Oltre a questo, ci permettiamo una piccola nota sull'assessore Giovagnoli: certo, comodo ripensare oggi la "distribuzione dei centri commerciali", ma ci piacerebbe sapere dov'era, e cosa faceva, quando hanno varato il progetto della Multisala...
Ma questo, forse, lo sappiamo già tutti...
MV
Un mega-outlet del tessile in centro L’esempio delle città ex-industriali
Dai casi di Lille Roubaix e Lodz un’idea per Prato Attrazione turistica
VEZIO TRIFONI
PRATO. Un centro commerciale naturale tessile come già ne esistono in diverse città europee. Ad Economia 3 si è discusso anche di spazi che sono diventati luoghi e di come i centri commerciali influiscono sull’economia del territorio. E dalla Francia è arrivato il racconto di come le ex fabbriche nelle adiacenze del centro siano diventati outlet.
«I luoghi sono tali per identità, tradizione, storia - ha introdotto Aiello dell’Università di Firenze - e sono radicati perchè ci svolgiamo attività e ci incontriamo. Invece gli spazi e soprattutto le aree commerciali sono fondamentali per le relazioni contrattuali. Ma piano piano questo modo di essere è variato ed anche gli spazi commerciali sono luoghi dove ci si ritrova». L’intervento dell’assessore allo sviluppo economico del Comune di Roubaix in Francia, Verspieren, sul tema ha dato una nuova idea per Prato.
«La nostra città è molto simile alla vostra realtà ha più di 100.000 abitanti e si trova in mezzo a un aggregazione come la circoscrizione di Lille che ha un bacino di 1.200.000 persone. Era una città tessile e commerciale e pian piano le fabbriche sono state dismesse per riconvertire l’attività nella grande distribuzione grazie agli investimenti delle famiglie tessili. Sono stati creati 10 centri commerciali intorno alla città. A questo punto il centro storico si è svuotato e si è desertificato. Il commercio di prossimità è scomparso. Rispetto alle vostre città non abbiamo un patrimonio storico artistico e non abbiamo difficoltà di flussi come può avere Firenze. Da qualche anno stiamo provando a sviluppare la grande distribuzione nei centri storici riconvertendo le fabbriche in outlet e centri commerciali per 3 obiettivi: il riutilizzo dei siti industriali, ridare stimolo al cuore delle città e lottare contro l’inquinamento». Temi che a Prato sono molto sentiti e che in questo periodo sono sotto l’occhio di tutti soprattutto quello del degrado del centro storico. Ed è proprio l’assessore allo sviluppo economico del Comune di Prato Giovagnoli che conferma questa idea «Bisogna cominciare a ripensare alla distribuzione dei centri commerciali e una possibile prospettiva sono proprio i centri storici dove sono presenti ancora negozi di vicinato». A suggello di questa ipotesi - Cesare Nonnis della McArthurGlen, società dell’Outlet di Barberino - ha evidenziato che l’outlet è uno spazio commerciale ma soprattutto ha suggellato il centro città come nuovo spazio commerciale «A Lodz in Polonia, ex città tessile, qualche anno fa hanno progettato una qualificazione del centro città con centri commerciali, museo della cultura, museo del tessile e diverse attività commerciali prima localizzate fuori dalla città e ora sviluppate all’interno del centro così la città è stata rilanciata turisticamente con afflussi altissimi. Da città morta a viva». E se la Prato del futuro fosse questa?
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