Trenitalia ha pronto un piano di tagli che decreta la morte del trasporto ferroviario in Toscana o comunque gli infligge un colpo che nelle condizioni in cui già si trova è pesantissimo.
Si parla di gravi riduzioni dei servizi alle stazioni e addirittura di una possibile chiusura di quella di Massa. Tagli all'assistenza e alla biglietteria perfino nella già negletta stazione centrale di Prato, l'unica che in città era degna di questo nome.
A Firenze riduzione di personale anche nella poverissima stazione di Rifredi, quella che se la cerchi nemmeno la trovi perchè in città è segnalata pochissimo.
Tagli a Campo di Marte.
Cancellati numerosi intercity verso Roma e verso Milano da più di una provincia toscana.
Si tratta di grave arretramento della nostra mobilità su rotaia che si aggiunge alla già grave situazione che avevamo già denunciato.
Ci lamentavamo per le nostre stazioni di Porta al Serraglio e Borgonuovo e ci ritroviamo senza neppure quella centrale per intero.
Una città di 200000 abitanti senza uno scalo ferroviario adeguato. Addio sogni di gloria.
Ma di cosa abbiamo parlato fino ad ora?
Dove sarebbe finita l'idea di utilizzare il treno per mettere in comunicazione tutti i centri della piana da Firenze a Pistoia. Dove si infrange il sogno di diminuire i trasporti su gomma?
Si parla di automazione delle biglietterie. Ma se anche questo fosse necessario, e già richiederebbe uno sforzo di organizzazione e di impegno che è cosa impossibile per questa gestione di Trenitalia, cosa si intende fare, abbandonare altre stazioni a sè stesse tutta la notte e parte dela giorno, per farle diventare terra di conquista per tutti i border line delle città, luoghi insicuri e lugubri, senza alcun conforto?
Siamo dell'idea che contro questa gestione delle ferrovie ci voglia una forte presa di posiozione di tutta la società civile, a partire dai sindacati, dagli studenti e dal movimento dei comitati toscani. La sinistra arcobaleno non deve mollare la presa su questo tema che riguarda il lavoro, l'economia in genere e la salvaguardia dell'ambiente.
La riduzione del traffico ferroviario è infatti un sicuro impulso verso un maggior uso dei mezzi privati su gomma e spinge verso un ulteriore imbarbarimento del modo di viaggiare dei cittadini.
Bisogna organizzare al più presto una dimostrazione popolare, magari occupando la stazione di Prato o l'assessorato regionale ai trasporti. Oppure blocchiamo un casello autostradale o i pullman della Cap.
Non aspettiamo le elezioni, uniamoci tutti, comitati per il paesaggio e partiti dell'arcobaleno, grillini e comitati della piana, ambientalisti e lavoratori!
Abbiamo diritto ad un trasporto ferroviario adeguato alla nostra ricchezza nazionale e alla dignità delle persone.
MUNICIPIO VERDE
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