TANTI INTERESSI PRIVATI NON FANNO UNA CITTA'!

La mer, la fin...

sabato 6 dicembre 2008

Cronaca vera: Domenici sclera e s'incatena.

Da il Corriere della Sera
mv
Protesta per come è stata trattata la vicenda dell'inchiesta giudiziaria Fondiaria-Sai
Domenici s'incatena davanti a Repubblica
Azione spettacolare del sindaco di Firenze, in polemica con il gruppo editoriale «L'Espresso»


ROMA - Azione spettacolare del sindaco di Firenze Leonardo Domenici, che si è incatenato per un'ora e 45 minuti di fronte all'edificio che ospita la redazione romana del quotidiano «La Repubblica». Il sindaco protestava contro il giornale e il gruppo editoriale per come è stata trattata
la vicenda politica innestata dall'inchiesta giudiziaria Fondiaria-Sai. La singolare manifestazione è terminata quanto Domenici ha consentito ai suoi collaboratori di aprire il lucchetto della sua catena, avvolta tre volte attorno ad un palo, e si è liberato dichiarando di non aver voluto protestare contro la magistratura, ma solo di aver voluto ottenere l'ascolto dei mezzi di informazione per una «ricostruzione non distorta dei fatti». Domenici esponeva due cartelli, con le scritte «Sì alla difesa dell'onorabilità e della dignità»e «No all'informazione distorta».
LA VICENDA - Il sindaco ieri ha querelato l'«Espresso» e, nei giorni scorsi, per due volte il quotidiano «La Repubblica» per articoli riguardanti l'inchiesta della Procura di Firenze sull'area di Castello, in cui sono indagati per corruzione due assessori comunali del Pd. L’ultima querela il 3 dicembre scorso, visto che l’apertura della cronaca fiorentina di Repubblica recitava «Lo stadio al posto del parco, accordo a pranzo fin da giugno». Domenici, che non è indagato, compare in numerose intercettazioni ed è stato ascoltato mercoledì in Procura come persona informata sui fatti. Ieri Domenici aveva ricevuto la solidarietà del segretario del Pd Walter Veltroni.
«NON È NEL MIO CARATTERE» - Leonardo Domenici si è scusato per il suo gesto: «Questa - ha spiegato ai cronisti - è una protesta inconsueta per me. Non coerente con il mio carattere. Non mi ero mai incatenato, né avevo protestato in maniera così clamorosa per quello che ritengo sia un torto gravissimo. Infatti ho querelato il gruppo Espresso per una serie di articoli non veritieri». Durante la protesta, i suoi più stretti collaboratori gli hanno portato generi di conforto, soprattutto cioccolato fondente; uno dei vicedirettori di «Repubblica», Dario Cresto-Dina, è sceso a salutarlo. A chi gli chiedeva come si sentisse in questa inusuale veste di cittadino che protesta, Domenici ha ribattuto di sentirsi bene, sereno. «Finalmente dico quello che volevo dire da tempo. Non ho niente da nascondere, ho 53 anni e non possiedo una casa (è di mia moglie), né un'automobile. Ho raggiunto il mio sogno di non possedere nulla».
«QUESTIONE POLITICA, NON MORALE» - «Purtroppo la questione morale è qualcosa di ben presente nella vita politica italiana», ha detto Domenici ai cronisti, «ma è necessario vedere dove comincia la questione morale e dove la questione politica. Attualmente - ha sostenuto Domenici - a Firenze c'è una questione politica». In segno di protesta il sindaco di Firenze nei giorni scorsi ha anche annullato la consueta cerimonia di auguri alla stampa e agli organi di informazione fiorentini e la cerimonia di auguri alla città, appuntamento tradizionale nel Salone dei Cinquecento in Palazzo Vecchio in occasione delle festività natalizie.
SOLIDARIETA' DALLA FAMIGLIA DELLA VALLE - «Totale solidarieta» è stata espressa al sindaco di Firenze Leonardo Domenici dalla Fiorentina e dalla famiglia Della Valle. Società viola e Della Valle «comprendono e approvano pienamente il gesto di un uomo per bene toccato ingiustamente nei suoi valori più cari: l'onestà e la dignità. Teniamo inoltre a ricordare - è scritto in una nota - che se non fosse stato per la caparbietà e l'attaccamento ai colori viola di Domenici, oggi non esisterebbe l'attuale Fiorentina».
«PERDA LA CHIAVE» - Leonardo Domenici si dimetta, oppure è meglio che «perda la chiave del lucchetto con cui si è incatenato», commenta Denis Verdini, coordinatore nazionale di Forza Italia, ai microfoni di Lady Radio. «Io spero che le dimissioni di Paolo Coggiola facciano riflettere - ha spiegato, riferendosi all’assessore Pdci dimessosi ieri notte - e portino anche alle dimissioni del sindaco Leonardo Domenici. Se così non accadesse, speriamo che il sindaco perda la chiave del lucchetto con cui si è incatenato, così rimane a Roma e libera questa città da un sistema vergognoso quale è emerso dalle intercettazioni. Senza entrare nei meriti della magistratura, ma proprio restando nel merito della politica, riteniamo che sia venuta a galla una situazione dove l’interesse del partito o delle singole persone è di gran lunga superiore all’interesse pubblico». Il Popolo delle Libertà ha avviato una raccolta di firme di cittadini per chiedere le dimissioni del sindaco Leonardo Domenici.
L'INTERVISTA AL «CORRIERE» - In un'intervista pubblicata sul Corriere di oggi, Domenici aveva annunciato: «Smetto. Finisco questo secondo mandato e a giugno lascio la politica. Schifato. Mi hanno proposto di fare il candidato alle europee. Mi hanno proposto incarichi prestigiosi a Firenze. E a Roma. Io smetto». Al giornalista che gli chiedeva un'autocritica, Domenici ha risposto: «Mi sono buttato con troppo entusiasmo nella storia dello stadio. E non l'ho fatto per intitolare il nuovo impianto con il mio nome... La verità è che sono tifoso viola da quando ho sei anni!».

REPUBBLICA: «I GIORNALI DEVONO CERCARE LA VERITA'»

- I giornali devono poter fare inchieste su chiunque, per cercare la verità. È questa, in sostanza, la risposta di Repubblica al sindaco di Firenze Leonardo Domenici. «La scelta del sindaco di Firenze Leonardo Domenici - scrive Repubblica sul sito internet del quotidiano - di incatenarsi davanti alla nostra sede per protestare contro le inchieste giornalistiche di Repubblica e dell'Espresso su Firenze e il caso Fondiaria merita rispetto se significa una forte reazione del politico e della persona in difesa della sua onorabilità e della sua innocenza, in tempi di cinismo istituzionale È molto discutibile, invece, se significa che i giornali non devono svolgere il loro lavoro d'inchiesta e di accertamento della verità, nei confronti della destra e della sinistra, soprattutto quando sono al potere, a livello locale o nazionale».
06 dicembre 2008

Nessun commento: