AUX ARMES CITOYENS... QUELLE DELLE RAGIONI
di Ivan Della Mea
Avessimo a scordarcene, fosse mai! Aux armes citoyens : l'11 ottobre c.a. è nostro, la sinistra unita e o disunita ce l'ha dato, guai a chi ce lo tocca. Tutti in piazza a Roma ohsississì. Ce la siamo covata, coccolata la data di cotanto evento. Poco o nulla si è fatto perché venisse turbata. Più nulla che poco s'è fatto anche se il governo fascistizzava alla grande sulla scuola, sul lavoro, sulla pubblica morale; anche se si ammazzavano extracomunitari in regola o no, anche se ogni giorno c'è chi muore sul lavoro, anche se Carlo Lucarelli fa una puntata tv sulla strage - oltre 2 mila morti accertati per ora - compiuta dal peggior serial killer d'ogni tempo, nome Asbesto alias Amianto: nel merito, amico Lucarelli, tu hai parlato soprattutto dei morti Eternit... come a dire, una via certa per un'eternità a venire... e hai aggiunto che il numero degli assassinati aumenterà avendo l'amianto un'incubazione di 40 anni, e hai parlato degli assassinati ai cantieri navali di Monfalcone; epperò a questi morti altri ne andrebbero aggiunti, per esempio i defunti per mesotelioma peritoneo o pleuritico della Breda di Pistoia e quanto amianto ancora c'è in giro a far di tettoie, nei vecchi treni, laddove necessitava l'adozione di materiali ignifughi. Certo, tutti questi defunti e quant'altri a venire, tanti non sono morti sul lavoro, no, sono morti di lavoro, cioè, a mal vedere perché di male ce n'è tanto, fatti loro echissenefrega. Ma intanto noi sinistri ci s'ha questo appuntamento dell'11 ottobre. Aux armes citoyens . Le armi, ovvio, si devono intendere in senso metaforico: le nostre armi sono e saranno quelle della ragione, anzi, quelle di tutte le ragioni di tutte le sinistre emerse diverse converse sommerse avverse diliberte ferrere forse ferrande forse turigliatte certamente erneste e tutte quelle che si propongono di essere sinistre. Cionondimeno ciononostante conciossiacosacché dovremo esserci l'11 ottobre, non fosse altro, il massimo del minimo, che per dare testimonianza di antifascismo e di antirazzismo, per dire che la Costituzione non si tocca né tanto né poco: non si tocca e morta lì; per trovare una ragione comune per una comune Resistenza da costruire prima e oltre tutte le ragioni partitiche di partito o movimentistiche o di gruppo; per dirci che forse «cittadini» è meglio di «compagni» anche perché a 320 anni... anno più anno meno... dalla rivoluzione francese siamo ancora lontani, lontanissimi dal liberté egalité fraternité ; e siamo lontani, lontanissimi dalle speranze della Resistenza e, a ben vedere, siamo lontani a tutt'oggi dall'applicazione nel merito della lettera e dei contenuti, dalla Costituzione figlia della Resistenza. Mi chiedo e chiedo, con molta retorica: nella futura scuola dell'avvocatessa Gelmini si insegnerà la Costituzione? E ancora: se l'Italia, come recita l'articolo 1 è una Repubblica fondata sul lavoro come dovremmo leggere oggi la parola lavoro: precariato, mobilità, flessibilità, libertà di licenziamento senza giusta causa, chiusura della contrattazione nazionale e affermazione della contrattazione aziendale. Io credo che i costituenti democristiani e socialisti e comunisti e repubblicani e liberali altro intendessero per «lavoro». Certo non mancano le ragioni per l'11 ottobre e millanta che tutta notte canta se ne potrebbero aggiungere. Di mio ho soltanto due cose da proporre come momento di una possibile unità detta, urlata: «ora e sempre Resistenza» e «nostra patria è il mondo intero».
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