Il progetto, almeno dalla ghiotta indiscrezione di stampa, avrebbe come obiettivo quello di ottimizzare i tempi della "filiera" che consente agli spagnoli di imporsi nella fascia media di mercato (acquisto del tessuto e confezionamento "in loco").
Molto probabilmente, Zara potrebbe riuscire in quello che i pratesi stentano, almeno dai dati ufficiali, a fare: incrociare la domanda di "materia prima" del "distretto delle confezioni", fortemente caratterizzato dalla presenza dell'imprenditoria cinese, con il distretto "tessile, ancora saldamente in mani "pratesi".
Per certo, al Macrolotto 2 il posto non dovrebbe mancare: il 50% del costruito è ancora vuoto...
MV
da il Tirreno del 01/04/09
Zara strizza l’occhio al distretto
La società di abbigliamento tratta un immobile al Macrolotto
L’azienda spagnola interessata a 10.000 metri quadrati per aprire una fabbrica di confezione e lavorare con la filiera pratese
PRATO. Il negozio ai Gigli è aperto ormai da qualche anno. Non lontano, nel cuore del Macrolotto 2, si sfornano magliette e vestitini con tanto di cartellino Zara, al ritmo veloce della filiera tessile pratese. Un rapporto dal produttore al consumatore, insomma. Sono questi i calcoli che deve aver fatto il colosso della moda spagnola conosciuto in tutto il mondo, prima di strizzare l’occhio alla città del tessuto per eccellenza.
Un affare d’oro che Zara fiuta da un po’ di tempo ma che ancora rimane top secret, in attesa di sciogliere alcuni dubbi legati ai rapporti con l’amministrazione comunale (la risposta dell’assessore Fabio Giovagnoli, a tal proposito, è quella di un “no comment”). Sembra comunque che nel giro di un anno e mezzo la multinazionale voglia stabilire a Prato il suo quartier generale per la produzione e il confezionamento dei suoi articoli. In ballo ci sarebbero 10mila metri quadrati di superficie per creare una piattaforma logistica per lo smistamento delle merci che da Prato partiranno alla volta di tutto il mondo. Non ci sono ancora notizie certe, l’unica sicurezza è che la catena di abbigliamento abbia messo gli occhi su Prato per tutta una serie di motivi legati alla peculiarità della nostra filiera tessile. Una voce che è giunta di riflesso all’orecchio di Antonio Fratini, consulente per molte imprese pratesi che però sulla portata del progetto non vuole sbilanciarsi: «Di sicuro lo sbarco di Zara sarebbe un volano eccezionale per l’economia del nostro distretto, un’opportunità da cogliere al volo anche perchè è tutto il ciclo completo della filiera tessile che interessa alla multinazionale, che punta a usufruire di tutto l’indotto pratese». A sentire Fratini, il disegno di Zara sarebbe quello di rifornirsi di stoffe possibilmente made in Prato per farle poi confezionare nel distretto, attivando una macchina da lavoro formidabile per le imprese di Prato. Per questo, fa notare, «sarebbe un’opportunità da non perdere».
Maria Lardara
1 commento:
Se dobbiamo governare i fenomeni in atto, se pensiamo al futuro dei nostri figli, quale futuro ci si può ragionevolmente attendere se (in assenza di una nuova vocazione produttiva):
1) espandiamo ulteriormente la città,
2) e assecondiamo la logistica?
L'immigrazione e la logistica sono fenomeni in crescita spontanea (con qualche dubbio esterno), vanno invece governati. Diversamente andremo verso il super sfruttamento umano e ambientale. Ho l'impressione che, approfittando della crisi, molti siano tentati dal "semplice" cavalcare la tigre.
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