TANTI INTERESSI PRIVATI NON FANNO UNA CITTA'!

La mer, la fin...

sabato 27 settembre 2008

Tra abusivismi e annunci sexy...

Giustissima l'indignazione dei residenti della zona ormai denominata "Chinatown" per i volantini che tappezzano alcuni muri e tazebao abusivi vari, che sicuramente non contribuiscono al decoro della zona.
Se poi gli annunci fanno riferimento, più o meno esplicito, a prestazioni sessuali, è ancora più doveroso per le autorità intervenire.
Ci permettiamo anche noi, quindi, di segnalare alcuni cartelli
abusivi che sono apparsi a Prato - e che meritano altrettanta indignazione, oltre che l'adeguata sanzione - oltre ad annunci che hanno chiaramente a che fare con il sesso a pagamento.
Per il primo caso, una foto (a dx) che risale allo scorso anno (ma ci riserviamo, via via, di trovare altri esempi)...
Per il secondo, ecco che (tanto per fare un esempio) a pagina XXX de La Nazione del 20/09 troviamo, tra le "comunicazioni personali", "a.a.a.a.a.a.a.a. Prato bellissima bionda alta 1,80 giovane tel....." - dimenticavamo, scritto in italiano... Ovviamente, non era l'unico di questo tenore!
MV


da La Nazione del 27/09/08
«Giovani ragazze disponibili» Ecco i sexy annunci dei cinesi Strade invase da volantini abusivi: i residenti li hanno tradotti

di LEONARDO BIAGIOTTI
(a sx, l'immagine di prima pagina della cronaca di Prato de La Nazione del 27/09)
INCONTRI CON sexy parrucchiere? Basta girare a Chinatown, conoscere un po’ il cinese e leggere sui muri. Sì, perché in via Pistoiese, via Filzi, via Becagli e in tutte le strade dove vive la comunità orientale si possono trovare cartelli e annunci abusivi dappertutto, scritti su volantini di fortuna oppure direttamente sull’intonaco dei muri. Anzi, c’è chi ha pensato bene di lasciare il proprio messaggio anche sulla Porta Pistoiese, senza dimenticare il tazebao davanti all’Unicredit che è scomparso per poche ore nei giorni della stretta dei controlli e che poi è puntualmente ricomparso qualche ora dopo, un po’ come i laboratori pieni di clandestini. Questa volta però i residenti non sono rimasti a guardare ed hanno deciso di capire cosa c’è scritto in quella miriade di volantini appesi ovunque che sono stati anche fotografati.

GRAZIE ALL’AIUTO di chi conosce il cinese ne sono stati tradotti quattro. In tre casi si tratta di sexy proposte, in uno invece il sesso non c’entra ma c’entrano gli affari, perché si tratta di un annuncio immobiliare.
Il primo volantino messo sotto la lente dai residenti della zona dice: «Specializzazione incontri. Apertura 6 maggio chiusura 30 maggio. Nuove ragazze a servizio completo, incontri trasparenti cristallini, come cristallo intagliato». Poi ci sono le indicazioni e dei numeri di riferimento, che del resto sono spesso ben visibili sui muri perché scritti a caratteri cubitali.

NEL VOLANTINO numero due ci sono anche l’immagine di una rosa e una cartina stilizzata, così anche gli italiani, arrangiandosi, potrebbero trovare il posto. Chi l’ha attaccato avrà pensato: non si sa mai a chi può interessare... Ecco la traduzione ottenuta dai residenti: «Consigliato/Esclusivo centro taglio capelli e acconciature nuovo servizio. Disponibilità ragazze... Ottimo taglio». Poi ecco gli immancabili riferimenti telefonici.
La «lezione» di cinese non si è fermata qui, anche se ormai è chiaro di che tipo di messaggi è tappezzata Chinatown.
Volendo moltiplicare i due volantini tradotti dai residenti per le migliaia che si trovano nelle strade, anche sulle cabine dell’Enel, non si fa fatica a capire che l’offerta si allarga e di molto. Infatti anche il terzo testo non fa eccezione: «Nuovo centro massaggi, situato in zona cinese. Sexy e pulite giovani ragazze, personale disponibile e premuroso». Seguono numeri di telefono.

CHISSÀ per quanto i residenti avrebbero potuto andare avanti con annunci dello stesso tipo, ma nella loro ricerca hanno trovato anche qualcosa di diverso. Sul volantino numero quattro si cambia registro e si passa agli affari: «Edificio su un unico piano adatto a negozio al piano di sopra». Qui i numeri di cellulare non ci sono, forse a Chinatown basta far sapere che c’è un immobile libero per farsi trovare.

ADESSO i residenti si aspettano una mossa da parte delle autorità, anche perché i traduttori di cinese non mancano e spesso gli annunci sono talmente grandi che è difficile far finta di niente. Resta poi il nodo del cosiddetto «muro della vergogna», la bacheca abusiva davanti alla sede dell’Unicredit che nessuno riesce a togliere, nonostante le proteste ed i tentativi di farlo rimuovere. Tentativi tutti miseramente falliti.

ANZI, ADESSO sembra molto diffuso anche un altro modo di fare «comunicazione» all’orientale. Anziché sprecare carta, molti scrivono direttamente sui muri il loro annuncio e il loro numero di telefono. Non risparmiano nulla, nemmeno le pietre dell’arco di Porta Pistoiese. Che anche il centro storico, nel giro di pochi mesi, rischi un’invasione di sexy cartelli?

Il muro resiste, la vergogna continua
di LUIGI CAROPPO
AVEVAMO scritto il 19 agosto su Chinatown: «Tante davvero finora le illusioni che qualcosa cambiasse davvero nell’area lasciata ostaggio dei cinesi. Senza dover tornare a parlare dei cartelli-beffa per sanzionare il divieto di sputo (operazione di facciata che non ha dato alcun risultato), basta ricordare quante volte è stato detto che non sarebbero stati più tollerati messaggi, volantini, annunci sui molteplici tazebao che spuntano qua e là in via Filzi e in via Pistoiese fino al «murales» della vergogna della galleria. Cosa c’è scritto in quei messaggi? Annunci di lavoro, case in vendita? O altro? Chi lo sa se non si conosce il cinese. E perché lasciare la possibilità di fare come si vuole? Se quei messaggi sono tanto attesi perché non dare dimostrazione di presenza (minima) togliendo una volta per tutte le affissioni abusive? E far sì che non tornino il giorno dopo?». E avevamo concluso «Al mercato di Chinatown le sorprese non finiscono mai. Come le illusioni che qualcosa cambi».
Abbiamo aspettato più di un mese, abbiamo atteso che l’imperativo della sicurezza e del maggior decoro lasciasse gli ombrelloni della Versilia, che le istituzioni si calassero di nuovo nei problemi di tutti i giorni che vivono i pratesi di Chinatown. Ed abbiamo sperato che il murales della vergogna (il tazebao davanti alla piazzetta della banca) sparisse. Un tentativo è stato fatto, poi è tornato come prima: una valanga di messaggi anche di attività illecite. Togliere per sempre quel tazebao sarebbe un segnale preciso: basta, cinesi non potete fare come volete. E sarebbe significativo come un mega sequestro di macchinari perchè andrebbe a modificare i gesti e le abitudini quotidiane degli immigrati che si accorgerebbero della novità (anche se l’operazione sarebbe sicuramente di minor portata per l’impatto mediatico).

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