2009-03-31 17:14 Ansa
STUPRO DOMESTICO LEGALE IN AFGHANISTAN. CLINTON: PREOCCUPATI PER DIRITTI DONNE
mercoledì 01 aprile 2009 da Secondo Protocollo
Una delle motivazioni addotte all'invasione dell'Afghanistan era quella di portare la democrazia nel paese e di liberare le donne afgane dal giogo della Sharia e quindi di dare loro più Diritti. Da ieri le donne afgane sono ripiombate (se mai ne erano uscite) nell'era talebana.
Il parlamento afgano ha varato una legge, non ancora pubblicata ma già firmata da Karzai il mese scorso, che introduce nella legislazione afgana alcuni provvedimenti che nemmeno i talebani avevano introdotto per legge anche se di fatto “operativi”. Secondo questa legge alle donne afgane è fatto divieto assoluto di uscire di casa, andare a scuola o farsi visitare da un medico senza il consenso del marito o del padre. Divieto assoluto di rifiutarsi di avere rapporti sessuali con il consorte, norma questa che introduce di fatto lo “stupro domestico”. Non c'è che dire, proprio una bella democrazia. Ma non è finita. La legge garantisce la custodia esclusiva degli eventuali figli ai mariti o, in alternativa, ai nonni maschi.
A questo punto ci chiediamo cosa si stia facendo in Afghanistan se non proteggere con gli eserciti un Governo che di democratico non ha niente, che da sette anni chiude gli occhi di fronte all'imponente traffico di droga e che lentamente ma inesorabilmente sta tornando alle leggi dell'era talebana, ammesso e non concesso che ci sia stato un momento nel quale queste leggi non fossero applicate. Tantovale tornarsene a casa e magari dirottare le imponenti risorse spese per mantenere gli eserciti in Afganistan su altri obbiettivi. Tantovale riconsegnare il Paese nelle mani dei talebani, almeno loro quello che fanno lo fanno apertamente e non in maniera subdola come Karzai.
E non sono sufficienti le semplici proteste dei vari Stati impegnati nel Paese. Ieri anche il Ministro degli Esteri italiano, Franco Frattini, ha duramente condannato questa legge, ma non è sufficiente condannare, occorre minacciare l'immediato ritiro delle truppe in quanto, a queste condizioni, viene meno il motivo della missione di pace.Una cosa è certa, la condizione femminile in Afghanistan è rimasta tale e quale a quella che c'era nell'era talebana con la differenza che la sistematica violazione dei Diritti delle donne avviene sotto gli occhi indifferenti di coloro che si erano prefissi di liberarle.
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