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da La Nazione del 24/11
«Propaganda anti Gelmini davanti agli studenti»
Fermi, docente sotto accusa. La preside: non è vero
di LEONARDO BIAGIOTTI
«QUELLA professoressa di lettere fa propaganda davanti agli alunni contro il governo Berlusconi e la riforma della scuola del ministro Gelmini». La lettera-denuncia della nonna di un’alunna, consegnata al consigliere di An della circoscrizione centro Giancarlo Auzzi, ha messo in subbuglio la scuola media «Enrico Fermi» costringendo la preside a chiamare gli insegnanti di italiano per capire cosa fosse successo. Alla fine la docente finita sotto accusa è stata rintracciata e si è giustificata dicendo che aveva parlato della riforma solo perchè glielo avevano chiesto i ragazzi, durante la lezione su cittadinanza e Costituzione in una terza media. «E’ una professoressa stimata da genitori e alunni», la difende la preside, Luigia Anna Ammaturo.
A SCATENARE la protesta della nonna dell’alunna è stata anche un’altra iniziativa dell’insegnante, che ha consegnato ai ragazzi la copia di un giornale che riportava un estratto del discorso pronunciato da Piero Calamandrei al III congresso dell’associazione a difesa della scuola nazionale l’11 febbraio 1950, un testo che contiene anche queste parole: «Allora, che cosa fare per impadronirsi delle scuole e per trasformare le scuole di Stato in scuole di partito?... (il partito al potere) comincia a trascurare le scuole pubbliche, a screditarle, ad impoverirle. Lascia che si anemizzino e comincia a favorire le scuole private». Nella lettera si aggiunge che il testo era poco comprensibile da parte di studenti di terza media e si dice anche che uno dei compiti degli alunni era quello di portarlo a casa e farlo leggere ai genitori.
UNA VERSIONE che la scuola smentisce, almeno in parte. Dice infatti la preside: «La lezione di cui si parla nella lettera si è svolta il 5 novembre scorso e l’insegnante ha discusso della riforma universitaria e dei tagli alla scuola solo perché gli alunni le hanno chiesto il motivo degli scioperi nella scuola. Inoltre quella classe solitamente fa la lettura del giornale e così la docente ha ritenuto utile approfondire il tema, forse anche troppo».
Poi la conclusione: «Escludo che ci fosse la volontà di fare propaganda, si è trattato soltanto di una discussione sui tagli della scuola stimolata dalle domande dei ragazzi, una discussione che si voleva estendere alle famiglie con il testo di Calamandrei. Voglio ricordare — aggiunge Ammaturo — che nel nostro istituto gli scioperi e le proteste contro i tagli ci sono stati sia con governi di centrodestra che con quelli di centrosinistra. Il tema che si voleva affrontare erano i tagli alla scuola pubblica, nient’altro».
ADESSO IL problema sarà convincere la nonna dell’alunna, che invece ritiene il metodo dell’insegnante poco corretto: «E’ così — scrive — che nelle scuole viene insegnata la democrazia ai nostri ragazzi?». Ma anche a questo c’è una risposta: «Mi dispiace solo — chiude Ammaturo — che invece di venire da me questa signora si sia rivolta ad un consigliere di circoscrizione e ai giornali. Forse era meglio discuterne faccia a faccia».
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