Dopo l'uscita dalla corsa alle primarie, l'assessore parla del suo futuro ad un talk-show televisivo
«La lista Cioni ora è molto lontana, ma sta in un cassetto». Ieri Graziano Cioni è intervenuto alla trasmissione di Rete37, Telekomando, dove tutte le telefonate in diretta erano a favore dell'assessore e quasi tutte iniziavano con un «Ciao Graziano». «Io e i miei sostenitori — ha detto — tenteremo di tutto per fare una battaglia all'interno del Pd, ma se questi vanno avanti come ieri sera, vanno in direzione opposta a quella indicata da Veltroni nel momento della nascita del Partito democratico, allora la lista Cioni ci sarà. Tenteremo di tutto per salvare il Pd da gruppi, o per meglio dire bande, che si sono manifestate in questi giorni. Ma se ci costringono, faremo la lista Cioni e anzi sarà la vera lista del Pd». Cioni, aria stanca, ha parlato anche di un sondaggio «fantasma»: «Mi è giunta voce che il 4, 5 e 6 dicembre è stato fatto un sondaggio dove, nonostante un calo di consensi, io ero primo con il 21 per cento, seconda la Lastri, terzo Renzi, quarto Pistelli. Mi si è forse escluso perché ero primo?».
TEA ALBINI CANDIDATA? Nessuna ipotesi dunque, al momento, sembra essere lasciata da parte: che l'assessore faccia appunto una lista civica che porti il suo nome; che si candidi la fedelissima Tea Albini — per il Pd, raccogliendo le firme — alle primarie di coalizione; che ci siano delle ripercussioni sulla giunta Domenici. C'è infatti un secondo cassetto nel comodino di Cioni: «Dentro c'è il nome che può sostituire il Cioni, quello di Tea Albini ». E non bisogna dimenticare, ha aggiunto, che «noi rappresentiamo una fetta di voti importante, questa frattura potrebbe essere pericolosissima per il Pd. Se continua così mette a rischio la vittoria a Firenze». Sul voto di mercoledì alle Vie Nuove che lo ha escluso dalle primarie, l'assessore ha sottolineato: «Io non faccio ricorso, ma resta un fatto politico grave; è stato un atto illegale». La base dei cioniani, intanto, rumoreggia per il voto dell'assemblea e protesta, anche se preferirebbe comunque evitare la lista civica. Spiega il primario di Careggi Pasquale Mennonna: «Cioni non è mica stato condannato, non c'è niente di concreto. Impedire a un uomo politico, sicuramente onesto, di partecipare a una sana competizione elettorale mi sembra volerlo discriminare senza tenere conto la storia di una persona». Che ne pensa dell'ipotesi lista civica? «Sono contrario a tutte le liste, da qualunque parte vengano. Non mi piacciono. Lui giustamente continua a dire che è un uomo del Pd, e in effetti le liste civiche in genere sono frutto di un diverso atteggiamento politico. Ha sempre lavorato nella sinistra, questa esclusione è offensiva. Che poi ci siano delle ragioni politiche e gli altri abbiano interesse a eliminarlo fa parte della lotta. Che però non mi pare pulita, anzi è molto poco chiara». Anche il professor Giandomenico Amendola, docente di sociologia urbana, non gradisce la decisione del Pd, ma spiega: «Era inevitabile che accadesse, ma un voto per espellere un vecchio dirigente non l'avevo mai visto, nel Pci. È sacrosanto eliminare dalle liste le persone che hanno problemi con la giustizia, ma accettare che basti un'indagine per escludere una persona significa dare alla magistratura il potere di selezionare il ceto dirigente».
LISTA CIVICA, NON E' ESCLUSA... Lista civica, come la vede? «Non mi piacerebbe, perché sarebbe come sparare sulla croce rossa per la sinistra; darebbe l'impressione di un ceto dirigente polverizzato, con un partito inesistente». In Cioni, prosegue, ci sono due anime, «quella incazzata, e quella del vecchio comunista. Ecco, una lista contro il partito, un dirigente non la farebbe mai». «Un partito — prosegue — che ha bisogno di andare ai voti in un'assemblea per mettere alla porta un suo dirigente mi pare sia messo male. Che Cioni abbia un certo tipo di rapporto con il suo popolo, l'hanno scoperto oggi? La sua è una delle diverse modalità di far politica, che si integra con le altre. Perché, a Firenze, nell'universalismo della sinistra non c'è un rapporto personale, di scambio politico con l'elettore?». Morena Baldacci ha una cartoleria in via Reginaldo Giuliani; anche lei è cioniana. Va giù dura: «Si è persa una vera forza politica per dare un voto più democratico alla città. Graziano è una persona che ha tutte le qualità e le doti per poter governare al meglio e in maniera pragmatica Firenze». Quanto alla lista Cioni «a me piacerebbe, perché non vorrei perderlo come candidato. Vedo che il partito cittadino non lo vuole, quindi se si trovano altre soluzioni a me piacerebbe ». Per Pierluciano Mennonna, segretario del Silp-Cgil, finora è «mancata la gestione politica; un'assemblea comunale può dare un indirizzo, ma epurare una persona non rientra fra le sue prerogative».
David Allegrantiilmachiavello.corrierefiorentino.corriere.it 18 dicembre 2008(ultima modifica: 19 dicembre 2008)
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