TANTI INTERESSI PRIVATI NON FANNO UNA CITTA'!
La mer, la fin...
giovedì 25 settembre 2008
Povertà. Tre somari/tre briganti
i leader del mondo si riuniscono giovedì alle Nazioni Unite per rinnovare la sfida alla povertà estrema.
Ma tre paesi -- Francia, Canada, e Italia -- stanno mettendo a repentaglio gli sforzi per debellare la povertà nel mondo, riducendo drasticamente i contributi allo sviluppo e venendo meno alle loro rispettive promesse.
Sarkozy, Harper e Berlusconi hanno promesso di contribuire lo 0.7% del reddito nazionale per combattere la povertà -- aiuti destinati a salvare milioni di vite, e che lasciano ai paesi donatori il 99.3% delle proprie risorse. Ma sembra che ritengano che il 99.3% non sia abbastanza.La nostra migliore occasione per far rispettare a questi paesi la parola data è di suonare l’allarme a New York questa settimana. Firma la nostra petizione ora, falla girare ad amici e familiari -- e un nostro amico, il celebre economista ed alto rappresentante per l’Onu sulla povertà Jeffrey Sachs la consegnerà nel corso di un discorso ai capi di stato riuniti al summit Onu di stasera, alle 4 ora di New York (le 10 ora italiana). Maggiore sarà il numero di nomi sulla petizione, più forte sarà il messaggio che le promesse sulla povertà si devono mantenere. Clicca sotto per firmare ora:http://www.avaaz.org/it/poverty_promise_breakers
Sappiamo che campagne di opinione come questa possono funzionare -- perchè la mobilitazione popolare ha trasformato la lotta alla povertà nell’ultimo decennio. Il movimento del Giubileo nel 2000 riuscì a far cancellare miliardi di debiti, e spinse i leader del mondo ad adottare gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio per dimezzare la povertà nel mondo entro il 2015. Nel 2005 gli attivisti ottennero l’impegno del G8 di raddoppiare gli aiuti all’Africa. Grazie a questi sforzi si sono potute evitare milioni di morti per povertà, mandare a scuola milioni di bimbi, fornire zanzariere anti-malaria e acqua pulita. Danimarca, Lussemburgo, Olanda, Norvegia e Svezia hanno tutte superato l’obiettivo dello 0.7% e quest’anno altri nove paesi europei hanno aumentato i contributi in termini reali. Se tutti i paesi manterranno le promesse, i programmi per combattere le malattie ed alleviare la povertà estrema potranno essere ampliati in tutto il mondo.
Ma quest’anno, alcuni paesi ricchi sembrano pensare che alla gente non importi più della povertà estrema. In Canada, che l’anno scorso ha tenuto per sè il 99.7% dei propri redditi, Stephen Harper sembra più interessato a vincere le elezioni che a mantenere la tradizione canadese di leadership morale. In Francia Sarkozy, nonostante i suoi sforzi diplomatici, sembra ritenere che i cittadini se ne infischino delle vite e della sofferenza al di fuori del confine. E in Italia -- peraltro già uno dei donatori più avari del pianeta -- Berlusconi sembra contento di tagliare drasticamente aiuti cruciali nonostante, in qualità di nazione ospitante del G8 del prossimo anno, la sua azione potrebbe costituire un cattivo esempio per gli altri paesi ricchi.I membri francesi ed italiani di Avaaz stanno già inondando i rispettivi governi di migliaia di messaggi sugli aiuti umanitari. Ma anche gli altri possono giocare un ruolo cruciale -- inviando ad Harper, Sarkozy e Berlusconi un chiaro segnale che ci aspettiamo da loro il rispetto della parola data -- quindi per favore aiutaci a sollevare un grido che non possa essere ignorato al summit Onu:http://www.avaaz.org/it/poverty_promise_breakers
In tempi recenti milioni di persone sono state affascinate da una prospettiva: che la nostra può essere la generazione che pone fine alla povertà estrema. Con altre crisi che attirano la nostra attenzione questa visione è alla prova dei fatti. Uniamoci per fare in modo che i nostri leader mantengano le promesse -- in modo che le potenzialità umane possano essere liberate anche nelle comunità più povere.
Con speranza, Ben, Alice, Ricken, Graziela, Paul, Milena, Iain, Veronique, Brett -- tutto il team Avaaz
PS: Per un report sulle campagne di Avaaz finora, vai a: https://secure.avaaz.org/it/report_back_2
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