La Toscana riesce a riciclare solo il 34% circa della propria produzione di rifiuti, mentre l'obiettivo, nel 2010, sarebbe quello di arrivare al 50%.
Il perché, a nostro parere, è sotto gli occhi di tutti: le resistenze, da parte di comuni e municipalizzate, ad investire pesantemente in sistemi di differenziazione spinta e porta a porta (magari sempre con la solita scusante del "dover prima sperimentare"), che hanno già dato frutti positivi. L'esperienza di Capannori, non a caso il comune più "riciclone", è lì a testimoniarlo.
Insomma, ancora una volta sembra più mancare la volontà politica che altro, e sarebbe l'ora che qualcuno ci spiegasse il perché!
MV
da Il Tirreno del 30/09/08
Ricicliamo solo un terzo dei rifiuti
I toscani pigri al cassonetto. Entro 2 anni dobbiamo arrivare al 50%
In Lucchesia i più bravi: il record a Capannori (59%)
Chi è al top. Il primato toscano, a livello di Ato, spetta a Siena dove la raccolta differenziata ha raggiunto il 41,45%, mentre come città al primo posto c’è Lucca con il 47,22%. In Regione dicono che i risultati dell’Ato senese dimostrano come l’investimento mirato ad avere una buona dotazione impiantistica dia risultati: è stato infatti il primo a realizzare tutti gli impianti previsti, termovalorizzatore compreso.
La percentuale minima. La soglia del 35%, quella minima prevista per la raccolta differenziata (normativa nazionale del 2006), è stata comunque superata anche in altri Ato che non pagheranno né tasse né addizionali. Negli Ato meno virtusi - quelli che invece dovranno pagare l’addizionale del 20% per il conferimento in discarica oltre all’ecotassa regionale - i singoli Comuni che hanno scavalcato la soglia del 35% di “differenziata” saranno esonerati dai pagamenti.
Dopo il primato di Lucca città, ecco quindi - fra gli Ato che ce l’hanno fatta - proprio quello lucchese che è a quota 38,33%; quindi Firenze al 37,19%, Pistoia e Circondario Empolese al 35,14%, Prato al 38,9%. Fra i Comuni la performance migliore è stata quella di Capannori con il 59,69%, seguito da Tavarnelle Val di Pesa al 55,29%, Colle Val d’Elsa al 52,83% e Buonconvento al 52,15%. Bene anche Castagneto Carducci con il 49,64%, Pontedera con il 43,08%, Massa e Cozzile con il 43,26%, Volterra con il 40,9%, Empoli con il 39,48%, Viareggio con il 38,39%, Aulla con il 37,85%.
La fiducia di Bramerini. «Anche se il miglioramento è lieve - ha spiegato l’assessore Bramerini - siamo fiduciosi per il futuro. Dal 2008, infatti, la Regione ha scelto di non gestire autonomamente i fondi destinati alla raccolta differenziata, ma di affidarli agli Ato. In tutto abbiamo messo a disposizione 31 milioni: per utilizzare parte di queste risorse gli Ato hanno già predisposto i bandi a cui possono partecipare Comuni e aziende toscane del settore e molti di questi sono già in scadenza. Ci aspettiamo di vedere presto i risultati, per avvicinarci a quel 50% previsto a livello nazionale e regionale».
I materiali recuperati. La raccolta differenziata ha permesso di certificare oltre 289mila tonnellate di carta e cartone (35,4% del totale); 135mila di rifiuti organici (16,9%); quasi 100mila di potature (12,3%); 78mila di legno (9,7%); 72mila di vetro (9%); 40mila di metallo di metallo (5%); 33mila di plastica (4,1%); 32mila di rifiuti ingombranti (4%): 7mila di stracci (0,9%); 4mila di lattine (0,5%); oltre 2mila di rifiuti urbani pericolosi (ad esempio le pile esaurite) che rappresentano lo 0,3%, ed infine 14milatonnellate di materiale di vario genere (1,7%).
I controllori. E c’è anche chi mette le mani nel sacco della raccolta differenziata: possono essere gli stessi operatori ecologici oppure personale (ci sono anche neolaureati in scienze ambientali) formato ad hoc da alcune aziende: armati di guanti e mascherina aprono i sacchetti e verificano cosa c’è dentro. Chi è sorpreso a mettere plastica nel sacco o nella campana del vetro rischia una multa che in alcuni Comuni può arrivare a 500 euro.
In alcune città, invece, operano le guardie eocologiche volontarie di Legambiente. In Toscana controllori o mediatori del genere per adesso non ne risultano. A Livorno da domani al Picchianti (periferia cittadina di abitazioni e piccola industria) si comincia la raccolta porta a porta: «Ne abbiamo parlato con aziende, residenti e circoscrizione - spiega Filippo Di Rocca presidente dell’Aamps, l’azienda dei rifiuti - Abbiamo detto di verificare senza bisogno di mediatori, nel caso invece se ne dovesse presentare la necessità decideremo sul da farsi».
E.A.
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