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La mer, la fin...

venerdì 28 novembre 2008

Economia. Lulli e Giacomelli per la linea berlusconiana

Una lettera del genere, l'avessero scritta deputati del PDL (legittimati a farlo dalle posizioninpiù volte espresse dal Presidente del Consiglio Berlusconi), avrebbe scatenato le ire funeste del PD...
MV

da il Tirreno del 28/11/08
Lulli e Giacomelli scrivono al fisco: «Meno rigidità sul manifatturiero, più rigore sulle ditte in nero»

PRATO. L’obiettivo è quello di salvaguardare, anche sul fronte del fisco, il manifatturiero, in particolare le aziende conto terzi, ma parallelamente ottenere un “giro di vite” su quelle imprese che operano in regime di concorrenza sleale e che anche dal punto di vista fiscale quasi sempre non adempiono agli obblighi.

I deputati Pd Andrea Lulli e Antonello Giacomelli hanno inviato una lettera al direttore regionale dell’Ufficio delle entrate della Toscana e al direttore dell’Agenzia delle entrate di Prato, sottolineando come «la pressione della legittima attività accertativa appare per le imprese sempre più gravosa, soprattutto in termini di dispendio di risorse umane per il tempo impiegato nel collaborare alle richieste dei funzionari tributari, più che per reale impegno finaziario: purtroppo infatti a causa della crisi molte imprese chiudono in perdita e molte di esse sono già state costrette a cessare l’attività mettendo in moblità gran parte della forza lavoro, in uno scenario di crescente allarme sociale».
Lulli e Giacomelli confidano «nel buon senso delle persone impegnate in questa attività, affinchè non dimentichino la necessità di contemperare il giusto lavoro di lotta all’evasione fiscale con le difficoltà di chi, pur sforzandosi di lavorare onestamente, in un periodo congiunturale così negativo, può veder compromessa la propria stessa esistenza, rischiando di vedere schiacciata nella morsa della crisi di settore da una parte e di un fisco sempre più implacabile dall’altra, qualsivoglia iniziativa imprenditoriale».
In particolare i deputati chiedono il rispetto delle norme contenute nella Finanziaria 2007 che sull’attività di accertamento effettuata a mezzo degli studi di settore, prevedevano correttivi e riduzioni proprio per il manifatturiero. «Confidiamo però - continuano - che l’attività accertativa contribusca a far emergere quella parte delle attività economiche che sembrano ancorate alla concorrenza sleale e che appaiono “volatili” nell’adempiere agli obblighi fiscali». Un riferimento chiaro alle imprese, molte straniere e soprattutto cinesi, che continuano a lavorare in situazione di sommerso totale.
Giacomelli e Lulli auspicano che «queste indicazioni di rotta siano ben presenti in ogni istituzione coinvolta nelle attività di accertamento fiscale» ma auspicano anche «una pianificazione e l’attuazione di una azione meditata - concludono - nel rispetto delle esigenze del settore e del perseguimento del fine ultimo dell’interesse generale».

da la Nazione del 28/11/08
«Fisco, più controlli sui cinesi Si dia respiro alle ditte pratesi»
L’INVITO, pur non essendo esplicito, è comunque piuttosto chiaro. Oltre che autorevole, visto che arriva dai deputati del Pd Antonello Giacomelli e Andrea Lulli. Hanno scritto ai vertici dell’Agenzia delle entrate per chiedere in buona sostanza più controlli sulle ditte cinesi e, di conseguenza, più comprensione per le difficoltà di quelle pratesi. Ma ecco nel dettaglio il testo della lettera, che le imprese del distretto certamente apprezzeranno.


LA MISSIVA è indirizzata a Giorgio Pirani, direttore regionale delle Entrate della Toscana, e Leonardo Zammarchi, responsabile dell’Agenzia delle entrate di Prato. «La pressione della legittima attività accertativa — scrivono i deputati — appare per le imprese sempre più gravosa soprattutto in termini di dispendio di risorse umane, per il tempo impiegato nel collaborare alle richieste dei funzionari tributari, più che per reale impegno finanziario: purtroppo, infatti, a causa della crisi, molte imprese chiudono in perdita, e molte di esse sono già state costrette a cessare l’attività mettendo in mobilità gran parte della forza lavoro, in uno scenario di crescente allarme sociale oltre che economico».

FATTA questa premessa, Giacomelli e Lulli confidano nel «buon senso» dei responabili dell’Agenzia delle entrate «affinchè non dimentichino la necessità di contemperare il giusto lavoro di lotta all’evasione fiscale con le difficoltà di chi, pur sforzandosi di lavorare onestamente, in un periodo congiunturale così negativo, può veder compromessa la propria stessa esistenza, rischiando di veder schiacciata nella morsa della crisi da una parte e di un fisco sempre più implacabile dall’altra, qualsivoglia iniziativa imprenditoriale».
Dopo la citazione dei riferimenti legislativi a supporto delle loro richieste — ad esempio la Finanziaria 2007, in cui si prevede che «i criteri selettivi per l’attività di accertamento siano rivolti prioritariamente nei confronti dei soggetti diversi dalle imprese manifatturiere» —, arriva il messaggio chiave della lettera: «Confidiamo — scrivono i deputati Pd — che l’attività accertativa contribuisca a far emergere quella parte delle attività economiche che sembrano ancorate alla concorrenza sleale e ‘volatili’ nell’adempiere agli obblighi fiscali. Nella certezza che queste indicazioni di rotta siano ben presenti in ogni istituzione coinvolta nelle attività di accertamento fiscale — è la conclusione della missiva —, auspichiamo la pianificazione e l’attuazione di una azione meditata, nel rispetto delle esigenze illustrate e del perseguimento dell’interesse generale».
an. be.

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