Si, questa è la strada!
MV
da il Tirreno del 04/12/08
«Anche ai cinesi i diritti politici»
E’ la richiesta del console per rendere gli orientali più responsabili Parole di preoccupazione al convegno Uil dal sindaco e dal presidente della Provincia «Con la crisi temiamo esplosioni sociali»
PRATO. «I cinesi sentiranno di più le responsabilità e i doveri quando ci sarà un’apertura politica nei loro confronti. Ritengo che sia arrivato il momento di dare agli immigrati i diritti politici». Si è chiuso con questa richiesta l’intervento del console generale cinese Gu Honglin nel convegno organizzato dalla Uil su «Da Prato alla comunità cinese: integrazione, sviluppo, legalità» con ospite il segretario generale Luigi Angeletti. Una risposta agli interventi in cui si chiedeva più integrazione ma anche maggior rispetto delle regole. Dirette e forti anche le parole del sindaco Marco Romagnoli e del presidente della Provincia Massimo Logli che, in sintesi, hanno espresso preoccupazione per la convivenza delle due comunità.
Il convegno, nato per promuovere il progetto della Uil pratese per cercare nuovi iscritti tra i lavoratori orientali, si è caratterizzato subito come un momento di riflessione sui rapporti difficili tra le due comunità.
«Temo esplosioni sociali» «Avevamo - ha esordito il sindaco nel saluto - posti di lavoro a tempo indeterminato nel tessile che in questi anni sono stati sostituiti con contratti precari in nuovi settori e con salari più bassi. Stiamo assistendo insomma a un impoverimento generalizzato ed ora i pratesi sono sfiduciati, impauriti e non hanno speranze del futuro. Anzi. Sono certi che i loro figli avranno meno opportunità di quante ne hanno avute loro. In una situazione come questa la presenza degli immigrati crea allarme. Fino ad oggi abbiamo avuto una tenuta sociale ma il problema è che la situazione si sta logorando. Ho una forte preoccupazione perché se verranno a mancare le risorse per il welfare, l’integrazione, ci sarà un abbassamento drastico della civiltà, della tolleranza».
Timori ripresi anche dal presidente della Provincia Massimo Logli.
«Prato - ha sottolineato - dovrebbe diventare un laboratorio perché il mondo che vedremo domani c’è già qui a Prato. Con la perdita dei posti di lavoro è a rischio anche la tenuta sociale. Temo esplosizioni sociali, uno scontro tra le due comunità. Sono molto preoccupato, abbiamo chiesto al Governo di parlarne ma per adesso non abbiamo avuto risposte».
«Basta con le critiche» E’ stata la segretaria provinciale della Uil pratese Annalisa Nocentini ad entrare più nel dettaglio della situazione economica cittadina rimarcando come «la Uil ha sempre avuto una porta aperta e rapporti ufficiali con la repubblica cinese e che in um mondo del lavoro in continua evoluzione e sempre più multietnico il sindacato è una prospettiva di legalità e un servizio per i lavoratori».
E’ invece dopo gli interventi di rappresentanti delle varie realtà economiche e politiche pratesi e cinesi che ha preso la parola il console.
Un intervento duro dove ha sottolineato come sia arrivato il momento di finirla con le critiche senza che si individuino soluzioni.
«Discutiamo insieme - ha detto dal palco - dell’integrazione. Non credo che i vostri nonni quando immigrarono in nord America sapessero l’inglese. Siamo però disponibili ad ascoltare le proposte perché se continuate a fermarvi alle critiche Prato rimarrà sempre così».
Per quanto riguarda la parte sui diritti politici a margine dell’intervento ha spiegato come «sia giusto che anche i cinesi vengano coinvolti nelle decisioni, nelle scelte per i programmi» perché «non chiedo il voto da subito ma l’avvio di un percorso di coinvolgimento e partecipazione affinché i cinesi si sentano davvero parte di questa città».
«Entrate nelle associazioni» Il segretario generale della Uil ha raccolto l’intervento del console e ha ripercorso le storie dell’immigrazione italiana. «Noi - ha concluso la giornata di riflessione - pensiamo che l’immigrazione sia una risorsa e che non possiamo farne a meno. E’ quindi necessario trovare una soluzione per arrivare a un’integrazione guardando al non rispetto delle regole in senso più ampio perché anche gli italiani le violano e quando chiude un’azienda, anche se straniera, è sempre una perdita. Una soluzione per uscire da questa situazione potrebbe essere l’iscrizione in massa delle aziende alle associazioni e ai sindacati italiani. Così avremmo una sola realtà imprenditoriale pratese in grado davvero di confrontarsi».
Luna Chen e il signor Tang Tra gli interventi anche quelli di due cinesi. Due generazioni ma con la voglia di arrivare a un’integrazione. Luna Chen, quasi avvocato, ha raccontato la sua storia. Occhi a mandorla e accento toscano. «Vivo qui fin da piccola e vedo la mia vita qui. Quando arrivai in prima superiore fui subito offesa dai miei compagni per la mia nazionalità. Poi è passato il tempo e ora i miei amici sono prevalentemente italiani. Credo sia la conoscenza a risolvere tutti i problemi. E per conoscerci meglio dobbiamo stimolare i rapporti e la frequentazione».
L’intervento di Antony Tang non era in programma ma lui ha seguito il dibattito e ha voluto dire la sua. Una cosa rarissima per i cinesi. «Costituiamo una commissione con italiani e cinesi e proviamo insieme a risolvere i problemi. Facciamo una lista dei ragazzi cinesi che hanno studiato qui e chiediamo loro di insegnare l’italiano ai loro padri, ai loro nonni. Se insegnamo la lingua e le regole faremo passi avanti enormi nell’integrazione. Presto andrò in pensione dopo 30 anni di lavoro in Italia e sarò il primo a impegnarmi in questo progetto».
Ilenia Reali
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