Da Notizie Verdi riportiamo questo articolo per continuare il nostro osservatorio sul mar nostrum, giacchè i primi bagni sollecitano un po' di attenzione.
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Sono piu' di trecento le spiagge italiane bocciate dall'Unione Europea perche' sporche o invase dal cemento. Lo rivela il rapporto dell’Unione europea. Fra Grecia, Francia e Spagna messe insieme, e' stata chiusa una spiaggia. In Portogallo, due. In Bulgaria, una. In Italia, 300: primato assoluto.
Va detto che le spiagge recensite dalla Ue in Italia sono il doppio di quelle spagnole o greche e che sul record negativo italiano Bruxelles ha chiesto spiegazioni al governo di Roma inviando una lettera di richiamo. Vanno annotate pure le contraddizioni contenute nel rapporto e riportate oggi dal Corriere della Sera.
Detto questo la cartina dell'Italia 'balneabile' diffusa ieri dal commissario europeo all'Ambiente, Stavros Dimas, insieme con quelle degli altri 26 Stati-membri, mostra tutta la costa tirrenica centro- meridionale fino alla Calabria e buoni tratti della coste Nord siciliane coperte da una linea nera quasi ininterrotta: il segno del 'proibito per sporco'. Lo stesso, per il tratto centrale della costa adriatica.
La Commissione Europea ha inviato una lettera di richiamo all'Italia (e a 10 altri paesi), chiedendo speigazioni. L'Italia le ha fornite e ora sono sotto esame. Se non verranno ritenute sufficienti, potra' venire aperta una procedura di infrazione e si potra' arrivare al deferimento del nostro paese davanti alla Corte di giustizia. Con la solita prospettiva di forti multe.
Legambiente ha però contestato i dati Ue. "Il rapporto sulla balneazione della Ue mette a confronto grandezze e normative assolutamente incomparabili. I parametri italiani sulla balneabilita', infatti, si differenziano da quelli europei non solo per la quantita' di punti campionati, di gran lunga maggiore degli altri paesi Ue, ma anche per la severita' dei criteri utilizzati".
Parole di Sebastiano Venneri, vice presidente nazionale di Legambiente. "Le 300 spiagge delle quali si parla sul quotidiano - ha proseguito Venneri - in realta' sono 300 punti di campionamento, molti dei quali sono foci dei fiumi e corsi d'acqua che, a differenza degli altri paesi europei, l'Italia controlla. Mentre nel resto d'Europa le foci dei fiumi non rientrano tra i luoghi da analizzare, nel nostro paese, infatti, sono inclusi tra i punti da campionare, incrementando cosi' il numero delle acque non balenabili”.
E in tema di spiagge Angelo Bonelli, esponente dei Verdi, ha annunciato un esposto alla Ue contro i divieti di accesso alle spiagge italiane. "Ho presentato una denuncia alla Corte di Giustizia dell'Aia per le violazioni e negazioni di diritti a cui i cittadini, italiani e non, sono sottoposti quando si recano al mare nelle spiagge del nostro Paese".
"Come l'Unione Europea ha fatto notare gli accessi al mare sono troppo spesso impediti da strutture in cemento che hanno occupato gli arenili. In Italia sono scomparsi i lungomari sostituiti anno dopo anno dai lungomuri. Non solo l'accessibilita', ma anche la visibilita' del mare stesso e' impedita"."Dal 1995 sino al 2006 - ha sottolineato - vi e' stato un incremento della cementificazione sulle nostre spiagge del 30%, con punte massime del 40% nelle regioni del Centro e del 37% nella sola Calabria. Inoltre, l'Italia e' l'unico paese in Europa dove per andare al mare bisogna pagare un biglietto di accesso, nonostante vi sia la legge n.296 del 2006 (art.1 comma 251) che garantisce il libero accesso a tutti, anche ai fini della balneazione. Con la nostra iniziativa - ha concluso - auspichiamo che l'Europa faccia sentire la sua voce nei confronti dell'Italia che ha privatizzato e cementificato le nostre belle spiagge".
articolo di Redazione di Notizie Verdi, 3 giugno 2008
TANTI INTERESSI PRIVATI NON FANNO UNA CITTA'!
La mer, la fin...
martedì 3 giugno 2008
Mare. Eran 300, eran belle e sporche...
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