C’è bisogno di lavoro, di pane e di casa. Ce n’è bisogno anche in una città dove, a fronte di una crisi economica di dimensioni epocali (perché è evidente che a Prato si sta chiudendo una vera e propria “epoca”, quella del tessile), c’è ancora ricchezza, c’è ancora benessere – molto materiale, molto poco spirituale. Tutto molto ostentato (e forse, sarebbe il caso di verificare quanto sia realtà e quanto solo immagine), dal numero di Ferrari e Lamborghini immatricolate al più “semplice” sfoggio di suv, vestiti alla moda e cellulari di ultima generazione nei locali “trendy”.
Veri “schiaffi”, tanto per fare due esempi, per chi si ritrova, a cinquant’anni, senza un lavoro e senza una prospettiva di averne uno nuovo, o per il giovane che, facendo affidamento solo sulle sue forze, cerca faticosamente di costruirsi un proprio progetto di vita, e si trova a combattere con precarietà, speculazione immobiliare, sfruttamento.
Accogliamo, quindi, l'invito di monsignor Simoni a dar vita a "segni concreti ed eloquenti di aiuto e di speranza" nel brevissimo termine, e chiediamo che la Curia - già molto attiva attraverso la Caritas Diocesana - dia ancora il buon esempio donando alle amministrazioni l'equivalente dell'importo ICI sul proprio patrimonio immobiliare che attualmente è esonerata (per legge dello Stato) dal versare.
E, ancora, la stessa Amministrazione contribuisca a questo processo virtuoso, destinando ad altro scopo i fondi stanziati per la realizzazione della nuova teca del Sacro Cintolo, o le faraoniche parcelle per le consulenze sulla variante alla Declassata.
Segnali significativi, che potrebbero contribuire concretamente a spingere tutti i cittadini a fare quel "possibile e necessario" che, come il vescovo ci ricorda, è ben lontano dall'essere raggiunto!
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