da il Tirreno del 30/11/08
LA LETTERA
Prato attraversa una «crisi nella crisi»: crisi economica e della rappresentatività politica. La città si dibatte tra voglia di sicurezze e desiderio di innovazione. Rimane quindi la voglia di fare meglio di quanto si è fatto finora, ma sembra di essere di fronte a una carenza di coraggio progettuale. La candidatura a sindaco è una scelta importante. A Prato - crediamo - per candidare qualcuno si devono tenere presenti alcuni aspetti essenziali: la maggiore rappresentatività possibile delle «culture» che caratterizzano la città, la prossimità alle persone, oltre che alla politica, e la capacità di portare le esigenze delle prime nel linguaggio e negli obiettivi della seconda; il coraggio delle proprie azioni, la consapevolezza che la politica è un servizio e non un destino ineluttabile.
Sono necessarie persone insensibili ai veti incrociati che rischiano di paralizzare l’azione politica ed amministrativa. Persone capaci, consapevoli del fatto che nel caso di sconfitta non ci sarà alcuno sciocco disonore, ma soltanto una stima più diffusa per aver saputo far crescere il livello del confronto.
Alcuni cittadini, saturi dell’“immobilismo frenetico” di questo periodo, hanno individuato una di queste persone in Massimo Carlesi. Direttore di banca, ha maturato esperienza politica come assessore e presidente di Circoscrizione e ha un forte ancoraggio nelle associazioni di volontariato. Ha conoscenze adeguate della società civile oltre che del mondo politico. Per la sua professione, è quotidianamente vicino alle famiglie e alle imprese. È stato capace di smarcarsi quando necessario. Chi l’ha conosciuto non può che parlarne bene. Gli chiediamo di candidarsi alle primarie del Pd.
da la Nazione del 01/12/08
«Mi candido per ridare fiducia alla gente»
Primarie Pd, ci sarà anche l’ex assessore Carlesi: «Partito lontano dalla base»
HA DETTO SI’ e da oggi comincerà a raccogliere le firme per le primarie del Pd. L’ex assessore Massimo Carlesi ha deciso di correre per la candidatura alla poltrona di sindaco e con ogni probabilità dovrà sfidare Paolo Abati
Carlesi, perché ha deciso di scendere in campo?
«In questi giorni me lo hanno chiesto in tanti e alla fine ho accettato. E’ una scelta che non va contro nessuno, ma serve solo a dare una possibilità in più ai cittadini, per dare anche valore alle primarie».
Il clima sembra molto diverso rispetto all’ottobre del 2007...
«Dopo che un anno fa è stato costruito il Pd la gente è rimasta delusa perché non c’è stato un coinvolgimento pieno della base. C’è disamore rispetto all’impegno pieno del 2007».
Lei pensa di poter dare voce agli scontenti?
«No, ma voglio ridare la possibilità a tutti di confrontarsi sui programmi per il futuro della città. E’ questo che conta, perché il momento è delicato e lo vedo anche nel mio lavoro. Bisogna dare forza all’industria e all’artigianato, tornare alla produzione».
Secondo lei cosa serve per rilanciare la città?
«Uno sforzo da parte di tutti, un lavoro d’insieme che coinvolga tutti, dalle istituzioni alle associazioni. E c’è anche bisogno che la gente possa dire quello che pensa in un momento così. Ecco, voglio dare fiducia alle persone, chiamare i cittadini a partecipare attivamente al futuro di Prato».
Quali sono stati gli errori del Pd?
«C’è malcontento per il mancato coinvolgimento della base, la delusione è forte dopo la partecipazione dell’anno scorso, il partito è stato troppo assente sul territorio. Le migliaia di persone che parteciparono alle primarie del 2007 forse ora si sentono escluse e la mia decisione serve a dare loro una possibilità in più».
Cosa pensa di Paolo Abati, il suo possibile avversario se arrivasse l’accordo nel Pd?
«Non si parla mai di altri concorrenti, ma nel partito ci sono tutte brave persone. Toccherà agli elettori scegliere».
Pensa di poter vincere?
«Sono sereno, farò la mia corsa fino in fondo senza drammi, poi i cittadini sceglieranno. In ogni caso preferei primarie con più di due candidati, per garantire una scelta vera».
L.B.
da la Nazione del 30/11/08
ECCO CHI ha firmato l’appello a Carlesi: Virgilio Chiani, Alberto Scermino, Eleonora Stefanini, Giacomo Guasti, Daniele Bianco, Nadia Pavolucci, Stefania Mancini, Primo Mancini, Luca Piccioni, Marcella Biagini, Andrea Capacci, Sabina Piccioli, Saverio Langianni, Alfio Pratesi, Edo Rosadoni, Francesco Bartolomei, Mario Barbacci, Dilvatina Masi, Tina Santini, Enrico Aiazzi, Giuseppe Maddaluno, Mario Bigagli, Sergio Puggelli.
da il Tirreno del 01/12/08
Carlesi in campo, la partita cambia
«Sento in giro sfiducia e delusione: io sono disponibile a impegnarmi»
«Le scelte del Pd sul sindaco hanno emarginato i cittadini. Le primarie ridaranno loro voce La mia candidatura non è “contro” qualcuno»
PRATO. Massimo Carlesi torna nell’arena politica e lo fa per la sfida più ambiziosa: candidarsi nella corsa a sindaco. Mantiene toni soft, evita le polemiche, ma sa benissimo che la sua discesa in campo ha effetti dirompenti. Intanto perché obbliga il partito alle primarie, proprio mentre l’accordo che si andava profilando sul nome di Paolo Abati le avrebbe evitate (con soddisfazione di buona parte del gruppo dirigente). Poi perché la sua candidatura si configura come una proposta dal basso, voluta e sollecitata dai cittadini, di contro a quella tutta decisa negli apparati e poi “servita” agli elettori, che si andava delineando finora. Due novità che da sole sparigliano i giochi nel Pd, cambiano la scena, rimettono in discussione accordi e strategie. Ora si gioca un’altra partita. Ecco come spiega il suo ritorno alla politica,a tre anni da quando lasciò la giunta Romagnoli per motivi di salute.
Era il 2005, quando diede le dimissioni dalla giunta. Da allora cosa ha fatto?
«Ho ripreso il lavoro in banca. E l’attività politica in occasione della nascita del Pd e delle primarie, quando mi impegnai a favore della lista Bindi».
Perché allora questo ritorno?
«In questi giorni ho ricevuto sollecitazioni da più parti, trasversali: membri della direzione, segretari di circoli, semplici cittadini».
Quali lamentele le arrivano?
«L’anno scorso c’era un grande entusiasmo suscitato dalla nascita del Pd, la gente si era mobilitata. In questo periodo sento in giro tanta delusione, tanta paura per il futuro. Queste telefonate, queste chiacchierate, erano inviti a impegnarci insieme da parte di persone che conosco, con cui ho lavorato. Ho detto: pensiamoci e valutiamo. Poi c’è stata questa forzatura, hanno messo in giro la voce...».
La sua risposta?
«Io dò la mia disponibilità».
Come giudica il siluramento del sindaco Romagnoli tramite sondaggio?
«Non mi è piaciuto il modo in cui è avvenuto, il mancato coinvolgimento della base nelle scelte e nei percorsi di verifica. Gli iscritti si sono sentiti emarginati. Di questo molti si lamentano, per questo sento molta stanchezza, sfiducia; molti che dicono: “la prossima volta non vado a votare”».
E la sua candidatura che contributo può dare?
«Intanto con le primarie si può dare ai cittadini la possibilità di scegliere, ridare loro voce anche sui problemi concreti. Tra le scelte da fare c’è anche quella di ridimensionare i costi della politica e delle istituzioni, perché di quei soldi ci sarà bisogno per la città.
A proposito, come vede la città dal suo osservatorio di dirigente di banca?
«La crisi è dura. Nei prossimi mesi si perderanno altri posti di lavoro. Tanti sono costretti alla cassa integrazione alla mobilità, ma in questa situazione è difficile far fronte ai mutui per la casa o per i figli. Tanti imprenditori e artigiani sono impauriti per il futuro e in questo momento si sentono anche soli, abbandonati. Ci sono quelli che chiudono e affittano i capannoni, che diventano immobiliaristi; ma tanti hanno voglia di andare avanti. E i problemi si scaricano sui consumi, su commercio e terziario dove non c’è nemmeno la cassa integrazione. Bisogna tornare all’economia vera, non di carta, alla produzione. E occorre un impegno straordinario di tutti».
Sulla questione dell’immigrazione si giocherà gran parte della campagna elettorale e il Pd rischia. Lei cosa pensa di questo fenomeno?
«In tempi non sospetti, ero assessore alla polizia municipale nel 2002-2003, sollevai il problema della mancanza di organici (di polizia, ispettorato del lavoro, ecc.), dissi che Prato ne aveva meno di Isernia. Ne nacque anche un piccolo caso diplomatico con la questura, fu necessaria una riunione in prefettura. Avere più organici significa poter fare più controlli. Controlli sull’utilizzo degli irregolari nelle ditte cinesi, e non solo; anche sui proprietari di immobili, sui committenti. Detto questo penso che la vita di una città sia fatta di diritti e doveri. Tutti devono rispettare le regole. Poi bisogna dare a chi rispetta le regole e vuole lavorare onestamente tutti gli strumenti per farlo. Fin qui c’è stata anche tanta strumentalizzazione. Certo che oltre un certo numero la città non può reggere un carico di questo tipo. Si producono precariato, degrado e illegalità».
Lei che ne ha fatto parte può dire quali errori ha commesso la giunta Romagnoli?
«Penso sia mancato il contatto con le persone, il rapporto con i cittadini».
Lei sa che la sua candidatura scompagina i piani del partito. Si farà parecchi nemici.
«Vivo serenamente la mia scelta, non in antagonismo. Non sono mai andato contro, ho sempre pensato di fare qualcosa “per”. In questo caso voglio costruire un percorso che coinvolga i cittadini. Del resto le primarie sono previste dallo statuto del partito. E proporre diverse opzioni è un fatto positivo».
I prossimi passi?
«Da domani (oggi ndr) si comincia la raccolta delle firme dentro la direzione e tra i cittadini. Intanto le raccogliamo, poi vediamo quali regole si darà il partito, se saranno primarie di partito o coalizione».
Darete vita a un’associazione?
«No, nessuna associazione o struttura parallela. Siamo un gruppo di persone che lavorano insieme».
Paolo Toccafondi
Nessun commento:
Posta un commento