Una bella carriera di partito consolidata con la posizione ai vertici delle più grandi partecipate.
Certo, tutto potrebbe finire come nel 2004, quando tra i due litiganti godette Romagnoli (ma, col senno di oggi, non è che abbia goduto fino in fondo), ma non aspettiamoci comunque una candidatura al di fuori dei giochi di potere consolidati - come dimostrano le riunioni "segrete" di Pulcinella intorno al "camino Martini" o in via Carraia.
Ultima nota, le indiscrezioni sulla provincia: al di là del nome emerso, ci terrorizza un po' il profilo che sembra stiano ricercando... ex margherita e giovane... Ne conosciamo qualcuno, e sono ragazzi in gamba, ma non vorremmo ci presentassero un Renzi pratese...
MV
da La Nazione del 06/11/08
Abati o Benigni, nel Pd è una partita a due
Vertice segreto fra i big: verso un candidato unitario, il presidente Consiag per ora in pole
di ANNA BELTRAME
SILENZIO apparente, riunioni più o meno segrete, tensioni nell’aria, voci che circolano insistenti. L’ultima di ieri: c’è l’accordo su Paolo Abati candidato sindaco del Pd. In realtà non è così, almeno non per ora. Il conto alla rovescia per la presentazione delle candidature alle primarie è comunque inziato: da sabato 15 novembre gli aspiranti potranno cominciare a raccogliere le firme, entro il 6 dicembre i candidati dovranno essere ufficializzati. C’è Paolo Abati in pole position, ma non sono affatto tramontate le possibilità per Adriano Benigni. Il presidente del Consiag e il presidente di Asm: è ormai diventata una partita a due.
LUNEDI’ sera c’è stata una nuova riunione tra i big del partito: l’impegno condiviso è stato arrivare a una candidatura il più possibile unitaria, senza spargimenti di sangue, che il Pd non potrebbe permettersi, vista l’emorragia di consensi vaticinata dal famoso sondaggio (ancora avvolto nel mistero). In via Carraia oltre alla segretaria Benedetta Squittieri e al tesoriere Mario Dini, c’erano i parlamentari Antonello Giacomelli e Andrea Lulli, la ministro ombra Beatrice Magnolfi, il sindaco Marco Romagnoli e il presidente della Provincia Massimo Logli, i consiglieri regionali Fabrizio Mattei e Ambra Giorgi, il presidente del consiglio comunale Daniele Mannocci, l’ex segretario Ds Gianni Del Vecchio e naturalmente Abati e Benigni.
MA C’ERA anche Claudio Martini: ha parlato della necessità di un candidato unitario e magari giovane (si riferiva ad Abati?), ma se questa ipotesi non potesse essere percorribile, ha lanciato la proposta di scegliere un nome esterno al partito o comunque al suo gruppo dirigente: quasi tutti i presenti hanno accolto con freddezza l’idea. C’è stato poi chi ha chiesto a Squittieri di proporre un nome: la segretaria non lo ha fatto, ma ha detto che la soluzione va trovata all’interno del gruppo dirigente, magari evitando cene riservate e pubbliche chiacchiere.
DIFFICILE dire come andrà a finire. Abati è l’uomo che la segreteria preferirebbe e che nel gruppo dei big, se ci fossero le nomination come al Grande Fratello, forse la spunterebbe. Ha poco più di quarant’anni, ma una lunga militanza nel partito, al Consiag ha lavorato bene: rispetto a Benigni potrebbe rappresentare di più il nuovo, se non altro dal punto di vista anagrafico. Benigni è invece l’uomo di esperienza, conosce bene la macchina comunale, avendo fatto l’assessore per 13 anni, è considerato persona solida e affidabile e per questo è ritenuto da molti più adatto a intercettare il voto di una città in crisi e bisognosa di certezze. Dalla sua ha la simpatia di chi non ha molto apprezzato i modi con cui si è arrivati alla caduta del sindaco in carica. I rapporti fra i due contendenti sono buoni e una battaglia è improbabile: alle primarie potrebbero presentarsi candidati outsider, ma l’idea dei vertici del partito è lanciare un nome secco, in grado di non spaccare il partito.
IL PARTITO però intanto mugugna, perché non capisce cosa stia succendendo, perché vorrebbe vedere nero su bianco il famoso sondaggio della Ipsos, che ancora non si sa quando sarà reso pubblico. Sono giorni complicati e tesi per i Democratici. Stasera al circolo di Borgonuovo è stata convocata la direzione del partito; domani e sabato al Metastasio ci sarà la convention del Pd toscano. Dalla prossima settimana si entrerà nel vivo delle scelte. Abati o Benigni. Chissà.
Abati in pole: 30 giorni per decidere
Candidature, spunta a sorpresa Melighetti per la Provincia
PRATO. Grandi manovre sul nome di Paolo Abati sindaco. L’accordo tra i rappresentanti del gruppo dirigente non è ancora chiuso. Ma certamente tra i possibili aspiranti alla poltrona più alta di piazza del Comune, il meglio piazzato resta il presidente del Consiag. Che è ancora convalescente, ma che ha seguito da vicino tutte le fasi post-15 ottobre, il giorno della rinuncia alla corsa dei candidati naturali Romagnoli e Logli.
Nulla di evidente - come al solito - ma il lavoro, soprattutto della segreteria con Benedetta Squittieri in testa, per contenere le frange e trovare il massimo consenso sul nome di Abati, è incessante. Perché l’“altro partito”, quello che vorrebbe Adriano Benigni sullo scranno, non si dà per vinto.
Se non sono alla pari, nel borsino delle candidature certo, per il momento, non si può dire ne sia rimasto solo uno. Abati ha dalla sua l’età, il carattere forte, il buon percorso politico e come manager e il sostegno incondizionato di una parte consistente del gruppo dirigente. Benigni, oltre alla lunga carriera politica e all’appoggio indiscusso di molte delle anime del Pd, potrebbe rappresentare l’uomo dell’alleanza, il nome grazie al quale, alla fine, si firma l’armistizio. Si confronteranno in una tornata di primarie vere, grazie alle quali sarà l’elettorato democratico a determinare la vittoria dell’uno o dell’altro? No, quasi certamente non accadrà. Perché la segreteria lavora per evitarlo e per presentare all’elettorato un nome “secco”, aprendo magari alle primarie di coalizione (rapporti ancora tutti da tessere ma per i quali si è già resa disponibile Idv); perché nè Abati nè Beningni pare abbiano la volontà di andare a un “testa a testa” dagli esiti incerti. Non si scontreranno, non litigheranno, se uno dei due si accorgerà di non avere i numeri, semplicemente farà un passo indietro. Tempo per le verifiche c’è. Non sarà necessario, infatti, che i candidati futuri alzino la mano per dire “io ci sono” entro il 15 novembre. Quel giorno comincerà la raccoltà delle firme (il 25% dell’assemblea provinciale in caso di primarie di partito, il 35 nel caso di primarie di coalizione) che durerà per le tre settimane successive. Quindi fino al 6 dicembre. Quel giorno, tra un mese, i candidati dovranno emergere. E che di papabili a sindaco e presidente della Provincia non ne esitano, per ora, altri lo dimostra anche l’esito del “caminetto” che il governatore Martini ha convocato a Firenze. Deputati (Lulli e Giacomelli), ministro ombra (Magnolfi), consiglieri regionali (Mattei, Giorgi), segretaria Pd (Squittieri) riuniti per discutere di successioni. Nessun nome è emerso, anche se Martini ha dato l’ok a candidature interne all’establishment. Un no secco, invece, da parte dei pratesi è venuto all’ipotesi di personaggi calati dal’alto o della società civile. E per la poltrona di presidente della Provincia? Scelta ancora in alto mare. Archiviata l’ipotesi Maria Luisa Stancari e confermato il fatto anche andrà a una ex Margherita, si parla di assegnarla a un giovane ma c’è chi è certo che alla fine potrebbe spuntare, a sorpresa, il nome della segretaria Cisl Gabriella Melighetti.
Cri. Or.
4 commenti:
Beningni e Abati = nessuna differenza.
Sono stati i veri "padroni" di Prato per anni per mezzo delle loro ASM e ex-CONSIAG, adesso vengono allo scoperto.
Il PD pratese è un "teatrino" per giochi di potere e poltrone che ormai è davvero ora prenda una batosta elettorale. Ma quali sinistra e destra... c'è solo una gran ipocrisia generale. L'unica soluzione è cambiare spesso il voto per non dare a nessuno la "certezza" del potere. Nell'attesa di vedere aspiranti amministratori competenti e davvero al servizio della comunità
Beningni e Abati = nessuna differenza.
Sono stati i veri "padroni" di Prato per anni per mezzo delle loro ASM e ex-CONSIAG, adesso vengono allo scoperto.
Il PD pratese è un "teatrino" per giochi di potere e poltrone che ormai è davvero ora prenda una batosta elettorale. Ma quali sinistra e destra... c'è solo una gran ipocrisia generale. L'unica soluzione è cambiare spesso il voto per non dare a nessuno la "certezza" del potere. Nell'attesa di vedere aspiranti amministratori competenti e davvero al servizio della comunità
leggere l'intero blog, pretty good
quello che stavo cercando, grazie
Posta un commento