Apprendiamo dal sito dei Verdi della risposta a D'Alema da parte di Pecoraro Scanio.
Una breve riflessione è necessaria, visto che la posizione dalemiana è sintomatica della volontà egemonica del PD, non solo a livello nazionale. "Noi siamo maggioritari, voi dovete adattarvi": in sintesi, questa è la linea... Siamo felici, quindi, di vedere che la Sinistra l'Arcobaleno rovescia l'impostazione, chiedendo al PD di modificare le proprie posizioni prima dell'apertura di qualsiasi dialogo.
Vorremmo, fortemente, che fosse così anche a livello locale: è chiedere troppo???
Municipio Verde
da Notizieverdi
Per convergere con la Sinistra Arcobaleno dopo il voto, come ipotizzato da Massimo D'Alema, il partito democratico dovrà rivedere alcune posizioni. Lo sostiene il leader dei Verdi, Alfonso Pecoraro Scanio, replicando all’esponente del Pd e vicepremier che oggi ha ipotizzato convergenze possibili a patto che Sa condivida l’impostazione programmatica del Pd.
Pecoraro ha però precisato che “solo se il Pd rivedrà alcune posizioni, su precariato, energie alternative e laicità dello Stato, si potrà riaprire il dialogo. Ma questo sarà possibile solo se la sinistra sarà forte e se il Pd interrompe la deriva centrista". E sulle candidature Pecoraro ha precisato che quella di “Gianfranco Amendola, presidente della Costituente ecologista'', rappresenta una candidatura indipendente.
Il leader dei Verdi si è anche detto soddisfatto dell'ingresso di Rita Borsellino nella lista di Sinistra Arcobaleno. Sempre sulle candidature Sinistra Arcobaleno ha definito il mosaico delle liste per le prossime politiche. Il candidato premier, Fausto Bertinotti, sarà capolista alla Camera a Roma; il segretario di Rifondazione comunista, Franco Giordano, in Toscana; il presidente dei Verdi, Alfonso Pecoraro Scanio in Puglia; il segretario del Pdci, Oliviero Diliberto, a Torino; il coordinatore di Sinistra democratica, Fabio Mussi, a Milano.
Ad Angelo Bonelli, capogruppo dei Verdi alla Camera, è invece toccato il compito di bacchettare il leader del Pd Veltroni, al quale ha chiesto se condivide il giudizio espresso ieri a Ballarò da Massimo Calearo, capolista del Pd in Veneto, che ha lodato Mastella per aver fatto cadere il governo Prodi. “È bene che gli italiani lo sappiano – dice Bonelli: il candidato osannato dai dirigenti del Pd usa lo stesso linguaggio di Berlusconi: le sue dichiarazioni rappresentano la degenerazione del sistema politico, che non ha più regole né punti di riferimento, e che non sa cosa è la coerenza”.
Coerenza dimostrata, dice Bonelli, dimostrata “certamente da Calearo nelle parole che ha sempre detto e ripetuto sulla battaglia per lo sciopero fiscale, gli attacchi al sindacato e il ricorso alla maggiore precarizzazione del lavoro. Chi, invece, non è affatto coerente è il Pd, che sta proponendo una ricetta contro i lavoratori".
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