma
Il Tirreno 01/06/2008
Ippodromo, via anche la colonia felina La protesta della gattara Brizi: «Non potevano farlo»
E’ Firmina Brizi a protestare, la gattara - iscritta regolamente all’Asl - che da dieci anni - unicamente a proprie spese -si prende cura delle gatte dell’Ippodromo e che nel 2005 ha ottenuto l’ufficializzazione del Comune: quel territorio è diventato habitat della colonia felina numero 344.
Tutto in regola, dunque, tutto ufficiale «e riconosciuto sia dal sindaco che dall’amministrazione sanitaria».
Eppure i documenti in regola nulla hanno pututo contro la determinazione del dirigente del patrimonio Massimo Nutini, responsabile dello sgombero dell’ex Ippodromo.
«Non appena ho saputo quello che stava per accadere -racconta Brizi - sono corsa all’Ippodromo per spiegare che i gatti avevano il diritto di restare. Ma non c’è stato nulla da fare. Mi sono sentita dire che sarebbero dovuti andare via assieme ai cavalli».
E così è stato.
L’unica soluzione che Brizi, visto lo schieramento di forze, concontrollo di documenti e facce cattive, ha potuto trattare, è stato quello di prendere in consegna le gatte per trovare loro un altro ricovero. «Una però è scappata - continua la gattara - e le altre due ora sono chiuse in una gabbia perchè un amico veterinario si è offerto di accudirle per un periodo. Ma sono anziane, abituate a stare inlibertà e dinque non mangiano e non orinano più». Il ragionamento di Brizi è semplice: «Prima che le si faccia morire e visto che anche in base al regolamento sulle colonie feline che lo stesso Comune ha approvato, gli animali hanno tutto il diritto di stare nel proprio habitat, lì devono tornare e al più presto». Se non avverrà con le buone e utilizzando il buon senso, Fermina Brizi è determinata ad andare fino in fondo: «Se nei prossimi giorni non accadrà nulla mi rivolgerò al giudice ordinario».
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